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Dizionario del pensiero organizzativo. II edizione
14.00
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Può un dizionario del pensiero organizzativo essere utile, suscitare un qualche interesse, non solo tra le schiere di studenti che una riforma universitaria ricca soprattutto di incongruenze sta trasformando in veri e propri credit hunter, ma anche tra le file di tutti coloro, sindacalisti, imprenditori, dirigenti, formatori, professionisti, knowledge worker, che con i sistemi organizzativi e l’innovazione si ritrovano, in maniera più o meno consapevole, a fare i conti ogni giorno? -La risposta è in questo testo di introduzione e di divulgazione, che si propone di essere agile senza essere superficiale, semplice senza essere banale, un prodotto di qualità utile tanto a coloro che hanno bisogno di consultare quanto a quelli che hanno l’esigenza di imparare. Con due idee di fondo. -La prima dice che sono le connessioni, le interdipendenze, le relazioni, la chiave di accesso per scrutare i segni del tempo, leggere e interpretare i molti volti del cambiamento, individuare nodi di intersezione e spazi di condivisione per l’agire sociale, trasferire conoscenze e saperi all’interno delle organizzazioni. -La seconda che, in una società meno inflazionata di informazioni e deflazionata di senso, la qualità della vita familiare, aziendale, sociale, e dunque la qualità della democrazia e della cittadinanza, dipendono dalla consapevolezza, la determinazione, la capacità di stabilire connessioni, da parte delle singole persone, almeno tanto quanto dall’efficienza e dalla credibilità delle strutture.
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Salari e contratti in Italia e in Europa 2004-2006
14.00
€
Con questo suo terzo rapporto sui temi dei redditi da lavoro, della contrattazione e della produttività in Italia e in Europa, l’Ires continua il monitoraggio sugli effetti delle politiche contrattuali avviato con i rapporti precedenti (A. Megale, G. D’Aloia, L. Birindelli, La politica dei redditi negli anni ’90, Ediesse, 2003; A. Megale, G. D’Aloia, L. Birindelli, I salari nei primi anni 2000, Ediesse, 2005). Il rapporto attuale analizza l’impatto delle politiche economiche del periodo di governo del centrodestra sui redditi, sia sul versante dei rinnovi contrattuali che su quello delle politiche fiscali, raffrontando i risultati dell’esame con gli effetti delle misure economiche varate dal governo di centrosinistra nella Finanziaria 2007. L’analisi svolta mette in luce l’esigenza di una nuova politica dei redditi capace di tenere insieme: la difesa e la crescita dei redditi netti mediante l’azione contrattuale e fiscale, il controllo dei prezzi e delle tariffe, la ridefinizione degli strumenti di welfare a partire dal livello locale, il rilancio della competitività e la crescita della produttività. In tal senso si richiama l’attenzione della politica sul fatto che agire sui redditi significa coordinare tutti gli interventi che concorrono a far crescere i redditi individuali e familiari, al fine di ripristinare nella distribuzione della ricchezza un criterio di equità che appare condizione indispensabile per sconfiggere le nuove disuguaglianze sociali. Nello scenario politico attuale, anche il confronto con le dinamiche salariali e con le esperienze di contrattazione in Europa conferma l’esigenza di rilanciare un’ipotesi di concertazione «rafforzata» per realizzare una buona politica dei redditi in questa legislatura.
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La legge 328/2000: una sfida ancora aperta
14.00
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A sei anni dalla approvazione della legge quadro di riforma dei servizi sociale il giudizio sul suo stato di attuazione è insoddisfacente. Il governo di centrodestra, infatti, in questi anni ha ridotto in modo consistente i finanziamenti, in particolare la dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali, non ha emanato i provvedimenti di attuazione, ma soprattutto non ha definito i Livelli essenziali delle prestazioni sociali che debbono garantire l’esigibilità dei diritti per le persone e le famiglie in tutto il territorio nazionale. Ha così impedito di affrontare le più importanti emergenze sociali come l’assistenza alle persone non autosufficienti, la lotta alla povertà, la strutturazione di una rete di sostegno alle famiglie. - Anche a livello regionale e locale, pur emergendo esperienze positive, vi sono ritardi nel recepimento dei principi innovatori della Legge 328/2000 e nella organizzazione di una rete integrata di servizi. Cgil, Cisl e Uil, che sono state tra i promotori di questa importante legge, fanno il punto della situazione, nel Convegno di Roma, con i massimi rappresentanti delle Istituzioni nazionali, regionali, locali e del Terzo settore, e con esponenti del mondo scientifico.
