• Allacciatevi le scarpe e partite. Il nuovo libro di Moscati parte da lontano, dal mitico On the Road, Sulla strada, di Jack Kerouac; e da molto vicino, dalla situazione in cui vive e si muove lo smaliziato spettatore della contemporaneità tra le immagini delle televisioni- e non più della televisione-, del cinema, delle navigazioni in Internet. La fantascienza è atterrata. La geografia non è più la stessa delle carte o dei mappamondi. La storia sembra smarrita, in cerca di bussole. Ed ecco il cammino costellato di racconti su cui si concentra il libro: un viaggio in otto tappe nell’America che non è più quella di Sulla strada e neanche quella che abbiamo conosciuto prima della ferita nel cuore di Manhattan; una Trilogia della paura, ovvero tre film-documento per la tv che da Manhattan sviluppano una ricerca dietro le cronache delle guerre combattute o annunciate o dimenticate; e infine alcune brevi guide nella foresta globale dei mass media. L’autore propone una sintesi dei percorsi che ci troviamo di fronte oggi, in un’epoca che lascia poco spazio alle illusioni e agli esotismi creati sia dal bianco e nero del cinema e della tv, sia dalle cartoline a colori che li hanno riproposti in una nuova luce. Esotismi, territori sottratti alla distanza, affidati al dominio delle immagini dell’attualità. Siamo in tempi di «breaking news», le notizie che irrompono all’improvviso sui video e ci spostano di colpo in Afghanistan e in tanti altri luoghi spesso oscuri, poco conosciuti, sfuggenti, dove si accendono drammi, tensioni, inquietudini. Le scarpe di Jack Kerouac entrano in una crescente dimensione di spostamenti che ci trovano impreparati e tuttavia ci riguardano.
  • C’è oggi una crescente consapevolezza di come il tema della pace e della guerra non possa essere separato da altre fondamentali questioni che attengono al rapporto tra l’Oriente e l’Occidente e tra il Nord e il Sud del mondo, a partire da quelle che chiamano in causa la distribuzione ineguale delle risorse nel pianeta e la dicotomia crescente fra concentrazione della ricchezza e diffusione di una condizione di povertà estrema. Pure all’interno di queste più generali dinamiche, rispetto alla questione della pace e della guerra, esiste però un ruolo specifico delle religioni, che a volte, come per la tragedia della distruzione delle due torri del World Trade Center a New York l’11 settembre 2002, viene invocato anche strumentalmente. In realtà, nel corso della storia, le religioni hanno svolto, e tuttora svolgono, un ruolo non neutro rispetto agli equilibri politici, sociali, economici e culturali e spesso differenze culturali e religiose hanno rappresentato il paravento dietro cui nascondere concreti e giganteschi interessi economici e politici. Questo libro, attraverso i saggi di quattro autorevoli esperti, si interroga invece sul contributo che le religioni, in particolare le grandi religioni monoteiste, possono dare oggi alla ripresa di un generale processo di pace che, per essere davvero tale, deve potersi realizzare in primo luogo come denuncia critica dell’ingiustizia e recupero del rispetto della differenza.
