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Vita attiva?
13.00
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18.00
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Fascia di prezzo: da 13.00 € a 18.00 €
La vita si è allungata e con essa anche la vecchiaia è divenuta più estesa e sfaccettata, imponendo alla ricerca sociale, alla politica e al sindacato una ridefinizione del ruolo economico e sociale degli anziani. Anche per questo nell’ultimo quindicennio le pressioni per un allungamento della vita lavorativa si sono imposte nel discorso pubblico, tendendo ad oscurare le numerose ragioni che nel nostro paese si frappongono alla realizzazione di questo obiettivo, non ultimi la persistente marginalizzazione della manodopera adulta e il ricorso delle imprese alle uscite anticipate. Non solo. Nella stessa società i profili della vecchiaia – anagrafico, biologico, sociale, funzionale – tendono a diversificarsi in base alle condizioni di salute, alla regolazione istituzionale del corso di vita, allo status. Per questo le lunghe durate lavorative (ovvie e in qualche misura «irrinunciabili» per le fasce della popolazione più in alto nella scala sociale e professionale) sono divenute argomento ricorrente dei dibattiti sulla riforma del welfare con termini evocativi quali attivazione e occupabilità. Meno incisivi i richiami per un ruolo socialmente utile degli anziani, che comunque rappresentano la componente generazionale più consistente nel volontariato e nelle attività partecipative. Un apporto dato in un contesto regolativo e di offerta pubblica ancora da sviluppare, che ancor oggi in Italia vive largamente di una capacità organizzativa scarsamente incentivata. Il libro raccoglie e rielabora una fitta serie di risultati di ricerca realizzati dall’Ires grazie alla costante collaborazione con lo Spi e con altri istituti e network di ricerca. Dalle analisi pubblicate emerge preoccupazione per una nuova declinazione del rischio sociale della «seconda metà della carriera», mentre si sottolinea il ruolo di pubblica utilità svolto dagli anziani attraverso le attività volontarie e partecipative.
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Il secolo lungo
13.00
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Le pagine di questo libro e del cd rom allegato ripercorrono i capitoli essenziali della storia sociale del vecchio continente. Senza edulcorare la portata inedita delle sfide lanciate oggi al modello sociale europeo. Ma anche senza acritiche concessioni alle facili, quanto imprevidenti e interessate, previsioni sul ‘tramonto’ del welfare state. Il lavoro, i diritti dei lavoratori, i diritti sociali non hanno da parlare solo del loro nobile e glorioso passato. Hanno ancora molto da dire sul presente e sul futuro della società europea. E, in tal modo, anche sul senso e sulla forma che prenderanno nei prossimi decenni i processi di globalizzazione e, nel vecchio continente, il processo di costituzionalizzazione dell’Unione. L’idea del secolo ‘breve’, che tanto successo ha avuto negli anni scorsi, evoca la convinzione di un’epoca del lavoro e della cittadinanza sociale quale fugace ed effimera ‘parentesi’ tra l’eroica fase della prima modernità (borghese e liberale) e l’attuale fase postmoderna (iperindividualistica e iperutilitaristica). Non è così. Il secolo ha avuto inizio ben prima degli anni dieci del Novecento ed è tutt’altro che chiuso.
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Manualetto di tecnica sindacale
13.00
€
Artigiano ebanista, deputato, fondatore e segretario generale della CGdL, Rinaldo Rigola fu un personaggio complesso e controverso che, nonostante la precoce cecità, svolse un ruolo di eccezionale rilievo nell’attività organizzativa e nelle lotte politiche del movimento proletario. Quando, al termine della Grande Guerra e dopo quasi tre lustri al vertice del massimo organo sindacale del paese, lasciò la segreteria al suo più stretto collaboratore, Ludovico D’Aragona, non si ritirò affatto dalla scena: decise anzi di dedicarsi a un’intensa attività divulgativa, della quale le lezioni tenute presso la Scuola di Previdenza e di Legislazione Sociale della Società Umanitaria di Milano nel 1920-21 costituiscono un’importante testimonianza. Il Manualetto di tecnica sindacale, uscito a dispense nel 1922, ne è il compendio e viene qui per la prima volta ripubblicato in volume unitario nella versione originale (nel 1947 ne era uscita una seconda edizione). Destinato a un pubblico vasto, scritto con tono semplice e chiaro, tanto più interessante in quanto difficile da reperire, questo testo offre una sintesi ampia e articolata dell’elaborazione teorica e dell’azione pratica del sindacalismo riformista e, al tempo stesso, ripercorre con vigore polemico le controversie che divisero le principali correnti del movimento operaio dell’epoca. Il volume è a cura di Paolo Mattera.