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Immigrazione e sindacato – IV Rapporto Ires
14.00
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Il quarto rapporto prosegue il lavoro di documentazione e di analisi dei processi d’inserimento dei lavoratori immigrati nei mercati del lavoro italiani e delle loro implicazioni sociali e istituzionali. Esso segna la continuità di quella linea interpretativa che legge l’immigrazione come uno degli aspetti importanti delle tendenze, da tempo ormai in atto nelle società dell’Europa comunitaria, di crescente divario tra capacità produttive e capacità di creare occupazione stabile; di crescente eterogeneità delle modalità d’inserimento lavorativo e delle identità professionali; di costante erosione di sistemi di garanzie e di modelli contrattuali sempre meno in grado di ricondurre a logica unitaria la molteplicità di comportamenti, spinte, bisogni, conflitti che maturano e si sprigionano ad ogni livello e in ogni sfera di relazioni. Contemporaneamente il rapporto ripropone un altro aspetto del progetto: la persuasione che una più adeguata conoscenza di quei processi non è questione che riguardi i soli ricercatori; è un elemento essenziale per l’elaborazione, la verifica e la messa a punto di linee, piattaforme contrattuali, modelli organizzativi e forme di lotta del sindacato. Rispetto a questo secondo aspetto il rapporto registra - sulla base dei contenuti emersi nel corso della Conferenza nazionale della CGIL sull’immigrazione e di iniziative che ne sono già scaturite - il delinearsi di una crescente consapevolezza i cui sviluppi si prospettano rilevanti per il futuro dei rapporti sindacali nel quadro europeo.
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Il futuro del sindacato dei diritti
14.00
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Bruno Trentin aveva una concezione molto innovativa, quasi eretica, della democrazia e dei diritti. Il sindacato dei diritti e del programma sorge da qui. Egli ne fa il centro della sua politica, quando, il 29 novembre 1988, viene eletto segretario generale della CGIL. Negli ultimi anni i diritti culturali e in particolare la formazione permanente in tutto l’arco della vita diverranno l’asse principale della sua ricerca. L’importanza del sapere come strumento di liberazione della persona umana è appunto il tema della lectio doctoralis tenuta nel 2002 in occasione della laurea honoriscausa conferitagli dall’Università di Venezia. Nel volume sono ospitati gli scritti e le testimonianze presentati nei convegni dedicati a Bruno Trentin, tenutisi, nell’autunno 2008 e nella primavera 2009, a Roma, Genova, Milano. Gli scritti e le testimonianze sono di: Silvano Andriani, Vittorio Angiolini, Giorgio Benvenuto, Giuseppe Berta, Salvatore Bragantini, Carlo Callieri, Pierre Carniti, Lorenzo Caselli, Nina Daita, Kurosh Danesh, Alessio De Luca, Sebastian Dullien, Guglielmo Epifani, Jeff Faux, Carlo Ghezzi, Antonio Giallara, Antonio Lettieri, Bruno Manghi, Marigia Maulucci, Saul Meghnagi, Dario Missaglia, Federica Montevecchi, Antonio Panzeri, Laura Pennacchi, Andrea Ranieri, Gianni Rinaldini, Stefano Rodotà, Nicola Sartorius, Alain Supiot. Con la lectio doctoralis tenuta all’Università Cà Foscari di Venezia nell’ottobre 2002.
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Hitchcock
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Alfred Hitchcock, il maestro del brivido, il regista che continua a conquistare consensi e prestigio per la qualità dei suoi film e telefilm, in cui mostra e conferma il suo talento di autore, la sua grande forza d’inventore di spettacoli indimenticabili. Questo libro, a trent’anni dalla morte di Hitch – come viene chiamato dagli appassionati del suo cinema –, è un racconto-biografia, con rivelazioni sorprendenti, poco note, sugli anni di formazione, e un’analisi approfondita dei suoi lavori, anche quelli giovanili, nel grande scenario storico di una carriera cominciata ai tempi del muto. I suoi temi: il crimine, la paura, la colpa, le «bionde virginali», gli scontri e la collaborazione con famosi produttori di Hollywood, rivivono nel racconto. In cui si narra l’avventura di pellicole straordinarie e vitali, quali «Rebecca», «Io ti salverò», «Notorius», «Vertigo», «Psycho», «Gli uccelli», e diversi retroscena che rivelano gli aspetti di una personalità sensibile, esemplare nella ricerca artistica e nei percorsi più intimi, più profondi. Venata di un’ironia impertinente e sottile.
