• Si è soliti considerare il caso italiano, e non solo nelle vicende di relazioni industriali, come un caso atipico, in cui i modelli e gli assetti istituzionali prevalenti altrove arrivano in ritardo, e di solito non funzionano come dovrebbero. In questo articolo si adotta un’ottica diversa, non infrequente nelle analisi del nostro paese fatte dall’estero, in cui l’Italia appare talvolta come un laboratorio di innovazioni sociali. Il punto di partenza è il recente Protocollo di riforma delle pensioni. ...
  • Produttività e salari stagnanti, domanda effettiva in contrazione, crescita ormai un miraggio, contrattazione in declino. Come riprendere un percorso virtuoso, anche ripensando obiettivi e metodi della contrattazione collettiva. La proposta di produttività programmata e contrattata può essere una ricetta? Condizione essenziale è la ripresa delle politiche keynesiane dal lato della domanda, con un forte ruolo pubblico.
  • A distanza di un decennio dal pionieristico volume Contro l’ergastolo (che inaugurava la collana delle pubblicazioni de La Società della Ragione) e all’indomani dell’ord. n. 97/2021 della Corte costituzionale, si impone una rinnovata riflessione critica su tutte le modalità di detenzione a vita. Lo fa il presente volume, guardando al «fine pena mai» da ogni latitudine: la tormentata storia parlamentare della sua mancata abrogazione; le sue progressive erosioni ad opera della giurisprudenza costituzionale e convenzionale; i costi esistenziali di una pena perpetua; la sua diffusione nel mondo; le possibili alternative sanzionatorie. Unitamente alla ricognizione delle sue reali dimensioni numeriche e della giurisprudenza in tema di liberazione condizionale, il volume offre così al dibattito pubblico elementi tali da sradicare la (falsa, ma diffusa) convinzione che in Italia, de jure o de facto, l’ergastolo non esista. In Appendice, scritti (di Papa Francesco, Aldo Moro, Salvatore Senese, Aldo Masullo) che, più e meglio degli altri, mostrano come la pena fino alla morte sia l’ambiguo luogotenente della pena di morte.
  • A distanza di un decennio dal pionieristico volume Contro l’ergastolo (che inaugurava la collana delle pubblicazioni de La Società della Ragione) e all’indomani dell’ord. n. 97/2021 della Corte costituzionale, si impone una rinnovata riflessione critica su tutte le modalità di detenzione a vita. Lo fa il presente volume, guardando al «fine pena mai» da ogni latitudine: la tormentata storia parlamentare della sua mancata abrogazione; le sue progressive erosioni ad opera della giurisprudenza costituzionale e convenzionale; i costi esistenziali di una pena perpetua; la sua diffusione nel mondo; le possibili alternative sanzionatorie. Unitamente alla ricognizione delle sue reali dimensioni numeriche e della giurisprudenza in tema di liberazione condizionale, il volume offre così al dibattito pubblico elementi tali da sradicare la (falsa, ma diffusa) convinzione che in Italia, de jure o de facto, l’ergastolo non esista. In Appendice, scritti (di Papa Francesco, Aldo Moro, Salvatore Senese, Aldo Masullo) che, più e meglio degli altri, mostrano come la pena fino alla morte sia l’ambiguo luogotenente della pena di morte.
  • Ha senso parlare di difesa dei diritti umani durante i conflitti armati? E se ha senso, a chi si dovrebbe chiedere di difenderli? E da chi? A queste domande cerca di dare una risposta il libro di Emanuele Russo, che, partendo da una definizione teorica del concetto di diritti umani, procede all’analisi delle Convenzioni internazionali esistenti e delle tecniche di guerra adottate dai paesi occidentali, mettendo a fuoco due dei principali protagonisti dei conflitti armati odierni: i soldati privati e i «bambini soldato». Lungi da voler fornire una risposta univoca a questioni che nascondono universi complessi, questo libro cerca di costruire piuttosto una mappa dei problemi con i quali deve confrontarsi chi voglia impegnarsi nella difesa dei diritti umani.
