• QRS N. 4/2019

    22.00 
    • Le prospettive della rappresentanza negoziale
    • La misurazione della rappresentatività datoriale
    • Comparare il welfare in Italia e Olanda
    • Precari e precarietà
  • Lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza torna come ipotesi nel dibattito politico e accademico. Negli Stati Uniti le proposte di Lavoro garantito pubblico e il Green New Deal, che prevede lavoro garantito pubblico, hanno suscitato grande interesse. Di cosa parliamo? Della possibilità e necessità di intervenire, creando lavoro, in ambiti quali l’adattamento e la lotta al cambiamento climatico e il lavoro di cura in società avanzate e complesse come quelle occidentali. Si tratta di ipotesi sensate? Ce ne sarebbe bisogno negli Stati Uniti? E nell’Italia del «Reddito di cittadinanza»? Forse, se è vero che in tutto l’Oc cidente aumentano le diseguaglianze e il lavoro viene pagato sempre meno. Lavorare tutti? ricostruisce le proposte americane di lavoro ga ran tito e il dibattito accademico e politico che hanno suscitato, ricorda le esperienze precedenti dal New Deal in poi, offre una fotografia della società americana, delle sue diseguaglianze, dei suoi ritardi, dei milioni rimasti indietro. Divisioni e diseguaglianze spiegano tanto la vittoria di Trump quanto la popolarità di figure come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez. Spostando poi il fuoco sulla situazione italiana, il volume, arricchito da una introduzione teorica di Laura Pennacchi, prova a fare alcune ipotesi su un’idea di lavoro garantito a partire da un quadro del mercato del lavoro e dei bisogni insoddisfatti del nostro paese.
  • In un contesto politico profondamente mutato, la questione dell’aborto continua ad essere – come fu negli anni Settanta del Novecento – questione cruciale per la libertà, soggettività e convivenza civile di tutte e tutti. In un panorama che sembra segnato dalla rottura di vecchi schemi gerarchici e dal trionfo neoliberale dei diritti individuali emergono con grande forza, in Italia e in molti paesi, forme di nostalgia per un passato governato dalle certezze patriarcali e sovraniste che incidono ancora una volta sui corpi delle donne. In molti paesi del mondo l’aborto torna ad essere oggetto di politiche criminalizzanti. Le donne però reagiscono, in forme politiche forti e interessanti. In questo volume, che pensiamo come strumento di riflessione e di attivismo, si racconta il protagonismo politico femminista in Spagna, Polonia, Irlanda, Brasile, Argentina e Cile, dove, attraverso forme di resistenza e sperimentazione inedite, è stato posto un freno a riforme reazionarie e sono state aperte brecce nell’ordinamento per la regolamentazione dell’aborto. Le esperienze maturate in Italia e nei diversi contesti sono narrate nella cornice del dibattito politico, giuridico e filosofico più articolato che si interroga sui modi di rappresentare la questione dell’aborto, la soggettività e l’autodeterminazione femminile, e non solo.
