• Nel corso degli ultimi anni, il tema della sicurezza sul lavoro è stato caratterizzato da una pluralità di interventi normativi - derivanti, per lo più, dal recepimento, all’interno del nostro ordinamento, di direttive comunitarie - tra i quali il dlgs n. 626 del 1994 costituisce il caposaldo. Proprio a causa di una legislazione frantumata e non sempre intelligibile, l’analisi giuridica delle problematiche in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro si rivela in tutta la sua complessità, soprattutto per le difficoltà interpretative che la caratterizzano. L’importanza del tema e di una sua attenta considerazione rimane però confermata dalla circostanza che in un sistema economico come quello italiano, dove il peso del sommerso è più rilevante che altrove e dove è tuttora diffuso il costume di perseguire il massimo profitto con i minori costi di sicurezza, una parte consistente degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali è dovuta proprio alla disapplicazione della normativa antinfortunistica. Se in questa materia comunque gli interventi normativi sono numerosi, altrettanto non può dirsi di due temi peculiari, molestie sessuali e mobbing, ai quali è stato perciò dedicato uno spazio autonomo, a chiusura della trattazione.
  • Il volume affronta le più attuali questioni relative al regime giuridico della retribuzione, evidenziando, rispetto ai singoli profili, le soluzioni emerse in sede normativa, giurisprudenziale e sindacale, così da fornire una descrizione critica e nel contempo pratico-casistica dei diversi aspetti problematici sul tappeto. In particolare il saggio si sofferma sul giudizio di adeguatezza e proporzionalità della retribuzione; sul concetto di onerosità e gratuità della prestazione lavorativa; sul principio di parità di trattamento; sul criterio di onnicomprensività della retribuzione; sulle modalità di adempimento dell’obbligazione retributiva; sulle diverse forme di compenso; sulle voci dirette, differite e automatiche di remunerazione; sull’evoluzione storica e sulle prospettive applicative dell’istituto del trattamento di fine rapporto. Le diverse questioni vengono esaminate prevalentemente nella prospettiva del rapporto di lavoro privato, anche se non mancano approfondimenti e rinvii alla realtà normativa e contrattuale del pubblico impiego.
  • Nel dibattito sul cambiamento degli assetti produttivi si sono poste in rilievo prevalentemente le modificazioni nelle forme e nel governo del mercato del lavoro. L’ipotesi formulata nel volume è che i mutamenti delle forme di progettazione e funzionamento delle organizzazioni siano all’origine, rispetto al lavoro «standard», di differenze che investono sia i contenuti del lavoro sia il modo di regolare la prestazione lavorativa. I cambiamenti che coinvolgono il lavoro «non standard» sono di varia natura e generano esigenze di tutela e di rappresentanza che costituiscono un nuovo campo di impegno per il sindacato. Questa tesi, sostenuta nel saggio introduttivo di Marida Cevoli, sociologa dell’organizzazione, è stata confermata dai risultati della ricerca sulla prima generazione di iscritti a Nidil («Nuove identità di lavoro»), struttura della Cgil che da alcuni anni si occupa della tutela del lavoro non standard o «atipico». L’indagine, diretta dall’autrice del volume e realizzata dall’Istituto superiore per la formazione (Isf) su incarico di Nidil e della Cgil nazionale, si è posta l’obiettivo di comprendere le caratteristiche e le aspettative di un campione rappresentativo del primo gruppo di iscritti a Nidil, analizzando le dimensioni del lavoro e i suoi contenuti in contesti diversi e per aree professionali molto differenziate.
  • Sulla scena politica contemporanea tornano alla ribalta i movimenti di massa: dalle manifestazioni internazionali contro la globalizzazione, alle iniziative sui temi della convivenza democratica. In molti casi è scesa in campo un’agguerrita galassia di soggetti indipendenti, che hanno utilizzato il linguaggio filmico per offrire punti di vista alternativi. Ed è proprio quest’ultimo aspetto che gli Annali 2002 della Fondazione Archivio Audiovisivo si propongono di indagare: l’uso della documentazione filmica non solo come deposito di memoria, ma anche e soprattutto come settore non secondario delle stesse battaglie democratiche. Il volume si divide in tre parti. Nella prima vi sono saggi dedicati ad aspetti fondamentali dell’attività di documentazione filmica: dalle questioni metodologiche e linguistiche, all’evoluzione tecnologica dei mezzi; dai problemi relativi alla conservazione dei documenti, al loro uso nei prodotti finiti; dalla funzione della documentazione nella cultura politica e sindacale, al suo valore come fonte per la storia. Nella seconda parte sono raccolti i contributi di molti filmmaker e operatori della comunicazione. La terza parte offre i documenti relativi alle più interessanti esperienze di documentazione filmica e comunicazione alternativa progettate e realizzate in Italia. Completano il volume un inserto fotografico sul tema trattato, una filmografia ragionata e un’appendice con le attività svolte dalla Fondazione nel 2002.
  • Un sistema di qualità per i servizi sociali. E' l’argomento di questa nuova Guida della collana "Strumenti di Welfare locale" approntata da una delle maggiori esperte italiane, la sociologa Paola Piva, sulla base delle esperienze più significative che stanno fiorendo nel nostro paese a seguito della riforma dell'assistenza, e che si trovano tutte davanti alla necessità di definire regole sicure per accreditare i soggetti del nuovo mercato "misto" dei servizi sociali. Ma un sistema di qualità raggiunge davvero i suoi obiettivi se vede protagonisti i cittadini; la qualità, insomma, è tale solo se è anche "partecipata". La Guida, partendo da questa convinzione, spiega in che modo si possa passare dalla teoria alla pratica, illustrando i casi d’eccellenza già operanti in numerose realtà territoriali. L’intento è di facilitare la creazione del sistema di qualità, non di offrire un modello unico da seguire, buono per tutti i contesti. In queste pagine viene presentato perciò un percorso attrezzato che dapprima individua gli attori del sistema, i contenuti e i modi per costruire la qualità partecipata; poi descrive gli strumenti amministrativi per gestire il mix dei servizi pubblici-privati. Naturali destinatari della pubblicazione sono gli amministratori comunali, impegnati nella gestione dei piani di zona e perciò garanti della qualità e delle pari opportunità di accesso ai servizi; i cittadini destinatari dei servizi, interessati al loro buon funzionamento; i sindacalisti che negoziano lo sviluppo delle reti sociali, i volontari delle associazioni di solidarietà civile; i responsabili di imprese, cooperative sociali e fondazioni che contribuiscono al finanziamento e alla gestione dei servizi.
