• La parabola discendente della ricerca sindacale verso il Mezzogiorno, dalle grandi speranze dell'industrializzazione alla sola leva della spesa sociale assistenzialistica. Una ricostruzione storico-politica del rapporto fra sindacato e questione meridionale, nel secondo dopoguerra, e del ruolo che in esso ha giocato la ricerca sociale e quella sindacale in particolare. Il Mezzogiorno, conclude l'A., è la frontiera per qualsiasi sindacato che abbia intenzione di contribuire allo sviluppo economico e sociale italiano. Il banco di prova per misurarsi con le disuguaglianze che affliggono il paese
  • La necessità di tornare a indagare il lavoro sia dal punto di vista empirico sia dal punto di vista teorico, in rapporto ai mutamenti del lavoro e delle problematiche legate alla sua organizzazione. Il valore dell'inchiesta per il lavoro del sindacato, nella testimonianza del Segretario di una Camera del lavoro.
  • La testimonianza e le analisi di uno dei padri della sociologia delle relazioni industriali in Italia. L'impegno di un intellettuale che, nelle fila della Cisl, di cui è stato formatore, studioso e consulente politico di prima grandezza (Centro studi di Firenze, Cesos), ha contribuito all'eleaborazione strategica del sindacalismo italiano. Un raffonto fra gli approcci alla ricerca da parte della Cisl e quelli della Cgil. Le difficoltà odierne del sindacato a "fare cultura", perchè ciò implica fare previsioni e oggi ciò e quasi impossibile. Una proposta infine Rinunciare alla metà dei distacchi
  • Genesi, natura e funzioni del più importante istituto sindacale di ricerca francese: l'IRES. Nato nel 1981 con l'arrivo della sinistra al potere, l'IRES ha la peculiarità di rappresentare tutte le maggiori organizzazioni sindacali del paese, insieme a personalità accademiche e rappresentanti dello Stato, che assicurano il buon uso dei fondi pubblici. Nè intellettuali organici, nè meri strumenti organizzativi, i ricercatori dell'IRES realizzano le ricerche in indipendenza, cooperando coi sindacati sui loro esiti. Distinzione di ruoli, oltre l'approccio accademico, procedura duale di valutazione
  • Nella società postfordista il lavoro è diventato liquido: il lavoratore che simboleggia la fase storica che stiamo vivendo non è più l’operaio metalmeccanico, bensì il precario. Questa condizione inedita del lavoro non può più essere rappresentata, da parte dell’organizzazione, con gli attrezzi del Novecento: auspicabile è un percorso di riflessività sul fare e sul sapere sindacale. La formazione sindacale viene investita in primis di questo compito, aprendosi a metodologie formative non ancora esplorate, affinché essa diventi formazione permanente generativa di autoapprendimento.chi
  • Una preziosa lettura della recente riforma della legislazione del lavoro – non del mercato del lavoro, come spiega l’autore. Una riforma che aggrava la già evidente perdita di capacità regolativa del diritto del lavoro. Ma che ha anche un merito: ha rimesso al centro del dibattito il tema del lavoro e delle sue regole. E proprio sulla relazione uso del lavoro -regole insiste l’analisi dell’autore.
  • L’articolo ricostruisce i fatti più rilevanti della riforma della legislazione del lavoro, a partire dai primi anni ‘90, evidenziando rotture e continuità nell’approccio di policy-making e offrendo anche una valutazione dei suoi effetti. Quello che prevale nel governo Monti – è la tesi degli autori – è un approccio attento quasi esclusivamente a dare mano libera alle prerogative managerial-imprenditoriali e poco o per niente attento al coinvolgimento/consenso dei lavoratori.
  • L’articolo evidenzia e si sofferma su alcuni elementi di debolezza della riforma della legislazione sul lavoro proposta dal governo Monti, che si propone molteplici e ambizioni obiettivi su lavoro e occupazione. E in particolare si concentra sulle criticità riguardanti: la riduzione dell’abuso di rapporti di lavoro flessibili e incentivazione del rapporto subordinato; la revisione degli ammortizzatori sociali; la riduzione dei costi di licenziamento individuale