  • L’allargamento dell’Unione europea è alle porte. A partire dal 2004 altri dieci Paesi verranno ad aggiungersi ai quindici che già oggi la costituiscono. È stato detto che si tratta di un evento di portata storica, se non addirittura epocale. Cosa cambierà in seguito a questo evento nei Paesi della nuova Europa, e in particolare in Italia, nei prossimi anni e già nell’immediato futuro? Come peserà questo impatto sugli assetti economici e sociali complessivi dell’Europa e di ciascuno dei suoi Stati? Il libro si pone questi interrogativi e attraverso testimoni autorevoli, italiani e stranieri, avanza risposte con l’occhio rivolto non agli addetti ai lavori, ma al pubblico vasto dei cittadini. Il cuore della riflessione che si dipana lungo le pagine del volume riguarda le prospettive del lavoro e il modo in cui la sua organizzazione di rappresentanza, cioè il sindacato, si prepara ad affrontare le nuove condizioni determinate dall’allargamento negli assetti istituzionali e in quelli economici, sociali e del mercato del lavoro. Tira le fila delle diverse questioni aperte, scavandone specificità e connessioni, Walter Cerfeda, responsabile del segretariato europeo della Cgil, mentre sono dei protagonisti privilegiati della scena politica e sociale europea ad approfondirne i diversi spaccati. Così, fra gli altri, si segnalano gli interventi di Will Hutton e Jean-Paul Fitoussi per gli aspetti economici del cambiamento; quelli di Bruno Trentin e Giorgio Napolitano, invece, per le problematiche istituzionali e sociali; ed infine quelli di John Monks, di Michael Sommer e di Guglielmo Epifani per la rappresentanza sindacale. Completano il volume un breve glossario delle parole dell’Europa ed una storia sintetica dell’allargamento.
  • È oggi dai più riconosciuto il ruolo centrale della politica dei redditi e della politica contrattuale realizzata grazie all’accordo del luglio ’93, nel risanamento dell’economia italiana e nell’ingresso dell’Italia nell’area dell’Euro. Nel volume vengono analizzati gli effetti di quelle politiche sulla dinamica delle retribuzioni, sul loro potere d’acquisto, sul loro rapporto con la crescita della produttività e con la distribuzione del reddito, confrontandoli con le stesse dinamiche verificatesi negli altri principali Paesi europei, in Usa e in Giappone. Viene inoltre esaminato il ruolo svolto dalla contrattazione nazionale di categoria e da quella decentrata a livello di impresa nella dinamica delle retribuzioni, approfondendo i lineamenti fondamentali che hanno caratterizzato i due livelli di contrattazione lungo il decennio e in particolare nel quinquennio 1996-2000. Il quadro che ne emerge è quello di una tenuta problematica del potere d’acquisto delle retribuzioni; di una difficoltà delle retribuzioni di fatto a seguire la crescita della produttività; di una crescita delle retribuzioni reali nel nostro paese inferiore a quella registrata nei principali Paesi europei; di un ridimensionamento del peso del contratto nazionale e di una maggiore flessibilizzazione della prestazione lavorativa. Il problema che si pone è quale debba essere - nel nuovo quadro dell’unione monetaria europea - il modello di contrattazione, di relazioni industriali e di politica salariale, coerente con un progetto di crescita del paese e di una sua competitività fondata sulla qualità dello sviluppo.
  • Il Rapporto sui diritti globali fotografa lo stato dei diritti e analizza le politiche per una loro maggiore affermazione sia a livello locale che globale, con uno sguardo «strabico» rivolto agli avvenimenti del 2002 e agli scenari e prospettive del 2003. È diviso in quattro sezioni: Diritti economico-sindacali; Diritti sociali; Diritti umani, civili e politici; Diritti globali ed ecologico-ambientali. Le aree tematiche sono articolate in sedici capitoli: I diritti e il lavoro; Nuovi lavori, nuovi diritti; Il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro; Lavoro e sfruttamento minorile; I diritti nel settore non profit e nelle imprese sociali; Welfare: politiche di inclusione e di cittadinanza; Welfare: la salute come diritto; Welfare: anziani e disabili tra attivazione e diritti; Le politiche per i minori, i giovani e l’istruzione; I problemi della giustizia e delle carceri; Nuovi conflitti e guerre dimenticate; Profughi, rifugiati e migranti; Le violazioni e le discriminazioni; Stato della popolazione; Stato del pianeta e diritti di accesso alle risorse; I diritti nella globalizzazione. In ognuno dei capitoli e per ogni tematica viene definito il punto della situazione e vengono delineate le prospettive; l’analisi è corredata da una cronologia dei fatti, dalle bibliografie, da un accurato glossario e da un quadro statistico. Il Rapporto, promosso dalla Cgil e dal Gruppo Abele e realizzato dall' Associazione SocietàINformazione, si completa con qualificate introduzioni ai temi trattati e con i contributi del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani e di Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera. Il Rapporto, unico nel suo genere, è uno strumento fondamentale per pensare e agire globalmente, per arricchire la formazione e supportare l’attività quotidiana, locale e territoriale, dei militanti e delegati sindacali, degli operatori sociali ed economici, del volontariato e dell’associazionismo, del non profit e della cooperazione sociale; è inoltre rivolto al mondo della scuola, dell’informazione, ai nuovi movimenti di impegno sociale, politico e civile.
