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Un team di sociologi ha monitorato per un anno la sperimentazione di telelavoro avviata all’interno del Servizio Info12 di Telecom Italia su duecento telelavoratori (saliti oggi a più di cinquecento), assunti a modello di un fenomeno che interessa oltre 10 milioni di europei e circa 20 milioni di americani, ed è in continua espansione. Oltre ai benefici per i lavoratori (riduzione del pendolarismo, equilibrio più soddisfacente tra vita lavorativa e sfera familiare e personale), l’indagine conferma i vantaggi per l’azienda: aumento della produttività dei lavoratori da casa, miglioramento dei rapporti con i capi, maggiore fidelizzazione all’azienda dei telelavoratori. Non va sottovalutato poi l’impatto positivo che il telelavoro ha avuto sul piano ambientale: ben il 60 per cento dei telelavoratori ha smesso di utilizzare l’auto per recarsi in ufficio, contribuendo in modo rilevante al benessere dell’ambiente. Ma, benché il telelavoro sia giudicato un’innovazione positiva anche dai manager, emergono segnali di incertezza dati da un sistema organizzativo - tipico di molte grandi aziende - ancora fondato su criteri di management tradizionali. L’intervista a un manager di Telecom Italia chiarisce come l’azienda è arrivata, superando questo tipo di resistenze, alla decisione di utilizzare il telelavoro, illustra le regole che sono state contrattate con il sindacato, anticipa le opzioni per il futuro.
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Il Maghreb è la parte a noi più vicina del mondo arabo, a cui ci legano una storia antica e i più recenti fenomeni delle migrazioni. Una realtà densa e complessa, in cui le donne non possono essere considerate semplicemente un gruppo svantaggiato o marginale, poiché si sono rivelate soggetti fondamentali per lo sviluppo economico e politico dei propri paesi e per l’allargamento della democrazia. Il volume, curato da Maria Grazia Ruggerini, esperta dei temi della differenza di genere, osserva questo universo femminile da una prospettiva laica, legata alla vita quotidiana delle donne nel loro difficile percorso per affermare i propri diritti. Ne emerge l’esigenza di incidere su mentalità maschili e femminili che impediscono in questi paesi l’affermazione di tragitti paritari per uomini e donne. Dall’incontro con le associazioni democratiche delle donne e i sindacati che fanno pratica politica quotidiana sui temi della cittadinanza risulta chiaro che spesso, più che creare, è sufficiente dare visibilità e valorizzare ciò che esiste in maniera silente: ciò che le donne algerine, marocchine o tunisine già fanno.
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Forse la pace non si può «insegnare», ma certo una nuova cultura che faccia delle persone e del loro benessere la ricchezza dei popoli è una condizione fondamentale per realizzare una pace che non sia solo «assenza» di guerra. Una pace sentita come dimensione etica e testimoniata da milioni di giovani e di persone di ogni condizione: come tale la avverte la Cgil, che della cultura e della pratica dei diritti ha fatto il cuore della sua azione riformatrice e rivendicativa. In collaborazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, la Cgil ha promosso il libro e il video in cui il pedagogista Alberto Alberti, lo scienziato Marcello Cini, il regista Carlo Lizzani, la scrittrice Lidia Ravera, il filosofo Fulvio Tessitore, il compositore e musicologo di chiara fama Azio Corghi esprimono la ricchezza, la forza, la vitalità di forme del pensiero, dell’arte e della cultura del nostro paese, che non si piegano agli eventi. Dario Missaglia e Guglielmo Epifani illustrano poi come per il sindacato sia essenziale assumere l’etica della responsabilità per misurarsi sulle grandi questioni sociali, politiche, culturali che l’idea di pace esige vengano affrontate. Contributi di: Alberti, Cini, Corghi, Epifani, Lizzani, Missaglia, Ravera, Tessitore.
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Il bilancio partecipativo è la nuova frontiera del rinnovamento della democrazia locale. Noto soprattutto per i risultati positivi ottenuti nella grande città brasiliana di Porto Alegre, si sta diffondendo con rapidità in tutto il mondo suscitando dovunque l’entusiasmo di tutti coloro che vogliono riportare le comunità al centro delle decisioni politiche e amministrative. In Italia sono ormai numerosi i Comuni che hanno adottato il bilancio partecipativo e un’associazione, Nuovo Municipio, è stata costituita per mettere a confronto e coordinare le diverse esperienze. Molti prevedono che sarà questo il laboratorio da cui nasceranno le vere novità politiche dei prossimi anni. L’Autore, tra i primi a puntare su questo nuovo istituto di democrazia, chiarisce nel libro che cos’è il bilancio partecipativo, ne ricorda le radici internazionali ma anche italiane, spiega come si realizza e come si incardina dentro la normale attività del Comune e nel quadro delle leggi vigenti, illustra i casi più importanti. Ma, soprattutto, avverte che sceglierlo ha un senso se è tutta la città che partecipa, determinando un’integrazione virtuosa tra strumenti di democrazia rappresentativa e nuove forme della partecipazione. Alla stesura del libro hanno collaborato Matteo Bassoli, Francesco Coviello, Monica Mansi, Silvia Pergami, Michelangelo Secchi, del gruppo di Progettazione alla partecipazione «La città che partecipa».