  • Il cofanetto raccoglie sedici agili volumi che affrontano l’insieme delle tematiche del diritto del lavoro coniugando al rigore scientifico della trattazione un linguaggio che la rende immediatamente accessibile anche ai non "addetti ai lavori". Una vera e propria riscrittura del diritto del lavoro rivolta a favorire diffusione, conoscenza e comprensione dei diritti, utilissima tanto per i processi formativi che per l’attività di difesa e tutela svolta dai tecnici (avvocati, consulenti e sindacalisti) del settore. Coordinata dai professori Piergiovanni Alleva e Giorgio Ghezzi, ordinari di Diritto del lavoro rispettivamente nelle Università di Ancona e di Bologna, l’opera si compone dei seguenti testi: * Collocamento e costituzione del rapporto di lavoro, di Stefano Caliandro * Subordinazione, parasubordinazione e collaborazione coordinata e continuativa, di Marina Garattoni * I contratti di lavoro atipici, di Stefano Caliandro * La prestazione di lavoro e le sue vicende modificative, di Bruno Laudi * Regime e flessibilità dell’orario di lavoro, di Andrea Allamprese * Salute, sicurezza, molestie e mobbing, di Flavia Pasquini * Il regime della retribuzione e il tfr di Alberto Pizzoferrato * Estinzione del rapporto di lavoro (articolo 18 e dintorni), di Alberto Piccinini * Gli strumenti di governo delle eccedenze di personale, di Giacomo Fontana * La tutela dei diritti dei lavoratori, di Giovanni Zampini e Valerio Cerritelli * Il rapporto di lavoro pubblico, di Giovanni Zampini * La contrattazione e il contratto collettivo, di Andrea Lassandri * La contrattazione collettiva nel pubblico impiego, di Piera Campanella e Monica Navilli * Libertà e attività sindacale. Il comportamento antisindacale nello Statuto dei lavoratori, di Federico Frediani * Il conflitto in particolare nei servizi pubblici essenziali, di Carmen La Macchia * Giurisdizione, tentativo obbligatorio di conciliazione e arbitrato, di Franco Focareta e Giovanni Pozzobon.
  • Le donne della Lebole avevano un sogno. Alla fine degli anni cinquanta erano giovanissime: tra i 14 e i 20 anni. Volevano un lavoro, uno stipendio, una vita autonoma, possibilmente diversa da quella che aveva visto i loro genitori spezzarsi la schiena nei campi. L’opportunità venne offerta dai fratelli Mario e Giannetto Lebole, che puntarono sulla produzione delle confezioni in serie. I sogni di tutti non durarono molto. Le operaie furono costrette a fare i conti con ritmi esasperati e con un’organizzazione del lavoro assolutamente nuova per loro: «ci chiedevano di non pensare e di muovere, sempre più velocemente, le mani». Nel 1972 i Lebole dovettero comprendere che una fase storica dell’industria dell’abbigliamento si era chiusa e passarono la mano all’Eni. Idrocarburi e tessile insieme? Un altro sogno, stavolta di Enrico Mattei. Lo Stato s’improvvisò sarto, ma con pessimi risultati, e nel 1987 cedette tutto a Marzotto. I pacchetti azionari cambiavano ancora di mano, mentre le operaie restavano le stesse: sempre meno giovani e sempre più stanche di dover difendere il loro lavoro. Le 5.362 addette del 1969 si ridussero progressivamente fino ad arrivare, nel 2002, a 245. Furono le ultime: «L’energia elettrica negli stabilimenti viene staccata il 12 aprile 2002. Le porte degli uffici chiuse il 30 giugno. Una morte silenziosa. L’ultimo gesto è del portiere che riconsegna le chiavi dello stabilimento. Le donne si tolgono la spolverina blu e tornano a casa. È finita». Oggi nessuno sogna più in via Ferraris. Rimangono, per migliaia di donne, i ricordi delle amicizie, degli affetti, delle lotte e dei sacrifici. Rimane, per Arezzo, il ricordo di una fabbrica mai amata fino in fondo.
  • Un lavoro dipendente sempre più frammentato e invasivo, orari e contratti sempre più flessibili, certezze e diritti che si vanno riducendo, una contrattazione che si fa più difficile e complessa. E, insieme, una sinistra tesa a ricostruire un delicato rapporto tra modernizzazione e diritti nell’ambito delle sfide della competitività, con un governo - il centrodestra di questi anni - attento solo, quando parla di lavoro e di Stato sociale, ai dettami del liberismo più spinto. La crisi del modello industrialista e la globalizzazione hanno messo in discussione, dalle radici, un modo di vivere e di lavorare consolidato da decenni. E, con questo, hanno messo in crisi un modo di fare sindacato. Per Cgil, Cisl e Uil - che insieme organizzano circa undici milioni di lavoratori e pensionati - una sfida che non può essere elusa. E che, a dispetto delle distanze attuali, può essere affrontata e vinta solo nel segno dell’unità.
  • Le grandi trasformazioni tecnologiche hanno comportato la modifica dei sistemi di produzione classici, caratterizzati dalla standardizzazione della produzione e strettamente connessi quindi ad un modello di prestazione lavorativa con durata e tempi di lavoro predefiniti. Si sono così affermate nuove forme di rapporto lavorativo più in sintonia con l’attuale organizzazione del lavoro. Nel volume si opera una distinzione tra quei lavori atipici che si differenziano dal lavoro subordinato tradizionale per una diversa definizione dell’aspetto temporale e quelli in cui alla retribuzione si accompagna l’addestramento professionale. Nei primi tre capitoli vengono dunque esposte le discipline dei rapporti di lavoro temporaneo, a termine e a tempo parziale, nel quarto capitolo viene invece affrontato il tema dei rapporti di lavoro con finalità formativa quali l’apprendistato e il contratto di formazione e lavoro.
