• Viaggia con la carovana della Storia una terna ideale destinata a sconvolgere gli antichi assetti della politica, della legge, dell’etica. Non sono sorelle le idee di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza; se solo potesse, libertà farebbe volentieri a meno di uguaglianza e, per parte sua, uguaglianza è stata spesso tentata di far da sé allontanandosi – fino a perderla di vista – dall’idea di libertà. C’è stato e c’è un solo modo di tenerle dignitosamente unite nel viaggio della modernità: affidarne il compito ad un sentire fraterno o, comunque, ad un agire solidale. È la sfida delle Costituzioni del nostro tempo quando – sfinita, impolverata, eroica – la carovana della Storia è finalmente giunta a quelle spiagge. Sarà allora che ai suoi cittadini la Costituzione non chiederà di fermarsi ad ammirare il mare della democrazia – tanto faticosamente raggiunto – come si fa davanti a qualsiasi opera di compiuta bellezza. Chiederà loro di navigarlo – quel mare di libertà, uguaglianza, fratellanza – prendendo in diverso modo nelle vele il vento, seguendo rotte differenti, nell’ignoranza del porto d’arrivo, ma nell’ottemperanza a un superiore ordine di capitaneria: il progresso civile, economico, culturale e sociale. Una misteriosa, straordinaria avventura di mare verso mete ignote. Forse inesistenti, forse visibili un giorno al doppiare di un promontorio da parte di una qualche non immemore generazione futura.
  • Il fenomeno degli Indipendenti di sinistra, una vicenda finora mai studiata, ma che si intreccia con gli avvenimenti più importanti della storia dell’Italia repubblicana, ha una sua assoluta originalità in Europa e forse nel mondo: non ci sono altri esempi, infatti, di un partito politico, nella fattispecie il Pci, che abbia messo a disposizione tra il 10 e il 15 per cento dei propri seggi per l’elezione di candidati indipendenti, permettendo la costituzione di un gruppo autonomo, scisso da vincoli di appartenenza ideologica e con pieno diritto di dissenso. Dal Sessantotto a Tangentopoli la Sinistra indipendente rappresenta una pluralità di matrici culturali – socialista (come Lelio Basso, Stefano Rodotà, Gianfranco Pasquino), cattolica (come Mario Gozzini, Adriano Ossicini, Claudio Napoleoni), azionista (come Ferruccio Parri, Carlo Levi, Franco Antonicelli, Altiero Spinelli) – tentando di sintetizzarle in una terza forza alternativa, una sorta di riformismo «militante», che, da sinistra, rivendicava come valori irrinunciabili la libertà, la democrazia, il pluralismo, la laicità, rifiutando sia l’ideologismo e il centralismo democratico del movimento operaio, sia la stretta dipendenza dalla gerarchia ecclesiastica e l’interclassismo democristiano. La storia della Sinistra indipendente funziona bene da cartina di tornasole della società e della politica italiana degli anni Settanta e Ottanta, ed è stata ricostruita utilizzando i documenti reperiti in importanti archivi storici italiani, le testimonianze scritte dei suoi protagonisti e i racconti di quelli ancora in vita.
  • I beni comuni

    12.00 
    Quello di «beni comuni» è un concetto troppo spesso utilizzato, nella più recente letteratura scientifica come nel dibattito pubblico, in maniera impropria, quasi fosse una sorta di contenitore da riempire di volta in volta con significati diversi se non opposti. L’obiettivo del libro è dunque quello di chiarire il senso e il contenuto di questa categoria attraverso un’analisi storica e comparativa, da cui fare emergere la pluralità di usi e di interessi che hanno caratterizzato questa tipologia di beni nel tempo e nello spazio. Intorno ad essa sembra infatti emergere una certa «urgenza scientifica» imposta dall’attualità: basti pensare alle più recenti proposte di riforma del codice civile e alle trasformazioni del regime giuridico dei servizi pubblici locali, la cui disciplina, che prevedeva il conferimento della gestione in via ordinaria ai privati, è stata investita dal successo del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011 e dalla campagna sul tema dell’acqua «bene comune».
