• Emozioni storiche in musica per la Cgil, un sindacato che ha cento anni di vita, ma che vuole anche essere protagonista e punto di riferimento per il futuro. Al centro della Cantata dei cent’anni i valori del lavoro, della solidarietà, nati con l’umanità e che gli uomini e le donne hanno sempre dovuto difendere. Nel libro il testo della cantata e un’intervista ai due autori. Un atto d’amore e d’omaggio verso la Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Musica di Nicola Piovani Versi di Vincenzo Cerami Cantanti: Pino Ingrosso, Alessandro Quarta, Raffaela Siniscalchi, Gabriella Zanchi Voce recitante: Massimo Wertmuller Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Nicola Piovani
  • Il secondo Rapporto sulla società e l’economia del Lazio, fuori da ogni retorica autocelebrativa, vuole essere un tassello essenziale del difficile puzzle di risanamento e riqualificazione dell’economia laziale. Il suo obiettivo è di offrire elementi di conoscenza utili per una composizione sicura di quel puzzle. L’auspicio di chi lo ha promosso è che l’utilizzazione che verrà fatta dei materiali, dei documenti e delle analisi contenuti nel Rapporto risulti almeno proporzionale alle energie investite per realizzarlo. Viviamo una fase della vicenda del Paese in cui al centro dell’attenzione mediatica e pubblica vi è la politica, letta e interpretata nei suoi aspetti più deteriori. Nel micro o macro cosmo (a seconda degli angoli visuali) della società e dell’economia regionale abbiamo invece inteso lo sguardo politico come uno sguardo profondo, multidisciplinare, analitico. Con la globalizzazione è cambiato il rapporto tra la dimensione temporale e quella spaziale. Così può accadere che la persona, uomo e donna, perda la propria visibilità, fatta di storie, esperienze, valori, idee. È proprio questa visibilità che il Rapporto intende restituire.
  • Il volume raccoglie una serie di interventi svolti da personalità del mondo giuridico, sindacale e politico sui temi cruciali e le prospettive di riforma del processo del lavoro e previdenziale. La riforma del processo del lavoro, già articolata nella precedente legislatura da una Commissione ministeriale di studio, è stata ulteriormente messa a punto in quella attuale dalla ricostituita Commissione che, coordinata da Raffaele Foglia, ha terminato i suoi lavori nel maggio del 2007 predisponendo un progetto di legge, che il lettore troverà in questo volume. Il processo del lavoro italiano, pur presentando tratti caratteristici positivi e per più versi eccellenti nel panorama internazionale, è però uno strumento indifferenziato, agito per la soluzione di ogni controversia di lavoro a prescindere dalla sua rilevanza individuale e sociale. L’iter procedimentale è oggi il medesimo sia per una importante - e, per il lavoratore, vitale - controversia in tema di licenziamento o impugnazione di contratto di lavoro a termine, sia per una semplice rivendicazione retributiva o di qualifica. Di conseguenza, più o meno uguali sono anche i tempi del processo, negli ultimi anni spaventosamente allungatisi. Con la proposta di riforma discussa in questo volume, oltre ad importanti novità in tema di conciliazione e di processo previdenziale, si prevede che controversie più importanti (licenziamenti, trasferimenti, impugnazioni di rapporti di lavoro precari) possano invece venire instradate su corsie processuali preferenziali. Contributi di: Alleva, Andreoni, Assennato, Baratta, F. Coccia, Costantino, Curzio, Epifani, Fabbri, Fezzi, Foccillo, Foglia, Ianniruberto, Mastella, S. Mattone, Musella, Naccari, Nerozzi, Proto Pisani, Raffone, Rossi, Sirianni, Smuraglia, Todaro, Treu, Vietti.