  • È trascorso più di un anno da quando è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina e in questo periodo la legge che l’ha prevista ha dimostrato tutta la sua inconsistenza e inaccettabilità giuridica. Sino ad ora la sua applicazione è stata incerta e non uniforme mentre limitate sono state le denunce da parte delle forze dell’ordine. Contro ogni previsione, però, a luglio 2010 è stata emessa la decisione n. 250 della Corte Costituzionale che ha respinto le eccezioni di incostituzionalità della legge rendendola valida a tutti gli effetti. In questa seconda edizione del volume la decisione della Corte viene pubblicata integralmente e sottoposta a un duro esame critico. L’applicazione generalizzata della legge in esame provocherebbe oltretutto un’indubbia paralisi degli uffici giudiziari, in primo luogo delle Procure della Repubblica, oltre che dei giudici di pace, e i relativi processi avrebbero tempi lunghi e costi elevati. L’autore, infine, dopo essersi soffermato sul vergognoso espediente della cosiddetta «sanatoria» per le badanti, mette in evidenza come le illegittime forme di respingimento collettivo abbiano di fatto cancellato il diritto di asilo. Con la collaborazione di Daniela Bauduin.
  • Nel cosiddetto «pacchetto sicurezza» è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina, cioè di ingresso o permanenza irregolari nel nostro territorio. Il passaggio dall’area dell’illecito amministrativo a quella penale ha notevoli ripercussioni sul piano etico, sociale e giuridico ed è in netto contrasto con la tradizione e la cultura italiane. Ma oltre a costituire un motivo di disonore per il nostro paese, la legge in questione è affetta da gravi imprecisioni tecniche, da numerose violazioni costituzionali, da un elevato costo a carico dello Stato e dalla sua sostanziale inapplicabilità sul piano concreto. A peggiorare le cose è sopravvenuta l’iniziativa del cosiddetto «respingimento collettivo», facendo così venire meno il diritto d’asilo, diritto unanimemente riconosciuto dalla tradizione dei popoli civili e dal diritto internazionale. L’Autore si sofferma infine sulla ambigua sanatoria delle cosiddette «badanti», dalla dubbia legittimità costituzionale e dalle molteplici difficoltà applicative, confermate dal ridotto numero di richieste presentate alla scadenza del termine previsto.
  • La grande promessa della Costituzione repubblicana, dopo vent’anni di regime fascista e di abusi contro la libertà delle persone, era inscritta – per i carcerati – nella finalità rieducativa della pena e nella speranza dell’abolizione dell’ergastolo. Sessant’anni dopo, nonostante innumerevoli tentativi, l’ergastolo è ancora lì, e si moltiplica tra le pene da scontare nelle carceri italiane. A partire dalle lezioni tenute da Aldo Moro nei suoi ultimi anni di vita, contro l’ergastolo e la pena di morte, gli autori si confrontano con la pena senza tempo, la sua sopravvivenza e la sua vitalità, per capire se e come se ne potrà fare a meno. Testi di: Boccia, Calvi, Fortuna, Gonnella, Margara, Martinazzoli, Mosconi, Senese, Sofri.
  • Perché Giorgia Meloni vince le elezioni e un italiano su due non vota? Perché dal 1996, secondo Marco Revelli, si confrontano due destre: una destra populista e plebiscitaria, «fascistoide» (l’allora centrodestra di Berlusconi) e una destra tecnocratica ed elitaria, liberale (l’allora Ulivo di Prodi). Le due destre, apparentemente in conflitto tra loro, hanno uguali obiettivi: la svalorizzazione del lavoro, l’autonomia differenziata, la fine dell’intervento statale, il dominio del mercato e la privatizzazione dei servizi pubblici, in primis la sanità. Governi la destra populista o la destra liberale, per i non garantiti non cambia nulla e quindi non votano. Dopo il 1989 (fine dell’Urss) e il 1992 (Trattato di Maastricht), lo Stato non redistribuisce più: lo Stato privatizza, precarizza il lavoro e indebolisce i sindacati. La destra liberale guidata da Pds-Ds-Pd promuove misure come il pacchetto Treu e il Jobs Act. E quando la destra populista giunge al governo trova i lavoratori già indeboliti. Il Governo Amato inserisce in Costituzione l’autonomia con la «deforma» del 2001. E oggi Calderoli può aggravare il divario Nord-Sud con l’autonomia differenziata attuando la Costituzione deformata. Chi da sinistra ha criticato la destra liberale e tecnocratica ha alternato deficit cognitivo e primitivismo politico: gli intellettuali organici del socialismo sono scomparsi o sono diventati organici al liberismo. Il libro propone un programma di governo per recuperare il voto degli astenuti e battere le due destre. E chiarisce cosa dovrebbe fare la Sinistra al governo al posto di Monti, Renzi, Draghi, Meloni o Schlein.