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L’imbarbarimento del linguaggio politico
13.00
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Questo libro analizza le esternazioni volontarie e involontarie dei politici nel periodo da agosto 2005 a settembre 2006, uno dei più conflittuali della nostra storia recente, in cui un’escalation di violenza trasforma l’insulto volgare nella forma ordinaria di espressione nei rapporti tra le forze politiche. Mostra le motivazioni di questo imbarbarimento e ricostruisce il messaggio che si nasconde dietro il velo del politichese: dall’aggressione mascherata da difesa alla difesa-complotto, dalla difesa-fiaba alla presa-di-distanza e alla gaffe involontaria (primatista mondiale lo stesso Berlusconi ma Prodi - vedi il caso Telecom - sembra intenzionato a superarlo). Ma al di là dello scontro delle logiche guerresche impersonate da Berlusconi da un lato e dalla sinistra antagonista dall’altro si fa strada, tra le forze intermedie, la tentazione di passare dall’insulto al dialogo. Si diffonde la sensazione che il paese, stanco di contrapposizioni feroci, sia alla ricerca di nuovi archetipi: non abbia più bisogno di Guerrieri (e tanto meno di Mercanti, Orfani, presunti Innocenti) ma di Maghi, capaci di combattere senza odiare e di fare pace senza arrendersi.
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100 anni della Camera del lavoro di Rimini
13.00
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La Camera del lavoro di Rimini compie il suo primo secolo di vita, un traguardo per niente scontato in questi tempi di grandi trasformazioni: basti pensare alla fine dei grandi partiti di massa, difficilmente prevedibile solo poco tempo fa. E’ la dimostrazione che la sua funzione - economica, politica, sociale - oggi è tutt’altro che esaurita, per quanto, naturalmente, si sia articolata e modificata. -Passati attraverso le enormi difficoltà iniziali, poi l’illegalità e il forzato silenzio del ventennio fascista, la fine dell’unità sindacale e il fallimento dei progetti di radicale rinnovamento dell’Italia del dopoguerra, la discriminazione in fabbrica, le crisi e anche le sconfitte, il sindacato e le Camere del lavoro restano vivi e necessari, oggi più che mai per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. La loro storia è la storia della libera associazione fra le persone che in maniera solidale tutelano un fondamento della vita: il lavoro. -Il centenario offre l’occasione per ricostruire questo percorso, per tentare un resoconto della vita e dell’attività della Camera del lavoro di Rimini dalla fondazione ad oggi. E questa “piccola” storia crediamo non debba assumere un semplice carattere rievocativo, ma debba offrire, in particolare alle giovani generazioni, il significato e lo spessore di una presenza che ha alimentato la crescita della vita democratica nel riminese.
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Minori erranti
13.00
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I minori che giungono da soli nel nostro paese rappresentano una realtà in costante aumento negli ultimi anni. Parliamo di soggetti fortemente a rischio, identificati dalla legislazione come «minori stranieri non accompagnati», vulnerabili e possibili prede della criminalità proprio per l’assenza di figure adulte di riferimento. Garantire la protezione e la tutela effettiva dei diritti di queste persone costituisce una priorità assoluta. La ricerca presentata nel volume ha approfondito il modo in cui il «sistema Italia» di accoglienza risponde a tali esigenze di tutela, attraverso un’analisi che a livello nazionale riflette le molte voci di chi si occupa di rendere effettiva la protezione sociale di questi ragazzi. Il testo approfondisce la rilevanza quantitativa del fenomeno, gli aspetti legislativi e il profilo dei minori con cui i servizi territoriali entrano in contatto, e propone un focus sui sistemi di risposta di cinque tra le principali città meta di questi flussi. Conclude la ricerca una serie di raccomandazioni rivolte alle istituzioni competenti, affinché si dia attuazione in modo omogeneo a una legislazione che garantisce i diritti fondamentali di questi minori.
