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Salute, sicurezza e condizioni di lavoro
12.00
€
La nuova situazione produttiva e organizzativa acutizza i rischi derivanti da organizzazioni del lavoro non rispettose della fisiologia e della psicologia dell’essere umano, mentre tende a ridurre quelli di origine fisica, chimica o tecnologica. Gli effetti nocivi più frequenti tra i lavoratori (pur senza ignorare i problemi di microclima, di rumore o di presenza di polveri o gas) sono legati agli «errori» organizzativi, che sono in realtà aspetti della moderna organizzazione del lavoro, non più fondata sull’abilità dei lavoratori, ma sulla loro adattabilità a diversi contesti lavorativi. Adattabilità che deve essere sempre più rapida. Tutti gli aspetti ergonomici che ne conseguono vengono ignorati o vengono affrontati in modo molto superficiale, tanto le conseguenze si risolvono con antinfiammatori, o con psicofarmaci o, nei casi più gravi, con il ricorso a piccole operazioni ortopediche oppure a servizi psichiatrici. Se non basta, con un giudizio di inidoneità al lavoro. Senza un’azione colta, costante, partecipata del sindacato - sostengono Fulvio Perini e Vittorio Rieser - non c’è prevenzione che tenga, non c’è esposto all’organo di vigilanza che risolva. Gli autori si riferiscono alla contrattazione della prestazione di lavoro e alle attuali difficoltà ad affrontare con il negoziato e la regolamentazione sindacale gli aspetti essenziali della condizione di lavoro.
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Salvador Allende
20.00
€
A trent' anni dalla morte, avvenuta l’11 settembre 1973, la figura e l’opera di Salvador Allende (1908-1973) sono ancora in gran parte sconosciute. Con questo libro Luciano Aguzzi ha scritto per la prima volta in Italia una biografia politica di Salvador Allende, non limitandosi ai tre anni del governo (1970-1973), ma scavando nella vita del personaggio e nella storia del suo paese per offrire un racconto completo di ciò che è avvenuto in Cile, e indagando il perché della tragedia che ha portato al colpo di Stato dell’11 settembre 1973. Si tratta di un profilo a tutto spessore di Allende, dalle eredità nazional-patriottiche, radicali e massoniche, alla formazione giovanile, alla militanza socialista e alla sua lunga carriera politica, fino all’elezione a presidente e alla tragica conclusione della sua esperienza. Ma è anche una storia del Cile dagli inizi del Novecento al 1973. Basato su l’ampia e aggiornata ricerca, che utilizza una bibliografia originale quasi del tutto sconosciuta in Italia, è un libro di carattere scientifico, pur essendo scritto senza inutili appesantimenti. Costituisce dunque una lettura facile e piacevole per chi ama conoscere la storia del Novecento.
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Salvare le fabbriche
8.00
€
Molti e diversi sono stati i modi attraverso cui le lavoratrici e i lavoratori italiani hanno partecipato alla lotta di Resistenza e alla Liberazione del paese. Così, in quegli anni, l’impegno armato di tanti e di tante nelle formazioni partigiane è stato accompagnato, in moltissimi grandi e piccoli centri, dall’azione capillare e diffusa di centinaia di migliaia di lavoratori per salvaguardare i macchinari delle fabbriche e le infrastrutture civili e di collegamento dai piani di distruzione predisposti dai nazisti sconfitti e in fuga dall’Italia. Quest’ultimo è il tema dell’approfondimento raccolto nel volume e realizzato a Genova dalla Fondazione Di Vittorio nel quadro delle iniziative con le quali, in occasione del sessantesimo della Resistenza e della Liberazione dell’Italia, viene condotta un’ampia e articolata ricognizione critica sugli eventi di quegli anni e sui loro protagonisti. E protagonisti di primissimo piano sono stati i lavoratori, risultati determinanti anche per l’impegno eccezionale con cui hanno saputo salvare dalla distruzione fabbriche e infrastrutture, mettendo così in piena luce, come sostiene Guglielmo Epifani, «una radice morale straordinaria: quella cioè che è poi alla base della coscienza e del ruolo nazionale che il movimento dei lavoratori e la classe operaia italiana hanno saputo determinare per se stessi e per il paese. In queste scelte c’era la difesa della propria condizione, della propria identità e c’era un atto di fiducia nel paese liberato e nel paese democratico».
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Salvati o affossati dall’Europa?
Agli inizi degli anni duemila ci si attendeva che il regime di governance associato alla moneta unica potesse «salvare l’Italia» costringendo gli attori economici e la classe politica a ristrutturarsi e a cambiare. A distanza di 15 anni è opportuno prendere atto che tali aspettative non si sono realizzate e interrogarsi lucidamente sul da farsi. Non solo l’adesione ai vincoli europei non ha salvato l’Italia, ma ha contribuito probabilmente (per quanto la pro- va controfattuale non sia disponibile) alla sua stagnazione. I sindacati e le associazioni imprenditoriali farebbero bene a rendersi conto che un sistema istituzionalizzato di relazioni industriali è difficilmente compatibile con l’imperativo di «svalutazione interna» – l’unico meccanismo di aggiustamento dell’eurozona – e che piani alternativi di distribuzione più equa dei costi dell’aggiustamento tra paesi forti e paesi deboli sono politicamente poco probabili.
