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CM 1-2018
12.00
€
Editoriale
Tortorella
Sisifo rivalutato e la consapevole speranza
Osservatorio
Vita
Reinventare la sinistra
Garzia
La Spagna va a destra dopo il voto catalano
Orlandi
Il “sogno cinese” e i superpoteri di Xi Jing Ping
Discussioni
Cuperlo
Superare il divorzio tra sinistra e pensiero critico
Agostini
I Diari di Bruno Trentin: cerchiamo ancora
Laboratorio culturale
Cecchi
La finanza al centro del sistema: Sweezy in dialogo con Minsky
De Nardis, Barile
Il ritorno della questione nazionale
Bisignani
Il Machiavelli di Gramsci
Badon
Securitarismo e istituzioni penali tra vecchio e nuovo Ottocento
Schede critiche
Montaleone
Parlare, capirsi, agire politicamente
Leiss
Žižek, Lenin e il discorso del Padrone
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La professionalità docente
12.00
€
Sono anni che il movimento sindacale contrasta i provvedimenti volti a destrutturare l’impianto della scuola pubblica emerso con la sperimentazione e la legislazione degli anni Settanta e Ottanta; più consistente è invece la fatica di tradurre l’elaborazione critica e analitica in una progettualità declinabile sul terreno della materia contrattuale. La legge 107/2015, intercettando un bisogno di cambiamento nella valorizzazione professionale, ha fornito però una risposta irricevibile che riproponeva, in modo piuttosto confuso e con diversi anni di ritardo, i fondamenti culturali della svolta di matrice neoliberista. Concetti distinti come impegno, merito, professionalità sono stati mescolati al fine di rappresentare nell’immaginario collettivo una risposta al bisogno di riconoscimento professionale che costituisce uno dei punti più delicati del lavoro educativo, approdando inesorabilmente ad una logica di tipo aziendalistico. È in questa cornice che matura la proposta di un convegno sulla professionalità docente, promosso dalla FLC CGIL Piemonte e i cui risultati sono raccolti in questo volume, per rispondere all’esigenza di entrare in un terreno difficile da sempre per il movimento sindacale, ma necessario per definire una strategia complessiva in grado di tenere insieme la sensibilità pedagogica con il profilo identitario del lavoro e con il controllo sull’organizzazione del lavoro. I contributi che seguono la relazione introduttiva si sviluppano su percorsi articolati: dalla riflessione in materia di professionalità nella cornice ministeriale all’elaborazione sui contenuti professionali della docenza professionale, per concludere con la lettura sociologica delle relazioni sindacali nel comparto scuola.
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Un lungo addio?
12.00
€
Il volume analizza i cambiamen ti nei rapporti tra i sindacati e i partiti intervenuti negli ultimi trent’anni nei principali paesi dell’Europa Occidentale. Ven go no individuate tendenze e processi che si sono verificati in Francia, Germania e Gran Bretagna, ma nel lo stesso tempo il focus si concentra intorno alle più importanti vicende italiane: le quali attraversano la fuoriuscita dai vecchi partiti di massa (e in particolar modo dal Pci), lo scontro D’Alema-Cofferati, e arrivano al tentativo di disintermediazione operato da Renzi. Per quanto lo sguardo sia generale l’attenzione prevalente è dedicata al principale partito della sinistra (nelle sue diverse configurazioni storiche post-Pci), e al principale sindacato (la Cgil). Il legame tra questi attori, che è stato molto stretto nella tra dizione del movimen to operaio, è diventato nel corso degli ultimi decenni progressivamente più esile e incerto. Il punto di arrivo attuale consiste nel forte ridimensionamen to di una comune base di identi fi ca zione, dovuto alla crescen te collocazione del partito al di fuori dell’orbita laburista, cosa che ha coinciso con lo smarrimento del suo ruolo centrale nella elaborazione della cultura politica di riferimento comune. A questa caduta identitaria si è accompagnato anche il venir meno delle relazioni organizzative formali, specie in ambito nazionale e centrale. Il volume intende esplorare le cause di questo fenomeno, si interroga intorno alla sua reversibilità, e indaga inoltre sulle piste intorno a cui possono prendere forma gli scenari e le strategie del futuro.