  • Non tutti sanno che l’Italia detiene un primato internazionale nell’ambito della leadership femminile: dal 1904 al 1922 Argentina Altobelli ha guidato la prima e più importante organizzazione di massa presente nel nostro Paese, la Federazione nazionale dei lavoratori della terra. Nel volume viene così ripercorsa la storia della presenza femminile nel Sindacato agricolo. Quattro periodi storici differenti, quattro donne simbolo. Argentina Altobelli per i primi decenni del Novecento, Regina Terruzzi per gli anni del fascismo, Mina Biagini per gli anni dell’emergenza bellica, della Resistenza e della ricostruzione ed infine Donatella Turtura per il periodo del sindacato unitario, della liberazione sessuale e dell’emancipazione femminile degli anni Sessanta e Settanta. Per la prima volta carteggi privati, diari e articoli di giornali vengono messi a confronto con gli atti congressuali, i verbali delle riunioni e le circolari interne, ponendo l’accento sui meccanismi che hanno consentito alle protagoniste della ricerca di arrivare alla guida di una categoria di tradizionale appannaggio maschile. Il titolo del volume rappresenta il cerchio che lega insieme queste donne: fa riferimento ad uno dei più noti canti di classe nato durante le grandi proteste del 1906, che avevano l’obiettivo di ridurre la giornata lavorativa delle mondine e degli altri lavoratori delle risaie ad otto ore. La battaglia per l’orario di lavoro è iniziata sotto la guida di Argentina Altobelli e si è conclusa alla fine degli anni Settanta, con la conquista da parte dei braccianti della giornata lavorativa di 6 ore e 40 minuti, sotto la guida di Donatella Turtura.
  • Il diritto del lavoro, in tutti i suoi aspetti, appare minacciato da profonde trasformazioni che potrebbero tradire la sua funzione e la sua storia. Le tensioni che si avvertono nella dimensione europea e in quella nazionale riguardano sia la disciplina del rapporto che la dimensione collettiva, fortemente tentata da modelli finora ritenuti incompatibili con la nostra tradizione, e derivano sia dalla legge che dalla giurisprudenza, soprattutto da quella europea. Un gruppo di studiosi, italiani e spagnoli, si è riunito a Cagliari per discuterne a tutto campo. E molti sono stati pertanto i temi scandagliati nell’occasione. Il rapporto fra Corte di giustizia europea e diritto del lavoro è stato affrontato analizzando la giurisprudenza recente in tema di non discriminazione e di lavoro non standard. I diritti fondamentali sono stati di scussi come garanzia del principio di prevalenza del diritto dell’Unione Europea. La crisi del costituzionalismo europeo è stata letta alla luce dei diritti sociali. Sono anche state messe in evidenza le concordanze e le discordanze delle due riforme della contrattazione collettiva in Italia e Spagna e sono state indagate altresì la possibile declinazione locale di un welfare federale, le rappresentanze nei luoghi di lavoro, la contrattazione nel lavoro pubblico, le politiche salariali e retributive. Importante sarebbe stata la partecipazione di Massimo Roccella, che dei cambiamenti analizzati è stato acuto osservatore e, talora, premonitore. Massimo non c’era ed è a lui che sono dedicate le riflessioni raccolte nel volume.
  • Il volume offre un’interpretazione e spunti di riflessione sulla legge n. 92/2012 «Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita», come modificata dal c.d. decretosviluppo (legge n. 134/2012), da molti assunta quale ultimo prodotto della «modernizzazione» dell’edificio del diritto del lavoro italiano, costruito nel trentennio 1960-1990. Né la legge n. 30/2003 né il c.d. Collegato lavoro (legge n. 183/2010) avevano investito i due capisaldi della condizione lavorativa: la tutela «reale» di cui all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e le integrazioni salariali di lunga durata. Con l’articolo 8 della legge n. 148/2011 la regola di stabilità «reale» del contratto di lavoro a tempo indeterminato (articolo 18 Stat. lav., nella versione ante riforma 2012) poteva essere modificata con un contratto collettivo aziendale o territoriale. Con la legge n. 92/2012 si è preferito, invece, ricorrere ad un sistema più tradizionale, distinguendo i casi in cui resta la stabilità reale e i casi nei quali viene reintrodotta la stabilità c.d. «obbligatoria» anche nelle unità produttive con più di 15 dipendenti. Secondo un’opinione diffusa la modifica in senso peggiorativo dell’articolo 18 avrebbe una compensazione nella riduzione delle forme contrattuali «atipiche» e nel miglioramento delle tutele di sicurezza sociale. Sono ipotesi, queste, che vengono verificate nel presente volume, salvo poi essere riscontrate sul piano giudiziario.
