-
Al Wasit è una espressione araba che in italiano è traducibile con l’espressione «La via per». Per quest’opera sta quindi ad indicare uno strumento rivolto in primo luogo agli arabi presenti in Italia, o anche all’estero, che intendono imparare la lingua italiana in modo corretto e compiuto. L’opera si compone di due volumi, di un fascicolo e di un Cd audio-video, tutti raccolti in una apposita custodia. Il primo volume, partendo dall’alfabeto, prende in esame la grammatica italiana e ne illustra le regole che sovrintendono alla costruzione del periodo. Nel secondo volume sono invece contenute: una storia della lingua italiana dalle origini ad oggi; un taccuino storico economico, un taccuino sociale geografico e un taccuino linguistico del nostro paese; l’illustrazione della coniugazione dei verbi regolari e irregolari. Il fascicolo raccoglie in 12 tavole sinottiche i contenuti dell’opera, mentre nel Cd sono contenute le lezioni che accompagnano l’apprendimento della lingua italiana supportate, oltre che dal sonoro, anche da materiale scritto. Al Wasit, per struttura e completezza, rappresenta uno strumento unico e di grande utilità per tutte le persone di lingua araba che desiderano apprendere l’italiano, nonché per gli italiani che vogliono approfondire la conoscenza della lingua araba.
-
Dopo la vittoria del centro destra nel 2008 l’Italia per molto tempo è sembrata attonita, quasi avesse smarrito la capacità di reagire. Recentemente però, con importanti iniziative – quella dei precari, in particolare della scuola; quella del 13 febbraio 2011, organizzata da un comitato di donne con lo slogan «Se non ora quando»; quelle dei metalmeccanici della FIOM e lo sciopero generale della CGIL –, si è fatto avanti un rinnovato protagonismo dell’opinione pubblica dopo quello che è sembrato un lungo letargo. L’esito dei referendum abrogativi sul nucleare, sull’acqua e sul legittimo impedimento ha poi confermato che qualcosa si è mosso nel profondo del paese, che ha ripreso gusto alla partecipazione attiva e ha reso possibile un risultato straordinario, da cui oggi si può ripartire con nuova fiducia ma anche con la consapevolezza che dalla vittoria nei referendum alla costruzione di un’alternativa politica alla destra ce ne corre. Alfiero Grandi sottolinea l’urgenza del cambiamento politico, prima che i guasti crescenti in cui si è fatto precipitare il paese si facciano irreparabili, e manifesta un esplicito atto di fiducia verso il centro sinistra, tutto, che vuole spingere ad avere coraggio ed aiutare a muoversi e a scegliere.
-
Un piccolo libro e uno stimolante Dvd per i nuovi italiani, gli stranieri-immigrati, ed anche per tutti i cittadini (adulti, giovani, adolescenti, anziani) che vogliono imparare o ricordare i passaggi principali della nostra storia unitaria: da soli, nelle scuole, nel sindacato, nelle associazioni, nei partiti, nelle università della terza età, nelle aziende. In particolare libro e Dvd si propongono come piacevole strumento di formazione e informazione di base per i milioni di uomini e donne provenienti da altri paesi che vivono e lavorano e studiano in Italia, che hanno bisogno e piacere di conoscere meglio sia la lingua italiana sia la storia dell’Italia unita. Nei prossimi mesi ed anni in tutta Italia aumenteranno per legge i corsi di italiano abbinati a momenti di informazione civica sulla storia e sulla Costituzione: Cortissima STORIADITALIA sarà un possibile supporto didattico a queste attività. I 10 capitoli illustrati nel libro e raccontati nel Dvd non riguardano solamente la «politica» ma i fatti più importanti e significativi di ordine sociale, culturale, economico, artistico, sportivo. Sono svolti inoltre con un linguaggio misto di parole, immagini, disegni, fotografie, legati da un testo base scritto in un italiano semplice, essenziale, comprensibile dal maggior numero di persone di ogni età e conoscenza minima della lingua. Ai 10 capitoli si aggiunge nel libro un’utile appendice con la riproduzione della Costituzione italiana.