  • Il 17 luglio 1960 muoiono sotto i colpi della polizia cinque cittadini di Reggio Emilia che stavano prendendo parte ad una manifestazione di protesta contro il Governo Tambroni, retto dai voti del Movimento sociale italiano, formazione neofascista. Nei mesi precedenti, violenti scontri avevano segnato le piazze di molte città d’Italia, da Nord a Sud. Da Genova a Palermo, scioperi e manifestazioni con altri morti e feriti. Si arriva a Reggio Emilia al culmine di una stagione repressiva senza uguali. La città è presidiata, ai cittadini viene impedito di manifestare. In questo clima si svolge questa storia di quartiere, fra ragazzi «ribelli», nell’inevitabile scontro generazionale, in una Reggio ancora profondamente agricola. La modernità avanza e, all’impegno politico, si accompagnano le Vespa e il mito della Giulietta, il festival di Sanremo e le balere per ritrovarsi. Tutto a scandire una quotidianità che nasce da profonde radici e si proietta fino a noi. Nel volume una dettagliata cronologia degli avvenimenti curata da Fabrizio Loreto.
  • In tutti i paesi dell’Unione Europea cresce l’occupazione precaria, fatta di lavori a termine o part-time, con tipologie contrattuali e statuti professionali fortemente differenziati. Poiché per il futuro non si prevede un’inversione di tendenza, anche i sistemi di protezione sociale, realizzati nei diversi paesi europei intorno alla figura del lavoratore stabile e a tempo pieno, dovranno subire forti cambiamenti se vorranno mantenere i livelli di coesione sociale raggiunti in passato. La ricerca qui pubblicata ha analizzato il fenomeno del lavoro precario negli altri paesi europei e le politiche messe in atto per tutelarlo. Particolare attenzione è stata posta alla tutela per la mancanza di lavoro e ai sistemi di controllo della disoccupazione realizzati nelle realtà con esperienze più consolidate nell’applicazione di politiche attive per l’impiego con l’auspicio di ricavarne utili indicazioni per il nostro paese. L’indagine ha riguardato cinque paesi (Belgio, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna), assortiti in modo da poter ben rappresentare l’intero panorama europeo sia per la loro consistenza economica e demografica sia per la varietà di modelli di tutela sociale. Contributi di: Dispersyn, Fuchs, Gorelli Hernandez, King, Laborde.
  • Viviamo in un’epoca in cui la progressiva e drammatica scomparsa della «città» va di pari passo con il sorgere di un aggregato urbano in continua e inarrestabile espansione. Un «mostro» che divora il territorio, i suoi paesaggi e la sua storia. Restituire la città alla società, ridurre l’edificazione allo stretto indispensabile per allargare lo spazio alla fruizione di tutti i cittadini: ecco l’obiettivo della CGIL vicentina. Comune agli autori di questo libro - e in particolare agli urbanisti Edoardo Salzano, Anna Marson, Marco Guerzoni e Giampaolo Bassetti - è la critica argomentata dello sprawl, ovvero di un modello insediativo disperso che non solo aggredisce la bellezza del paesaggio, ma produce anche uno sviluppo insostenibile, esasperando i fenomeni di separazione sociale e indebolendo il senso di appartenenza a una comunità civile. Di sicuro non sono solo «urbanistiche» - come ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi - le ragioni per cui è profondamente sbagliato ospitare in Italia altre basi USA. Ma le analisi contenute in questo libro sulla vicenda «No Dal Molin» dimostrano che la militarizzazione del territorio porta al suo grave e forse «incurabile» decadimento ambientale. Ecco perché la protesta è divampata così forte a Vicenza e nel Veneto. Qui se ne dà conto anche attraverso le testimonianze di autori come Mario Rigoni Stern, Noam Chomsky, Dario Fo, Moni Ovadia.