  • CONSULTABILE INTEGRALMENTE ONLINE a questo link http://www.futura-editrice.it/CGIL-I-TUOI-DIRITTI-2013 La Guida La CGIL I tuoi diritti illustra tutte le novità introdotte dal Governo Monti sul lavoro subordinato e parasubordinato, sui diversi aspetti del rapporto di lavoro, sul sistema previdenziale e delle tutele, sul regime fiscale dei redditi da lavoro. Uno strumento di grande utilità pensato per i quadri del sindacato, i delegati di ogni settore, gli operatori del Sistema Servizi e il tesseramento 2013 alla CGIL. Realizzata con l’impegno diretto del Sistema Servizi della Cgil (INCA, UVL, CAAF, SOL) in collaborazione con NIdiL e il Dipartimento Politiche attive del lavoro della confederazione, la Guida rappresenta un vero e proprio manuale dei rapporti di lavoro, di grande utilità e di facile consultazione, in grado di fornire un’informazione compiuta e immediata sull’insieme delle normative che a tutto il 2012 insistono sul lavoro subordinato e parasubordinato sia per i diversi aspetti del rapporto di lavoro, sia per il sistema previdenziale e delle tutele, sia per il regime fiscale del reddito da lavoro dipendente e parasubordinato. La Guida è strutturata in cinque capitoli concernenti rispettivamente: - il lavoro subordinato; - il lavoro parasubordinato; - il sistema delle tutele, del sostegno al reddito e della previdenza; - il regime fiscale; - l’articolazione della Cgil e del Sistema dei servizi e delle tutele individuali.
  • A dieci anni di distanza dalla sua morte, il panorama editoriale italiano registra l’assenza di una presentazione della vita e del pensiero di Stephen Jay Gould, il paleontologo americano, storico e teorico della biologia, che è stato uno dei protagonisti del dibattito scientifico e culturale dell’ultimo quarto del secolo scorso. L’autore, stilandone la biografia intellettuale, analizza i temi salienti della sua parabola scientifica, attribuendo il maggior risalto possibile a quegli aspetti che hanno reso così inconsueta e affascinante la sua fisionomia. Nella volontà di raccordare la ricerca biologica ad una politica culturale più comprensiva, Gould ha inteso qualificare la propria opera sottolineando costantemente la dimensione sociale della scienza ed esprimendo l’opportunità di esperire modi e forme per ricucire lo strappo fra la cultura scientifica e quella umanistica. Il filo biografico condurrà il lettore attraverso le evoluzioni e le ricorrenze del pensiero gouldiano: dalla teoria degli equilibri punteggiati alla nozione di exaptation, dalla riflessione sulla natura della storia alla lotta contro le «sociobiologie» e a favore del «pluralismo darwiniano».
