• La vita di Giuseppe Di Vittorio narrata dalla viva voce dei personaggi che l’hanno conosciuto. Dal loro punto di vista prende forma una complessa vicenda umana e politica: mamma Rosa; il maestro Perreca; Mineo, il compagno di partito; Carolina, la prima moglie; Anita, la seconda; Baldina, la figlia. Persone reali che l’hanno vissuto e amato, ma anche altre che hanno avuto solo un breve contatto con lui, da Anna Magnani a Eduardo De Filippo, i cui dialoghi nascono dalla rielaborazione creativa del materiale documentario rinvenuto dall’autrice del libro. Un mosaico in cui ogni frammento di memoria è un pezzo di storia del nostro Paese. Il romanzo segue un percorso circolare: inizia da Lecco, la città dove Di Vittorio tenne il suo ultimo comizio, e si conclude a Lecco. Nel mezzo, il lungo percorso intrapreso dall’uomo e dal politico per la realizzazione del suo sogno: la crescita culturale delle masse e l’unità di tutti i lavoratori sotto un’unica bandiera sindacale.
  • L’industria sta cambiando rapidamente, in Italia, in Europa e nel mondo. Le nuove tecnologie trasformano prodotti e sistemi produttivi, le attività si spostano da Occidente a Oriente. In questo contesto anche il lavoro muta profondamente, sia nella quantità che nella qualità dell’occupazione; la questione ambientale assume un ruolo di assoluta centralità, mentre ritornano sulla scena le politiche industriali dei governi. Il volume di Vincenzo Comito analizza queste trasformazioni e le conseguenze per l’Italia, con approfondimenti su tre settori: l’alta tecnologia dei semiconduttori, la transizione dell’automobile verso l’elettrico, la produzione di carne, che assume forme sempre più industriali. Tra le strategie delle grandi imprese multinazionali e il declino industriale italiano, si delinea dunque un quadro economico, sociale e politico molto incerto.
  • La pubblicazione dal titolo: Europa digitale. La sfida di un continente, nasce da una collaborazione tra l’Area delle politiche europee ed internazionali e l’Ufficio Progetto Lavoro 4.0, per realizzare un testo di raccolta dell’estesa normazione sul digitale da parte dell’Unione europea. Gli articoli, redatti da vari autori, spiegano brevemente e commentano i contenuti delle norme che negli ultimi anni hanno regolato la trasformazione digitale.
  • Non lavorano, non studiano, non si formano. Sono i NEET (Not in Education, Employment or Training): giovani che vivono in una condizione di estrema fragilità e vulnerabilità il delicato passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro, rimanendone ai margini. Da oltre un decennio i dati istituzionali ratificano una situazione di emergenza costante per le e i giovani. La crisi economico-sociale mondiale innescata dalla pandemia e potenziata dal conflitto in corso, ha ulteriormente peggiorato la questione giovanile in Europa e, soprattutto, in Italia. Questo Rapporto, nato nell’ambito delle attività di partenariato tra CGIL e ActionAid, analizza il fenomeno NEET nel nostro Paese e propone alcune raccomandazioni tese a influenzare le politiche nazionali e territoriali, a partire dalle lezioni apprese dai principali programmi di intervento, tra cui Garanzia Giovani. Nonostante le tante risorse investite, infatti, restiamo il Paese con il più alto numero di NEET, con cifre che aumentano al Sud, tra le donne, tra chi ha bassi titoli di studio e tra i giovani immigrati.
  • «C’è una contiguità, un’analogia fra comunismo e femminismo?». A partire da questa domanda, la fondatrice del manifesto affronta teorie e percorsi storici dei due movimenti che hanno segnato in profondità il Novecento, la sua vita e quella dei tanti con cui si è confrontata e ha dialogato. Tracciando un bilancio di una generazione politica che si rivolge a quelle più giovani riflettendo su temi complessi con il linguaggio diretto del racconto giornalistico. Il testo, inedito, nasce da una corrispondenza con il filosofo comunista Étienne Balibar e la sociologa femminista Françoise Duroux, è introdotto da Maria Luisa Boccia ed è corredato da due interventi della stessa Rossanda, pubblicati sulla rivista femminista Reti.
  • CM N. 4-2022

    12.00 

    Giuseppe Chiarante, dieci anni dopo

    • Aldo Tortorella, La lezione delle battaglie perdute
    • Adriano La Regina, Beni culturali: l’occasione mancata di una legge all’avanguardia
    • Giorgio Macciotta, La scuola e la cultura come leve essenziali del rinnovamento italiano

    Osservatorio

    • Piero Di Siena, La fine del governo Draghi: si aggrava ulteriormente il disordine della crisi italiana
    • Paolo Soldini, Le conseguenze economiche della guerra: per ora ci rimette l’Europa

