• «Dopo lunghe e cordiali discussioni» è la formula più volte utilizzata nel preambolo degli accordi sindacali alla Fiat alla fine degli anni sessanta, uno dei periodi più conflittuali della storia aziendale: l’evidente contraddittorietà sembra riassumere l’essenza stessa delle relazioni industriali nell’azienda torinese. Unica nel suo genere per le caratteristiche e la longevità, la Fiat presenta una singolare radicalità dei conflitti sociali e sindacali, un moto pendolare nei rapporti di forza che porta a violenti e rapidi ribaltamenti di tutti i princìpi su cui si basavano le precedenti relazioni tra le parti. Le contraddizioni e i problemi irrisolti del passato determinano molti degli elementi di mancato sviluppo delle relazioni industriali del presente: la comprensione di questi limiti e di questa «diversità» della Fiat è il primo passo per proporsi, in una fase di radicali cambiamenti degli assetti produttivi e proprietari, un nuovo approccio al problema dei rapporti tra sindacati e azienda.
  • I Lunedì dell’economia hanno caratterizzato il primo anno di attività pubblica della Fondazione Giuseppe Di Vittorio e del suo comitato scientifico «Scienze Sociali». Gli appuntamenti, a cadenza bisettimanale, hanno toccato temi rilevanti quali lo scenario macroeconomico, la competitività, il diritto del lavoro, il welfare. L’attualità degli argomenti trattati si è sempre misurata con uno spessore alto di approfondimento e sollecitazione di ricerca, realizzando così una fusione ricca tra l’approccio teorico e uno più immediatamente legato all’intervento contingente. La formula ha registrato notevoli consensi: per la città di Milano, dove i dibattiti si sono sempre svolti, i Lunedì dell’economia sono diventati un appuntamento atteso, partecipato, catalizzatore di interessi. I dibattiti sono stati pubblicati dalla rivista Quaderni Rassegna Sindacale - Lavori, edita da Ediesse, sul sito della Fondazione (www.fondazionedivittorio.it) e trasmessi in videoconferenza. Per l’importanza dei temi trattati e il livello dei contributi, la Fondazione ne ha deciso la pubblicazione monografica, di più agevole consultazione, che verrà realizzata in due volumi. I dibattiti raccolti in questo primo volume sono quelli dei cinque Lunedì dedicati ai seguenti temi: La Fiat e le banche; Lavoro, diritti, Europa; Fondi pensione e mercati finanziari; Welfare state: nuovo patto sociale o mercato?; La congiuntura economica: quali prospettive? Oltre a Sergio Cofferati, hanno partecipato ai cinque dibattiti: Cristiano Antonelli, Patrizio Bianchi, Paolo Bosi, Salvatore Bragantini, Aldo Carra, Guido Cammarano, Innocenzo Cipolletta, Alessandro Coppola, Carlo Dell’Aringa, Tommaso Di Tanno, Gianni Geroldi, Giorgio Ghezzi, Gad Lerner, Luigi Mariucci, Marcello Messori, Giacinto Militello, Gianni Nardozzi, Paolo Onofri, Daniele Pace, Laura Pennacchi, Roberto Pizzuti, Massimo Riva, Umberto Romagnoli, Riccardo Sarfatti, Paolo Sylos Labini, Ferdinando Targetti.