  • Droni, armi nucleari, aerei invisibili, mine antiuomo, cyberwar: dal secondo dopoguerra ad oggi, le tensioni internazionali, sotto forma di guerra fredda o sfociate in conflitti aperti, hanno provocato un aumento pressoché costante delle spese militari e una corsa ad armamenti sempre più sofisticati e letali. Contemporaneamente l’impegno per la distensione e la pace si è concretizzato in una serie di trattati internazionali tesi ad arginare tali politiche di riarmo pericolose per la stabilità internazionale. Si realizzano quindi spinte contrastanti con un’escalation bellicista da un lato e con una serie di accordi bilaterali o multilaterali volti a limitare e controllare quei fenomeni dall’altro. Si assiste contemporaneamente ad una proliferazione nucleare di difficile controllo (Nord Corea ed Iran) e ai tentativi di accordo internazionale in materia di commercio di armamenti convenzionali con l’Arms Trade Treaty in ambito ONU. Il libro ricostruisce le principali tappe delle politiche di disarmo e di controllo degli armamenti, evidenziandone i successi e i fallimenti, i compromessi e le innovazioni, mostrandone luci ed ombre, chiarendo il ruolo crescente che la società civile sta svolgendo in questo ambito sinora riservato agli addetti ai lavori.
  • Per comprendere le ragioni della vasta adesione all’antifascismo militante degli abitanti dei rioni popolari in Parma nuova, oltre a considerare le precarie condizioni in cui erano costretti a vivere, occorre ricercare anche nell’anima più profonda della working class di quei borghi. Si trattava certamente di tempi difficili per i ceti subalterni urbani obbligati a fare i conti con una situazione economica e sociale che li inchiodava ad una esistenza precaria, a tratti anche miserabile. Nel loro tentativo di contrastare le avversità a cui erano condannati tuttavia riaffiorò ancora una volta quell’antica volontà di riscatto sostenuta dalla intransigente avversione per il potere soverchiante, politico o economico che fosse, che da decenni alimentava insofferenza tra quelle comunità racchiuse nei loro borghi. Un senso di indignazione che in quegli anni così difficili e incerti sembrò irrompere con forza sulla scena della città, sospinto dalla determinazione di una nuova generazione di ribelli, la generazione rivoluzionaria del Venti, sostenuta da un robusto sentimento di rivolta.
  • Il confronto con il tema della trascendenza costituisce un passaggio centrale della riflessione di Pasquale Serra, ed è esattamente tale confronto che colloca questo libro nello stesso contesto da cui sono emerse, negli ultimi anni, le novità più significative del dibattito contemporaneo intorno ai rapporti tra la politica e le inquietudini del mondo contemporaneo. Muovendosi all’incrocio tra diverse discipline, e a ridosso della tragedia storica contemporanea, l’analisi di Serra esplora i caratteri della odierna crisi della democrazia e individua nel concetto di trascendenza (in una nuova relazione tra trascendenza, politica e democrazia) non solo il concetto più adeguato all’attuale situazione storica, ma anche quello più produttivo per costruire una risposta non regressiva a tale crisi.
  • Il volume raccoglie testimonianze e saggi autorevoli che ricostrui scono il percorso di studioso rigoroso della pedagogia sociale, nonché l’impegno civico che ha contraddistinto la vita di Bruno Schettini, maestro di umanesimo. Si articola in tre sezioni tematiche che abbracciano tutti i filoni di interesse della sua attività scientifica e sociale. Risalta nel testo la passione etica e civile di una persona che non separava mai la sua attività di studioso da quella di militante impegnato in tante battaglie civiche, partecipe attivo delle molteplici ini ziative sociali promosse sul territorio, in primo luogo nel mondo del lavoro e del terzo settore. Docente sempre aperto al dialogo con i suoi allievi, studioso rigoroso e ricercatore «glocale» – un neologismo che gli piaceva molto – nel campo delle scienze umane e filosofiche, di lui va ricordata la capacità di «fare ricerca» nella Facoltà di Psicologia della SUN, a partire dalla sua curiosità epistemologica capace di sorprendere sempre. Riusciva a «fare ponte» tra discipline diverse, tra istituzioni, persone, storie di uomini passati e problematiche del presente. Ricercatore e uomo di relazione, profilo di intellettuale acuto e profondo, persona capace di «motivare all’umanità».
