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Poesia e prosa del Pnrr. Tre decaloghi per discutere
Il Pnrr è ancora oggi una «grande occasione» in nuce. I suoi risultati dipendono da molte circostanze: dalla capacità delle risorse e delle misure di integrarsi con altre risorse, altre politiche e altri soggetti, e da variabili esogene, in primo luogo dalla guerra Russia-Ucraina, dall’inflazione, dalla persistenza della pandemia e, da ultimo, dalla recente crisi di governo. Conta moltissimo la capacità del Piano di indurre aspettative positive e azioni conseguenti tra gli italiani, in particolare tra le sue classi dirigenti, centrali e locali. Senza «credenze» e mobilitazioni collettive è difficile pensare che i paesi si trasformino, che nuovi paradigmi di sviluppo si affermino, che «grandi salti» si realizzino. Sotto questo profilo, i limiti sono evidenti. A parte l’ossessione retorica sulla straordinaria dotazione monetaria, il Piano è privo di un racconto mobilitante. Tuttavia la partita è appena iniziata e ci sono ancora ampi margini per cambiare la direzione al vento.
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Servizi educativi per la prima infanzia in Italia: disuguaglianze e proposte per contrastarle
Il lavoro analizza le disuguaglianze nell’offerta e nell’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia in Italia e presenta alcune politiche che disegnate in modo diverso e più partecipato potrebbero aiutare a contrastarle. Una breve introduzione presenta i principali risultati della letteratura in termini di benefici legati all’accesso e all’utilizzo dei servizi educativi per la prima infanzia mentre la seconda sezione è dedicata a un’analisi descrittiva della situazione italiana. Dopo aver presentato le novità introdotte con il Pnrr e l’introdu-zione dei Lep, le ultime tre sezioni sono dedicate alla presentazione di proposte che possono, da un lato, aiutare a superare l’approccio top-down nel disegno delle politiche rivolte ai luoghi e, dall’altro, a garantire una maggiore partecipazione nel processo di disegno e imple-mentazione delle politiche pubbliche, tra cui quelle che disciplinano l’offerta dei servizi edu-cativi alla prima infanzia. Infine, si sottolinea come, oltre alla necessità di coinvolgere mag-giormente gli attori del territorio nella definizione delle politiche, sia necessario lavorare af-finché venga conosciuta e riconosciuta l’importanza dei servizi educativi alla prima infanzia come strumento di contrasto alle disuguaglianze e di sviluppo delle competenze emozionali, relazionali e cognitive dei minori, sia dalla cittadinanza che dagli amministratori e dalle amministratrici locali.
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Territori e determinanti sociali delle disuguaglianze: il «lavoro territoriale» delle politiche pubbliche e del welfare di comunità
La dimensione territoriale delle politiche pubbliche rappresenta un interessante ambito di analisi delle determinanti economiche e sociali delle disuguaglianze. Partendo da alcuni ri-ferimenti teorici sull’interpretazione dei divari territoriali, il contributo analizza la dimen-sione territoriale del welfare e la rilevanza dell’approccio place-based come strumenti di riequilibrio economico, sociale e territoriale. Le esperienze osservate nelle aree interne e nelle aree urbane periferiche mostrano la dimensione coesa del welfare locale come investimento sociale: integrano risorse e attori (pubblici e privati, profit e non profit), coinvolgono operatori sociali, organizzazioni, cittadini e valutano i risultati delle azioni.