  • Promosso da: CGIL | Con l’adesione di: ActionAid | Antigone | ARCI | CNCA | Fondazione Basso-Sezione Internazionale | Gruppo Abele | Legambiente | Rete dei Numeri Pari Il Rapporto sui diritti globali è uno studio annuale, unico a livello internazionale, che analizza i processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali, osservati in un’ottica che considera i diritti come interdipendenti. La struttura del Rapporto, giunto alla sua 17a edizione, è articolata in capitoli tematici, suddivisi in una panoramica generale e in Focus di approfondimento su alcune delle problematiche più rilevanti e attuali dell’anno. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, dati statistici, riferimenti bibliografici e web. Il Rapporto sui diritti globali, contenente le analisi più approfondite, le cifre più aggiornate, il quadro più ampio, si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni.  Ideato e realizzato dall’Associazione Società INformazione ON LUS, è promosso dalla CGIL nazionale, con l’adesione delle mag gio ri associazioni impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto.  Prefazione di Maurizio LANDINI, introduzione di Sergio SEGIO, interventi di Marco AIME, Paolo BERDINI, Giorgio BERETTA, Susanna CAMUSSO, Luigi CIOTTI, Vincenzo COLLA, Marco DE PONTE, Monica DI SISTO, Fausto DURANTE, Gianna FRACASSI, Enrico GAGLIANO, Paul MASON, Lea MELANDRI, Carolina MELONI GON ZÁLEZ, Marcello MINENNA, Sabrina PIGNEDOLI, Giacomo PISANI, Roberta RADICH, Katrin SCHIFFER, Maurizio SIMONCELLI, Susi SNYDER, Livia TOLVE, Paolo VIGANÒ, Julie WARD, Alex ZANOTELLI, Wim ZWIJNENBURG. REDAZIONE: José Miguel Arrugaeta, Orsola Casagrande, Roberto Ciccarelli, Massimo Franchi, Sandro Gobetti, Francesco Paniè, Susanna Ronconi, Alberto Zoratti, Sergio Segio (coordinatore). HANNO COLLABORATO: Caterina Amicucci, Marco Bersani, Marco Calabria, Gianluca Carmosino, Roberta Ferruti, Marco Omizzolo, Daniela Patti, Levente Polyak, Carlo Ridolfi, Carla Maria Ruffini, Annarita Sacco, Riccardo Troisi. ** Nota ** Il libro è disponibile anche in formato cartaceo. Acquistalo ora.
  • L’istituzione nel 1996 della riserva naturale regionale abruzzese del Monte Genzana - Alto Gizio rappresentò il compimento di una lunga stagione di impegno della Cgil e dell’associazionismo ambientalista abruzzesi per fare della tutela ambientale un volano di sviluppo delle aree interne, soprattutto attraverso la creazione di un ampio sistema di aree protette. In questo contesto la Cgil Abruzzo seppe non solo individuare una strategia sindacale radicalmente innovativa, ma fu in grado anche di ritagliarsi un ruolo significativo nella battaglia nazionale per l’approvazione della legge quadro sulle aree protette, la 394 del 1991. Il volume ricostruisce da un lato la genesi di questo originale e pionieristico percorso di sviluppo sostenibile – unico in Italia – nelle elaborazioni dell’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, a partire dal 1969, e della Camera del lavoro di Sulmona a partire dal 1978, e da un altro lato i caratteri di una vertenza locale come quella del Genzana, esemplare sia dal punto di vista degli obiettivi e dei metodi di lotta, sia da quello della costruzione delle alleanze politiche e istituzionali.
  • Il saggio si concentra sull’evoluzione unitaria del rapporto sindacati - emigrazione italiana all’estero dall’Autunno caldo ai primissimi anni settanta (1969-1972). È in effetti con l’allargamento della piattaforma rivendicativa della politica sindacale in Italia che il problema dell’emigrazione diventa per la prima volta nella storia del sindacato uno degli obiettivi di intervento e impegno organicamente collegato a un programma globale di azione all’interno e all’esterno del paese, traendo vigore e coincidendo questa nuova dimensione della politica sindacale con l’avviamento del processo di unità sindacale, che si concretizza in una immediata unità d’azione anche in campo internazionale, anticipando in alcuni casi umori e strategie. Le fonti consultabili per ricostruire il contesto in cui matura la trasformazione del complesso rapporto sindacati - emigrazione sono numerose e diverse. In questa sede si è scelto di privilegiare le fonti d’archivio, inedite e originali.
