• L’articolo analizza le dinamiche e i contenuti delle riunioni del G20, soffermandosi sulla riunione di Cannes del 2011, che secondo l’autrice ha rappresentato un timido passo in avanti, anche se ancora tutto da verificare, nel senso della costruzione di una dimensione sociale della globalizzazione. E proprio quest'ultimo aspetto costituisce il tema fondamentale dell’articolo, sul quale convergono i suoi interrogativi; come quello sul ruolo che potrebbe/dovrebbe svolgere l’Unione europea nel momento peggiore per i diritti sociali e i redditi da lavoro.
  • La rivolta studentesca del ’68 è un’onda che si diffonde ovunque in Italia, e così le lotte operaie. Un gruppo di studenti vive quegli anni in una delle formazioni più antagoniste: Potere operaio. E partecipa in prima persona alle discussioni, agli scontri con la polizia, ai successi, alle divisioni e delusioni. Finché tutto precipita nell’epoca che segnerà la fine del movimento e l’affermarsi del riflusso. L’incontro con i Consigli di fabbrica e i delegati consente ad alcuni di loro di continuare ad avere un’esperienza politica collettiva in cui credere. La Cgil rinnovata solleciterà la loro collaborazione per intervenire sulle trasformazioni del lavoro di quegli anni fino a farne dei sindacalisti a tempo pieno. Molti dirigenti del sindacato di oggi hanno attraversato un percorso simile a quello del protagonista del romanzo, Enrico Montorsi, e dei suoi amici. Dai banchi e dalle officine descrive i tanti lavori dell’Italia agricolo-industriale e poi quelli sindacali e politici degli anni settanta, arrivando fino al caso Moro e all’inizio della ristrutturazione industriale.
  • In un contesto politico profondamente mutato, la questione dell’aborto continua ad essere – come fu negli anni Settanta del Novecento – questione cruciale per la libertà, soggettività e convivenza civile di tutte e tutti. In un panorama che sembra segnato dalla rottura di vecchi schemi gerarchici e dal trionfo neoliberale dei diritti individuali emergono con grande forza, in Italia e in molti paesi, forme di nostalgia per un passato governato dalle certezze patriarcali e sovraniste che incidono ancora una volta sui corpi delle donne. In molti paesi del mondo l’aborto torna ad essere oggetto di politiche criminalizzanti. Le donne però reagiscono, in forme politiche forti e interessanti. In questo volume, che pensiamo come strumento di riflessione e di attivismo, si racconta il protagonismo politico femminista in Spagna, Polonia, Irlanda, Brasile, Argentina e Cile, dove, attraverso forme di resistenza e sperimentazione inedite, è stato posto un freno a riforme reazionarie e sono state aperte brecce nell’ordinamento per la regolamentazione dell’aborto. Le esperienze maturate in Italia e nei diversi contesti sono narrate nella cornice del dibattito politico, giuridico e filosofico più articolato che si interroga sui modi di rappresentare la questione dell’aborto, la soggettività e l’autodeterminazione femminile, e non solo.
  • L’evoluzione della disciplina del settore radiotelevisivo segue, in Europa, tre fasi distinte. La prima, quella del regime monopolistico, caratterizza la disciplina del sistema radiofonico a cavallo tra le due guerre ed è dettata anche da elementi di natura tecnica, dalla necessità di evitare che, tra gli impianti di trasmissione, si possano creare interferenze. Il modello monopolistico di gestione delle radiodiffusioni segue strade diverse: in Inghilterra e in Italia (rispettivamente nel 1926 e nel 1927) si formano società a prevalente capitale pubblico, mentre in Danimarca e in Belgio...
  • La microfinanza ha acquisito una crescente rilevanza nel campo delle politiche di welfare a partire dall’assunto che esclusione finanziaria ed esclusione sociale si rinforzino reciprocamente. L’articolo riflette su questo nesso attraverso un’analisi dei processi di inclusione-esclusione nel microcredito sociale. La ricerca, basata su uno studio di caso e interviste semi-strutturate condotte con diversi attori di policy, conferma il ruolo delle logiche paternalistiche del microcredito nella separazione tra meritevoli e non meritevoli. Tuttavia, i risultati evidenziano la rilevanza ancora maggiore dei limiti strutturali all’inclusione finanziaria. Da un lato, l’impossibilità di superare tali limiti è insita nello stesso microcredito che, in quanto strumento finanziario, può riprodursi solo a specifiche condizioni. Dall’altro, è soggetta all’agency degli attori che, coerentemente con i loro obiettivi, agiscono per limitare il rischio che il microcredito possa innescare ulteriori processi di esclusione finanziaria e sociale. Lo studio contribuisce così a fare luce sulla necessità di problematizzare la capacità degli strumenti della microfinanza, e di quelli finanziari in generale, di colmare i deficit del welfare e contrastare la povertà e la vulnerabilità sociale.