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Fellini & Fellini
14.00
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Federico Fellini, una storia lunga, di grande respiro. Il regista è scomparso nel 1993, a settantatré anni, e tuttavia il tempo che è passato dal giorno della scomparsa si estende, scavalca il presente, va verso il futuro. Una guida fra le nebbie. Rimini, Roma, Cinecittà e oltre: le stazioni di un unico viaggio che continua grazie ai film e all’interesse che ancora circonda il grande regista. Tappe di spostamenti, di ricordi che superano il titolo di un suo celebre film, «Amarcord», e di emozioni che non finiscono con «La voce della luna», ultima opera. Non ci sarà un’ultima fermata per Federico. Italo Moscati, in questo suo nuovo libro sul cinema, parte da un’intervista alla tv rilasciata da Fellini sul finire della carriera, in cui il regista dichiarò che non avrebbe mai voluto scrivere la parola «fine» in fondo ai suoi film, perché trovava insopportabile l’idea che i suoi personaggi potessero salutare con un addio i loro spettatori e lui stesso. Moscati riapre il film di una vita, di una carriera; rimuove la parola «fine» e racconta a tutto tondo Fellini e i suoi personaggi in cammino. Un pianeta di avventure. A novant’anni dalla nascita.
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La pazienza e l’ironia
14.00
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«…Tutto può, e anzi deve, essere rimesso in discussione, ma con la convinzione che teoria e azione sono le due facce dello stesso processo, che la politica dunque è l’infinito movimento di congiunzione di questi due lati…» Il libro ripercorre la storia politica dell’ultimo trentennio, dal compromesso storico a oggi, con uno sguardo molto critico su come la sinistra ha saputo leggerne i diversi passaggi, lungo una traiettoria di progressiva rinuncia ad una propria autonoma interpretazione della realtà. Si tratta ora di ricostruire un’identità, un ancoraggio sociale, una capacità di rappresentanza, senza che sia più possibile avere una meta prestabilita, perché tutto è mutato e si può procedere solo per tentativi, lavorando sulle contraddizioni e sui conflitti di un mondo globalizzato ma non pacificato. La pazienza e l’ironia sono le virtù necessarie per intraprendere questo cammino.
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Fuori da un secolare servaggio
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Il libro ricostruisce la vita di Argentina Altobelli, nata ad Imola nel 1866 e morta a Roma nel 1942, fondatrice nel 1901 della Federazione nazionale dei lavoratori della terra. Dopo aver delineato la realtà politica e sociale dell’area romagnola e bolognese nella fase di costruzione dell’Unità italiana, viene tracciato il percorso che porta l’Altobelli ad avvicinarsi al movimento socialista e ai problemi del mondo agricolo e se ne esamina l’impegno nel corso dei primi decenni dell’Italia unita, quelli cioè della costituzione dei partiti politici e delle organizzazioni sindacali. Pur con alcuni riferimenti alla sua vita familiare, viene seguito lo svolgersi delle sue molteplici attività, quale segretaria nazionale della Federterra e membro della direzione del PSI, nonché protagonista delle battaglie per il diritto di voto alle donne e per la parità salariale, in un intreccio continuo con la storia delle lotte contadine negli anni del Novecento, fino all’avvento del fascismo. Le vittorie e le sconfitte di questo impegno per il riscatto dei lavoratori della terra e per l’emancipazione femminile sono inquadrate nel contesto politico e sindacale e nelle travagliate vicende del partito socialista e dei suoi protagonisti di quegli anni.
