• Negli ultimi anni è avvenuto qualcosa di nuovo nel nostro paese, qualcosa che non era mai successo prima: l’instaurazione di una forma di governo basata sull’appello populistico tramite i media, perpetrato da un’impresa privata in vista del proprio privato interesse, esperimento certamente nuovo sulla scena occidentale e molto più avveduto e tecnologicamente agguerrito dei regimi del Terzo Mondo. Di questo si occupa il libro, che, composto di due parti, prende le mosse da una ricerca in materia di evoluzioni costituzionali nella storia italiana del dopoguerra, per arrivare, nella seconda parte, ad una disanima delle linee e delle prassi che hanno portato alla riforma costituzionale della destra liberista al governo. Si ripercorrono così le origini della nostra storia costituzionale repubblicana per confrontare quel cruciale periodo che va dalla caduta del fascismo alla prima legislatura repubblicana, con le miserie costituzionali del presente. Non una ricostruzione acritica, tantomeno celebrativa, ma un approfondimento della storia che è stata, per il presente che ci assale.
  • I periodici di informazione politica sono stati utilizzati, nella lunga storia del movimento operaio, non solo a fini di propaganda ma anche come mezzo di aggregazione e di organizzazione. Anche «Mondo Nuovo» nasce con questi obiettivi. Fondato nel 1959 come portavoce della Sinistra socialista, nel gennaio 1964 diventa il giornale del Psiup. Cesserà le pubblicazioni nel 1972, in seguito alla sconfitta elettorale del partito alle elezioni politiche e al suo scioglimento. Il volume, attraverso la lettura degli editoriali politici di «Mondo Nuovo», ripercorre dapprima il dibattito e gli avvenimenti che, con la formazione del governo di centro-sinistra, portarono la sinistra del Psi alla costituzione del Psiup nel gennaio del 1964. Attraverso gli editoriali dal 1964 al 1967 viene poi esaminata la definizione del progetto politico del nuovo partito nel quadro più ampio del deludente esito finale del progetto riformista di programmazione economica, propugnato dal Psi, che si conclude nel luglio del 1967 con l’approvazione del «Piano Pieraccini», esaurendosi del tutto alla vigilia del Sessantotto e con l’avvento di una fase che riscontrerà drammaticamente l’incapacità della coalizione di centro-sinistra di governare i processi di trasformazione della società italiana. Arricchiscono il volume le interviste a Vittorio Foa e a Fausto Bertinotti.
  • Artigiano ebanista, deputato, fondatore e segretario generale della CGdL, Rinaldo Rigola fu un personaggio complesso e controverso che, nonostante la precoce cecità, svolse un ruolo di eccezionale rilievo nell’attività organizzativa e nelle lotte politiche del movimento proletario. Quando, al termine della Grande Guerra e dopo quasi tre lustri al vertice del massimo organo sindacale del paese, lasciò la segreteria al suo più stretto collaboratore, Ludovico D’Aragona, non si ritirò affatto dalla scena: decise anzi di dedicarsi a un’intensa attività divulgativa, della quale le lezioni tenute presso la Scuola di Previdenza e di Legislazione Sociale della Società Umanitaria di Milano nel 1920-21 costituiscono un’importante testimonianza. Il Manualetto di tecnica sindacale, uscito a dispense nel 1922, ne è il compendio e viene qui per la prima volta ripubblicato in volume unitario nella versione originale (nel 1947 ne era uscita una seconda edizione). Destinato a un pubblico vasto, scritto con tono semplice e chiaro, tanto più interessante in quanto difficile da reperire, questo testo offre una sintesi ampia e articolata dell’elaborazione teorica e dell’azione pratica del sindacalismo riformista e, al tempo stesso, ripercorre con vigore polemico le controversie che divisero le principali correnti del movimento operaio dell’epoca. Il volume è a cura di Paolo Mattera.
