• Abbiamo raccolto alcuni testi per iniziare una riflessione su Bruno Trentin, scomparso lo scorso 23 agosto, mentre questo numero della rivista era giĂ  in via di completamento. Lo abbiamo voluto ricordare con brevi interventi a caldo, riservandoci ditornare successivamente sulla sua figura di dirigente sindacale e intellettuale. La complessitĂ  del suo profilo è emersa giĂ  nei giorni successivi alla sua scomparsa nei commenti di numerosi osservatori: leader dei metalmeccanici e successivamente segretario generale della Cgil, padre dei consigli dei delegati ma anche della nuova stagione...
  • Al fine di aumentare la competitivitĂ  diversi paesi hanno recentemente rafforzato la contrattazione decentrata, legando l’andamento dei salari con quello della produttivitĂ : in Francia, si è aumentata la possibilitĂ  per le imprese di discostarsi dalla stringente contrattazione centralizzata, in Portogallo, Grecia e Spagna, quello aziendale è ora il livello privilegiato per la contrattazione. In Italia, nelle ultime due Leggi di stabilitĂ  (per il 2016 e per il 2017), sono stati inseriti importanti interventi in materia di detassazione di premi di produttivitĂ  e welfare aziendale. L’obiettivo primario di questa norma è quello di favorire la contrattazione decentrata, costruendo le condizioni fiscali favorevoli affinchĂ© aziende e lavoratori negozino salari integrativi; il risultato è stato anche quello di aumentare i salari netti di un gran numero di lavoratori. In secondo luogo si è permesso ai singoli lavoratori di scegliere liberamente se fruire di premi in denaro o in welfare benefits (condizionatamente alla presenza di un piano di welfare contrattato nell’accordo sindacale). In questo modo si è creato un incentivo ulteriore a negoziare in azienda. Ma si è anche sollevato un problema di potenziale sostituibilitĂ  del welfare nazionale con quello aziendale.
  • Con le novitĂ  introdotte dalle Leggi di stabilitĂ  2016 e 2017 i lavoratori hanno la possibilitĂ  di convertire l’importo del premio di risultato in beni e servizi di welfare. La conversione è favorita da agevolazioni fiscali e contributive, vantaggiose sia per i dipendenti sia per le aziende. In particolare, alle somme convertite in welfare non si applica l’obbligo di versamento dei contributi previdenziali. L’articolo si pone come obiettivo l’analisi di vantaggi e svantaggi, per dipendenti e datori di lavoro, di tale provvedimento attraverso l’elaborazione di un calcolo della «perdita previdenziale» che il lavoratore subirĂ , una volta pensionato, a seguito della conversione annuale di tutto o parte del premio in welfare.