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Il volume, che raccoglie relazioni e contributi di due specifiche giornate di studio, indaga il rapporto che si sta costituendo tra il capitalismo finanziario globale e la democrazia in Europa, agendo in un campo di ricerca che si può definire sia in negativo che in positivo. In negativo: esso si colloca fuori e contro la lettura del rapporto tra democrazia, economia e società alimentata dall’ideologia dominante, che ha potuto proporre una scissione tra i diritti individuali, considerati formalmente come inalienabili, e i diritti sociali che, invece, dovrebbero farsi dipendenti dall’andamento dell’economia della concorrenza e della competitività. Da qui, la predisposizione ad un assetto post-democratico e al ritorno al primato delle élites in nome della governabilità. Si potrebbe parlare di una costituzionalizzazione del neo-liberismo. In positivo: la ricerca intende disvelare il rapporto distruttivo tra la natura specifica di questo capitalismo finanziario e la democrazia, non negando l’esistenza di una relazione tra la democrazia, i diritti e l’economia, bensì contestando in radice il carattere storicamente necessitato del dominio di questo tipo di economia sui diritti e la democrazia e mettendo in luce la sua possibile reversibilità. Si intende così riprendere il lascito più consistente del pensiero politico che ha ispirato le Costituzioni democratiche nate in Europa e dei padri costituenti italiani, nei quali è stata esplicita l’esigenza di superare l’orizzonte delle pur grandi Costituzioni liberali per approdare a una concezione programmatica che delineasse un’idea di società aperta ma ispirata all’eguaglianza, affidandone il perseguimento alla stessa Repubblica. Contributi di: Mario Agostinelli, Amos Andreoni, Silvano Andriani, Etienne Balibar, Andrea Baranes, Riccardo Bellofiore, Sergio Bellucci, Marco Berlinguer, Fausto Bertinotti, Heinz Bierbaum, Raffaella Bolini, Federico Bonadonna, Salvatore Bonadonna, Aldo Bonomi, Emiliano Brancaccio, Giuseppe Bronzini, Alberto Burgio, Emilio Carnevali, Walter Cerfeda, Enrico Cisnetto, Pier Virgilio Dastoli, Monica Di Sisto, Emmanuele Emanuele, Luigi Ferrajoli, Carlo Formenti, Maurizio Franzini, Andrea Fumagalli, James Kenneth Galbraight, Francesco Garibaldo, Catia Eliana Gentilucci, Vladimiro Giacchè, Alfonso Gianni, Claudio Gnesutta, Nicola Grasso, Enrico Grazzini, Giorgio La Malfa, Maurizio Landini, Laura Marchetti, Giacomo Marramao, Roberto Musacchio, Monica Pasquino, Laura Pennacchi, Tonino Perna, Franco Piperno, Nicoletta Pirotta, Felice Roberto Pizzuti, Ilaria Possenti, Marco Revelli, Gianni Rinaldini, Maurizia Russo Spena, Mario Sai, Anna Simone, Giovanna Vertova, Guido Viale.
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Il contributo sviluppa una riflessione sulle prospettive di sviluppo dei diversi modelli di capitalismo europei di fronte alle grandi sfide contemporanee. Muovendo dall’importante contributo di Burroni (2016), gli autori discutono all’interno di un quadro teorico di impronta polanyiana il concetto di «sviluppo insostenibile» come elemento intrinseco del capitalismo. Il capitalismo in generale, ma in modo ancora più evidente quello europeo, si dimostra sempre più in difficoltà nel rendere compatibili esigenze diverse ma essenziali come la crescita, la protezione sociale, la partecipazione democratica. Gli autori approfondiscono poi il caso italiano, mostrando le difficoltà di rigenerazione del sistema sociale ed economico di un paese caratterizzato da limiti intrinseci del proprio sviluppo, a partire dal dualismo Nord/Sud.
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Nel nostro contributo analizzeremo il fenomeno delle cosiddette badanti, nella sua complessità e specificità rispetto al lavoro di cura, i fattori che sono all’origine di tale presenza, i cambiamenti e gli impatti che tale figura determinano sulla relazione di cura, sul welfare e sulle dinamiche familiari, cercando, all’interno di queste questioni, di evidenziare alcune linee di politica sociale. Per comprendere appieno le peculiarità del fenomeno badante in Italia, oltre ad analizzare le peculiarità dei flussi migratori, è necessario capire inoltre le caratteristiche...