  • Il manuale esamina i fenomeni del «mobbing» e del «bossing», strategia, quest’ultima, adottata dalle direzioni aziendali per provocare le dimissioni della vittima, stremata dalle mortificazioni. Dopo aver illustrato la normativa vigente a tutela della professionalità, vengono esaminati i diversi possibili comportamenti illegittimi dei responsabili aziendali o degli stessi colleghi di lavoro, e si dà conto del variegato orientamento giurisprudenziale sulla prova, da parte del lavoratore, del danno da mobbing e della professionalità. Sono quindi approfonditi il danno biologico, il danno psichico, il danno morale e la nuova categoria del danno esistenziale. Viene analizzata inoltre la disciplina del danno biologico in sede Inail, evidenziandone le insufficienze per una reale tutela del lavoratore. Si sostiene infine la non imponibilità previdenziale e fiscale delle somme conseguite o disposte giudizialmente per risarcimento del danno da mobbing, biologico, morale, professionale ed esistenziale, in quanto ristoratrici di «danno emergente». La parte espositiva è completata da una ricca Appendice di documentazione (d.d.l. presentati sulla disciplina del mobbing, pattuizioni inserite nei Ccnl, risoluzioni UE) e dalle massime delle più importanti sentenze della Cassazione e di merito - il cui testo integrale è reperibile nel sito Internet dell’autore - indispensabili per chi debba affrontare o patrocinare professionalmente casi concreti in ambito giudiziario.
  • Sono le 8 e 10 del mattino dell'8 agosto del 1956 quando, nel profondo pozzo nero di Le Bois du Cazier, in Belgio, a Marcinelle, comincia la tragedia che porterà alla morte per asfissia di 262 minatori bloccati in profondità. Li ucciderà il gas, il grisou, provocato dai fumi dell'incendio aspirati dal circuito di aerazione e diffusi nelle gallerie della miniera. 136 sono italiani. A 50 anni da quella terribile vicenda, il libro, voluto dall'Inca Cgil, ne ripercorre lo svolgimento, ricostruisce i passaggi del processo e le conclusioni della Commissione d'inchiesta promossa dai ministeri del lavoro e degli affari economici, che accerteranno le cause tecniche del disastro ma taceranno sulle responsabilità. Per l'Inca poi, si trattò di una grande prova. "Con un eccezionale slancio di professionalità e di generosità - scrive Epifani - gli operatori del Patronato della Cgil, costituito in Belgio da appena due anni, portarono i primi soccorsi, sostennero i familiari delle vittime, promossero l'azione giudiziaria per accertare le responsabilità penali del disastro, fornirono un contributo importantissimo al riconoscimento in Belgio della silicosi come malattia professionale, battaglia che prima ancora era stata svolta con successo dal Patronato anche in Italia". Insieme alla storia, il libro evoca problemi di grande attualità: dal ruolo insostituibile del sindacato e del patronato, al bisogno di difendere giorno per giorno le conquiste realizzate; dal diritto ad un lavoro dignitoso e sicuro, allo spazio fondamentale che deve essere assicurato alla prevenzione; dai nuovi compiti imposti dai processi migratori di oggi, alla necessità di affrontarli sulla base dei principi e dei valori che ispirano la storia centenaria del sindacato confederale nel nostro paese. Il libro è arricchito da un inserto di sedici pagine dedicate all'opera "où la lampe passe, le mineur doit passer" una scultura in bronzo patinato realizzata dal maestro Antonio Nocera, su richiesta dell'Inca Cgil, per il museo Le Bois du Cazier, in occasione del 50° anniversario della tragedia di Marcinelle. Contributi di: Fammoni, Franzina, Moins, Nocera, Novelli, Puppo, Saccone, Tricoli, Van Cauwenberghe.
  • Il dizionario si articola in 220 schede biografiche di sindacalisti attivi nelle Marche dal 1900 al 1970, ovvero nel periodo compreso fra la nascita della prima Camera del lavoro nella regione - quella di Ancona - e la conclusione delle lotte dell’Autunno caldo. Il volume racconta la storia non soltanto dei relativi biografati, ma in certa misura anche dell’intero movimento operaio e contadino marchigiano nelle diverse componenti (socialista, anarchica, repubblicana, cattolica, comunista ecc.) in cui esso venne declinandosi nei primi settant’anni del secolo scorso. A questo risultato si è giunti grazie a un paziente lavoro di équipe al quale hanno contribuito oltre cinquanta studiosi. Un lavoro che ha permesso di ricostruire i percorsi di vita dei maggiori dirigenti, nonché di tracciare un prezioso spaccato dei propagandisti sindacali operanti nelle Marche del Novecento. Emergono così nuovi spunti di riflessione e, insieme, si fa il punto su un tema comunque meritevole di ulteriori approfondimenti in sede storiografica.