  • Italia 2013

    12.00 
    Il 2008 è stato l’«anno zero» per la sinistra italiana, sconfitta come mai prima nelle sue componenti «radicali» come in quelle «riformiste», le une estromesse dalla rappresentanza parlamentare, le altre a lungo afasiche di fronte a una destra dominante e tronfia. Da qui è partita l’esperienza del blog Italia 2013, che nel tempo ha perseguito due obiettivi: offrire una diversa interpretazione della realtà italiana ed elaborare proposte alternative per una nuova sinistra. Il volume è il punto di arrivo di questo percorso e vuole proporre una lettura originale dell’ascesa e della fine del berlusconismo, ma anche avanzare proposte per uscire dal trentennio neoconservatore in Italia e in Europa. Scritto a più mani, come nello stile del blog, il libro propone un’analisi delle forze che hanno portato alla caduta del governo Berlusconi e una proposta su come costruire una coalizione politica alternativa. Il sottotitolo del libro, che è anche lo slogan del blog, riassume lo spirito con cui sono state condotte le due imprese: l’idea che non bisogna chiedere all’Italia di essere altro da sé, ma solo di dare il meglio di se stessa, perché non è scritto da nessuna parte che sia un Paese «naturalmente di destra».
  • Il volume ripercorre la storia dei Rolling Stones in occasione del cinquantesimo anniversario del la loro nascita. Gli autori prendono le mosse dal ruolo di primo piano che il gruppo di Mick Jagger e Keith Richards ha svolto nella trasformazione dei costumi dei giovani a partire dagli anni sessanta. Dai primi concerti londinesi alla British Invasion negli Stati Uniti, dalla Swinging London fino al Sessantotto, la band incarnò un’immagine irriverente e iconoclasta, costruita in opposizione alla fama di bravi ragazzi attribuita ai Beatles dai media dell’epoca. Nei decenni successivi, l’immagine dei Rolling Stones trovò nella linguaccia riprodotta su ogni oggetto di consumo possibile uno dei marchi di fabbrica più diffusi al mondo. Grazie alle loro specifiche competenze, i due autori indagano con puntualità sia l’impatto della band sulle società opulente del secondo dopoguerra sia la sua straordinaria rivoluzione musicale, realizzata soprattutto nel periodo aureo che, iniziato nel 1968 con Beggars Banquet, raggiunse il punto più alto nel 1972, con Exile on Main St.
  • Il 4 novembre 2010 Susanna Camusso viene eletta segretario generale della CGIL: è la prima donna nella storia del sindacato confederale italiano a ricoprire tale incarico. Quali condizioni hanno reso possibile quest’avvenimento? Quali cambiamenti ha portato nell’azione sindacale? Il volume vuole offrire qualche risposta a queste impegnative domande attraverso una serie di interviste a testimoni privilegiati, a partire dalla stessa Camusso e da Guglielmo Epifani e Sergio Cofferati, passando per opinion leader come Maria Latella, Paolo Serventi Longhi, Roberto Mania, Enrico Cisnetto. E riporta i risultati di una ricerca sull’analisi del linguaggio di Susanna Camusso: espressioni linguistiche, sfumature di senso, metafore lessicali offrono uno spaccato inedito del modo di porsi di fronte ai problemi del mondo sindacale di un segretario generale che è «anche» donna.