    Laboratorio culturale

    • Guido Liguori, La teoria gramsciana dei Consigli di fabbrica (1919-1920)
    • Livio Boni, Gramsci e Freud tra i Quaderni e le Lettere: i due versanti di una ricezione indiretta
    • Giulio Di Donato, La crisi dei corpi intermedi nell’epoca della tecnopolitica
    • Andrea Fedeli, Il Piano del lavoro della Cgil del 1949 e la costruzione della democrazia italiana

    Schede critiche

    • Manfredi Alberti, Storia globale del capitalismo dal 1860 al 1914
    • Giuseppe Cotturri, La proprietà come invenzione
    • Claudio De Fiores, Oltre gli Stati, per una Costituzione della Terra
    • Alberto Leiss, Quanto è vicina la Cina?
    • Mihaela Ciobanu, La guerra tra filosofia e politica
    • Giuseppe Quattromini, Rivoluzione passiva e «crisi organica globale»
    • Lelio La Porta, Gramsci cronista musicale
    • Alberto Simonetti, Dante presenza critica tra filosofia, politica e letteratura
    • Lelio La Porta, Gli intellettuali e la politica
  • CM 2/3-2022

    12.00 

    I cento anni di Berlinguer

    • Aldo Tortorella, Idee per il mondo nuovo
    • Francesco Barbagallo, Democrazia socialista e sviluppo equilibrato
    • Gianni Cuperlo, Segretario del partito, non partito del segretario
    • Marco Fumagalli, Un politico amato dai giovani e che cercò di comprenderli
    • Sergio Gentili, La difficile conquista di una coscienza ambientalista
    • Gianfranco Nappi, Un nuovo scenario per un mondo pacifico e giusto
    • Lalla Trupia, Dalla “questione” alla “rivoluzione” femminile
    • Livia Turco, Lo scambio con Bettazzi e la questione cattolica
    • Vincenzo Vita, 1984: George Orwell e l’anno orribile
    • Chiara Valentini, Klaus Pumberger, La vita di Berlinguer tradotta in tedesco

    Osservatorio - La guerra e la pace

    • Alberto Negri, La deriva continentale aperta dalla guerra
    • Pasqualina Napoletano, Stati Uniti d’Europa: il momento è adesso
    • Michele Mezza, Le tecnologie in battaglia possono cambiare la politica?
    • Elisa Marincola, L’informazione embedded
    • Alberto Leiss, «Le guerre giuste non esistono». La nonviolenza di Francesco

    Laboratorio culturale

    • Massimo Pivetti, Sulla teoria moderna del sovrappiù come economia politica neomarxiana
    • Marco Gatto, Lukács e Gramsci: un confronto sui temi letterari ed estetici
    • Lelio La Porta, Gramsci, Lukács e la critica a Bucharin

    Ripensando il passato

    • Corrado Morgia, «Ho fatto quello che si doveva fare». Intervista a Marisa Cinciari Rodano
  • CM 1-2022

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, L’origine della guerra e la lezione di Berlinguer

    Osservatorio

    • Paolo Soldini, Il conflitto in Ucraina e il patto non scritto tra Gorbaciov e Baker
    • Piero Di Siena, Il bis di Mattarella nella dirompente crisi organica italiana
    • Claudio Treves, Un primato italiano: bassi salari e bassa produttività
    • Davide Bubbico, Stellantis Italia: i rischi di residualità industriale e occupazionale

    Laboratorio culturale

    • Attilio Trezzini, L’archivio Garegnani: le tracce di un grande intellettuale
    • Alessandro Barile, Rossanda e la politica culturale del Pci negli anni Sessanta
    • Fabrizio Marino, Democrazia diretta e rappresentanza
    • Giorgio Pagano, Gramsci oltre Gramsci: il dibattito della sinistra nella seconda metà del Novecento
    • Maurizio Auriemma, Marx e la teoria politica

    Schede critiche

    • Fabio Vander, Il nome della sinistra
    • Francesco Marola, Letteratura e democrazia in Lukács
    • Vincenzo Galatioto, Per leggere Il capitale
  • l libro scritto da Gastone Malaguti e curato da Massimo Franchi è il diario di una vita spesa in favore della giustizia sociale. Centrale nel racconto di Malaguti l’esperienza partigiana, fatta di stenti, ma anche di grande solidarietà. E punteggiata da numerosi episodi insurrezionali, in particolare la battaglia di Porta Lame dell’ottobre del 1944: unica vittoria in Europa occidentale di una popolazione che si ribella ai tedeschi (Malaguti è il penultimo sopravvissuto di quella battaglia). Nel dopoguerra è attivo nel recupero dei beni confiscati agli ebrei. Poi il duro lavoro in una fornace. Inizia subito il suo impegno nel Pci e nella Cgil, in cui entra nel 1948. Formato alla scuola sindacale di Bologna, Malaguti si occupa prima di edili e in seguito del settore del commercio. Firmerà il primo contratto nazionale degli esercenti cooperativi e sarà chiamato a Roma per fare il suo ingresso nella Segreteria nazionale Filcams. La vita di Malaguti – speriamo ancora lunga – è la grande avventura di un uomo che ha sempre lottato per gli ultimi con empatia, umorismo e immutato senso civico.