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Impresa sociale, innovazione e legalità
13.00
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I saggi raccolti nel volume si snodano intorno a un tema di grande attualità: il ruolo decisivo dell’impresa sociale per contrastare ed «affamare» la criminalità grazie ad una politica di sviluppo locale e di coesione sociale. Il deficit del «capitale sociale» nel Sud determina infatti una frattura tra società civile e istituzioni, che spesso alimenta un
humus
favorevole al consenso sociale (soprattutto tra i giovani e le persone più deboli nel mercato del lavoro) intorno alla delinquenza organizzata, come avviene in alcune zone del casertano e dell’
hinterland
napoletano. Viene quindi analizzato dettagliatamente il nesso tra sviluppo locale e innovazione, evidenziando in particolare in che modo il rapporto virtuoso tra ricerca scientifica e impresa, rappresentato dal trasferimento tecnologico, possa generare nuove competenze e capacità produttive in settori industriali avanzati, in grado di affermarsi e competere sul mercato globale. Il rapporto tra cultura della legalità e partecipazione responsabile, infine, è messo a fuoco anche attraverso esperienze concrete e testimonianze significative di buone pratiche di imprese sociali fondate sull’etica del lavoro e della cittadinanza attiva.
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Compagni di cordata
13.00
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Le attività sportive popolari e proletarie sono state scarsamente prese in considerazione nella storiografia del movimento dei lavoratori del nostro Paese, anche se, come quelle in montagna, si sono intrecciate non di rado con passione politica, tensioni sociali e presa di coscienza collettiva. Questo volume si propone di colmare tale lacuna ripercorrendo una storia che già a fine Ottocento, intorno alla Società di mutuo soccorso e alle Camere del Lavoro, vede nascere in Italia le prime forme organizzate dell’associazionismo sportivo dei lavoratori – tra cui quelle dell’alpinismo e dell’escursionismo in montagna –, alle quali si legano le prime rivendicazioni sindacali per conquistare la «vacanza operaia». Con l’avvento del fascismo, insieme a quelle politiche e sindacali, anche tutte le forme di libero associazionismo vengono annientate o assorbite nelle strutture controllate dal regime. Non tutti però si rassegnano, e in quella fase storica un filo rosso, sottile ma resistente, unisce le esperienze dell’associazionismo proletario di montagna e quelle degli alpinisti «sovversivi». Subito dopo la Liberazione, grazie al movimento giovanile unitario e alla CGIL, nascono i Comitati per lo sport popolare e in seguito l’UISP. Arrivando ai giorni nostri, nel volume l’escursionismo e l’alpinismo popolari vengono indagati nel contesto delle vicende politiche e sindacali di un secolo e mezzo di storia del nostro Paese. E tra le pagine si incontrano molti dei protagonisti di questa storia, uniti dall’amore per la montagna, da Tita Piaz a Ettore Castiglioni, da Massimo Mila a Guido Rossa e a tanti altri.
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Jeans da morire
13.00
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Per chi li indossa sono segno di giovinezza. Se sono scoloriti e dall’aspetto consunto hanno un fascino in più. Per chi li produce sono diventati causa di malattia e di morte. Dal 2005 quarantasei operai turchi che lavoravano nelle fabbriche di jeans hanno perso la vita uccisi dalla silicosi. L’ennesima strage del lavoro ignorata dai media.
Jeans da morire
la racconta con una appassionante ma rigorosa ricostruzione di dati, fatti e responsabilità, rompendo il silenzio che avvolge questa vicenda. Il volume propone anche la traduzione in lingua inglese dell’intero testo.