  • Con questo volume viene affrontata la lettura, irta di difficoltà per chi non sia esperto della materia, del Rapporto 2002 del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, istituito dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Lo studio, sulla base di dati certi e della loro proiezione, si propone l’obiettivo di far meglio comprendere i diversi scenari prospettati dai vari enti e istituti che operano nel campo della ricerca e dell’analisi statistica per rappresentare l’andamento in prospettiva della spesa previdenziale. Uno strumento prezioso quindi, specie in una fase, come l’attuale, di grande proliferazione di studi e di ricerche sulla sostenibilità della spesa previdenziale e delle sue condizioni di equilibrio dopo la legge 335/95. Parte di questi studi sono indispensabili e servono ad orientare le scelte di politica previdenziale, altri hanno finalità diverse: alcuni rispondono ad esigenze di politica corrente, accreditando la necessità di ridurre le prestazioni o al contrario minimizzando la portata delle esigenze di cambiamento; altri sono puri esercizi di tecnica di contabilità che in realtà non introducono niente di nuovo rispetto a quanto già non si sappia. Il manuale consente di orientarsi in questo panorama confuso ed offre ancoraggi chiari e utili per discernere spessore e qualità delle diverse analisi. In tal modo permette di evitare pericolosi fraintendimenti dei problemi reali che oggi travagliano l’intero sistema di sicurezza sociale, acquisendo consapevolezza sicura della loro rilevanza e del bisogno di una riforma del welfare che dia una risposta inclusiva e di pari opportunità ai crescenti cambiamenti demografici, economici, sociali, del lavoro e della famiglia, che investono il nostro paese.
  • Nel dibattito sul cambiamento degli assetti produttivi si sono poste in rilievo prevalentemente le modificazioni nelle forme e nel governo del mercato del lavoro. L’ipotesi formulata nel volume è che i mutamenti delle forme di progettazione e funzionamento delle organizzazioni siano all’origine, rispetto al lavoro «standard», di differenze che investono sia i contenuti del lavoro sia il modo di regolare la prestazione lavorativa. I cambiamenti che coinvolgono il lavoro «non standard» sono di varia natura e generano esigenze di tutela e di rappresentanza che costituiscono un nuovo campo di impegno per il sindacato. Questa tesi, sostenuta nel saggio introduttivo di Marida Cevoli, sociologa dell’organizzazione, è stata confermata dai risultati della ricerca sulla prima generazione di iscritti a Nidil («Nuove identità di lavoro»), struttura della Cgil che da alcuni anni si occupa della tutela del lavoro non standard o «atipico». L’indagine, diretta dall’autrice del volume e realizzata dall’Istituto superiore per la formazione (Isf) su incarico di Nidil e della Cgil nazionale, si è posta l’obiettivo di comprendere le caratteristiche e le aspettative di un campione rappresentativo del primo gruppo di iscritti a Nidil, analizzando le dimensioni del lavoro e i suoi contenuti in contesti diversi e per aree professionali molto differenziate.