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Rischi sociali e per la salute
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Il volume presenta i risultati di un’indagine sui giovani lavoratori mettendo in evidenza i fattori di rischio per la loro salute. La ricerca dimostra che le nuove generazioni, oltre a confrontarsi con le scarse opportunità occupazionali, quando hanno un impiego affrontano condizioni molto difficili sia dal punto di vista fisico che psicologico. Così, troppo spesso, il lavoro non favorisce l’autonomia, l’emancipazione e la promozione sociale ma si traduce in infortuni, patologie e sofferenze, che caratterizzano in modo rilevante le esperienze giovanili. Il rapporto tra il lavoro e la salute è affrontato da molteplici punti di vista: è descritta l’evoluzione del concetto di salute nel corso del Novecento e fino agli anni recenti; sono analizzati i dati delle statistiche nazionali ed è proposto un confronto internazionale delle politiche di prevenzione. La qualità della vita lavorativa è stata indagata in modo approfondito con un questionario somministrato a mille giovani lavoratori a livello nazionale. La ricerca vuole fornire spunti di riflessione non solo per comprendere le specificità di una precisa classe generazionale, ma anche per valutare le tendenze dell’epoca contemporanea, che comportano nuove sfide per affermare la dignità dei lavoratori.
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Libeccio d’Oltremare
14.00
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L’obiettivo del libro è aprire una riflessione sulle forme di insubordinazione che si stanno estendendo nel mondo contro il saccheggio neoliberista: iniziato negli anni Settanta in America Latina, oggi ha portato l’intero globo all’interno della logica occidentale della finanziarizzazione; ancora una volta le ex colonie sono state un laboratorio di processi politici più avanzati rispetto alle ex metropoli (Miguel Mellino, Ambra Pirri). È in questa ottica postcoloniale che appare rilevante guardare agli effetti che i rivolgimenti nel Maghreb e nel Mashreq cominciano ad avere sul regime europeo e dei «confini esterni» dell’Unione, ricostruendone i caratteri che si sono fondati sull’attivo coinvolgimento di regimi come quello libico di Gheddafi e quello tunisino di Ben Ali (Sandro Mezzadra). Alla luce dei cambiamenti sociopolitici che si stanno verificando nell’area libica si guarda anche alle ripercussioni sulla lotta al traffico di esseri umani (Oria Gargano con Francesca De Masi, Carla Quinto e Francesca Esposito). Viene analizzato in particolare il ruolo dell’isola di Lampedusa, spartiacque di un Mediterraneo che rischia di diventare un’area di insediamento di istituzioni di reclusione (Alessandra Sciurba). Anche questi stravolgimenti sono alla base dei processi rivoluzionari in corso, insieme all’enorme asimmetria che continua a dividere le due sponde del mare nostrum. Queste ribellioni si possono definire decisamente post-islamiche in Nord Africa e postmoderne in Occidente, anche grazie alla significativa presenza femminile (Renata Pepicelli, Anna Curcio) e giovanile e per il ruolo giocato da Internet, da Twitter e dalla rete tutta in un paese in cui i giovani rappresentano il 60-70% della popolazione (Giuliana Serra). Le rivolte nordafricane hanno rotto l’equilibrio su cui, fino a pochi mesi fa, si fondava l’ingiusto ordine mondiale, e rappresentano una sfida, raccolta dall’Occidente, al processo di integrazione europea (Annamaria Rivera) ma soprattutto al neoliberismo e alla finanziarizzazione del globo (Mellino, Pirri).
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Il corpo e lo spazio della pena
14.00
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La vertiginosa crescita delle incarcerazioni nell’ultimo ventennio ha fatto esplodere il problema del sovraffollamento penitenziario, e con esso quello della qualità della pena nel rispetto della dignità della persona detenuta. Tra timide riforme e occasionali provvedimenti deflattivi, la costruzione di nuove carceri e la saturazione di quelle esistenti continuano a dominare l’agenda politica. La struttura architettonica, la qualità edilizia e la collocazione urbanistica del penitenziario corrispondono alla sua funzione e al modo di interpretare la pena privativa della libertà. Chi si propone di riformare la pena non può rinunciare, quindi, a ripensare lo spazio penitenziario, almeno fino a quando il carcere resterà dominante nelle nostre culture e nelle nostre pratiche punitive. Testi di
Sebastiano Ardita, Vittorio Borraccetti, Cesare Burdese, Alessandro De Federicis, Patrizio Gonnella, Francesco Maisto, Corrado Marcetti, Alessandro Margara, Mauro Palma, Sonia Paone, Eligio Resta, Leonardo Scarcella, Adriano Sofri, Maria Stagnitta, Grazia Zuffa.
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