  • La strage degli innocenti è un libro di inchiesta e di riflessione che parte dalla stridente contraddizione fra le teorie dei cosiddetti difensori della vita (caso Englaro, aborto, eutanasia ecc.) e il silenzio catacombale che incombe sul fenomeno raccapricciante che il libro intende denunciare. Questo fenomeno riguarda l’emarginazione sociale, la sofferenza, la reclusione in istituti e la morte di milioni di anziani e meno anziani socialmente fragili. L’insuffciente e soprattutto distorta assistenza riservata a queste fasce sociali più vulnerabili, mentre assicura lauti guadagni all’imprenditoria privata, produce quotidianamente un attentato alla vita di cui nessuno si occupa, tanto meno i cattolici fondamentalisti. Un attentato tanto più pericoloso e spietato quanto minore è la protezione sociale di chi ne è fatto oggetto. In questo senso rappresenta il più classico e scolastico esem pio di ingiustizia di classe. Il libro è arricchito da conversazioni che mettono assieme competenze diverse ma convergenti nel confermare la giustezza della denuncia di cui l’autore si fa promotore. Gli intervistati sono il senatore Ignazio Marino, il filosofo Umberto Galimberti, le dottoresse Francesca Moccia e Teresa Ierardi, il professor Massimo Palleschi e la segretaria dello Spi Cgil Carla Cantone. Con la collaborazione di Vittorio Bonanni
  • Una lettera del Forum degli Economisti che denunciava gli errori e i pericolosi limiti delle politiche europee è stata all’origine del Convegno «Crisi europea: cambiare strada per sconfiggere la recessione», la cui discussione viene riportata in questo volume. Gli economisti sostenevano, nella lettera, che «bisogna assumere uno sguardo più vasto, una prospettiva di lungo periodo […]. Il nodo che oggi si pone in Europa sta nel decidere se il riequilibrio inevitabile avverrà attraverso la “depressione” (con una ricaduta regressiva e democraticamente pericolosa) oppure con lungimirantiscelte di cooperazione, rilanciando l’originaria “spinta” europeista, evitando che i paesi in disavanzo non intervengano sui propri squilibri e, allo stesso tempo, che i paesi che hanno approfittato dell’euro (come la Germania) accumulino surplus invece di svolgere la funzione di locomotiva a cui sono tenuti in un contesto di moneta unica. La partita non è ancora chiusa, ma la risorsa tempo è drammaticamente scarsa. Occorre un salto di qualità nel promuovere e organizzare una proposta alternativa». La situazione odierna, sebbene meno drammaticamente segnata rispetto al quadro dell’anno passato, prospetta, tuttavia, gli stessi nodi strutturali che sono stati evidenziati, con lungimiranza e lucidità di analisi, nel Convegno e che, per questa ragione, conferiscono una particolare attualità a questo libro. Testi di: Nicola Acocella, Silvano Andriani, Danilo Barbi, Salvatore Biasco, Emiliano Brancaccio, Susanna Camusso, Sergio Cesaratto, Pier Luigi Ciocca, Maurizio Franzini, Alfonso Gianni, Elena Granaglia, Stuart Holland, Laura Pennacchi, Roberto Romano, Enzo Russo, Lorenzo Sacconi, Francesca Stroffolini, Lanfranco Turci, Vincenzo Visco.
  • In-flessibili

    13.00 
    «Riconosco che abbiamo sbagliato a non usare la forza collettiva dei più garantiti per difendere anche le persone senza contratto o con un contratto atipico. Bisogna continuare a domandarsi dove si è infranta la solidarietà tra i lavoratori stabili e non stabili, e quando ci si è rassegnati all’idea che i contratti non fossero più il luogo dove definire norme per il mercato del lavoro». Queste affermazioni di Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, hanno aperto ufficialmente una discussione che coinvolge tutto il corpo dell’organizzazione per porre al centro l’inclusione e l’allargamento delle tutele. La guida chiarisce i motivi per cui il sindacato intende svolgere una forte azione contrattuale inclusiva per tutti i lavoratori a prescindere dalle modalità di lavoro utilizzate. Si mettono in luce le varie fasi della contrattazione, i possibili abusi, i punti di forza su cui innestare la contrattazione per professionisti ed atipici, ma anche i punti critici ai quali fare attenzione. In-flessibili fornisce anche un’ampia informazione sulle forme contrattuali atipiche e sui cambiamenti intervenuti con la recente riforma del mercato del lavoro, come anche sugli aspetti previdenziali e fiscali utili da conoscere. Nel volume si trovano modelli e suggerimenti su come gestire la contrattazione collettiva inclusiva sul lavoro atipico e professionale, ed esempi su come redigere gli accordi collettivi e individuali che riguardano lavoratori con partita IVA o con contratto a progetto.