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Modernizzazione ecologica e disuguaglianze: una prospettiva socio-territoriale
Dalla formulazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) delle Nazioni Unite, la que-stione ambientale è entrata saldamente nell’agenda delle politiche pubbliche. Diversi livelli di governo stanno mettendo in atto misure e programmi per guidare le scelte di amministratori, imprese e cittadini verso il raggiungimento degli Sdgs. In ogni paese le politiche ambientali sono state strutturate sulla base di tre strumenti: la definizione degli obiettivi da raggiungere, l’in-dividuazione di sistemi normativi per vincolare l’azione degli attori pubblici e privati ed evitare che i loro comportamenti causino danni ambientali, la determinazione di incentivi economici per incoraggiare gli attori ad adottare comportamenti ecologici. Questo sistema di obiettivi, incentivi e regole si inserisce in un modo dominante di costruire le politiche di transizione, che si concentra sul mercato e sulla regolazione. È nel mercato che si formano le preferenze per le tecnologie e le pratiche sostenibili, ed è attraverso la regolamentazione che si interviene laddove il mercato non fornisce sufficienti benefici ambientali. Chiamiamo questo modo di strutturare le politiche ambientali «progetto di modernizzazione ecologica», un modello politico che non tiene conto delle diversità sociali e territoriali. Questa cecità alle diversità sociali e territoriali riproduce e genera nuove disuguaglianze, perché l’accesso e la reazione a incentivi e vincoli è diverso a seconda delle condizioni sociali e territoriali. Anche per questo, nelle scienze sociali, una vasta letteratura sta analizzando il rapporto tra transizione ecologica e disuguaglianza. È in questo insieme di lavori che si colloca il nostro contributo
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Le disuguaglianze: un approccio plurale. Nota introduttiva
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Potere di riconoscimento, diseguaglianze territoriali e politiche pubbliche
L’inclusione capacitante degli innovatori e dei soggetti marginali nelle politiche per lo svi-luppo locale costituisce una leva cruciale per combattere le diseguaglianze territoriali e di riconoscimento. A sostegno di questa tesi, l’articolo analizza dapprima due meccanismi micro-fondati che presiedono la relazione tra potere di riconoscimento e diseguaglianze terri-toriali: il deficit di riconoscimento e il mis-conoscimento. Entrambi i meccanismi sono di-scussi alla luce delle relazioni di potere che presiedono e istituiscono. Nella seconda parte, a suffragio empirico di questi meccanismi, si prendono in considerazione tre diversi casi di politiche e azioni che – a diversi livelli di scala – hanno colmato il deficit di riconoscimento o riequilibrato situazioni di mis-conoscimento. Scopo dell’articolo è quello di mostrare come il potere di riconoscimento nasca e proliferi nel perimetro di un discorso pubblico performa-tivo, che assegna identità e valore pubblico a territori e persone, alla luce del primato dei target, dell’investimento senza risultati, dei risultati senza capacità di aspirare. Le conclu-sioni suggeriscono infine che questo discorso pubblico performativo sottende una logica dell’ec-cellenza che riproduce e accentua le diseguaglianze territoriali.
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Perennial [EBOOK]
11.99
€
«PERSONE IN GRADO DI ADATTARSI ALLE NOVITÀ E AI CAMBIAMENTI, A PRESCINDERE DALL’ETÀ ANAGRAFICA» Sono i perennial, definizione coniata negli Stati Uniti, sdoganata in Italia dall’enciclopedia Treccani, con cui si indica chi, nonostante le tante primavere alle spalle, ha ancora voglia di imparare, conoscere, confrontarsi, fare e darsi da fare. In un Paese come l’Italia che invecchia velocemente e in cui non si fanno più figli, da cui i giovani scappano perché non c’è lavoro e quel poco che è rimasto è precario, sbaglia chi vede negli anziani una zavorra o una casta privilegiata adagiata su pensioni faraoniche. Il libro di Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi-Cgil, passa al setaccio ogni angolo di questo mondo: 16 milioni di persone con un’aspettativa di vita che fortunatamente continua ad allungarsi, i pensionati rappresentano quel collante fondamentale chiamato a unire le diverse generazioni. Lo fanno tenendo allenati il fisico e la mente, adottando stili di vita salubri, dedicandosi al volontariato, partecipando attivamente alle dinamiche delle comunità e dei territori di cui fanno parte. C’è però anche chi se la passa meno bene. Sono i 3,5 milioni di non autosufficienti che per non spegnersi hanno bisogno di cure costanti. Per non abbandonarli a se stessi, all’operato spesso sottopagato e poco tutelato di badanti o alle Rsa andate in tilt durante la pandemia, serve rivoluzionare il sistema sanitario e il welfare sociale del nostro Paese: attraverso servizi che siano più di prossimità, formando meglio il personale sociosanitario, sfruttando le soluzioni offerte dalla robotica, dalla telemedicina e dalla domotica.