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L’iniziativa promossa dalla Camera del Lavoro di Reggio Emilia e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio si è posta l’obiettivo di avvicinare le giovani generazioni al tema del lavoro e della sua storia nel nostro paese, attraverso la figura di Giuseppe Di Vittorio, la cui vita incarna la stessa evoluzione storica che il valore «lavoro» ha seguito nel secolo scorso, quale fattore di emancipazione, di progresso e di estensione della democrazia nel nostro paese. Semianalfabeta, si istruì da solo cogliendo la carica di liberazione insita nel sapere e nella cultura; lavorando nei campi sin da bambino, intuì che solo attraverso la rivendicazione di migliori condizioni di lavoro poteva aprirsi una prospettiva di dignità sociale e di libertà concreta per tutti i lavoratori. Di Vittorio rappresenta ancora oggi una grande figura di riferimento non solo per la CGIL ma anche per l’Italia. Eletto nel PCI all’Assemblea Costituente, si adoperò affinché nella Carta costituzionale fossero trasfusi i valori del lavoro e della democrazia economica. I valori che Di Vittorio ha sostenuto e messo in pratica nella sua vita personale e sindacale aiutano a comprendere e a fornire risposte anche alla condizione difficile e complessa che incontrano oggi i giovani. (Dall’introduzione di Mirto Bassoli, segretario generale della CGIL Reggio Emilia)
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A 25 anni esatti dalla chiusura dell’Eternit di Casale Monferrato e a due dall’inizio del processo di Torino contro i proprietari della multinazionale svizzera, accusati di «disastro doloso e omissione di misure di soccorso», il libro raccoglie le testimonianze di dieci ex lavoratori dello stabilimento, quasi tutti ammalati di asbestosi, e di dieci abitanti della città piemontese (tra cui, alternati, i ricordi dei congiunti sopravvissuti), colpiti da infermità ancora più insidiose, soprattutto mesotelioma pleurico e carcinoma polmonare. Ne emerge un quadro sconvolgente. In fabbrica, soprusi all’ordine del giorno da parte di una proprietà che, consapevole del pericolo, non si limitava a far convivere i suoi dipendenti con l’amianto, ma li costringeva a condizioni di lavoro disumane, in ambienti malsani e con in più la continua minaccia di punizioni per chi osava alzare la testa. Fuori dalla fabbrica, un’intera comunità cittadina tenuta per anni all’insaputa dei rischi derivanti dall’esposizione alla fibra avvelenata.
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Dalla metà degli anni ottanta, il legislatore italiano ha riconosciuto gli squilibri generazionali della forza lavoro come un tema critico per le prospettive occupazionali del paese. Da allora numerose politiche per la solidarietà inter-generazionale sono state ideate e finanziate con risorse pubbliche, spesso richiedendo l’iniziativa delle parti sociali per la loro implementazione. La rassegna e analisi di tali misure restituisce scarsa evidenza di azioni di contrattazione collettiva finalizzate ad attivare politiche «integrate» che prevedano un collegamento chiaro ed esplicito tra i lavoratori giovani e quelli anziani (in breve, azioni di contrattazione collettiva per la solidarietà inter-generazionale). Nonostante le iniziative introdotte dalla legge, l’attenzione e l’impegno dei governi italiani e delle parti sociali per implementare la solidarietà inter-generazionale sono stati discontinui o insufficienti. L’articolo offre alcune riflessioni sulle condizioni che potrebbero aver finora ostacolato il successo delle iniziative di policy makers e parti sociali per la solidarietà inter-generazionale in Italia, soffermandosi al tempo stesso sulle opportunità offerte alla contrattazione collettiva dal quadro legale recentemente riformato.
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Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014 e del Premio Nazionale di Editoria Universitaria 2016 Nonostante il ruolo fondamentale che occupa in molte scienze, la probabilità rimane una delle branche della matematica quasi sconosciuta in ambito non specialistico. I testi divulgativi la liquidano in poche pagine, discutendo spesso soltanto esempi un po’ banali, evitando gli sviluppi più recenti, lasciando il lettore con la sensazione che la probabilità sia una scienza misteriosa, vaga e piena di paradossi. Prendendo per spunto una serie di dialoghi su questioni di tutti i giorni (dal gioco del lotto all’omeopatia, dalle diagnosi mediche alla «lettura del pensiero») il testo conduce il lettore alla scoperta dei principali aspetti della teoria della probabilità, di alcune sue applicazioni fino a quelle più avanzate che hanno permesso l’introduzione dei concetti di caos, frattale e complessità algoritmica, nonché di alcuni protagonisti del suo sviluppo.