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Il riscatto dei lavoratori
13.00
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L’emigrazione italiana in Francia (1880-1914) fu anche lotta di classe e partecipazione alle rivendicazioni del movimento operaio d’oltralpe. A partire dallo studio di fonti italiane e francesi, il libro offre un quadro d’insieme sulla presenza italiana nel Sud-est del paese e ricostruisce il ruolo di primo piano assunto dagli immigrati italiani negli scioperi dei principali centri del litorale. Questo importante traguardo era il frutto del lavoro di propaganda portato avanti dai socialisti italiani «fuoriusciti» che fecero da tramite tra gli immigrati italiani e i sindacati francesi. Le figure protagoniste furono quelle di Luigi Campolonghi a Marsiglia e Giovanni Petrini a Nizza, sorretti da un attivo gruppo di militanti che, a partire dai primi anni del Novecento, guidarono le rivolte dei lavoratori. In quegli stessi anni si realizzò una svolta importante nelle relazioni italo-francesi e, soprattutto, fra immigrati italiani e popolazione locale. Tuttavia, anche se violenze e scontri – particolarmente frequenti nell’ultima decade dell’Ottocento – tendevano a diminuire, all’alba del 1914 resistevano tensioni tra italiani e francesi, dalle quali emergeva lo scarso radicamento degli ideali internazionalisti all’interno delle stesse organizzazioni del movimento operaio. Lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe un percorso fatto di luci e ombre: condivisione di battaglie comuni e conflitti, più o meno latenti, legati alla nazionalità dei lavoratori.
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Questioni di scala
13.00
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Dopo i tanti insuccessi registrati a partire dal 1990, nell’agenda politica di Roma è di nuovo presente una questione di scala: la possibile attuazione di una riforma del sistema di governo. Anche stavolta però il cambiamento è difficile per diversi motivi, politici e no, approfonditi nel volume. Cosa ne pensano, in particolare, gli attori sociali e istituzionali di Roma e provincia? Muovendo dai risultati di una ricerca sulle mobilitazioni della società civile nell’area metropolitana, il volume discute – collocandosi nel dibattito internazionale in corso su questi temi nelle scienze politiche e sociali – le trasformazioni di scala del potere politico locale. A Roma per diverse ragioni questi problemi rientrano con modalità contraddittorie nell’orizzonte strategico tanto della società civile che lotta per difendere i beni comuni, quanto dei governi di prossimità. Mentre la prima appare sostanzialmente indifferente, i municipi romani auspicano il cambiamento e i Comuni «minori» lo temono. Il Comune e la Provincia di Roma hanno idee fra loro diverse. Tali atteggiamenti, sommandosi alle esistenti asimmetrie di potere, rendono la riconfigurazione della scala una posta in gioco di prevalente interesse delle élite politiche ed economiche metropolitane. Queste infatti riescono meglio a strutturare le loro logiche di azione in una dimensione trans-scalare, in cui sono compresenti orizzonti locali nazionali e globali.
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La Costituzione a scuola
13.00
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Gli studenti delle scuole secondarie superiori del nostro Paese conoscono la Costituzione? Ne apprezzano i principi e i valori? È quanto ha voluto appurare un’indagine di «Proteo Fare Sapere», associazione di docenti e ricercatori, in collaborazione col CRS. L’inchiesta ha coinvolto oltre 7.000 studenti di licei, istituti tecnici e professionali di dieci regioni italiane. La riproposizione di quesiti utilizzati per un’analoga indagine condotta nel 1988 da A. Ardigò e C. Cipolla ha consentito confronti diacronici che mettono in evidenza i mutamenti intervenuti nel corso degli ultimi 23 anni nel rapporto tra universo giovanile e istituzioni, politica, modo d’intendere la cittadinanza. I risultati dell’inchiesta possono rivelarsi tanto più utili in seguito all’introduzione (con la legge n. 169 del 2008) nelle scuole di ogni ordine e grado dell’insegnamento di «Cittadinanza e Costituzione», offrendo agli insegnanti uno strumento in più affinché la «formazione del cittadino» si basi sulla conoscenza di ciò che effettivamente gli studenti italiani chiedono alla nostra democrazia.
Ha collaborato Gennaro Lopez.
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