-
Il numero degli Annali propone una riflessione a più voci su un tema che è stato cruciale e continua ad essere drammaticamente attuale nel mondo del lavoro. Come sottolinea Susanna Camusso nella prefazione, donne e uomini si sono misurati di continuo con i problemi di salute e sicurezza. Per lungo tempo essi sono stati ascritti all’arretratezza dell’ambiente di lavoro, avvalorando la convinzione, di stampo evoluzionista, che la modernizzazione dell’organizzazione produttiva potesse, di per sé, risolvere o, per lo meno, contenere morti e malattie, ma non è stato così. L’Annale avvia una riflessione su più piani: nella sezione Tra memoria e quotidianità, attraverso le voci di Carlo Ghezzi e Alessandro Leogrande, vengono narrati momenti ed eventi che hanno acquisito valenza simbolica nella storia del Paese. Nella sezione Lavoro e sicurezza i saggi di studiosi e dirigenti sindacali come Diego Alhaique, Franco Carnevale, Stein Evju, Maria Luisa Righi, Antonella De Marco, Moulay el Akkioui, Paola Agnello Modica permettono una lettura attenta dei diversi aspetti del problema. Nella sezione Fabbrica e territorio si privilegia la disamina di alcuni studi di caso attraverso i contributi di Gloria Chianese, Mauro Bonelli e Bruno Pesce, Ornella Bianchi, Massimo Menegozzo, Giovanni Sannino. Nell’insieme, saggi e testimonianze consentono di avviare un’analisi quantitativa del fenomeno, sollecitano la riflessione sulle diverse culture della salute e favoriscono la ricognizione sul piano giuridico-normativo a livello nazionale ed europeo. I saggi di Antonio Colombi e Pieralberto Bertazzi, Andrea Gianfagna e Gloria Malaspina, Diego Alhaique, nella sezione Luoghi e strumenti della cultura sindacale, focalizzano l’attenzione su alcuni dei principali strumenti (riviste e strutture) di diffusione della cultura sindacale sul tema salute e sicurezza. Infine Maria Paola Del Rossi, nel ricco e approfondito inserto, rivisita l’intera produzione bibliografica che il Centenario della CGIL ha sollecitato nell’articolata rete dell’organizzazione sindacale.
-
La costruzione dell’Europa politica ha scandito l’impegno di Bruno Trentin di fronte alla terza rivoluzione industriale e al panorama internazionale degli anni novanta. Prendendo le mosse dall’elezione al Parlamento europeo nella legislatura 1999-2004, il volume ricostruisce l’attività politica e intellettuale di Trentin nell’ultimo decennio della sua vita. Aperto dalle testimonianze del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di personalità della sinistra politica e sindacale come Martin Schulz, Sergio Cofferati, Guglielmo Epifani e Susanna Camusso, il libro propone una selezione degli interventi di Trentin al Parlamento europeo e un’ampia raccolta dei suoi scritti del decennio (1997-2006). Come attesta l’esperienza del «Gruppo Spinelli» al Parlamento europeo, emerge una forte battaglia per una Europa federale, capace di promuovere un nuovo modello di sviluppo fondato sul lavoro e sulla conoscenza e di esercitare un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Cogliendo le contraddizioni della sinistra nella storia del processo di integrazione, l’elaborazione intellettuale e politica di Trentin si rivela di grande attualità per le sfide del tempo presente.