  • Di fronte alla nascita di nuove forme di lavoro, la tradizionale distinzione tra lavoro subordinato e lavoro autonomo non è più netta come in passato. Il volume tratta innanzitutto della subordinazione e dei criteri che la contraddistinguono, individuati dalla giurisprudenza nel corso degli anni. Viene poi esaminata la parasubordinazione che, pur rimanendo classificata all’interno del lavoro autonomo, condivide alcuni tratti identificativi con il lavoro subordinato, dal quale tuttavia si differenzia per importanti aspetti. Infine le ultime due sezioni sono dedicate a forme di lavoro che spesso dalla giurisprudenza sono state annoverate fra le collaborazioni coordinate e continuative, ma che si distinguono nettamente sia dal lavoro subordinato sia dal lavoro autonomo o per l’antitetica struttura contrattuale (come nel caso dei rapporti associativi) o per la diversa destinazione del risultato della prestazione di lavoro (come nel caso dei cosiddetti non lavori).
  • Il contratto collettivo - accanto alla legge - è il principale strumento di tutela del lavoratore dipendente; il lavoratore infatti, in un rapporto diretto col datore di lavoro, raramente riuscirebbe a strappare condizioni di lavoro paragonabili a quelle garantite dal contratto collettivo. Il sindacato pertanto, stipulando il contratto collettivo e cercando di ottenerne la concreta applicazione in azienda, svolge una fondamentale funzione protettiva: attenua, a vantaggio del lavoratore, lo squilibrio di potere - sociale, economico e giuridico - esistente tra lavoratore e datore. Nel volume si descrivono le modalità attraverso cui il contratto collettivo regolamenta il rapporto individuale, precisando che cosa prevede, quando e a chi si applica, come opera se i datori di lavoro rifiutano di applicarlo oppure se si manifesta il dissenso dei lavoratori. Ci si sofferma inoltre sui rapporti esistenti tra contratti collettivi di livelli diversi (nazionale interconfederale, nazionale di categoria, aziendale) o anche del medesimo livello: nelle dinamiche di relazioni industriali infatti il contratto collettivo non sta mai da solo ma si lega ad altri, dando vita al sistema della contrattazione collettiva.
  • Nel volume vengono analizzati gli elementi fondamentali del rapporto di lavoro: le categorie, qualifiche e mansioni del lavoratore; il luogo della prestazione; il potere direttivo, di vigilanza e di controllo del datore di lavoro; l’obbligo di diligenza, obbedienza e fedeltà del lavoratore. Particolare attenzione è stata posta all’esercizio dello ius variandi da parte dell’imprenditore, soffermandosi sulle modificazioni del rapporto di lavoro che possono far sorgere il diritto del lavoratore all’inquadramento superiore o, in caso di demansionamento, il diritto a svolgere mansioni consone al proprio livello di appartenenza con la conseguente possibilità per il dipendente di richiedere il risarcimento dei danni per violazione dell’articolo 2103 del codice civile. Sono esposte inoltre tutte le ipotesi, previste sia dall’ordinamento giuridico sia dai contratti collettivi, di sospensione del rapporto di lavoro (malattia, infortunio, congedi, permessi, aspettative ecc.), approfondendo particolarmente il tema dei congedi parentali alla luce della normativa recentemente introdotta con il d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità). Sempre in tema di novità legislative viene esaminata la normativa che tutela i diritti dei lavoratori in caso di trasferimento di azienda, evidenziando la diversa nozione di azienda introdotta dal d.lgs. 2 febbraio 2001, n. 18, e sottolineando gli aspetti lesivi dei diritti dei lavoratori presenti nelle norme oggetto della recente delega al Governo.
  • Il prolungamento della vita lavorativa rappresenta un tema di riforma affrontato ormai da anni dall’Unione europea e in vario modo dai diversi Paesi che ne fanno parte. L’Italia, a questo riguardo, durante gli anni di governo del centro-sinistra ha avviato significative modifiche nell’ambito dei sistemi previdenziali e fiscali incrementando la convenienza dei lavoratori a prolungare il lavoro e riducendo l’onerosità del cosiddetto cumulo. Ciò che oggi differenzia l’Italia dal resto d’Europa rispetto alla questione del prolungamento della vita lavorativa è rappresentato da un’età di uscita dal mercato del lavoro inferiore alla media dei paesi europei e dalla debolezza delle politiche attive, in particolare di quelle formative. In questo contesto si inquadra l’indagine dell’Ires che, per la prima volta in Italia, getta luce sul rapporto lavoro/pensionamento così come viene vissuto dai lavoratori e dai pensionati. Sono state infatti raccolte ed analizzate le motivazioni dei lavoratori over 45 tanto nelle scelte di abbandono precoce dell’occupazione, quanto in quelle di eventuale prolungamento della vita lavorativa fino ed oltre la soglia dell’età pensionabile. I gruppi esaminati sono i lavoratori - lavoratori (persone ancora distanti dalla pensione), i lavoratori -quasi pensionati (persone in procinto di lasciare il lavoro per il pensionamento) e i pensionati - lavoratori (persone che hanno ripreso il lavoro in forma autonoma).
  • Chi lavora nei servizi sociali? Quali competenze sono richieste per migliorare i servizi? Quali professioni avranno possibilità di impiego negli anni futuri? Come progettare l’offerta formativa per rispondere alle esigenze effettive del Welfare locale? Questi temi vengono affrontati nella Guida, frutto delle esperienze di ricerca realizzate da due sociologhe in diversi contesti territoriali. La riforma del comparto sociale e del mercato del lavoro, il trasferimento delle funzioni dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali hanno trasformato l’impianto complessivo del sistema professionale. Questa dispensa offre spunti di riflessione per tutti i soggetti che a diverso titolo si occupano di professioni sociali dal lato del lavoro e dal lato della formazione. Propone un sistema di governance per le Regioni che intendono programmare la formazione in modo coerente con la domanda espressa dai territori.