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Il libro e la videocassetta raccontano un secolo di lotte, di militanza, di passioni e di sacrifici, vissuti dai lavoratori per difendere la propria dignità ed estendere i propri diritti. Il documentario, realizzato dal regista Odino Artioli con la consulenza storica della Fondazione Giuseppe Di Vittorio, attraverso un uso sapiente di fotografie, filmati d'epoca e materiale inedito, ripercorre le tappe salienti che hanno caratterizzato la storia del sindacato nel Novecento italiano, dai primi scioperi di inizio secolo alla mobilitazione industriale della prima guerra mondiale e alle lotte del "biennio rosso", dall'avvento della dittatura fascista alla lotta di Resistenza, dalla ricostruzione al miracolo economico, dalla mobilitazione studentesca e operaia del 1968-1969 ai tre milioni di manifestanti del Circo Massimo del 23 marzo 2002. Il libro, agile e chiaro, curato da Adolfo Pepe, Pasquale Iuso e Fabrizio Loreto, offre una lettura organica e approfondita dei cento anni di storia della CGIL, ordinandola per periodi significativi del suo svolgimento.
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La nuova situazione produttiva e organizzativa acutizza i rischi derivanti da organizzazioni del lavoro non rispettose della fisiologia e della psicologia dell’essere umano, mentre tende a ridurre quelli di origine fisica, chimica o tecnologica. Gli effetti nocivi più frequenti tra i lavoratori (pur senza ignorare i problemi di microclima, di rumore o di presenza di polveri o gas) sono legati agli «errori» organizzativi, che sono in realtà aspetti della moderna organizzazione del lavoro, non più fondata sull’abilità dei lavoratori, ma sulla loro adattabilità a diversi contesti lavorativi. Adattabilità che deve essere sempre più rapida. Tutti gli aspetti ergonomici che ne conseguono vengono ignorati o vengono affrontati in modo molto superficiale, tanto le conseguenze si risolvono con antinfiammatori, o con psicofarmaci o, nei casi più gravi, con il ricorso a piccole operazioni ortopediche oppure a servizi psichiatrici. Se non basta, con un giudizio di inidoneità al lavoro. Senza un’azione colta, costante, partecipata del sindacato - sostengono Fulvio Perini e Vittorio Rieser - non c’è prevenzione che tenga, non c’è esposto all’organo di vigilanza che risolva. Gli autori si riferiscono alla contrattazione della prestazione di lavoro e alle attuali difficoltà ad affrontare con il negoziato e la regolamentazione sindacale gli aspetti essenziali della condizione di lavoro.
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Nell’Unione Europea vi è una generale e diffusa consapevolezza che non si può fare a meno degli immigrati. Eppure, mai come ora, i paesi dell’Unione si trovano unanimi nel concertare misure di respingimento di quanti chiedono di entrare. Il volume parte da questo assunto apparentemente contraddittorio e analizza le strategie di inclusione-esclusione attuate nell’Unione Europea. Nella prima parte vengono esaminate le politiche migratorie, tenendo conto sia della diversità delle culture, delle istituzioni e dei principi che sono alla base degli ordinamenti degli Stati nazionali, sia dei processi decisionali seguiti dall’Unione in materia di immigrazione. In questa parte vengono altresì affrontate le politiche adottate dai singoli paesi nei confronti dei minori stranieri non accompagnati, con particolare riferimento all’Italia. La seconda parte è dedicata allo studio di casi nazionali: Germania, Italia e Francia. La terza, infine, focalizza l’impatto dell’Islam e le modificazioni intervenute nell’essere musulmano in Europa. L’opera, a più voci, di studiosi del settore, offre una chiave di lettura originale delle politiche migratorie dei paesi dell’Unione.
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Tra il 2004 e il 2006 l’Italia dovrà recepire due importanti direttive sul coinvolgimento dei lavoratori nelle imprese costituite in forma di Società europea e di Società cooperativa europea, direttive che completano due regolamenti (2157/2001 e 1435/2003) relativi alle suddette forme societarie. Caratteristica dei due Statuti societari è che la registrazione della Società europea e della Società cooperativa europea nei vari Stati membri dell’Unione Europea è subordinata al riconoscimento di diritti di informazione, consultazione e partecipazione dei dipendenti. Determinante ai fini dell’applicazione di tali diritti è il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori, e in particolare dei sindacati, i quali dovranno disciplinare le modalità del coinvolgimento in un apposito negoziato con i rappresentanti delle società. In mancanza di accordo si applicheranno apposite norme di garanzia. In vista della prima scadenza (8 ottobre 2004 per il recepimento della direttiva sul coinvolgimento dei lavoratori nella Società europea) il volume approfondisce le tematiche oggetto dei due regolamenti e delle due direttive, fornendo a studiosi, ricercatori, rappresentanti dei lavoratori e delle imprese e al legislatore gli strumenti di conoscenza necessari per la conformazione della normativa italiana a quella europea. Contributi di: Arrigo, Barbucci, Buschak, Cerfeda, Vasquez.