-
Paolo Volponi è stato un grande scrittore «di complemento»: dirigente olivettiano e poi parlamentare, le sue pagine nascono come verifica della realtà del paese. Dall’esperienza industriale, com’è noto, ha tratto Memoriale (1962) e Le mosche del capitale (1989), romanzi tra i più rilevanti del secondo Novecento italiano. Eletto al Senato, nel 1983, i suoi discorsi parlamentari sono straordinari esempi di passione civile e di perizia argomentativa, nata dall’urgenza, «in situazione», di dotarsi di uno strumento di invenzione figurale. Mentre s’impegnava strenuamente contro i tagli alla scala mobile, il duopolio televisivo o la Guerra nel Golfo, scriveva, sulle stesse carte del Senato, appunti, poesie, intere sequenze di romanzi. Tra queste carte si trovano i materiali di un romanzo parlamentare-epistolare «su Palazzo Madama», concepito da Volponi in dialogo con il senatore del Pci Edoardo Perna. Il testo, inedito, a forte connotazione grottesca e parodica, è incentrato sulle misteriose apparizioni di un «Senatore Segreto» che, dalla monarchia in poi, ha sempre abitato come uno spettro le quinte del Parlamento, riuscendo a votare a favore dei trasformismi e delle maggioranze più vili e corrotte. Contro questa fissità, «segretezza» e «devozione», Volponi ci attesta come un’altra Italia sarebbe stata possibile se solo avessero trovato ascolto l’onestà culturale, i progetti e le tensioni ideali di cui la sua molteplice esperienza industriale, politica e letteraria è il più prezioso documento.
-
Si immagini una cittadina delle Marche nell’immediato dopoguerra, Fermo, e si immagini una locale sezione del Pci, fra manovali e contadini, giocatori di carte, comizianti improvvisati, ritratti di Stalin, di Gramsci e del compagno segretario del Partito, Palmiro Togliatti: si immagini infine, là dentro, un proletario adolescente, bocciato dalla scuola fascista che però si proclama poeta, mezzo bracciante e mezzo muratore, ironico e insolente, una specie di Socrate anarchico, da tutti sfottuto e mal tollerato. Palmiro (1986), che torna in libreria dopo decenni di clandestinità, è il romanzo di formazione di uno dei maggiori poeti contemporanei, Luigi Di Ruscio, ed è un libro avvincente, travolgente. Scritto dal basso verso l’alto, guardando alla vita come sopravvivenza, il romanzo ha il ritmo tragicomico di un’epopea picaresca dove il protagonista ne viene combinando di tutti i colori ma rivolge di continuo a se stesso le domande più essenziali: ce la farò a sfangarla e a trovare un lavoro? chi sarà la mia donna? e la rivoluzione, quando scoppia la rivoluzione? Scritto con la felicità inventiva e la cadenza orale che peraltro è tipica della poesia di Di Ruscio, Palmiro ha già avuto lettori d’eccezione come Italo Calvino che ne parla in una lettera come di un fratello del Bardamu di Louis-Ferdinand Céline o del Buon soldato Sc’vèik di Hasek. Il piccolo eroe, infatti, gira a vuoto, continua a non avere né un lavoro né una donna e di rivoluzione neanche se ne parla. Decide dunque di emigrare e prende il treno, così finisce a Oslo a fare l’operaio: è lì che incontra la sua musa-moglie e si inoltra, suo malgrado, nel beato paradiso dei socialdemocratici.