  • L’articolo presenta i principali risultati di una ricerca sulla contrattazione di secondo livello realizzata a Bologna nel triennio della ripresa economica, tra il 2015 e il 2017. Lo studio si basa sull’analisi di 150 contratti di natura acquisitiva e di alcune variabili economiche tratte dai bilanci aziendali delle imprese firmatarie. L’obiettivo della ricerca è stato quello di individuare possibili relazioni della contrattazione non solo con aspetti strutturali delle imprese firmatarie ma anche con variabili di performance economiche. Dalla ricerca emerge come il modello «classico» di contratto integrativo aziendale, mono o più spesso pluri-tematico, rinnovato ogni tre anni è stato progressivamente affiancato da un nuovo stile negoziale caratterizzato dalla presenza di un contratto «madre» da cui discendono una serie di accordi più piccoli, di natura gestionale, che disciplinano argomenti specifici. In seconda battuta, la ricerca evidenzia che la capacità dei contratti di includere più materie non si estende in modo lineare, ovvero con l’aggiunta di una materia alla volta, ma si caratterizza per «salti di qualità» contrattuale dove le materie più rare ed avanzate si presentano più frequentemente insieme e vengono gestite sinergicamente. Infine, struttura e performance aziendale sono correlate a caratteristiche contrattuali differenti: nelle imprese di maggiori dimensioni è più probabile trovare contratti più ricchi dal punto di vista delle materie e con tetti massimi del premio più elevati mentre affinché il premio di risultato esista assume maggiore importanza aver registrato buone performance economiche sul lungo periodo.
  • La cosiddetta dottrina della “casa in ordine” ha ri-nazionalizzato la cooperazione internazionale. Pur restando appuntamenti importanti - per un gioco di egoismi incrociati - gli stessi G20 sono sempre meno incisivi. Che fare? E che ruolo ha/dovrebbe avere l’Unione europea? Il contributo si sviluppa intorno a tali interrogativi. L'autrice offre una lettura incrociata di G20 (dal vertice di Washington del 2008 a quello di Los Cabos del 2012) e del processo d'integrazione europea, tentando di far emergere i punti di vista - e le rivendicazioni – degli europei.
  • L’articolo discute l’analisi di Aris Accornero su tre questioni presenti nei suoi scritti: la tutela nell’epoca dei lavori differenziati; la cooperazione, il conflitto e la partecipazione nella fase della produzione postfordista; l’unità sindacale nel periodo del tramonto delle tradizionali sicurezze sociali. Sulla tutela del lavoro Accornero sostiene la tesi che si debba passare da un tutela livellatrice ad una tutela basata su cornici normative più comprensive, differenziate e solide di quelle del passato. Sull’autonoma partecipazione dei lavoratori nelle imprese postfordiste Accornero osserva che essa sarà il risultato di un complesso e anche aspro processo di negoziazione e conflitto tra i diversi attori proprio perché la posta in gioco è il potere gestionale. Sulla disunione sindacale Accornero ritiene che sia stata generata da cause «interne» più che «esterne» al sindacato, le quali sono state a loro volta originate da eventi positivi più che negativi.
  • Nel corso degli anni la Provincia autonoma di Trento ha sperimentato diverse forme di sostegno al reddito per i nuclei familiari in stato di deprivazione o a rischio povertà, come gli assegni per la copertura del minimo vitale e il più recente reddito di garanzia. L’evoluzione delle politiche di inclusione in Trentino ha portato nel 2017 al varo del nuovo assegno unico che riunisce in una sorta di «reddito di comunità» diversi sostegni economici per le famiglie a rischio povertà, per la cura dei figli e per l’inclusione dei disabili. L’Autore prende in esame, quindi, e caratteristiche salienti e le sfide future per una particolare forma di reddito minimo nato all’ombra delle Dolomiti.