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Bilateralità quali prospettive
12.00
€
Dopo l’iniziativa di Napoli del settembre 2015, che abbiamo raccolto nel volume Bilateralità: quali prospettive? e che si proponeva di avviare un percorso di riflessione su un argomento come la bilateralità, che non aveva visto fino a quel momento una discussione organica, abbiamo proseguito la riflessione nel 2016 affrontando con un nuovo seminario alcuni temi specifici quali: il ruolo della bilateralità in Europa, i fondi sanitari, i fondi previdenziali, il welfare contrattuale. Un bilancio di cui, ad un anno dal seminario di Napoli, viene dato conto in questo nuovo volume e che è stato utile anche per cimentarsi su quanto sta avvenendo in questa fase di avvio della definizione di nuovi modelli di relazioni sindacali con le controparti, in cui la bilateralità viene assunta come uno degli elementi di riferimento della contrattazione. L’obiettivo è rimasto quello di provare a rappresentare un progetto di riflessione sistemica sull’argomento, continuando a far confrontare la Cgil e le sue federazioni di categoria, nel quadro delle proprie peculiarità, per migliorare la qualità della contrattazione nella consapevolezza della sua stretta correlazione con la bilateralità.
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Il valore democratico della conoscenza
12.00
€
La transizione dall’era industriale all’era della conoscenza ridefinisce gli equilibri economici e sociali su scala globale e, come accade in ogni nuova fase della nostra storia, anche questa trasformazione non è neutra perché mentre si rompono i vecchi equilibri stenta a ricomporsi un quadro culturale e politico unificante. La conoscenza non solo sviluppa le facoltà di base e prepara le persone al lavoro, ma trasmette anche valori, crea abitudini, coltiva attitudini e forma i cittadini. Pertanto questo passaggio d’epoca ci richiama particolarmente sia alla responsabilità di definire un bagaglio teorico adeguato alle sfide da affrontare, sia alla necessità ineludibile di attivare politiche pubbliche nelle quali la conoscenza si configuri progressivamente come un nuovo diritto di cittadinanza: un momento fondamentale per la ricostruzione del tessuto sociale e uno strumento di liberazione e progresso civile. L’Italia affronta tale fase tra scarsità di risorse, riforme regressive e un dibattito pubblico insufficiente e spesso inadeguato. Governare in termini positivi il passaggio verso il nuovo modello di società non significa passare attraverso la riedizione di sterili esperimenti neoluddisti ma richiede forme innovative di regolamentazione e criteri redistributivi incentrati sull’equità. Solo in questo modo sarà possibile definire una visione condivisa del futuro. Contributi di: Salvatore Biasco, Elena Gagliasso, Raffaella Messinetti, Vincenzo Nesi, Michele Raitano, Fabrizio Rufo, Gianfranco Viesti
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Sociologia storica e spiegazione causale
12.00
€
In questo testo ci si chiede se sia possibile perseguire, anche nel campo delle scienze sociali, non soltanto una «comprensione intuitiva» o «interpretativa», ma – come accade per le scienze fisiche o naturali – una «spiegazione causale» dei processi storico-sociali osservati. Per questo riteniamo che questo testo possa essere utile nell’insegnamento delle scienze umane e sociali nel nostro paese. Nel primo capitolo si discute dell’impianto metodologico di vari autori come Elias, Bendix e Wallerstein, nessuno dei quali tuttavia mostra di utilizzare metodi in grado di raggiungere una spiegazione causale. È solo nel secondo capitolo, dedicato a Max Weber, che si vede come questo autore, tramite l’analisi storica comparata e la tecnica narrativa e «iterativa» cui egli ricorre, sia invece in grado di raggiungere una spiegazione causale, con riferimento, in particolare, alle origini del capitalismo in Occidente. Weber dimostra infatti il ruolo autonomo e innovativo rilevante che possono svolgere determinati soggetti dotati di forti convinzioni etiche (come i profeti giudaici o gli imprenditori protestanti), nell’indurre mutamenti importanti nei canoni sociali e morali dominanti. Il terzo e ultimo capitolo offre poi un riepilogo delle caratteristiche dell’analisi storica comparata, mentre nell’appendice si mostra come la concezione del «capo carismatico» di Weber muti negli ultimi anni della sua vita e come questo mutamento si comprenda meglio «storicizzando» Weber, cioè situandolo nella temperie della crisi politica e sociale della Germania di Weimar.