  • Il volume illustra la prima indagine Ires rivolta ai giovani al lavoro. Una ricerca voluta dalla Segreteria della Cgil per rimettere al centro la questione giovanile intesa come sicurezza e prospettiva per il futuro, come riconoscimento del valore dell’istruzione e come avvio di un processo di rinnovamento generazionale dello stesso sindacato. Un guardarsi allo specchio per assumere con decisione i problemi, le ansie, le insicurezze, ma anche le tante aspettative di quel mondo di giovani che fa parte del popolo dei «1.000 Euro» disponibile a un lavoro flessibile ma non precario e che cerca, giustamente, nel lavoro stabile e meglio retribuito la prospettiva per il futuro.
  • Il risveglio dell’interesse per l’etica, e per le sue relazioni con la politica e l’economia, è un fenomeno diffuso nelle società occidentali. Vi concorrono numerosi fattori. Le innovazioni scientifiche e tecnologiche, ormai in grado di modificare la stessa struttura biologica degli esseri viventi. Il cambiamento dei valori e dei costumi tradizionali, che mette in discussione criteri consueti del bene e del male. I rischi globali, da quello ecologico a quello demografico, che tengono sotto scacco gli equilibri planetari. I comportamenti fraudolenti nel mondo degli affari, che minano la credibilità dei mercati finanziari. La crisi del primato del pubblico, infine, che richiede nuove motivazioni e giustificazioni a suo sostegno. All’inizio del terzo millennio, dunque, irrompono sempre più frequentemente domande di senso sulla modernità. Esse riguardano la concezione del progresso, l’idea di sviluppo, il ruolo della scienza, i grandi dilemmi relativi al rapporto tra libertà e eguaglianza, mezzi e fini, ragion di Stato e morale. Si tratta di temi che sono stati al centro del confronto teorico e culturale del Novecento, svoltosi nel vivo di eventi tragici e di aspre contrapposizioni ideologiche. Questa antologia curata da Michele Magno ne offre una documentata testimonianza, presentando le pagine scelte di autori che rispecchiano le principali tendenze del pensiero liberale, marxista, cattolico e laico. Una raccolta di scritti utile anche per meglio orientarsi nell’intricato dibattito dei nostri tempi. Testi di: Dewey, Adler, Weber, Rathenau, Kelsen, Croce, Einaudi, Gramsci, Sturzo, Maritain, Keynes, Schmitt, Della Volpe, Hayek, Camus, Russel, Rawls, Arendt, Habermas, Bobbio, Sen, Touraine, Sartori, Krugman, Giddens, Reich, Nussbaum, Dahrendorf, Kagan, Rossi.
  • Dunque: centralità, dignità, valore, diritti, responsabilità e sicurezza del lavoro. Sicurezza: detta a proposito di Marcinelle, avendo presente queste vite stroncate, diventa un impegnoancora più solenne, per il quale ci dobbiamo impegnare tutti: in Italia, in Europa e nel Mondo -...In questa cantica, Zanier, sindacalista e poeta mai scisso, per dirci della centralità, della dignità e del valore del lavoro, risale quasi all'origine, ai pastori, agli allevatori, che sono fieri di esserlo, fieri e riconosciuti nel loro ruolo da tutti i loro compaesani, che li aspettano, alla fine della stagione delle malghe: "con gratitudine e rispetto per far loro festa la più grande festa dell'anno assieme a loro: forza e cultura e energia per tutti". -E, più avanti, parlando qui dei minatori riprende in modo forte il tema della fierezza e dell'orgoglio per quel loro lavoro rischioso: "anche sforzo comune pieno di rischi e di tensione e ricordarlo significa anche orgoglio anche nostalgia: era cavare energia per far girare il mondo" . (Dalla prefazione di Guglielmo Epifani).