  • Cosa è successo a via Canova? E che ci fanno assieme la cardarella e Jorge Luis Borges, la solidarietà e Murasaki Shikibu, la macchinista Giovanna e Italo Calvino? Le risposte in questo romanzo dai sentieri che si biforcano, che ha per protagonisti Libero e Cosimo, e la passione per il lavoro, la voglia di farlo bene a prescindere perché è così che si fa. Testa, Mani e Cuore è il romanzo dell’Italia operosa, quella che dà valore al lavoro, che mette impegno nelle cose che fa. L’Italia che le sue rughe se le guadagna ogni giorno, grazie a ciò che sa e che sa fare. L’Italia che vuole tornare a regalare al mondo intelligenza, arte, tecnologia, bellezza. L’Italia del lavoro ben fatto, di Rinalda e del vocabolario, di Lorenzo e della piazza, del tempo e di Alvise. L’Italia che c’è, è vera, esiste, bisogna solo raccontarla. L’Italia che... se non ci salva lei non ci salva nessuno. Questa stessa Italia è narrata anche nel film diretto da Alessio Strazzullo dispo nibile gratuitamente su www.leviedellavoro.org.
  • La fine del «secolo breve» ha portato con sé la riscoperta del carcere e della privazione della libertà, di cui il sovraffollamento penitenziario italiano è solo un episodio. Questo è stato l’esito di un trasferimento di risorse economiche e simboliche dal welfare state a quello che è stato chiamato il prisonfare. Determinante, in questo mutamento, il modo in cui l’ideologia neoliberista ha accompagnato il processo di globalizzazione, in nome di una flessibilità che si è risolta in precarietà sociale ed esistenziale, alimentando così una domanda di controllo penale della marginalità sociale. Al termine di un lungo ciclo durato più di trent’anni, le democrazie occidentali sono chiamate a fare i conti – anche in questo campo – con le loro promesse non mantenute, a partire dalla garanzia dei diritti fondamentali delle persone private della libertà. La mass incarceration è finita sotto processo e i nostri regimi politici sono di fronte a un bivio: continuare a perseguire politiche di sicurezza fondate sulla privazione della libertà o invertire la rotta e riscoprire politiche di sicurezza sociale compatibili con il rispetto dei diritti fondamentali di tutti i cittadini?
  • Per gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori elaborare una scelta circa il tipo di percorso da affrontare successivamente non costituisce un’impresa semplice. In parte la variabilità delle scelte compiute dai giovani può essere spiegata a partire dal tipo di scelte già realizzate, dallo status socioculturale della famiglia di provenienza, dalle caratteristiche dell’offerta formativa dei contesti di riferimento. In parte essa sembra rispondere a logiche imprevedibili, spesso legate al valore che gli studenti attribuiscono ad esperienze personali vissute al di fuori del contesto scolastico e familiare. Emerge quindi l’esigenza di comprendere meglio come siano costruite le scelte dei giovani in relazione ai percorsi formativi e lavorativi ritenuti possibili al termine delle scuole superiori, quali siano le loro ragioni profonde di ordine sociale e culturale e le tattiche che le governano. Ciò significa non solo comprendere le strategie dei decisori, ma anche in che modo gli studenti costruiscono gli scenari e gli orizzonti all’interno dei quali le scelte vengono definite, ritenute sostenibili, messe alla prova dell’esperienza e in certi casi corrette sulla base di essa. La ricerca, i cui principali risultati sono presentati in questo volume, ha voluto indagare proprio le pratiche di scelta adottate dai giovani al termine delle scuole superiori e i loro diversi modi di compierle, con l’obiettivo di cogliere le modalità attraverso le quali gli studenti elaborano una tessitura simbolica di significati e valori, volta a colmare la lacuna fra il modo in cui si percepiscono nel momento presente e il futuro.