  • In questo volume, insieme ai documenti del Governo, delle Confederazioni sindacali e della Confindutria, che hanno presieduto alla ripresa della concertazione sociale nel tavolo generale di confronto «Crescita ed equità», sono riuniti tutti i materiali specifici del tavolo «Sistema delle tutele, mercato del lavoro e previdenza», di più immediato impatto sulla condizione e la prospettiva del lavoro nel nostro paese. I materiali così selezionati testimoniano in presa diretta delle posizioni degli attori, dei loro moventi e delle loro dinamiche. Sono materiali vivi, soggetti ad assumere contorni più precisi nel corso dello sviluppo del negoziato, e rappresentano un’importante documentazione utile per un’informazione completa e puntuale di tutti i soggetti che, a partire dai lavoratori, sono interessati a seguire contenuti e dinamiche del confronto, e non solo la sua conclusione con il raggiungimento o meno di una intesa tra le parti. In un ampio saggio introduttivo, Mimmo Carrieri - docente di Sociologia economica e del lavoro nell’Università di Teramo -, analizzando interrogativi, contenuti e prospettive del confronto, discute il posto che la concertazione sociale potrà occupare nei prossimi anni dentro l’agenda del post-fordismo, alludendo all’utilità di un suo sviluppo dal livello degli accordi ad un più robusto compromesso sociale.
  • Nel terzo millennio il diritto alla salute rimane per l’uomo la questione fondamentale. I ritmi pressanti, le lavorazioni altamente nocive non sono né scomparsi né diminuiti, come non sono diminuiti gli infortuni e le malattie professionali. L’uomo fin da quando si è sviluppato il lavoro industriale ha sentito il bisogno di dotarsi di leggi e norme preposte alla tutela della salute, adeguandole ai cambiamenti sociali, alle nuove tecnologie e alle nuove realtà lavorative, assumendo quale criterio fondamentale quello della prevenzione. La terza edizione del manuale curato dagli esperti dell’Inca nazionale, vuole essere uno strumento utile per migliorare la capacità di intervento degli operatori e delle Istituzioni nel campo della tutela dei diritti dei lavoratori che subiscono un infortunio sul lavoro o una malattia professionale. Esso costituisce una raccolta ragionata e commentata degli strumenti legislativi in vigore per la prevenzione e la tutela degli infortuni e delle malattie professionali a disposizione di tutti gli operatori di Patronato, per i delegati e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Grande attenzione è stata riservata alle novità introdotte dalla Finanziaria 2007, ai nuovi orientamenti relativi alla tematica delle revisioni/aggravamenti del danno da infortunio sul lavoro e malattia professionale, nonché agli elenchi delle patologie di probabile origine lavorativa pubblicate con il decreto ministeriale del 27 aprile 2004.
  • Studiando lo sviluppo della Resistenza tra le masse operaie in Toscana, soprattutto nel periodo che va dalla primavera del ’43 alla primavera del ’44, l’autrice documenta casi di opposizione civile che si svolgono al di fuori e con caratteristiche peculiari rispetto all’esperienza maturata nelle grandi fabbriche del triangolo industriale in quell’anno così decisivo per le sorti del fascismo e della guerra. Ne scaturisce una storia plurale, storia di gruppi più che di singoli, anche se spiccano alcune vicende singolari per la loro eccezionalità, come quella di tre operai ebrei che, già in piena legislazione razziale, in uno stabilimento livornese organizzarono uno sciopero contro il feroce sfruttamento al quale erano sottoposti. In questa storia ci sono luoghi di lavoro tutti al femminile, lavori scomparsi come quello del minatore, i luoghi classici della conflittualità operaia, come le grandi fabbriche metallurgiche e metalmeccaniche, città importanti e comuni di montagna dell’Appennino. Ma ci sono soprattutto le vicende di uomini e di donne che, in un contesto di guerra e di persecuzione politica feroce, seppero opporsi ai fascisti prima e ai nazifascisti poi, spesso a costo del licenziamento, dell’arresto, della deportazione.