  • Allacciatevi le scarpe e partite. Il nuovo libro di Moscati parte da lontano, dal mitico On the Road, Sulla strada, di Jack Kerouac; e da molto vicino, dalla situazione in cui vive e si muove lo smaliziato spettatore della contemporaneità tra le immagini delle televisioni- e non più della televisione-, del cinema, delle navigazioni in Internet. La fantascienza è atterrata. La geografia non è più la stessa delle carte o dei mappamondi. La storia sembra smarrita, in cerca di bussole. Ed ecco il cammino costellato di racconti su cui si concentra il libro: un viaggio in otto tappe nell’America che non è più quella di Sulla strada e neanche quella che abbiamo conosciuto prima della ferita nel cuore di Manhattan; una Trilogia della paura, ovvero tre film-documento per la tv che da Manhattan sviluppano una ricerca dietro le cronache delle guerre combattute o annunciate o dimenticate; e infine alcune brevi guide nella foresta globale dei mass media. L’autore propone una sintesi dei percorsi che ci troviamo di fronte oggi, in un’epoca che lascia poco spazio alle illusioni e agli esotismi creati sia dal bianco e nero del cinema e della tv, sia dalle cartoline a colori che li hanno riproposti in una nuova luce. Esotismi, territori sottratti alla distanza, affidati al dominio delle immagini dell’attualità. Siamo in tempi di «breaking news», le notizie che irrompono all’improvviso sui video e ci spostano di colpo in Afghanistan e in tanti altri luoghi spesso oscuri, poco conosciuti, sfuggenti, dove si accendono drammi, tensioni, inquietudini. Le scarpe di Jack Kerouac entrano in una crescente dimensione di spostamenti che ci trovano impreparati e tuttavia ci riguardano.
  • C’è oggi una crescente consapevolezza di come il tema della pace e della guerra non possa essere separato da altre fondamentali questioni che attengono al rapporto tra l’Oriente e l’Occidente e tra il Nord e il Sud del mondo, a partire da quelle che chiamano in causa la distribuzione ineguale delle risorse nel pianeta e la dicotomia crescente fra concentrazione della ricchezza e diffusione di una condizione di povertà estrema. Pure all’interno di queste più generali dinamiche, rispetto alla questione della pace e della guerra, esiste però un ruolo specifico delle religioni, che a volte, come per la tragedia della distruzione delle due torri del World Trade Center a New York l’11 settembre 2002, viene invocato anche strumentalmente. In realtà, nel corso della storia, le religioni hanno svolto, e tuttora svolgono, un ruolo non neutro rispetto agli equilibri politici, sociali, economici e culturali e spesso differenze culturali e religiose hanno rappresentato il paravento dietro cui nascondere concreti e giganteschi interessi economici e politici. Questo libro, attraverso i saggi di quattro autorevoli esperti, si interroga invece sul contributo che le religioni, in particolare le grandi religioni monoteiste, possono dare oggi alla ripresa di un generale processo di pace che, per essere davvero tale, deve potersi realizzare in primo luogo come denuncia critica dell’ingiustizia e recupero del rispetto della differenza.
  • L’allargamento dell’Unione europea è alle porte. A partire dal 2004 altri dieci Paesi verranno ad aggiungersi ai quindici che già oggi la costituiscono. È stato detto che si tratta di un evento di portata storica, se non addirittura epocale. Cosa cambierà in seguito a questo evento nei Paesi della nuova Europa, e in particolare in Italia, nei prossimi anni e già nell’immediato futuro? Come peserà questo impatto sugli assetti economici e sociali complessivi dell’Europa e di ciascuno dei suoi Stati? Il libro si pone questi interrogativi e attraverso testimoni autorevoli, italiani e stranieri, avanza risposte con l’occhio rivolto non agli addetti ai lavori, ma al pubblico vasto dei cittadini. Il cuore della riflessione che si dipana lungo le pagine del volume riguarda le prospettive del lavoro e il modo in cui la sua organizzazione di rappresentanza, cioè il sindacato, si prepara ad affrontare le nuove condizioni determinate dall’allargamento negli assetti istituzionali e in quelli economici, sociali e del mercato del lavoro. Tira le fila delle diverse questioni aperte, scavandone specificità e connessioni, Walter Cerfeda, responsabile del segretariato europeo della Cgil, mentre sono dei protagonisti privilegiati della scena politica e sociale europea ad approfondirne i diversi spaccati. Così, fra gli altri, si segnalano gli interventi di Will Hutton e Jean-Paul Fitoussi per gli aspetti economici del cambiamento; quelli di Bruno Trentin e Giorgio Napolitano, invece, per le problematiche istituzionali e sociali; ed infine quelli di John Monks, di Michael Sommer e di Guglielmo Epifani per la rappresentanza sindacale. Completano il volume un breve glossario delle parole dell’Europa ed una storia sintetica dell’allargamento.
  • È oggi dai più riconosciuto il ruolo centrale della politica dei redditi e della politica contrattuale realizzata grazie all’accordo del luglio ’93, nel risanamento dell’economia italiana e nell’ingresso dell’Italia nell’area dell’Euro. Nel volume vengono analizzati gli effetti di quelle politiche sulla dinamica delle retribuzioni, sul loro potere d’acquisto, sul loro rapporto con la crescita della produttività e con la distribuzione del reddito, confrontandoli con le stesse dinamiche verificatesi negli altri principali Paesi europei, in Usa e in Giappone. Viene inoltre esaminato il ruolo svolto dalla contrattazione nazionale di categoria e da quella decentrata a livello di impresa nella dinamica delle retribuzioni, approfondendo i lineamenti fondamentali che hanno caratterizzato i due livelli di contrattazione lungo il decennio e in particolare nel quinquennio 1996-2000. Il quadro che ne emerge è quello di una tenuta problematica del potere d’acquisto delle retribuzioni; di una difficoltà delle retribuzioni di fatto a seguire la crescita della produttività; di una crescita delle retribuzioni reali nel nostro paese inferiore a quella registrata nei principali Paesi europei; di un ridimensionamento del peso del contratto nazionale e di una maggiore flessibilizzazione della prestazione lavorativa. Il problema che si pone è quale debba essere - nel nuovo quadro dell’unione monetaria europea - il modello di contrattazione, di relazioni industriali e di politica salariale, coerente con un progetto di crescita del paese e di una sua competitività fondata sulla qualità dello sviluppo.
