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Le lenti per analizzare i microcambiamenti
Marida Cevoli recensisce il libro di Ida Regalia "Quale rappresentanza. Dinamiche e prospettive del sindacato in Italia". In una prospettiva di sociologia dell'organizzazione, la studiosa - d'accordo in ciò con la Regalia - valorizza le strategie e le capacità adattive del sindacato davanti alle sfide dei mutamenti del lavoro.
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Le logiche sistemiche. Una variabile cruciale, da maneggiare con cautela
L’articolo si concentra sulle logiche sistemiche del capitalismo contemporaneo messe in luce da Saskia Sassen nel suo ultimo libro Expulsions: Brutality and Complexity in the Global Economy (2014; trad. it. 2015), sottolineando il doppio contributo, metodologico e di contenuto, offerto dall’autrice. La tesi è che le logiche sistemiche debbano tornare al cuore dell’attenzione politica. Il riconoscimento del loro ruolo non deve, tuttavia, andare a discapito di quello dell’agency, della possibilità del cambiamento.
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Le malattie da lavoro
16.00
€
L’incontro che ha dato vita ai contributi raccolti in questo volume è nato dalla constatazione che il fenomeno delle malattie da lavoro (intendendo per tali sia quelle «tabellate» che quelle correlate al lavoro, ma per le quali è necessaria la prova del nesso di causalità) è certamente sottovalutato e sottostimato. Si parla molto (finalmente!) degli infortuni sul lavoro, ma assai meno delle malattie da lavoro, che pure costituiscono un problema non meno grave ed allarmante sia qualitativamente che quantitativamente. Problematica, peraltro, destinata ad aggravarsi, sia perché per alcune malattie di lunga latenza il picco più consistente pare destinato a realizzarsi solo tra il 2015 e il 2020, sia perché le più recenti acquisizioni dimostrano che le cosiddette «costrittività» nei luoghi di lavoro (persecuzioni, violenze morali, mobbing, molestie sessuali, ecc.) sono suscettibili di determinare non solo disturbi psicologici ma anche vere e proprie patologie, sia, infine, perché l’esposizione alle nanoparticelle ed alle particelle ultrafini determinata dalla crescita delle nanotecnologie è, con ogni probabilità, fattore di rischio anche di grave entità. Da qui nasce la necessità di approfondire il tema, sotto il profilo della tutela e della prevenzione, sul piano civilistico e su quello penalistico, oltre che su quello della medicina del lavoro. La raccolta di saggi è completata da un’ampia ricerca sull’intera materia nonché dalla pubblicazione della parte generale del recentissimo Testo Unico della sicurezza sul lavoro (d.lgs. 9 aprile 2008 n. 81).
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Le malattie rare come esemplificazione di contrasto della marginalità
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Le mani del lavoratore
13.00
€
I cambiamenti oggi in atto provocati dalle tecnologie digitali e dai mutamenti dell’organizzazione del lavoro mostrano la centralità della persona-lavoratore e configurano la prestazione lavorativa come opera e attività. Le mani del lavoratore sono il punto di riferimento per osservare i cambiamenti tecnologici e organizzativi del lavoro. L’indagine assume come concetto esplicativo l’alienazione di Karl Marx e impiega alcuni significati comparativi come il corpo che lavora, il lavoro concreto e il lavoro astratto. Lo sguardo elaborativo volge poi alle vicende della Cgil, in particolare alla svolta del ’55 di Giuseppe Di Vittorio che oltre a rappresentare un paradigma segna il principio della centralità della prestazione come forma e radicamento prioritario dell’azione sindacale. Il volume si presenta come un’analisi inedita e foriera dell’interpretazione del cambiamento della prestazione lavorativa, arricchendo la centralità del lavoro nella sua simbologia e nei suoi significati, per nutrire e generalizzare la stessa rappresentatività sindacale.
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Le mani sulla casa
10.00
€
Questo libro è un giro in nove tappe intorno al mondo immobiliare. Un mondo tondo, com’è tonda la bolla che ha gonfiato i prezzi delle case e ha svuotato i portafogli di chi ci abita. A cominciare dai grandi esclusi dal gioco della proprietà: gli inquilini, tartassati da un mercato inabitabile e dimenticati dalle politiche per la casa. Ma non è andata meglio ai forzati del mutuo, prima allettati dai tassi bassi e poi strangolati dai tassi alti: i proprietari poveri, nuova realtà del piccolo mondo immobiliare. È andata benissimo invece ai grandi mercanti, agli speculatori, detti immobiliaristi. Ogni tappa del libro è una storia, ogni storia è un abitante. Paolo, Franco, Andrea, Galina, Roberta, Bruno, Valeria, Giuliana, Pat. Sono loro i protagonisti, è loro la voce che introduce dati e fatti dell’inchiesta scritta da Roberta Carlini: l’affitto senza rete, i mutui a rischio, le rate fisse dei giovani flessibili, il mercato degli stranieri, il business delle agenzie, il grande scandalo delle vendite delle case pubbliche. Perché sulla questione delle case i più competenti sono quelli che ci vivono dentro. Come Pat Carra, fumettista. Che qui racconta la sua storia e la sua lotta di abitante, facendo «politica di pianerottolo» a colpi di vignette e strisce. Bollicine di buonumore sono sparse nel libro e si moltiplicano, effervescenti e satiriche, fino alle ultime pagine.