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CM 1-2019
12.00
€
Editoriale
Aldo Tortorella
, Un mondo in bilico
Osservatorio
Piero Di Siena
, L’Europa nella crisi del capitalismo globale
Ignazio Drudi, Gabriele Pasin, Giorgio Tassinari
, La disuguaglianza economica uccide la democrazia
Vincenzo Comito
, Pubblico e privato in economia: la debolezza cronica dello Stato
Giovanni Semeraro
, La restaurazione in Brasile: un fascismo neoliberista
Laboratorio culturale
Antonio Di Meo
, Storia
attiva
e storia
passiva
. Antonio Labriola, la nazione e il nazionalismo
Nerio Naldi
, Le lettere di Gramsci che Sraffa non consegnò al Partito comunista
Emiliano Alessandroni
, Antonio Gramsci e il leninismo come dialettica
Antonio Catalfamo
, Emilio Lussu, politico originale e scrittore dimenticato
Schede critiche
Guido Liguori
, Per chi suona il populismo
Mihaela Ciobanu
, I neopopulismi e il destino del partito politico
Fabio Vander
, Egemonia e rivoluzione in Occidente
Lelio La Porta
, Il bene, il male e la prassi della filosofia
Velio Abati
, I poeti del Novecento di Fortini
Alberto Leiss
, Declinazioni della violenza tra Roma e Phnom Penh
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CM 2-2019
12.00
€
Editoriale
Aldo Tortorella
, Il pericolo di oggi e il suo nome
Osservatorio
Filippo Miraglia
, Immigrazione: le verità rimosse e la via d’uscita dal razzismo
Jean-Claude Paye
, Gilets jaunes: popolo o proletariato?
Francesco Consiglio
, La presidenza Trump e il movimento pacifista statunitense
Luca Romaniello
, La carta della Cgil: una nuova stagione per i diritti del lavoro
Laboratorio culturale
Denis Melnik
, Le narrazioni come forza materiale: la parabola della Nep e la caduta del sistema sovietico
Alberto Diaspro
, Il pane e le rose per umani e umanoidi nel tempo delle nanotecnologie
Massimo Modonesi
, Considerazioni sul concetto gramsciano di “classi subalterne”
Chiara Meta
, Formazione dell’uomo e personalità in Antonio Gramsci. Un confronto con il pragmatismo
Giovambattista Vaccaro
, André Gorz ieri e oggi
Schede critiche
Giacomo Gambaro
, La nuova coscienza femminile del mondo
Fabio Vander
, Populismo e comunismo italiano
Pasquale Voza
, Capitale umano e ideologia del merito
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CM 6-2018
12.00
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Brancaccio, Cavallaro
In ricordo di Giorgio Lunghini
Duecento anni dopo
Tortorella
La rivincita di Marx su detrattori e immemori
Osservatorio
Vita
Movimenti della post-politica
Grandi
E adesso, povera sinistra?
Moltedo
L’occasione dei democratici Usa
Discussioni
Cigarini
La battaglia della narrazione
Laboratorio culturale
Cacciatore, Gatto, La Porta, Liguori
Letture di Marx
Barbagallo
L’evoluzione del capitalismo nelle analisi di Marx
Barile
Realismo ed etica in Lenin
Aqueci
Il valore economico e la questione meridionale in alcune note manoscritte di Piero Sraffa
Piotto
Gramsci, Bourdieu: i subalterni e la critica dell’ideologia neoliberista
Voza
L’era del realismo capitalista
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L’ufficiale e il comunista
12.00
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La vicenda di Francesco e Peppino Capobianco – padre e figlio, l’ufficiale e il comunista – è emblematica di quel conflitto generazionale che segnò il complesso passaggio dal fascismo alla Repubblica, per divenire poi uno dei tratti peculiari e costanti di gran parte della seconda metà del secolo scorso. Gaeta, splendida città della riviera di Ulisse, appena assegnata per diretto volere del duce Benito Mussolini alla provincia di Roma dopo la soppressione di Terra di Lavoro nel 1927, ne è la principale cornice. La città, dopo aver perduto il ruolo di fortezza del Regno meridionale, attraverso trasformazioni urbanistiche, l’insediamento di una grande vetreria, il rilancio delle attività portuali e la costruzione della città giardino di Serapo, tenta in quegli anni la strada di un nuovo sviluppo fondato sulle risorse del territorio. Ma lungo il faticoso percorso incontra la guerra e la spietata occupazione tedesca che si scatena contro i militari italiani e la popolazione civile in un punto strategico della linea Gustav dopo l’8 settembre 1943. Qui Francesco Capobianco – un ufficiale del Regio esercito, pluridecorato della Grande Guerra, che sceglie a rischio della vita di rimanere fedele al Re – e il figlio Peppino – studente eccellente dall’animo generoso e sensibile – vivono il calvario patito dalla popolazione di Gaeta dopo l’Armistizio; i due riescono a salvarsi con una fortunosa fuga via mare il 17 marzo del 1944, dopo mesi trascorsi sulle montagne tra rifugi di fortuna e inaudite sofferenze. Un’esperienza dura e traumatica che accrescerà la stima reciproca tra padre e figlio ma, al tempo stesso, creerà le premesse di un lungo e doloroso conflitto familiare. Entrambi, infatti, vivranno con estremo rigore, coerenza e determinazione le opposte scelte di vita e i diversi modi di concepire la società nell’Italia liberata.