  • Il Rapporto sui diritti globali fotografa lo stato dei diritti e analizza le politiche per una loro maggiore affermazione sia a livello locale che globale, con uno sguardo «strabico» rivolto agli avvenimenti del 2002 e agli scenari e prospettive del 2003. È diviso in quattro sezioni: Diritti economico-sindacali; Diritti sociali; Diritti umani, civili e politici; Diritti globali ed ecologico-ambientali. Le aree tematiche sono articolate in sedici capitoli: I diritti e il lavoro; Nuovi lavori, nuovi diritti; Il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro; Lavoro e sfruttamento minorile; I diritti nel settore non profit e nelle imprese sociali; Welfare: politiche di inclusione e di cittadinanza; Welfare: la salute come diritto; Welfare: anziani e disabili tra attivazione e diritti; Le politiche per i minori, i giovani e l’istruzione; I problemi della giustizia e delle carceri; Nuovi conflitti e guerre dimenticate; Profughi, rifugiati e migranti; Le violazioni e le discriminazioni; Stato della popolazione; Stato del pianeta e diritti di accesso alle risorse; I diritti nella globalizzazione. In ognuno dei capitoli e per ogni tematica viene definito il punto della situazione e vengono delineate le prospettive; l’analisi è corredata da una cronologia dei fatti, dalle bibliografie, da un accurato glossario e da un quadro statistico. Il Rapporto, promosso dalla Cgil e dal Gruppo Abele e realizzato dall' Associazione SocietàINformazione, si completa con qualificate introduzioni ai temi trattati e con i contributi del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani e di Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera. Il Rapporto, unico nel suo genere, è uno strumento fondamentale per pensare e agire globalmente, per arricchire la formazione e supportare l’attività quotidiana, locale e territoriale, dei militanti e delegati sindacali, degli operatori sociali ed economici, del volontariato e dell’associazionismo, del non profit e della cooperazione sociale; è inoltre rivolto al mondo della scuola, dell’informazione, ai nuovi movimenti di impegno sociale, politico e civile.
  • Con questo volume viene affrontata la lettura, irta di difficoltà per chi non sia esperto della materia, del Rapporto 2002 del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, istituito dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Lo studio, sulla base di dati certi e della loro proiezione, si propone l’obiettivo di far meglio comprendere i diversi scenari prospettati dai vari enti e istituti che operano nel campo della ricerca e dell’analisi statistica per rappresentare l’andamento in prospettiva della spesa previdenziale. Uno strumento prezioso quindi, specie in una fase, come l’attuale, di grande proliferazione di studi e di ricerche sulla sostenibilità della spesa previdenziale e delle sue condizioni di equilibrio dopo la legge 335/95. Parte di questi studi sono indispensabili e servono ad orientare le scelte di politica previdenziale, altri hanno finalità diverse: alcuni rispondono ad esigenze di politica corrente, accreditando la necessità di ridurre le prestazioni o al contrario minimizzando la portata delle esigenze di cambiamento; altri sono puri esercizi di tecnica di contabilità che in realtà non introducono niente di nuovo rispetto a quanto già non si sappia. Il manuale consente di orientarsi in questo panorama confuso ed offre ancoraggi chiari e utili per discernere spessore e qualità delle diverse analisi. In tal modo permette di evitare pericolosi fraintendimenti dei problemi reali che oggi travagliano l’intero sistema di sicurezza sociale, acquisendo consapevolezza sicura della loro rilevanza e del bisogno di una riforma del welfare che dia una risposta inclusiva e di pari opportunità ai crescenti cambiamenti demografici, economici, sociali, del lavoro e della famiglia, che investono il nostro paese.
  • Oggi tutti gli indicatori registrano lo stato di crisi del nostro sistema produttivo, che è confermato dall’esplicito riconoscimento del declino dell’industria e del sistema paese da parte di chi lo ha provocato, di chi non è intervenuto, di chi non ha controllato, di chi non ha saputo o voluto innovarsi per competere su mercati sempre più internazionali e non è stato in grado di far fronte alle sfide della globalizzazione. Si sono sprecate analisi. Alcune di comodo, altre finalizzate al sostegno di interessi immediati e di parte, altre che parlano di decadenza anziché di declino, altre come alibi di una classe politica e imprenditoriale conservatrice nelle idee e con poca volontà di rischiare. Con il Convegno «Una politica industriale contro il declino» la Cgil ha messo in evidenza la difficile situazione economica, produttiva e di competitività che stanno attraversando i settori dell’industria, approfondendo alcuni aspetti di analisi, di proposta, di percorso e di progetto per continuare l’iniziativa sindacale per lo sviluppo industriale del paese. Contributi di: Antonelli, Bianchi, Cantone, Chiriaco, Epifani, Fedeli, Guzzonato, Martini, Messori, Onofri, Rinaldini.
  • Il volume ripercorre le tappe fondamentali dell'itinerario normativo che ha consentito nell'ultimo decennio di porre le basi, in Italia, del sistema di formazione continua. Nella prima parte si rivisitano le tappe fondamentali della politica europea in materia. Dopo aver analizzato il ruolo e le caratteristiche dei Fondi strutturali, si espongono i risultati prodotti dagli investimenti compiuti attraverso le risorse dell’Obiettivo 4 della programmazione 1994-99 del Fondo sociale europeo. Si evidenzia come molti obiettivi fondamentali non siano stati conseguiti, in particolar modo le indicazioni che miravano a privilegiare prevalentemente i lavoratori con limitate competenze e le imprese in crisi. La parte finale si occupa della nuova programmazione 2000-2006 dei Fondi strutturali e in particolare analizza i contenuti del Quadro comunitario di sostegno - Obiettivo 3, che riguarda gli investimenti del Fondo sociale europeo sulle risorse umane. Un capitolo, inoltre, è dedicato alla normativa nazionale in materia di formazione continua: dai riferimenti della legge quadro in materia di formazione professionale alla normativa prodotta nel corso degli anni novanta, fino alla più recente tra cui quella che si propone il rafforzamento del sistema attraverso la costituzione dei Fondi interprofessionali per la formazione continua gestiti dalle parti sociali.
  • Due proposte e due visioni alternative della civiltà del lavoro si configurano: le proposte governative che riducono e destrutturano il sistema di tutele, affidandosi alle cosiddette opportunità del mercato, ma in realtà lasciando al lavoratore la sola prospettiva di un’occupazione precaria e solo per questo definita più agevole; e la visuale alternativa della Cgil che costruisce la gestione del mercato del lavoro a partire dall’affermazione e dall’universalità dei diritti fondamentali individuali e collettivi: estensione dei diritti ai lavoratori coordinati e ai dipendenti delle imprese con meno di quindici addetti, tutele processuali, garanzie dell’occupazione e tutela dei redditi. I saggi proposti nel volume confrontano queste due visioni, ne esaminano le rispettive caratteristiche e illustrano le loro opposte ricadute rispetto alle esigenze di rinnovamento e di garanzia, anche in un’ottica europea, riguardanti i diritti sostanziali e processuali nei rapporti di lavoro, le crisi aziendali e l’occupazione. Il volume si completa con la pubblicazione degli articolati delle quattro proposte di legge di iniziativa popolare promosse dalla Cgil per: l’unificazione dei diritti nelle prestazioni di lavoro continuative; l’estensione della tutela contro i licenziamenti ingiustificati; la tempestiva definizione delle controversie attinenti licenziamenti e trasferimenti; la salvaguardia dell’occupazione, la qualità del lavoro e la garanzia dei redditi. Contributi di: Alleva, Andreoni, Cannella, Casadio, Coccia, Curzio, Foglia, Ghezzi, Mariucci, Naccari, Pivetti, Treu.