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Salvati o affossati dall’Europa?
Agli inizi degli anni duemila ci si attendeva che il regime di governance associato alla moneta unica potesse «salvare l’Italia» costringendo gli attori economici e la classe politica a ristrutturarsi e a cambiare. A distanza di 15 anni è opportuno prendere atto che tali aspettative non si sono realizzate e interrogarsi lucidamente sul da farsi. Non solo l’adesione ai vincoli europei non ha salvato l’Italia, ma ha contribuito probabilmente (per quanto la prova controfattuale non sia disponibile) alla sua stagnazione. I sindacati e le associazioni imprenditoriali farebbero bene a rendersi conto che un sistema istituzionalizzato di relazioni industriali è difficilmente compatibile con l’imperativo di «svalutazione interna» – l’unico meccanismo di aggiustamento dell’eurozona – e che piani alternativi di distribuzione più equa dei costi dell’aggiustamento tra paesi forti e paesi deboli sono politicamente poco probabili.
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Sandro Del Fattore
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Sanità e lavoro: il personale sanitario
La sanità pubblica è stata pesantemente colpita da anni di piani di rientro e contenimento della spesa per il personale, producendo tra l’altro un aumento del precariato e dell’offerta di servizi gestita da soggetti privati. Questi risultati, consolidati ben prima della pandemia, hanno inciso sulla gestione dell’emergenza e determinato forti sperequazioni territoriali, mettendo altresì in luce quali siano gli assi prioritari d’intervento per invertire la tendenza. In risposta a tale situazione problematica, la Funzione pubblica Cgil ha lanciato una proposta articolata in quattro punti e centrata principalmente sulla ricostruzione e valorizzazione della filiera lavorativa del diritto alla salute. L’articolo mette in rilievo anche uno dei temi centrali per la prossima stagione contrattuale del settore, quello relativo alla necessità di rivedere le regole che normano il sistema di riconoscimento della crescita professionale, vale a dire la riscrittura del sistema di classificazione, e si sofferma sulla necessità di lavorare su un sistema di competenze di base, avanzate, trasversali, che siano adeguate, dinamiche e in aggiornamento continuo.
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Sanità nel Mezzogiorno. Carenze strutturali e cultura della dirigenza
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Sapere e politiche pubbliche. Come è cambiato il discorso sulla «buona conoscenza per le politiche», e cosa implica
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Sapere per
12.00
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Un’analisi approfondita dei temi relativi al valore dell’apprendimento in questa fase dello sviluppo che si è soliti definire «età della conoscenza». Un lavoro a più voci che propone al lettore numerosi elementi di riflessione, di valutazione, di conoscenza. Che affronta insieme le opportunità e i limiti delle politiche e dei processi che hanno fino ad oggi caratterizzato l’educazione e la formazione «lungo tutto l’arco della vita». Sullo sfondo il tentativo di considerare i processi di apprendimento come la via fondamentale per sostenere i cittadini di ogni età nei loro sforzi tesi a consolidare e sviluppare le proprie facoltà critiche, la capacità di pensare sul lungo periodo, di avere autonomi punti di vista nell’ambito dello spazio pubblico. E di offrire ragioni e motivazioni per imparare, per fare, per partecipare, non solo attraverso il consumo ma anche attraverso la produzione e lo scambio di contenuti e informazioni reso possibile dallo sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione. Sapere, dunque, per essere più consapevoli, più partecipativi, più liberi. Sapere per vivere vite più degne di essere vissute.
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Sardegna: Alcoa e Vinyls come parabola del sogno infranto
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Schemi di reddito minimo in Europa. Tendenze recenti
Molti anni di ricerca sulla povertà hanno dimostrato che i sistemi sviluppati di welfare non riescono più a ridurre la povertà tra la popolazione in età lavorativa, e ciò a dispetto della crescita dell’occupazione, dei livelli costantemente elevati di spesa sociale e della continua, seppure rallentata, crescita economica. Tenuto conto di questo scenario, analizzeremo ciò che è accaduto in Europa per quanto concerne le reti di sicurezza per le persone abilitate a percepire il reddito minimo durante il passato decennio. In primo luogo, prenderemo in esame il ruolo delle misure di contrasto alla povertà e quello dell’assistenza sociale nell’ambito degli obiettivi e del modus operandi della sicurezza sociale. In seguito illustreremo i servizi forniti alle persone in età lavorativa abilitate a percepire il reddito minimo nei paesi dell’Unione Europea, discutendo in dettaglio le tendenze relative ai livelli di prestazione garantiti. Infine, daremo conto di alcuni indicatori selezionati delle attuali politiche di attivazione mirate alle persone in età lavorativa abilitate a percepire il reddito minimo. La nostra conclusione è che fino al 2012 la tutela del reddito minimo per le persone in età lavorativa che ne avevano titolo è stata ampiamente insufficiente, malgrado gli incrementi reali registrati nel precedente decennio. Tutti gli attuali schemi di reddito minimo in Europa, inoltre, incorporano elementi di condizionalità per poter accedere ai benefici.
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