    • Le «tutele crescenti» nei licenziamenti collettivi al vaglio della Corte costituzionale e della Corte di Giustizia dell’Unione
    • Il Tribunale di Bari dubita della costituzionalità del regime delle «tutele crescenti» in casi di vizi procedurali
    • La Cassazione sul lavoro dei «riders»
    • Il Tribunale di Firenze e un caso di discriminazione collettiva indiretta in danno dei genitori-lavoratori
    • Rilevanti provvedimenti dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali
    • Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e la risoluzione di crisi aziendali
    • Nuovo arresto della Cassazione penale sull’esposizione ad amianto nello stabilimento siderurgico di Taranto
       
  • Promosso da: CGIL | Con l’adesione di: ActionAid | Antigone | ARCI | CNCA | Fondazione Basso-Sezione Internazionale | Gruppo Abele | Legambiente | Rete dei Numeri Pari Il Rapporto sui diritti globali è uno studio annuale, unico a livello internazionale, che analizza i processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali, osservati in un’ottica che considera i diritti come interdipendenti. La struttura del Rapporto, giunto alla sua 17a edizione, è articolata in capitoli tematici, suddivisi in una panoramica generale e in Focus di approfondimento su alcune delle problematiche più rilevanti e attuali dell’anno. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, dati statistici, riferimenti bibliografici e web. Il Rapporto sui diritti globali, contenente le analisi più approfondite, le cifre più aggiornate, il quadro più ampio, si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni.  Ideato e realizzato dall’Associazione Società INformazione ON LUS, è promosso dalla CGIL nazionale, con l’adesione delle mag gio ri associazioni impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto.  Prefazione di Maurizio LANDINI, introduzione di Sergio SEGIO, interventi di Marco AIME, Paolo BERDINI, Giorgio BERETTA, Susanna CAMUSSO, Luigi CIOTTI, Vincenzo COLLA, Marco DE PONTE, Monica DI SISTO, Fausto DURANTE, Gianna FRACASSI, Enrico GAGLIANO, Paul MASON, Lea MELANDRI, Carolina MELONI GON ZÁLEZ, Marcello MINENNA, Sabrina PIGNEDOLI, Giacomo PISANI, Roberta RADICH, Katrin SCHIFFER, Maurizio SIMONCELLI, Susi SNYDER, Livia TOLVE, Paolo VIGANÒ, Julie WARD, Alex ZANOTELLI, Wim ZWIJNENBURG. REDAZIONE: José Miguel Arrugaeta, Orsola Casagrande, Roberto Ciccarelli, Massimo Franchi, Sandro Gobetti, Francesco Paniè, Susanna Ronconi, Alberto Zoratti, Sergio Segio (coordinatore). HANNO COLLABORATO: Caterina Amicucci, Marco Bersani, Marco Calabria, Gianluca Carmosino, Roberta Ferruti, Marco Omizzolo, Daniela Patti, Levente Polyak, Carlo Ridolfi, Carla Maria Ruffini, Annarita Sacco, Riccardo Troisi.

    ** Nota **
    Il libro è disponibile anche in formato digitale (epub). Acquistalo ora e leggilo subito sul tuo tablet o smartphone.  
  • Fino ad oggi la ricerca storica sul terrorismo si è concentrata con estrema puntualità nella ricostruzione delle varie declinazioni, nell’analisi fenomenologica dei diversi gruppi e delle origini culturali dell’eversione, tralasciando l’attività delle forze politiche e dei sindacati. In questa sede ci si propone di analizzare il ruolo svolto dalla Cgil e dal Pci nella complessa stagione del terrorismo in Italia. Le reazioni della società, dei partiti, del movimento sindacale e dello Stato di fronte all’attacco terrorista sono state a lungo assenti o decisamente inadeguate. Tali posizioni sono determinate, per quanto riguarda il terrorismo di sinistra, dai consensi, dalle «simpatie», dai ritardi culturali presenti negli stessi ambienti del mondo comunista e del movimento operaio e sindacale, dalla sottovalutazione, quindi, della pericolosità di molti gruppi politici e della loro narrazione, e, per quanto riguarda invece la sua declinazione neofascista, dall’inerzia, dall’inefficienza, quando non dalla collusione, di alcuni settori degli apparati di sicurezza. Sarà il sacrificio di Guido Rossa a contribuire in modo decisivo alla rottura di quelle zone d’ombra ancora rimaste in una parte del mondo di fabbrica. Si tratta, infatti, di una vera e propria cesura nella storia del complesso rapporto fra la classe operaia e il terrorismo perché da quel momento non saranno più necessarie spiegazioni sul conflitto mortale che contrappone il sindacato e il Pci alle Brigate rosse.