  • Il Maghreb è la parte a noi più vicina del mondo arabo, a cui ci legano una storia antica e i più recenti fenomeni delle migrazioni. Una realtà densa e complessa, in cui le donne non possono essere considerate semplicemente un gruppo svantaggiato o marginale, poiché si sono rivelate soggetti fondamentali per lo sviluppo economico e politico dei propri paesi e per l’allargamento della democrazia. Il volume, curato da Maria Grazia Ruggerini, esperta dei temi della differenza di genere, osserva questo universo femminile da una prospettiva laica, legata alla vita quotidiana delle donne nel loro difficile percorso per affermare i propri diritti. Ne emerge l’esigenza di incidere su mentalità maschili e femminili che impediscono in questi paesi l’affermazione di tragitti paritari per uomini e donne. Dall’incontro con le associazioni democratiche delle donne e i sindacati che fanno pratica politica quotidiana sui temi della cittadinanza risulta chiaro che spesso, più che creare, è sufficiente dare visibilità e valorizzare ciò che esiste in maniera silente: ciò che le donne algerine, marocchine o tunisine già fanno.
  • Nel corso del XX secolo i conflitti, inizialmente localizzati in Europa, si sono andati poi concentrando soprattutto nel Terzo Mondo. Alla loro diffusione ha contribuito un commercio delle armi senza regole né confini; alla loro pericolosità la tecnologia; mentre la popolazione civile è sempre più diventata il vero obiettivo dei belligeranti. E sono proprio queste le caratteristiche che l’autore prende in esame, seguendo l’andamento di alcuni parametri molto concreti: le spese per la difesa militare delle grandi potenze, degli USA, della NATO, del Patto di Varsavia, il traffico di armamenti, le forniture di armi ad alcuni paesi chiave tra cui l’Iraq; le vittime militari e quelle civili, dai grandi conflitti mondiali alle attuali «guerre lampo» combattute con «armi intelligenti»; il numero e i flussi dei rifugiati nelle diverse aree del pianeta interessate da azioni di guerra. Lo studio, forte di un importante corredo statistico, ricostruisce così il tributo di sangue pagato dall’umanità sullo scacchiere internazionale, partendo dagli albori del XX secolo per arrivare all’Iraq. Un percorso lungo il quale si compie il passaggio dall’equilibrio del terrore alla guerra del terrore condotta anche dagli eserciti regolari, e in cui il nuovo ordine internazionale, auspicato dopo i due conflitti mondiali e la fine del bipolarismo, pare oggi destinato ad assumere il volto primitivo e terribile della legge del più forte.
  • Si chiama LaSLo e vuol dire Laboratorio per lo sviluppo locale sostenibile. Nasce dall’iniziativa di un gruppo di docenti dell’Università «Roma Tre» che, in nome di una nuova strategia dello sviluppo territoriale, dà vita, insieme con i giovani formatisi nei loro corsi, a un articolato progetto di collaborazione con gli «attori» del quartiere in cui l’università è insediata. L’obiettivo è favorire la nascita e lo sviluppo di reti locali, ovvero di strutture formali e informali che abbiano come protagonisti i soggetti interessati a migliorare la sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica dei luoghi in cui vivono e/o lavorano. Il volume raccoglie gli atti del workshop in cui il Laboratorio ha tracciato il bilancio delle diverse iniziative intraprese e delle ricerche svolte nel primo anno di attività, per valutare i risultati conseguiti e confrontarsi con gli attori locali sulle opportunità e le azioni da implementare nel futuro. Gli interventi, le ricerche, gli appunti per segnare i percorsi di ulteriori indagini, qui pubblicati, confermano che per creare sviluppo locale sostenibile è necessario esplorare strategie innovative, dove la partecipazione sia concretamente praticata e non solo enunciata.
  • Del mobbing non esiste una definizione universalmente riconosciuta. Le sue stesse cause sono ancora da chiarire e persino il numero delle vittime, indicato di solito per l’Italia nella cifra di un milione, è in realtà incerto. Nel libro vengono illustrati tutti gli elementi che compongono la violenza psicologica e descritte le fasi della persecuzione, le sue diverse modalità di attuazione, i sentimenti che affiorano nella vittima, i danni fisici e psichici che subisce e che segnano, spesso, la sua vita in modo permanente. Si tratta di un fenomeno complesso, con radici profonde nell’organizzazione sociale e del lavoro, ma che si può prevenire. Oltre alle norme di contrasto, già promulgate in diversi paesi europei e allo studio anche in Italia, è dunque necessario mettere in campo politiche di prevenzione, e nel libro se ne suggeriscono alcune. Una parte della trattazione è poi dedicata all’esperienza degli Sportelli sindacali antimobbing. Esperienza preziosa che permette di capire chi sono le vittime, in quali ambiti di lavoro è più facile che accadano vessazioni e perché, quali sono i danni che gradualmente subiscono le vittime. Il volume è infine corredato di un’appendice con leggi, codici, proposte di legge e siti fisici e virtuali a cui rivolgersi se si avesse il sospetto di essere vittima di una molestia morale.
  • Il ruolo di dirigente sindacale e politico di Sergio Garavini ha un po’ oscurato la sua attività di consigliere comunale di Torino dal 1956 al 1969, dagli anni duri delle discriminazioni e dei licenziamenti per rappresaglia politica e sindacale all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Per gran parte della sinistra, quella situazione di democrazia negata nei luoghi di lavoro basta a spiegare la sconfitta della Fiom alle elezioni di Commissione interna del 1955 alla Fiat e l’indebolimento elettorale del Pci nel 1956. Da Torino, città laboratorio, Sergio Garavini è invece tra i pochi che ne individuano la causa nell’insufficiente percezione e analisi delle trasformazioni economiche intervenute dall’inizio degli anni cinquanta. Il suo contributo di studio e di elaborazione è determinante per la ripresa dell’iniziativa della Cgil e del Pci e costituisce anche l’ossatura del suo impegno di consigliere comunale contro il laissez-faire che allora subordinava gli atti dell’Amministrazione civica alle scelte dei poteri economici e le assecondava. I suoi 310 interventi in Sala Rossa raccolti in questo volume tracciano l’itinerario che porta alla riscossa del 1968 in fabbrica e alla riconquista del Comune da parte della sinistra nel 1975.