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L’apprendimento per tutto il corso della vita è una priorità dei nostri tempi, così importante da configurarsi come un nuovo diritto, sociale e individuale. Circoscriverlo alla sola formazione continua è riduttivo. Il Memorandum europeo sull’istruzione e la formazione permanente illustra con chiarezza sia la sua duplice finalità - l’occupabilità ma anche la cittadinanza attiva - sia le relazioni tra tenuta nel mercato del lavoro e partecipazione civile: e la portata strategica, per entrambe, della padronanza di strumenti culturali e professionali. Ciò è tanto più importante in Italia dove la deprivazione culturale di settori ampi di popolazione, anche giovane, determina rischi diffusi di marginalità sociale e lavorativa, e difficoltà individuali e collettive di vario tipo. Sono indispensabili, anche per rispettare gli impegni comunitari, politiche ad ampio raggio di sviluppo delle competenze della popolazione. Negli ultimi anni, in verità, i cantieri della formazione permanente si sono finalmente aperti. Si moltiplicano offerta e domanda, in collegamento con il lavoro e anche fuori, ma con limiti che denotano l’insufficienza delle culture politiche e sociali prevalenti. Questo libro offre un’informazione puntuale sullo stato dell’educazione degli adulti, ma anche strumenti per chi voglia utilizzare le opportunità esistenti o sia interessato, nei diversi ambiti, a svolgere ruoli attivi in questo campo.
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Un racconto sulla vita, la carriera, gli amori e la passione per il gioco del grande regista Vittorio De Sica, vincitore di tre premi Oscar, uno degli autori e attori italiani più conosciuti nel mondo, un uomo versatile, spiritoso, di straordinario carisma e capacità di seduzione. Il libro ricostruisce, con il respiro del romanzo, denso di inediti e di notizie, la storia di De Sica. Ripropone i personaggi interpretati, le numerose e divertenti caratterizzazioni; il periodo dei cosiddetti film dei «telefoni bianchi»; la bella e poetica avventura del «neorealismo» cominciata con «I bambini ci guardano» e proseguita con «Sciuscià», «Ladri di biciclette», «Umberto D.»; le pellicole di successo mondiale come «La ciociara», «Ieri, oggi, domani», «Matrimonio all’italiana». Infine, la vita privata: le due mogli, i tre figli, le strane soluzioni adottate dal regista per non scontentare nessuno in famiglia; e le amanti, nonché la roulette che continuò ad attirarlo al tavolo dell’azzardo anche e soprattutto negli ultimi anni di vita, fino a pochi giorni dalla scomparsa, avvenuta nel novembre 1974. Una festosa biografia e, attraverso essa, un ritratto non convenzionale, anzi originale e pungente, del nostro paese.
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La sempre maggiore diffusione di fondi pensione aziendali o professionali nei paesi dell’Unione Europea pone inevitabili interrogativi sul ruolo della previdenza complementare, che, oltre a costituire una fonte di risorse finanziarie indispensabili nel momento attuale di crisi dei sistemi previdenziali, rappresenta un diverso modello di solidarietà rispetto ai regimi previdenziali obbligatori. In questa prospettiva appare particolarmente utile l’analisi comparata della disciplina della previdenza complementare in alcuni Stati dell’Unione Europea, con l’obiettivo di individuare i tratti comuni e le criticità dei diversi sistemi. In questo volume, attraverso i contributi di esperti nazionali, si descrivono le principali caratteristiche di diversi regimi di previdenza complementare e dei loro rapporti con i regimi obbligatori. Oltre alla prospettiva comparata si è ritenuto indispensabile analizzare la dimensione comunitaria della previdenza complementare, specie in seguito all’emanazione della direttiva relativa alle attività e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali o professionali. L’intervento del legislatore comunitario in un’area tradizionalmente riservata alla competenza degli Stati membri è infatti un segnale importante della rilevanza del tema delle pensioni complementari, non solo all’interno dell’agenda sociale ma anche all’interno dell’agenda economica e finanziaria dell’Unione Europea.
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L’acqua sta diventando una risorsa sempre più rara e preziosa nel pianeta Terra, sia per il processo di surriscaldamento, sia per l’aumento demografico: solo una minima parte dell’acqua dei mari e dei fiumi è infatti utilizzabile per le necessità vitali dell’uomo. Le stime dell’ONU per il 2025 prevedono il progressivo impoverimento idrico di una vasta fascia che abbraccerà l’Africa del nord, tutta l’area del Medio Oriente, Turchia compresa, fino al subcontinente indiano. I crescenti bisogni d’acqua provocheranno tensioni e, probabilmente, anche guerre, perché si tratta della vita o della morte di milioni di persone. Già oggi s’intravvedono i primi segni di tali conflitti: dall’Eufrate al Nilo, dal lago Ciad al fiume Senegal, sino al Sud Est asiatico e all’America Latina il mondo è percorso da dispute e da scontri sull’uso e sui costi della risorsa acqua. Gli autori ricostruiscono, anche attraverso carte, grafici e tabelle, il quadro dei problemi e delle tensioni nel mondo, guardando sia alla dimensione locale sia alle dinamiche internazionali.