• La crisi del dispositivo della cittadinanza, in corso da alcune decadi, è indiscutibilmente connessa all’indebolimento dei legami sociali che si registra da tempo con preoccupazione, e ne costituisce anzi un fattore rilevante. D’altro canto, proprio a seguito di questa crisi sono in corso profondi, per quanto incerti, processi di trasformazione della cittadinanza stessa che hanno luogo in diverse dimensioni e contesti. Una di queste dimensioni è quella urbana, dove è anzitutto la residenza a costituire una base della sua ridefinizione e dove emergono pratiche di cittadinanza non previste, ma che concorrono a costruire o ricostruire legami sociali. Per approfondire la osservazione di queste trasformazioni e la loro connessione con il tema dei legami sociali vengono utilizzati gli articoli che la rubrica del quotidiano «la Repubblica» intitolata «La città che resiste» ha dedicato nel 2019 alle iniziative di reazione all’abbandono della città. L’analisi riguarda sia le iniziative dei cittadini che la loro rappresentazione da parte del quotidiano.
  • Nell’Italia di fine Ottocento, in un periodo segnato dal moltiplicarsi dei conflitti sociali, i lavoratori delle «arti edilizie» avevano dato vita a spontanee forme di organizzazione per tutelare i propri diritti e migliorare le loro condizioni materiali. Bisognò attendere l’alba del nuovo secolo, dopo la cruenta repressione del 1898, perché le associazioni sorte un po’ dappertutto si riunissero a Milano e confluissero nella Federazione generale italiana fra gli addetti alle arti edilizie. La Lombardia, interessata da un intenso processo di modernizzazione, ebbe un peso rilevante nella rete appena costituita. E in Lombardia il Varesotto, dove già nel 1892 si era costituita una Lega dei muratori, rappresentò una realtà particolarmente attiva. Questo volume, voluto dalla FILLEA CGIL di Varese e realizzato dall’Istituto varesino «Luigi Ambrosoli» per la storia dell’Italia contemporanea e del movimento di liberazione, ricostruisce per la prima volta questa importante pagina di storia sindacale dalle origini all’età fascista. È una storia scandita da lotte e sofferenze, una storia che si intreccia con le vicende politiche dello stesso periodo; una storia di lavoratori, che riuscirono a trasformare la loro debolezza individuale in forza collettiva per la costruzione di un mondo migliore.
  • Il diffondersi della pandemia virale nella società libera e negli istituti penali italiani ha colto di sorpresa tutti. La politica nazionale ha ritenuto di limitare i propri provvedimenti rispetto alla richiesta, da più parti avanzata, di procedere a interventi deflattivi massicci per migliorare la possibilità di gestire in sicurezza delle persone detenute. Il virus è parso in alcune circostanze assumere le dimensioni di leva argomentativa per sostenere approcci diametralmente opposti. Altri interventi normativi non sono intercorsi e la gestione penitenziaria ha visto riscoprire il potenziale innovativo dell’ordinamento penitenziario. Questo è stato possibile per il cambio di atteggiamento della magistratura e delle direzioni degli istituti penitenziari. Ora si tratta di capire se questo nuovo approccio, determinato dalla contingenza pandemica, non subirà un processo di affievolimento una volta che quest’ultima sarà terminata.
  • Dopo circa due mesi di chiusura delle scuole italiane a causa della pandemia Covid-19, si sta aprendo nel paese una discussione sulle conseguenze di questa situazione. Tra le altre cose, ci si chiede se la remotizzazione della scuola possa avere effetti differenziati a seconda delle famiglie di origine di bambini e ragazzi, in questo modo accrescendo le disuguaglianze scolastiche. L’articolo contribuisce alla discussione mostrando con i dati Pisa 2018 che in Italia 1) esiste un’associazione positiva tra status dei genitori e disponibilità di strumenti digitali da una parte e disponibilità ad attivarsi per aiutare i figli nelle attività scolastiche dall’altra; 2) questa associazione è più forte quando i figli sono più piccoli; 3) la relazione tra disponibilità di risorse digitali, aiuto genitoriale e risultati scolastici è più forte tra le famiglie di status più elevato. Si discutono quindi le possibili implicazioni di questa situazione per le politiche scolastiche durante la pandemia.
  • Reclutare manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento. È questo, in termini di legge, il caporalato. Una parola che sembra riportare tristemente indietro le lancette dei diritti dei lavoratori. In particolare, quando tra le sue pieghe, a fianco di interessi leciti, operano e prosperano attori illegali, le organizzazioni criminali in primis. La flessibilità del lavoro, il contenimento dei costi, la disponibilità di manodopera a basso costo, specialmente di origine immigrata, hanno riportato in auge un meccanismo di sfruttamento lavorativo che si pensava superato in se guito alle lotte e alle conquiste dei lavoratori. Cosa è il caporalato oggi? In quali ambiti della società alligna? Chi ne trae vantaggio? Come si può contrastarlo? Questo volume si prefigge lo scopo di fornire gli strumenti concettuali che consentano di comprendere il caporalato da una pluralità di punti di vista. I contributi di sociologi, antropologi, criminologi, attivisti, sindacalisti, magistrati rappresentano una vera e propria bussola per orientarsi all’interno del fenomeno e, conseguentemente, contrastarlo.