  • Una personalità del movimento operaio e socialista italiano, quale quella di Oreste Lizzadri, doveva essere degnamente ricordata nel centenario della fondazione della Cgil. Salvatore Pirastu, dirigente sindacale e studioso di storia sociale e politica del lavoro, si è assunto il compito di illustrare per la prima volta questa nobile figura, seppur per grandi linee, nel suo percorso politico e sindacale, cominciato da ragazzo agli albori della prima guerra mondiale, continuato nei lunghi anni dell’opposizione attiva al fascismo e nella lotta di liberazione, sviluppatosi poi nella direzione della confederazione, del partito e nell’attività parlamentare per quasi tre decenni dopo la liberazione dell’Italia. - Un percorso che per più di mezzo secolo ha visto Lizzadri tra i protagonisti delle lotte per il riscatto dei lavoratori, per la riconquista della libertà, della democrazia e della dignità nazionale, distinguendosi sempre per la passione, la generosità, la coerenza, la serenità, la dedizione totale all’impegno sociale e politico. Una vita incentrata sulla prospettiva dell’unità non solo sindacale ma anche politica del movimento dei lavoratori.
  • Questo libro analizza le esternazioni volontarie e involontarie dei politici nel periodo da agosto 2005 a settembre 2006, uno dei più conflittuali della nostra storia recente, in cui un’escalation di violenza trasforma l’insulto volgare nella forma ordinaria di espressione nei rapporti tra le forze politiche. Mostra le motivazioni di questo imbarbarimento e ricostruisce il messaggio che si nasconde dietro il velo del politichese: dall’aggressione mascherata da difesa alla difesa-complotto, dalla difesa-fiaba alla presa-di-distanza e alla gaffe involontaria (primatista mondiale lo stesso Berlusconi ma Prodi - vedi il caso Telecom - sembra intenzionato a superarlo). Ma al di là dello scontro delle logiche guerresche impersonate da Berlusconi da un lato e dalla sinistra antagonista dall’altro si fa strada, tra le forze intermedie, la tentazione di passare dall’insulto al dialogo. Si diffonde la sensazione che il paese, stanco di contrapposizioni feroci, sia alla ricerca di nuovi archetipi: non abbia più bisogno di Guerrieri (e tanto meno di Mercanti, Orfani, presunti Innocenti) ma di Maghi, capaci di combattere senza odiare e di fare pace senza arrendersi.
  • Uno straordinario gruppo di scrittori e scrittrici della nouvelle vague italiana indaga sul lavoro, la precarietà, la disoccupazione affidandosi alla scrittura e alla sua capacità di entrare là dove non riescono intellettuali e esperti all’apparenza più adeguati: e cioè politici, economisti, sociologi. Si tratta di perlustrazioni non tradizionali, di visioni inattese, di oroscopi, appunto, che manifestano tutta la potenza della loro carica conoscitiva a chi sappia penetrare i leggeri meccanismi del loro codice, riservato ma non segreto. Il lavoro non è un aspetto residuale della vita dei giovani. Le sue caratteristiche, quando c’è, la sua attesa, quando non c’è, condizionano le giornate, le paure e le gioie di una generazione che accorcia il tempo e restringe gli orizzonti per non cadere nel vuoto indecifrabile del futuro, mentre laboriosamente si mette a disposizione delmondo con rancore, con felicità, con rassegnazione. In questo presente, allora, fluido ma senza sviluppo, le risposte posono arrivare dalle figurazioni dei racconti: anche questi - qui illustrati con un tratto elegante e non comune - dove ciascuna delleesperienze narrate parla di uno ma suggerisce segni che valgono per tutti. Illustrazioni di Mario Ritarossi. Testi di: Andrea Bajani, Andrea Carraro, Silvia Colangeli, Mario Desiati, Francesco Dezio, Marco di Marco, Giulia Fazzi, Angelo Ferracuti, Elisabetta Liguori, Andrea Melone, Lorenzo Pavolini, Alessandro Piperno, Flavio Santi, Roberto Saviano, Carola Susani, Emanuele Trevi, Sara Ventroni, Massimiliano Zambetta.