  • Sulla scena politica contemporanea tornano alla ribalta i movimenti di massa: dalle manifestazioni internazionali contro la globalizzazione, alle iniziative sui temi della convivenza democratica. In molti casi è scesa in campo un’agguerrita galassia di soggetti indipendenti, che hanno utilizzato il linguaggio filmico per offrire punti di vista alternativi. Ed è proprio quest’ultimo aspetto che gli Annali 2002 della Fondazione Archivio Audiovisivo si propongono di indagare: l’uso della documentazione filmica non solo come deposito di memoria, ma anche e soprattutto come settore non secondario delle stesse battaglie democratiche. Il volume si divide in tre parti. Nella prima vi sono saggi dedicati ad aspetti fondamentali dell’attività di documentazione filmica: dalle questioni metodologiche e linguistiche, all’evoluzione tecnologica dei mezzi; dai problemi relativi alla conservazione dei documenti, al loro uso nei prodotti finiti; dalla funzione della documentazione nella cultura politica e sindacale, al suo valore come fonte per la storia. Nella seconda parte sono raccolti i contributi di molti filmmaker e operatori della comunicazione. La terza parte offre i documenti relativi alle più interessanti esperienze di documentazione filmica e comunicazione alternativa progettate e realizzate in Italia. Completano il volume un inserto fotografico sul tema trattato, una filmografia ragionata e un’appendice con le attività svolte dalla Fondazione nel 2002.
  • Un sistema di qualità per i servizi sociali. E' l’argomento di questa nuova Guida della collana "Strumenti di Welfare locale" approntata da una delle maggiori esperte italiane, la sociologa Paola Piva, sulla base delle esperienze più significative che stanno fiorendo nel nostro paese a seguito della riforma dell'assistenza, e che si trovano tutte davanti alla necessità di definire regole sicure per accreditare i soggetti del nuovo mercato "misto" dei servizi sociali. Ma un sistema di qualità raggiunge davvero i suoi obiettivi se vede protagonisti i cittadini; la qualità, insomma, è tale solo se è anche "partecipata". La Guida, partendo da questa convinzione, spiega in che modo si possa passare dalla teoria alla pratica, illustrando i casi d’eccellenza già operanti in numerose realtà territoriali. L’intento è di facilitare la creazione del sistema di qualità, non di offrire un modello unico da seguire, buono per tutti i contesti. In queste pagine viene presentato perciò un percorso attrezzato che dapprima individua gli attori del sistema, i contenuti e i modi per costruire la qualità partecipata; poi descrive gli strumenti amministrativi per gestire il mix dei servizi pubblici-privati. Naturali destinatari della pubblicazione sono gli amministratori comunali, impegnati nella gestione dei piani di zona e perciò garanti della qualità e delle pari opportunità di accesso ai servizi; i cittadini destinatari dei servizi, interessati al loro buon funzionamento; i sindacalisti che negoziano lo sviluppo delle reti sociali, i volontari delle associazioni di solidarietà civile; i responsabili di imprese, cooperative sociali e fondazioni che contribuiscono al finanziamento e alla gestione dei servizi.