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Working less, living better [EBOOK]
8.99
€
Since the beginning of their activity, the trade unions have had among their goals the control of working time, in order to improve the conditions of workers. From the second half of the 19th century onwards, in the industrialized and developed world the drive to reduce working hours has been a permanent element in trade union strategies. If in the 19th century working time was even 12 hours a day, with the advent of mechanization a gradual but constant process of reduction of working time began, which in the following century led – by contractual or legislative means – to 8 hours daily and 40 hours a week as a general reference. Since the beginning of the 1980s, i.e. since the neoliberal economic culture has guided economic policies at a global level, the trend towards reducing working time has stalled, as well as the drive by governments to keep full employment at the center of their targets. Fausto Durante's book connects the issue of working time to the crisis caused by Covid-19, the challenges of climate change and digitization and new industrial technologies, the need to build a society and an economy different from the past. All these elements push in the direction of a new commitment to reduce working time, with benefits for productivity, economy and work-life balance. This is demonstrated by many experiences that are taking place in the world as a result of initiatives of governments and trade unions, as well as the agreements in many companies, which this text gives an account of. The question to be answered today is: can the 21st century be the time of four days and thirty-two hours of work a week?
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Teste di ciaca
18.00
€
È la vigilia di Natale del 1976. Agostino Aiello, sindacalista di punta della Cgil siciliana, viene ucciso mentre torna a casa dopo una giornata di lavoro, a Bagheria. L’omicidio provoca uno sconvolgimento che va ben oltre la comunità locale, ma dopo un primo, frenetico, momento di indagini e attenzione mediatica, la sua morte violenta finisce presto in un silenzio che ne vuole cancellare la portata. Attorno a quel tragico evento, muovendosi tra memoir, romanzo popolare e inchiesta, Teste di ciaca rievoca la storia di una comunità e dell’intero Paese: i profondi cambiamenti tra gli anni Cinquanta e Settanta, le vicende di un paio di generazioni di italiani e italiane che, come Agostino, vivono e agiscono da testa di ciaca, cioè di pietra: testardi, inflessibili, capaci di scontrarsi con la realtà del loro tempo fino ad averne ragione, a poco a poco, con strategia e con tenacia. Una generazione che vive la politica come «frutto di una ispirazione profonda, esistenziale, nella quale un grumo di sentimenti incontra la forma di un’idea». E che da tutto ciò si lascerà vincere, attraversando senza accorgersene la linea d’ombra di un cambiamento epocale col quale comincia il mondo in cui oggi viviamo.
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Profondo lago
20.00
€
Nel 1980 inizia la ristrutturazione delle grandi industrie italiane. La Fiat per prima, la Montedison e il resto della chimica subito dopo. All’improvviso sparisce un mondo di certezze sindacali e anche politiche. Il racconto di Gaetano Sateriale (che è anche una ricostruzione storica) descrive la fine dell’autunno caldo, quando il sindacato deve decidere se contrattare le ristrutturazioni oppure restare a sventolare le vecchie bandiere. I chimici di Cgil, Cisl e Uil scelgono di affrontare la sfida e negoziare, sporcandosi le mani, la riorganizzazione del settore e le riduzioni occupazionali. A Ferrara, le lotte in difesa del Petrolchimico, fino a una nuova crescita anche occupazionale, durano anni. Esperienza di forte unità interna e di litigi con il mondo politico e istituzionale esterno, anche dopo il 1984, con la crisi di San Valentino, la morte di Berlinguer e la rottura definitiva dell’unità sindacale. Il libro descrive nei particolari il complesso mondo, spesso ignorato, delle relazioni tra sindacato e imprese.
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RPS N. 2/2022
22.00
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La grammatica delle disuguaglianze
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RGL N. 3/2022 – Osservatori
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