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Il sindacato stenta a connettere i problemi della gestione del risorse ambientali nei più generali temi della rappresentanza sociale, come retribuzioni, orari e organizzazione del lavoro. L’obiettivo generale del contributo è quello di fornire le coordinate concettuali che possano fornire una trama di sfondo al dibattito in materia di rischi sociali e ambientali in epoca neo-liberista. L’obiettivo specifico è volto ad analizzare come la crisi ecologica, costituisca una sfida interna ed esterna alle tradizioni e all’identità sindacale strutturatesi nel processo di modernizzazione.
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Amina, dodicenne bosniaca, e la sua vita prima e dopo la guerra, prima e dopo la pace. Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina, e la sua storia in cento anni di vita, fra lo scoppio della prima guerra mondiale del 1914 e il possibile ingresso in Europa di tutta la ex Jugoslavia nel 2014. Le due protagoniste del libro, una bambina e la sua città, sono raccontate attraverso quattro tracce narrative: fotografie, liriche, corsivi informativi e il vero e proprio racconto, in un intreccio ritmico di invenzioni, di ricostruzioni storiche, di sospensioni del tempo e dello spazio, di proiezioni in un futuro probabile. A sei anni dalla prima edizione del volume, l’autore ne propone una nuova versione aggiornata, integrata e riletta alla luce delle celebrazioni dei primi dieci anni di pace in Bosnia dopo gli accordi di Dayton dell’autunno 1995.
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Giugno 2004, Roma, quartiere Trieste: Giuseppe e Letizia, un avvocato ottantenne di origini siciliane e un’anziana maestra di origini tosco-umbre, con i loro assistenti Amparo e Ousmane, una filippina e un senegalese, vivono due strane storie d’amore in un luogo simbolico della città e della storia: Villa Torlonia, ex dimora nobiliare settecentesca, ex dimora privata di Benito Mussolini per oltre vent’anni, giardino pubblico sempre più vitale nella Roma di oggi. Le vite private dei quattro protagonisti, vecchi e adulti, colti e ignoranti, benestanti e malestanti, si intrecciano con quella ormai storica del «Duce», attraverso un continuo rimando di azioni e riflessi dall’Italia del ventennio alla Roma contemporanea. Sedici fotografie a colori dell’autore illustrano lo scenario delle vicende narrate.
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Nell’ambito di una recente polemica con la massima organizzazione confederale italiana, Pietro Ichino ha lamentato la disattenzione della stessa al volume sul sindacato che già da qualche mese egli aveva pubblicato (A che cosa serve il sindacato. Le follie di un sistema bloccato e la scommessa contro il declino, Mondadori, 2005). Curiosamente, negli stessi giorni Alessandro Baricco sollevava una polemica contro i critici letterari che lanciano frecciate al suo ultimo romanzo senza però concedergli l’onore, quantomeno, di una stroncatura. ...
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Andrea Gianfagna ha trascorso, con incarichi diversi, più di settant’anni in CGIL. In questo libro intervista ricostruisce la sua storia e quella dell’organizzazione nella quale ha militato attraverso un’analisi accurata, attenta e mai banale dei grandi processi e della vita di questo paese. È un libro in cui la storia dell’uomo, del dirigente Gianfagna, si intreccia con la storia della Confederazione generale italiana del lavoro in tutti i suoi momenti più significativi. Il codice genetico di Gianfagna è iscritto nella CGIL di Giuseppe Di Vittorio da cui desume le tre linee di pensiero che caratterizzeranno anche la storia della CGIL nell’Italia democratica: quella della responsabilità nazionale e istituzionale, che trova nella lunga segreteria di Luciano Lama, preparata dal prezioso lavoro di Agostino Novella, la sua più completa declinazione; quella dei diritti e del programma sulla cui base Trentin riuscirà a traghettare la CGIL fuori dalle macerie del secolo breve; e quella dell’ancoraggio costante alla condizione materiale dei lavoratori attraverso il salario, il contratto e la preparazione delle vertenze. «Un sindacalista vero deve sapere cos’è un contratto, una busta paga e come si organizzano le vertenze». Nella lunga e appassionata militanza di Andrea Gianfagna si ritrovano insieme tutti questi elementi propri della CGIL di Di Vittorio.