  • A fronte di una riscoperta generalizzata del ruolo che le società e le economie urbane giocano oggi nei processi di sviluppo, la struttura urbana del Mezzogiorno si presenta ancora molto arretrata. Forme di emarginazione e di ineguaglianza - quali la presenza di condizioni di povertà diffuse e persistenti e l’esclusione dal mercato del lavoro di settori importanti della popolazione, a partire dai giovani e dalle donne - si accompagnano all’inadeguatezza delle politiche pubbliche e dell’offerta dei servizi, al disordine urbanistico ed edilizio, alla crisi ecologica e della mobilità e a fenomeni diffusi di illegalità grande e piccola che sempre di più coinvolgono giovani e minori. Le città meridionali non riescono così a giocare fino in fondo quel ruolo di guida dei processi di sviluppo di cui il Mezzogiorno ha urgente bisogno. Per queste ragioni - è la tesi della Cgil, illustrata nel volume - risulta quindi essenziale mettere al centro dell’impegno del sindacato, dell’impresa e dell’azione di governo, il tema delle politiche urbane, in quanto solo attraverso un netto e visibile miglioramento della qualità della vita urbana potrà essere riconosciuto alle città meridionali quel ruolo di motori dell’innovazione politica, sociale e produttiva che compete loro. Contributi di: Barbanente, Barcellona, Braucci, Coppola, Del Fattore, Donolo, Donzelot, Garufi, Epifani, Laino, Lamanna, Nerozzi, Raimondo, Tocco.
  • C’è una ragione speciale che ha indotto la Camera del Lavoro di Brescia e il suo Archivio storico a coronare le celebrazioni del centenario della CGIL con una ricerca sulla strage di piazza della Loggia. Essa risiede nel fatto che quell’episodio rappresenta non soltanto - dal punto di vista storico e politico - il punto culminante della strategia stragista, dell’offensiva materialmente e simbolicamente più tracotante ed efferata portata contro la democrazia, ma anche il luogo dove straordinariamente forte e cosciente di sé si erse la risposta popolare e, in essa, di una classe operaia matura e capace, per diversi giorni, di farsi «Stato», di destituire e sostituire sul campo - perché sola autorità morale riconosciuta - i rappresentanti delle istituzioni, nei quali si individuarono, con immediato istinto politico, i responsabili di inerzie, tolleranze o, peggio, depistaggi, collusioni, nel cui brodo aveva potuto attecchire e alimentarsi l’attacco eversivo. (Dalla prefazione di Dino Greco)
  • Il revival delle memorie conosce oggi una straordinaria stagione editoriale. Diari, testimonianze, autobiografie degli scampati al gulag, delle vedove dei massacri nazifascisti, dei superstiti della guerra totale, sono diventati libri da leggere. E i dirigenti dei grandi partiti di massa risorti nell’immediato dopoguerra o i semplici militanti di base nel partito e nel sindacato raccontano la loro esperienza. La loro "memoria della politica". Sono storie che ci parlano di un passato in cui la militanza politica riempiva spesso tutta la vita, sino al sacrificio di sé, o in cui la storia faceva irruzione nel quotidiano con tutta la violenza e la devastazione che la guerra porta con sé. Ma ci parlano anche di grandi ideali, del difficile intreccio fra pubblico e privato, della politica come emancipazione. Il rapporto fra queste memorie e la società di oggi è un filo molto sottile, ma straordinariamente forte. Riannoda un "passato che non passa" al mondo globale. Il bisogno di senso alla smemorata e superficiale società mediatica. Nel volume, curato e introdotto da Lucia Motti e Fiamma Lussana, i saggi (contributi di riflessione e ricerche storiche), vedono alcuni fra i maggiori studiosi italiani alternarsi a giovani ricercatori e ricercatrici impegnati sul difficile crinale del rapporto tra memoria e storia, in un poco frequentato intreccio tra fonti tradizionali e fonti soggettive: Ersilia Alessandrone, Sandro Bellassai, Mauro Boarelli, Gabriella Bonacchi, Graziella Bonansea, Anna Bravo, Antonio Canovi, Giovanni Contini, Giovanni De Luna, Costantino Di Sante, Emma Fattorini, Dianella Gagliani, Sara Galli, Linda Giuva, Vito Antonio Leuzzi, Simona Lunadei, Fiamma Lussana, Leonardo Paggi, Alessandro Portelli, Vanessa Roghi, Albertina Vittoria, Marina Zancan, Paola Zappaterra.