  • Il cofanetto raccoglie sedici agili volumi che affrontano l’insieme delle tematiche del diritto del lavoro coniugando al rigore scientifico della trattazione un linguaggio che la rende immediatamente accessibile anche ai non "addetti ai lavori". Una vera e propria riscrittura del diritto del lavoro rivolta a favorire diffusione, conoscenza e comprensione dei diritti, utilissima tanto per i processi formativi che per l’attività di difesa e tutela svolta dai tecnici (avvocati, consulenti e sindacalisti) del settore. Coordinata dai professori Piergiovanni Alleva e Giorgio Ghezzi, ordinari di Diritto del lavoro rispettivamente nelle Università di Ancona e di Bologna, l’opera si compone dei seguenti testi: * Collocamento e costituzione del rapporto di lavoro, di Stefano Caliandro * Subordinazione, parasubordinazione e collaborazione coordinata e continuativa, di Marina Garattoni * I contratti di lavoro atipici, di Stefano Caliandro * La prestazione di lavoro e le sue vicende modificative, di Bruno Laudi * Regime e flessibilità dell’orario di lavoro, di Andrea Allamprese * Salute, sicurezza, molestie e mobbing, di Flavia Pasquini * Il regime della retribuzione e il tfr di Alberto Pizzoferrato * Estinzione del rapporto di lavoro (articolo 18 e dintorni), di Alberto Piccinini * Gli strumenti di governo delle eccedenze di personale, di Giacomo Fontana * La tutela dei diritti dei lavoratori, di Giovanni Zampini e Valerio Cerritelli * Il rapporto di lavoro pubblico, di Giovanni Zampini * La contrattazione e il contratto collettivo, di Andrea Lassandri * La contrattazione collettiva nel pubblico impiego, di Piera Campanella e Monica Navilli * Libertà e attività sindacale. Il comportamento antisindacale nello Statuto dei lavoratori, di Federico Frediani * Il conflitto in particolare nei servizi pubblici essenziali, di Carmen La Macchia * Giurisdizione, tentativo obbligatorio di conciliazione e arbitrato, di Franco Focareta e Giovanni Pozzobon.
  • Le donne della Lebole avevano un sogno. Alla fine degli anni cinquanta erano giovanissime: tra i 14 e i 20 anni. Volevano un lavoro, uno stipendio, una vita autonoma, possibilmente diversa da quella che aveva visto i loro genitori spezzarsi la schiena nei campi. L’opportunità venne offerta dai fratelli Mario e Giannetto Lebole, che puntarono sulla produzione delle confezioni in serie. I sogni di tutti non durarono molto. Le operaie furono costrette a fare i conti con ritmi esasperati e con un’organizzazione del lavoro assolutamente nuova per loro: «ci chiedevano di non pensare e di muovere, sempre più velocemente, le mani». Nel 1972 i Lebole dovettero comprendere che una fase storica dell’industria dell’abbigliamento si era chiusa e passarono la mano all’Eni. Idrocarburi e tessile insieme? Un altro sogno, stavolta di Enrico Mattei. Lo Stato s’improvvisò sarto, ma con pessimi risultati, e nel 1987 cedette tutto a Marzotto. I pacchetti azionari cambiavano ancora di mano, mentre le operaie restavano le stesse: sempre meno giovani e sempre più stanche di dover difendere il loro lavoro. Le 5.362 addette del 1969 si ridussero progressivamente fino ad arrivare, nel 2002, a 245. Furono le ultime: «L’energia elettrica negli stabilimenti viene staccata il 12 aprile 2002. Le porte degli uffici chiuse il 30 giugno. Una morte silenziosa. L’ultimo gesto è del portiere che riconsegna le chiavi dello stabilimento. Le donne si tolgono la spolverina blu e tornano a casa. È finita». Oggi nessuno sogna più in via Ferraris. Rimangono, per migliaia di donne, i ricordi delle amicizie, degli affetti, delle lotte e dei sacrifici. Rimane, per Arezzo, il ricordo di una fabbrica mai amata fino in fondo.
  • Un lavoro dipendente sempre più frammentato e invasivo, orari e contratti sempre più flessibili, certezze e diritti che si vanno riducendo, una contrattazione che si fa più difficile e complessa. E, insieme, una sinistra tesa a ricostruire un delicato rapporto tra modernizzazione e diritti nell’ambito delle sfide della competitività, con un governo - il centrodestra di questi anni - attento solo, quando parla di lavoro e di Stato sociale, ai dettami del liberismo più spinto. La crisi del modello industrialista e la globalizzazione hanno messo in discussione, dalle radici, un modo di vivere e di lavorare consolidato da decenni. E, con questo, hanno messo in crisi un modo di fare sindacato. Per Cgil, Cisl e Uil - che insieme organizzano circa undici milioni di lavoratori e pensionati - una sfida che non può essere elusa. E che, a dispetto delle distanze attuali, può essere affrontata e vinta solo nel segno dell’unità.