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Le metapolitiche per la città. Una introduzione
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Le mobilitazioni dei fattorini della gig economy in Italia: forme organizzative e implicazioni per la rappresentanza
Questo articolo discute lo sviluppo delle esperienze di organizzazione collettiva dei fattorini delle piattaforme digitali di consegna in Italia a partire dal 2016 fino alla primavera del 2018. Le mobilitazioni dei riders, che hanno interessato finora diverse aziende del settore nelle città di Torino, Milano e Bologna, si sono sviluppate intorno a rivendicazioni simili a quelle del resto d'Europa. Le esperienze italiane si distinguono però per la predominanza di forme di organizzazione collettiva dei lavoratori che rimangono a tutt'oggi totalmente autonome da sigle sindacali preesistenti. L'articolo esplora le peculiarità delle forme di rappresentanza e di organizzazione collettiva dei lavoratori emerse finora nella gig economy italiana, identificando alcune cause delle complesse e talvolta problematiche relazioni emerse tra riders e sigle sindacali.
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Le notti della democrazia
18.00
€
Questo libro, omaggio a due combattenti per la libertà, Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, e ai loro compagni di lotta, nasce dalla consapevolezza che in un mondo globalizzato le vittorie si sostengono reciprocamente, così come le sconfitte ingenerano altre sconfitte. Di diversa generazione, nazionalità e fede, esse hanno in comune la stessa serena determinazione nell’impegno per la giustizia sociale e contro le
notti della democrazia
: la feroce alleanza nazifascista, combattuta dalla diciassettenne staffetta partigiana Tina; lo spietato regime militare birmano, al quale da anni resiste con la non violenza il premio Nobel per la Pace Aung. Tina e Aung, due donne che sono state
presenti
e hanno risposto quando il paese è stato in pericolo. In sintonia con la propria gente, si sono messe in gioco insieme agli altri, con intelligenza e coraggio. Questo libro, nato dall’esigenza di focalizzare alcuni tragici eventi che hanno intaccato la democrazia e l’avanzamento civile in un paese, e che li hanno cancellati del tutto nell’altro, è stato possibile grazie alle persone che, nella condivisione della militanza democratica, hanno aderito con slancio e generosità. Hanno partecipato con le loro testimonianze e, per quanto riguarda le vicende italiane, con un’analisi approfondita del Piano di Rinascita democratica di Licio Gelli, il cui progetto eversivo piduista ha attraversato la storia d’Italia negli ultimi trent’anni, lasciando a volte dietro di sé una scia di sangue. I due curatori si sono avvalsi del fondamentale contributo di saperi e convinzioni variegate, senza prendere posizione, pur restando
di parte
: dalla parte di chi sente il bisogno di non dimenticare, di capire perché il nostro paese si è consegnato per così lunghi anni a un potere
in maschera
, corrotto e di matrice piduistica. Contributi di: Giuseppe Amari, Margherita Bebi, Francesco M. Biscione, Paolo Bolognesi, Susanna Camusso, Pierre Carniti, Tullio De Mauro, Giovanni Di Ciommo, Guglielmo Epifani, Giorgio Frasca Polara, Carlo Ghezzi, Vincenzo Giaccotto, Ashin Kovida, Giovanna Leone, Giuseppe Malpeli, Luigi Mariucci, Michele Prospero, Alessandro Roncaglia, Albertina Soliani, Mauro Storti, Giuliano Turone, Anna Vinci, Nita Yin Yin May, Beaudee Zawmin.
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Le nuove emigrazioni italiane in Francia
La nuova emigrazione italiana ha perso i tratti distintivi conosciuti in passato: origine territoriale prevalente, matrice operaia e contadina, scolarità relativamente bassa, aggregazione in comunità di italiani regionali se non locali. I «cittadini mobili» hanno ben altre caratteristiche che sottendono nuove esigenze e nuovi bisogni. Il fenomeno della nuova migrazione viene spesso enfatizzato e, contestualmente, «governato». Lo stereotipo della «fuga dei cervelli» sovrasta la meno interessante «fuga delle braccia» che rappresenta, in ogni caso, la componente principale dell’odierno fenomeno. L’articolo, a partire dalla presentazione di alcune storie di casi rappresentativi, si sofferma sulle questioni che maggiormente interessano i nuovi migranti: lavoro, casa, sanità.
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Le nuove forme di organizzazione del lavoro e i metodi di gestione della forza lavoro in Europa
Attraverso l’analisi dei dati dell’indagine europea sulle condizioni di lavoro, l’articolo mette in evidenza l’esistenza di una diversità di forme di organizzazione del lavoro. Accanto alla lean production, persistono modalità tradizionali, tayloristiche o a struttura semplice. Ma soprattutto emerge un classe di imprese, definite learning organisation, che puntano meno sull’intensità del lavoro e di più sulla qualità della vita lavorativa. L’articolo esamina i principali fattori che spiegano il prevalere dell’una o dell’altra forma di organizzazione del lavoro.
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Le nuove frontiere del sistema industriale tedesco
Anche questo contributo si sofferma sull’importanza dei caratteri ambientali e istituzionali della produzione snella, esaminando le specificità della situazione nelle medio-grandi imprese tedesche, in cui i cambiamenti nell’organizzazione del lavoro sono stati quasi sempre discussi/negoziati con i sindacati. L’autore analizza il modo in cui hanno funzionato gli istituti della partecipazione, in particolare quello della codecisione, il ruolo assunto dalle rappresentanze della forza lavoro, le ibridazioni del modello giapponese.
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