  • Gli operatori dell’Inca in Argentina partecipano in prima persona alla lotta per i diritti sociali e politici della comunità in cui risiedono sin dalla nascita o da molti anni, e con la quale condividono una storia e un destino. In questo scenario assumono particolare significato alcuni progetti promossi dall’Inca nel 2003 e nel 2004 per far fronte alla grave crisi economica e sociale del paese e per dare sostanza alla parola d’ordine «Globalizzare la solidarietà» lanciata dal XIV Congresso della Cgil. Il libro si occupa in particolare dei progetti «Adozione a distanza di anziani», promosso dall’Inca di Córdoba, «Pantalón Cortito», promosso dall’Inca di Buenos Aires per dare supporto educativo e alimentare ai bambini della città, e «Consultorio Odontoiatrico», promosso dall’Inca della città di Rosario. Si tratta di iniziative che vedono protagoniste soprattutto le donne del Patronato, da cui nascono altri impegni e azioni di solidarietà che stimolano una vasta partecipazione ed innescano un circuito virtuoso di nuove forme di sostegno e coesione sociale.
  • Nelle pagine che seguono proveremo a impostare un discorso – sicuramente parziale – sull’intervento dello Stato in economia e la natura del welfare state. Discuteremo, in particolare, le proposte di introduzione di un reddito di esistenza e di riduzione di orario di lavoro, mettendole a confronto con una prospettiva incentrata invece sulla socializzazione dell’investimento e su un piano del lavoro, in un’ottica orientata ad una piena occupazione degna di questo nome. Nel nostro ragionamento, che muoverà sullo sfondo della dinamica capitalistica dal «fordismo» al neoliberismo e alla crisi attuale, ci muoveremo integrando la questione di classe con quella di genere.
  • Una riflessione sul ruolo del sindacato in una società in profonda trasformazione.
  • L’Italia del 1985, quando venivano pubblicati i saggi qui raccolti, era molto diversa dall’Italia di oggi. Ingrao aveva da pochi anni cessato le funzioni di presidente della Camera e le sue riflessioni vertevano sulla crisi del Parlamento. Prima degli anni ottanta il Parlamento fu davvero la sede di un confronto alto tra le forze politiche e, come spiega Ferrajoli nel suo saggio introduttivo, “lo fu perché le battaglie parlamentari erano tutte sorrette da grandi mobilitazioni popolari, quali espressioni politiche di altrettante lotte sociali”. Successivamente inizia invece un processo di trasformazione che abbiamo ancora sotto gli occhi e che Ingrao lucidamente avverte e denuncia: crisi della rappresentanza, crisi dei partiti, crisi della funzione legislativa del Parlamento, sempre più all’ombra dell’esecutivo. Cosa propone Ingrao? Una seria riforma della macchina dello Stato e delle sue strutture ottocentesche attraverso monocameralismo, riduzione drastica del numero dei parlamentari, rafforzamento qualitativo dei poteri del Parlamento mediante l’espansione delle sue funzioni ispettive e di controllo, maggior collegamento delle istituzioni parlamentari con le istituzioni europee e con quelle regionali. Come allora gli obiettò Norberto Bobbio, le sue proposte si muovevano in direzione esattamente opposta alla logica della governabilità che già cominciava a informare il dibattito politico. Ma rileggere Ingrao ora è importante non solo perché i problemi che individuava trent’anni fa sono ancora sul tavolo, ma perché ci ricorda che prima ancora di affrontare riforme elettorali o istituzionali, per difendere la democrazia bisogna riabilitare in primo luogo la politica come azione collettiva e rifondare la rappresentanza sulla base di rinnovati tessuti sociali.
  • In concomitanza con la «grande recessione» di questi anni il diritto del lavoro in Spagna ha subito continui cambiamenti, il più importante dei quali è stata la riforma del mercato del lavoro e delle relazioni industriali approvata dal governo conservatore nel 2012. Uno degli obiettivi principali di questa riforma è stato quello di promuovere la contrattazione a livello aziendale, sempre più sganciata da quella nazionale o comunque di livello superiore. Oggi, a distanza ormai di qualche anno, possiamo dire che ciò non ha determinato una sostanziale alterazione della struttura formale della contrattazione collettiva, con una contrattazione aziendale tuttora molto limitata. Ciò che invece è riuscito a conseguire è stata una forte svalutazione salariale, che ha esacerbato la situazione sociale del paese.