-
L’obiettivo del libro è aprire una riflessione sulle forme di insubordinazione che si stanno estendendo nel mondo contro il saccheggio neoliberista: iniziato negli anni Settanta in America Latina, oggi ha portato l’intero globo all’interno della logica occidentale della finanziarizzazione; ancora una volta le ex colonie sono state un laboratorio di processi politici più avanzati rispetto alle ex metropoli (Miguel Mellino, Ambra Pirri). È in questa ottica postcoloniale che appare rilevante guardare agli effetti che i rivolgimenti nel Maghreb e nel Mashreq cominciano ad avere sul regime europeo e dei «confini esterni» dell’Unione, ricostruendone i caratteri che si sono fondati sull’attivo coinvolgimento di regimi come quello libico di Gheddafi e quello tunisino di Ben Ali (Sandro Mezzadra). Alla luce dei cambiamenti sociopolitici che si stanno verificando nell’area libica si guarda anche alle ripercussioni sulla lotta al traffico di esseri umani (Oria Gargano con Francesca De Masi, Carla Quinto e Francesca Esposito). Viene analizzato in particolare il ruolo dell’isola di Lampedusa, spartiacque di un Mediterraneo che rischia di diventare un’area di insediamento di istituzioni di reclusione (Alessandra Sciurba). Anche questi stravolgimenti sono alla base dei processi rivoluzionari in corso, insieme all’enorme asimmetria che continua a dividere le due sponde del mare nostrum. Queste ribellioni si possono definire decisamente post-islamiche in Nord Africa e postmoderne in Occidente, anche grazie alla significativa presenza femminile (Renata Pepicelli, Anna Curcio) e giovanile e per il ruolo giocato da Internet, da Twitter e dalla rete tutta in un paese in cui i giovani rappresentano il 60-70% della popolazione (Giuliana Serra). Le rivolte nordafricane hanno rotto l’equilibrio su cui, fino a pochi mesi fa, si fondava l’ingiusto ordine mondiale, e rappresentano una sfida, raccolta dall’Occidente, al processo di integrazione europea (Annamaria Rivera) ma soprattutto al neoliberismo e alla finanziarizzazione del globo (Mellino, Pirri).
-
La vertiginosa crescita delle incarcerazioni nell’ultimo ventennio ha fatto esplodere il problema del sovraffollamento penitenziario, e con esso quello della qualità della pena nel rispetto della dignità della persona detenuta. Tra timide riforme e occasionali provvedimenti deflattivi, la costruzione di nuove carceri e la saturazione di quelle esistenti continuano a dominare l’agenda politica. La struttura architettonica, la qualità edilizia e la collocazione urbanistica del penitenziario corrispondono alla sua funzione e al modo di interpretare la pena privativa della libertà. Chi si propone di riformare la pena non può rinunciare, quindi, a ripensare lo spazio penitenziario, almeno fino a quando il carcere resterà dominante nelle nostre culture e nelle nostre pratiche punitive. Testi di Sebastiano Ardita, Vittorio Borraccetti, Cesare Burdese, Alessandro De Federicis, Patrizio Gonnella, Francesco Maisto, Corrado Marcetti, Alessandro Margara, Mauro Palma, Sonia Paone, Eligio Resta, Leonardo Scarcella, Adriano Sofri, Maria Stagnitta, Grazia Zuffa.
-
In apertura di ogni pagina del diario: l’avvenimento sindacale e sociale più rilevante accaduto quel giorno nel corso dei 150 anni di unità del nostro paese. In apertura di ogni mese: il riepilogo delle scadenze previdenziali e fiscali. Un’agenda solidale: per ogni esemplare acquistato 1 euro viene destinato al finanziamento di una scuola per bambini in uno dei paesi africani più poveri.
-
Dalle ex lavoratrici della Omsa di Faenza alla madre di Federico Aldrovandi. Dai blogger e rapper che hanno incendiato la rivolta nei paesi del Maghreb alle grandi «inchieste umane» in Cina. Dai cassintegrati dell’Asinara ai giovani palestinesi di Gaza. Dai precari del call center Teleperformance al Popolo Viola. Questo libro racconta, attraverso la voce dei protagonisti, alcune delle storie che mediante la Rete sono riuscite a sfondare la cortina di ferro del mainstream. Uomini e donne che hanno affidato al mare magnum di Internet i loro messaggi, dopo essere stati ignorati o strumentalizzati dalla «grande» informazione, e sono così riusciti a farsi ascoltare da tutti, compresi quelli che prima li ignoravano. Tanti piccoli esempi delle infinite potenzialità della Rete e dei motivi per cui la protesta più isolata della faccia della terra, come quella dei lavoratori sardi della Vinyls, abbia superato per numero di telespettatori il Grande Fratello Mediaset. O come migliaia di giovani si siano dati appuntamento su Facebook dopo anni di censure e divieti per rovesciare la dittatura. Una lettura semplice e coinvolgente che vuole essere anche uno strumento di riflessione per tutti quelli che hanno sempre detto riguardo a Internet: questo strumento non mi convince!