  • A trent' anni dalla morte, avvenuta l’11 settembre 1973, la figura e l’opera di Salvador Allende (1908-1973) sono ancora in gran parte sconosciute. Con questo libro Luciano Aguzzi ha scritto per la prima volta in Italia una biografia politica di Salvador Allende, non limitandosi ai tre anni del governo (1970-1973), ma scavando nella vita del personaggio e nella storia del suo paese per offrire un racconto completo di ciò che è avvenuto in Cile, e indagando il perché della tragedia che ha portato al colpo di Stato dell’11 settembre 1973. Si tratta di un profilo a tutto spessore di Allende, dalle eredità nazional-patriottiche, radicali e massoniche, alla formazione giovanile, alla militanza socialista e alla sua lunga carriera politica, fino all’elezione a presidente e alla tragica conclusione della sua esperienza. Ma è anche una storia del Cile dagli inizi del Novecento al 1973. Basato su l’ampia e aggiornata ricerca, che utilizza una bibliografia originale quasi del tutto sconosciuta in Italia, è un libro di carattere scientifico, pur essendo scritto senza inutili appesantimenti. Costituisce dunque una lettura facile e piacevole per chi ama conoscere la storia del Novecento.
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    Il manuale è stato predisposto per fornire ai delegati e ai quadri sindacali operanti nelle aziende e nelle categorie, agli avvocati, ai consulenti del lavoro, alle direzioni aziendali e a chiunque altro possa averne interesse o necessità, un utile strumento di consultazione sulle materie riguardanti l’intervento della Cassa integrazione guadagni, ordinaria e straordinaria e del Contratto di solidarietà. Esso contiene tutte le disposizioni di legge vigenti che interessano i vari aspetti dell’argomento trattato, emanate nel passato o più recentemente dal Parlamento o su delega dal Governo, nonché le disposizioni attuative delle medesime. Queste ultime sono costituite da innumerevoli decreti ministeriali e da disposizioni interpretative o di indirizzo, predisposti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali o da organismi interministeriali. Vengono inoltre riportate le disposizioni riguardanti le procedure relative alle domande per l’accesso alla CIG e al Contratto di solidarietà, predisposte rispettivamente dalla Divisione competente del medesimo Ministero o dall’INPS per gli interventi ordinari, che risultano ora semplificate anche in attuazione della riforma della pubblica amministrazione, varata nel corso della XIII legislatura. Il volume non si limita a fornire un insieme di informazioni di carattere tecnico, seppur indispensabili come elemento di conoscenza, quando all’interno di un’azienda o presso sedi istituzionali si apre il confronto negoziale tra le parti sociali, dal quale derivi la decisione di ricorrere all’intervento della Cassa integrazione o del Contratto di solidarietà. Viene infatti anche illustrata e documentata la necessità che questi strumenti di sostegno del reddito continuino a mantenere la funzione di salvaguardia e difesa dell’occupazione e di valorizzazione delle risorse umane e professionali presenti nel sistema di organizzazione del lavoro delle imprese.
  • «Dopo lunghe e cordiali discussioni» è la formula più volte utilizzata nel preambolo degli accordi sindacali alla Fiat alla fine degli anni sessanta, uno dei periodi più conflittuali della storia aziendale: l’evidente contraddittorietà sembra riassumere l’essenza stessa delle relazioni industriali nell’azienda torinese. Unica nel suo genere per le caratteristiche e la longevità, la Fiat presenta una singolare radicalità dei conflitti sociali e sindacali, un moto pendolare nei rapporti di forza che porta a violenti e rapidi ribaltamenti di tutti i princìpi su cui si basavano le precedenti relazioni tra le parti. Le contraddizioni e i problemi irrisolti del passato determinano molti degli elementi di mancato sviluppo delle relazioni industriali del presente: la comprensione di questi limiti e di questa «diversità» della Fiat è il primo passo per proporsi, in una fase di radicali cambiamenti degli assetti produttivi e proprietari, un nuovo approccio al problema dei rapporti tra sindacati e azienda.
  • I Lunedì dell’economia hanno caratterizzato il primo anno di attività pubblica della Fondazione Giuseppe Di Vittorio e del suo comitato scientifico «Scienze Sociali». Gli appuntamenti, a cadenza bisettimanale, hanno toccato temi rilevanti quali lo scenario macroeconomico, la competitività, il diritto del lavoro, il welfare. L’attualità degli argomenti trattati si è sempre misurata con uno spessore alto di approfondimento e sollecitazione di ricerca, realizzando così una fusione ricca tra l’approccio teorico e uno più immediatamente legato all’intervento contingente. La formula ha registrato notevoli consensi: per la città di Milano, dove i dibattiti si sono sempre svolti, i Lunedì dell’economia sono diventati un appuntamento atteso, partecipato, catalizzatore di interessi. I dibattiti sono stati pubblicati dalla rivista Quaderni Rassegna Sindacale - Lavori, edita da Ediesse, sul sito della Fondazione (www.fondazionedivittorio.it) e trasmessi in videoconferenza. Per l’importanza dei temi trattati e il livello dei contributi, la Fondazione ne ha deciso la pubblicazione monografica, di più agevole consultazione, che verrà realizzata in due volumi. I dibattiti raccolti in questo primo volume sono quelli dei cinque Lunedì dedicati ai seguenti temi: La Fiat e le banche; Lavoro, diritti, Europa; Fondi pensione e mercati finanziari; Welfare state: nuovo patto sociale o mercato?; La congiuntura economica: quali prospettive? Oltre a Sergio Cofferati, hanno partecipato ai cinque dibattiti: Cristiano Antonelli, Patrizio Bianchi, Paolo Bosi, Salvatore Bragantini, Aldo Carra, Guido Cammarano, Innocenzo Cipolletta, Alessandro Coppola, Carlo Dell’Aringa, Tommaso Di Tanno, Gianni Geroldi, Giorgio Ghezzi, Gad Lerner, Luigi Mariucci, Marcello Messori, Giacinto Militello, Gianni Nardozzi, Paolo Onofri, Daniele Pace, Laura Pennacchi, Roberto Pizzuti, Massimo Riva, Umberto Romagnoli, Riccardo Sarfatti, Paolo Sylos Labini, Ferdinando Targetti.