  • Clandestini

    10.00 
    Un viaggio tra le parole che fissano nell’opinione pubblica lo stigma del clandestino, dell’extracomunitario,dell’invasore, all’interno di un fenomeno descritto con una terminologia delittuosa. L’autore scandaglia la narrativa pubblica alla ricerca degli slittamenti semantici e svela una rappresentazione infarcita di stereotipi e luoghi comuni che, tuttavia, finisce per coincidere con la percezione reale del fenomeno. Un manuale di autodifesa – dalla A alla Z - contro quelle semplificazioni che individuano nel migrante il nemico simbolico a cui addebitare i mali della società. Dal libro Un libro pensato soprattutto per le scuole, per gli studenti, per gli adolescenti, ma anche per docenti, genitori, educatori, formatori, alle prese con un fenomeno che dovranno saper maneggiare nei prossimi anni senza scorciatoie, senza allarmismi e paura. Forse c’è un rancore remoto ancorato alla nostra visione etnocentrica del mondo e dei suoi popoli […]. Forse c’è un vizio antropologico dietro la presunzione e la supponenza di coniare un lessico per i nuovi arrivati. […] C’è stato negli anni un lento lavorìo sulle parole e sulla realtà che i media pretendevano di rappresentare, che ha cambiato le carte in tavola e capovolto la vicenda storica contemporanea, dimenticando che solo qualche secolo fa gli invasori eravamo noi. Il senso della minaccia è diventato l’unica chiave di lettura delle migrazioni, perché le altre culture parevano a tanti incompatibili e “diverse” dalla nostra […] Senza neanche accorgercene, abbiamo alimentato il lessico della paura, cresciuto come parassita e pronto a spuntare come lame affilate tra i nostri discorsi […].
  • La politica del diritto è quell’area del sapere giuridico che cerca di intuire e indirizzare l’evoluzione normativa e giurisprudenziale di una determinata realtà in un certo periodo storico. Quali sono gli ambiti giuridici attualmente messi in crisi e perché? Se da un lato certi diritti, come quello alla salute, al lavoro, all’autodeterminazione, sembrerebbero essere messi in discussione dalle conseguenze della crisi economica e dalla mutata sensibilità collettiva, dall’altro stanno emergendo nuove richieste di protezione di interessi giuridici in precedenza trascurati: si pensi all’evoluzione tecnologica o alla forte crescita del fenomeno migratorio. Come può reagire il diritto sia di produzione legislativa (nel predeterminare in via generale e astratta la disciplina delle fattispecie), sia di produzione giurisprudenziale (nell’applicare al caso concreto la corretta disposizione normativa)? Il panorama è reso più complicato dalla circostanza che le fonti del diritto hanno raggiunto una complessità multilivello dovuta alla presenza nell’ordinamento italiano di fonti giuridiche in concorrenza tra loro: Costituzione e trattati comunitari; leggi e decreti legislativi; ordinanze e decreti ministeriali, provvedimenti di natura amministrativa di vario genere e così via. Emerge quindi la necessità di una semplificazione. La redazione di questo glossario nasce dall’idea di offrire una lettura semplice e al contempo esaustiva dei principali argomenti dibattuti sul piano della policy giuridica.
  • A distanza di vent’anni dall’istituzione della cittadinanza europea (Maastricht, 1992), questo volume si propone di riflettere sulla natura e sul contenuto di tale istituto che, come affermato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, è destinato ad essere lo «status fondamentale dei cittadini degli Stati membri». L’indagine sul tema presenta evidenti elementi di peculiarità, considerato che l’idea di cittadinanza è tradizionalmente connessa all’appartenenza allo Stato/comunità politica nazionale. La cittadinanza europea, al contrario, rende necessario immaginare una diversa forma di appartenenza propria dello spazio politico europeo, non più esclusivamente dipendente dalla cittadinanza nazionale ma legata all’effettiva residenza nel territorio dell’Unione. La dimensione di appartenenza così definita non può non riguardare anche i cittadini di paesi terzi che vivono stabilmente nel territorio dell’Unione. La costruzione dello «spazio di libertà, sicurezza e giustizia» costituisce il contesto nel quale è possibile declinare questo nuovo modello di appartenenza. Tuttavia, alla luce delle conseguenze prodotte dalla crisi economica e dalle esigenze di rafforzamento della sicurezza, le aperture che si erano manifestate agli inizi del nuovo secolo sembrano oggi ridimensionate. Con la collaborazione di Laura Montanari