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CM 3-2019
12.00
€
Editoriale
Aldo Tortorella
, Crimine capitale
Osservatorio
Michele Prospero
, L’alleanza del denaro e della paura che minaccia la democrazia italiana
Claudio Treves
, Il sindacato confederale, il governo gialloverde e l’Europa
Francesco Forgione
, Un modello economico-criminale di successo nel neocapitalismo italiano
Stefano Salmi
, Portogallo: così governa una sinistra riformista
Raffaele K. Salinari
, Le origini del radicalismo islamico contemporaneo: il caso dell’Algeria
Laboratorio culturale
Giovambattista Vaccaro
, Cosa resta di Marx. Note sul marxismo francese contemporaneo
Marcello Montanari
, La filosofia di Marx
Luca Basile
, Note su Croce fra Kant ed Hegel
Francesco de Filippis
, Il fenomeno carismatico in Gramsci e Michels
Simone Coletto
, Sapere è politica, politica è sapere. Il problema della storia in Gramsci
Fulvio Lorefice
, Walzer e la «buona politica estera» della sinistra liberale
Schede critiche
Guido Liguori
, L’ultimo Lukács e la lotta per un nuovo socialismo
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CM 4/5-2019
12.00
€
Editoriale
Aldo Tortorella
, La costruzione del popolo
Osservatorio
Romeo Orlandi
, Lanterne rosse in Africa
Anna Maria Merlo
, Macron, un liberal troppo a destra
Iacopo Scaramuzzi
, La chiesa di Francesco, “poliedrica” e terremotata
“Alternative in rete”
Vincenzo Vita
, La dittatura delle tecniche, l’alternativa necessaria
Michele Mezza
, Il dominio del calcolo: un conflitto a casa nostra
Piero De Chiara
, Per una intelligenza europea (non solo artificiale)
Giulio De Petra
, Rivoluzione digitale, una critica da sinistra
Stefano Bocconetti
, Sui social ascoltiamo le parole degli anonimi
Discussioni
Denis Melnik
, Sul Putin-pensiero: il liberalismo è morto, viva il neoliberismo
Francesco Aqueci
, Antonino Laganà, Oltre la frontiera. Analisi e prospettive di un nuovo inizio
Laboratorio culturale
Aldo Tortorella
, Etica e politica in Antonio Banfi
Giuseppe Cacciatore
, Il marxismo di Antonio Banfi
Paolo Ercolani
, Marx, Lenin e la centralità della questione femminile
Sevgi Doğan
, Rosa Luxemburg e la questione femminile
Antonio Di Meo
, Primo Levi. Un centenario
Paolo Desogus
, La «filosofia della praxis» da Labriola a Gramsci
Stefania Pietroforte
, Usi di Leopardi
Schede critiche
Paolo Ciofi
, Rendita e sovranismo nelle città globali
Alberto Leiss
, La politica nell’era digitale
Fabio Vander
, L’egemonia e la sinistra nel XXI secolo
Pasquale Voza
, La (ancora) nuova ragione del mondo
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