  • A due anni dalla legge quadro sul sistema socio-assistenziale e dalla riforma del Titolo V della Costituzione approvate dal Governo dell'Ulivo, e in concomitanza con l'uscita del Libro bianco sul welfare dell’attuale Governo di centro destra, rappresentanti delle forze politiche e sociali, del Terzo settore, del mondo universitario e della ricerca, decisori locali, esperti riflettono sulla tematica dell’equilibrio fra territorialità delle politiche e universalità dei livelli di inclusione. Sostenere i percorsi, le opzioni, le strategie programmatorie e di gestione espressi dai vari contesti locali è tanto necessario quanto supportare un principio di convergenza che crei condizioni di parità sociale e territoriale: questa la tesi del volume. Processi di decentramento non sufficientemente coordinati rischiano infatti di ampliare le disparità tra i diversi sistemi territoriali di tutele e opportunità che, se non equamente rivolti a tutti i cittadini, limitano in maniera particolare la qualità di vita di quelli meno dotati di risorse economiche, fisiche, relazionali e culturali. La finalità è pertanto quella di sostenere e di argomentare la centralità delle politiche sociali avviate nella seconda metà degli anni novanta, rafforzandone l’effettiva attuazione verso una strategia di sistema. Il volume si suddivide in quattro sezioni tematiche: «La riforma del Titolo V della Costituzione. I livelli essenziali delle prestazioni e le misure universalistiche di base»; «La legge 328/2000. Risorse e ruoli nel sistema misto degli attori»; «I sistemi informativi e la valutazione delle politiche sociali»; «I fabbisogni, la pianificazione sociale e lo sviluppo del territorio».
  • I Fondi per la formazione continua sono organismi gestiti congiuntamente dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che dovranno organizzare, dirigere e finanziare piani di formazione per i lavoratori occupati nelle imprese italiane, utilizzando lo 0,30% del monte salari che da anni viene versato all’Inps per questo scopo. Le parti sociali in Italia e in tutta Europa hanno scommesso sulle risorse umane come possibile punto di sintesi tra gli interessi dell’impresa, che persegue una maggiore competitività, e quelli dei lavoratori e del sindacato, che intendono accrescere il sapere dei lavoratori per rafforzarne il potere contrattuale in fabbrica e fuori. I Fondi partono ora in Italia, in una delle fasi più difficili delle relazioni industriali e dei rapporti tra i sindacati. Questo libro vuole offrire un’informazione puntuale sulla genesi, la configurazione e il futuro utilizzo di tali strumenti, fornendo un indispensabile e agile vademecum per tutti coloro che nel sindacato, nelle associazioni d’impresa, nelle istituzioni, nel sistema formativo e in altri luoghi ancora se ne dovranno occupare.
  • La riflessione sul significato storico, politico e ideale dei centenari di alcune tra le più importanti strutture territoriali e di categoria della CGIL è al centro di quest’ultimo libro di Adolfo Pepe. Il testo, diviso in tre parti, ripercorre la storia ultracentenaria del movimento operaio e sindacale italiano, dalle prime forme di resistenza contro lo sfruttamento padronale fino ai giorni nostri. Nella prima parte, dove si ricostruiscono le origini del movimento sindacale (1880-1900), sono analizzate le tappe principali che portano dalla nascita della «questione sociale» all’esplosione di una vera e propria «questione sindacale», man mano che la protesta operaia e bracciantile viene incanalata all’interno delle nascenti strutture di rappresentanza e di tutela. La seconda parte raccoglie gli interventi dell’autore in occasione delle celebrazioni dei principali centenari delle strutture CGIL. La riflessione tocca sia le Camere del Lavoro (sono analizzati i casi di Genova, Reggio Emilia, Ancona e della Puglia), che hanno contribuito a costruire e sviluppare in modo determinante i diversi territori, sia le principali Federazioni di categoria, dalla «mitica» Federterra (oggi FLAI) ai «modelli» metalmeccanico, chimico e tessile del sindacalismo industriale, passando per il «caso» dei minatori. Chiude questa sezione un capitolo dedicato ad alcune vicende importanti dell’Italia repubblicana: dal difficile impianto della democrazia in Italia alla crisi del luglio 1960, fino ad arrivare alla crisi del sistema politico sul finire degli anni Settanta, il testo ripercorre alcuni passaggi salienti del cinquantennio repubblicano, segnato da momenti di sviluppo accelerato, ma anche da profonde contraddizioni. La terza e ultima parte raccoglie alcune riflessioni sulle prospettive del movimento sindacale attraverso l’analisi di tre temi: i valori e la cultura della CGIL, il ruolo della memoria e della ricerca storica, l’attualità del sindacato, stretto tra una globalizzazione spesso iniqua e le insufficienze della politica.
  • Forse la pace non si può «insegnare», ma certo una nuova cultura che faccia delle persone e del loro benessere la ricchezza dei popoli è una condizione fondamentale per realizzare una pace che non sia solo «assenza» di guerra. Una pace sentita come dimensione etica e testimoniata da milioni di giovani e di persone di ogni condizione: come tale la avverte la Cgil, che della cultura e della pratica dei diritti ha fatto il cuore della sua azione riformatrice e rivendicativa. In collaborazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, la Cgil ha promosso il libro e il video in cui il pedagogista Alberto Alberti, lo scienziato Marcello Cini, il regista Carlo Lizzani, la scrittrice Lidia Ravera, il filosofo Fulvio Tessitore, il compositore e musicologo di chiara fama Azio Corghi esprimono la ricchezza, la forza, la vitalità di forme del pensiero, dell’arte e della cultura del nostro paese, che non si piegano agli eventi. Dario Missaglia e Guglielmo Epifani illustrano poi come per il sindacato sia essenziale assumere l’etica della responsabilità per misurarsi sulle grandi questioni sociali, politiche, culturali che l’idea di pace esige vengano affrontate. Contributi di: Alberti, Cini, Corghi, Epifani, Lizzani, Missaglia, Ravera, Tessitore.