  • A due anni dalla legge quadro sul sistema socio-assistenziale e dalla riforma del Titolo V della Costituzione approvate dal Governo dell'Ulivo, e in concomitanza con l'uscita del Libro bianco sul welfare dell’attuale Governo di centro destra, rappresentanti delle forze politiche e sociali, del Terzo settore, del mondo universitario e della ricerca, decisori locali, esperti riflettono sulla tematica dell’equilibrio fra territorialità delle politiche e universalità dei livelli di inclusione. Sostenere i percorsi, le opzioni, le strategie programmatorie e di gestione espressi dai vari contesti locali è tanto necessario quanto supportare un principio di convergenza che crei condizioni di parità sociale e territoriale: questa la tesi del volume. Processi di decentramento non sufficientemente coordinati rischiano infatti di ampliare le disparità tra i diversi sistemi territoriali di tutele e opportunità che, se non equamente rivolti a tutti i cittadini, limitano in maniera particolare la qualità di vita di quelli meno dotati di risorse economiche, fisiche, relazionali e culturali. La finalità è pertanto quella di sostenere e di argomentare la centralità delle politiche sociali avviate nella seconda metà degli anni novanta, rafforzandone l’effettiva attuazione verso una strategia di sistema. Il volume si suddivide in quattro sezioni tematiche: «La riforma del Titolo V della Costituzione. I livelli essenziali delle prestazioni e le misure universalistiche di base»; «La legge 328/2000. Risorse e ruoli nel sistema misto degli attori»; «I sistemi informativi e la valutazione delle politiche sociali»; «I fabbisogni, la pianificazione sociale e lo sviluppo del territorio».
  • I Fondi per la formazione continua sono organismi gestiti congiuntamente dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che dovranno organizzare, dirigere e finanziare piani di formazione per i lavoratori occupati nelle imprese italiane, utilizzando lo 0,30% del monte salari che da anni viene versato all’Inps per questo scopo. Le parti sociali in Italia e in tutta Europa hanno scommesso sulle risorse umane come possibile punto di sintesi tra gli interessi dell’impresa, che persegue una maggiore competitività, e quelli dei lavoratori e del sindacato, che intendono accrescere il sapere dei lavoratori per rafforzarne il potere contrattuale in fabbrica e fuori. I Fondi partono ora in Italia, in una delle fasi più difficili delle relazioni industriali e dei rapporti tra i sindacati. Questo libro vuole offrire un’informazione puntuale sulla genesi, la configurazione e il futuro utilizzo di tali strumenti, fornendo un indispensabile e agile vademecum per tutti coloro che nel sindacato, nelle associazioni d’impresa, nelle istituzioni, nel sistema formativo e in altri luoghi ancora se ne dovranno occupare.
  • La riflessione sul significato storico, politico e ideale dei centenari di alcune tra le più importanti strutture territoriali e di categoria della CGIL è al centro di quest’ultimo libro di Adolfo Pepe. Il testo, diviso in tre parti, ripercorre la storia ultracentenaria del movimento operaio e sindacale italiano, dalle prime forme di resistenza contro lo sfruttamento padronale fino ai giorni nostri. Nella prima parte, dove si ricostruiscono le origini del movimento sindacale (1880-1900), sono analizzate le tappe principali che portano dalla nascita della «questione sociale» all’esplosione di una vera e propria «questione sindacale», man mano che la protesta operaia e bracciantile viene incanalata all’interno delle nascenti strutture di rappresentanza e di tutela. La seconda parte raccoglie gli interventi dell’autore in occasione delle celebrazioni dei principali centenari delle strutture CGIL. La riflessione tocca sia le Camere del Lavoro (sono analizzati i casi di Genova, Reggio Emilia, Ancona e della Puglia), che hanno contribuito a costruire e sviluppare in modo determinante i diversi territori, sia le principali Federazioni di categoria, dalla «mitica» Federterra (oggi FLAI) ai «modelli» metalmeccanico, chimico e tessile del sindacalismo industriale, passando per il «caso» dei minatori. Chiude questa sezione un capitolo dedicato ad alcune vicende importanti dell’Italia repubblicana: dal difficile impianto della democrazia in Italia alla crisi del luglio 1960, fino ad arrivare alla crisi del sistema politico sul finire degli anni Settanta, il testo ripercorre alcuni passaggi salienti del cinquantennio repubblicano, segnato da momenti di sviluppo accelerato, ma anche da profonde contraddizioni. La terza e ultima parte raccoglie alcune riflessioni sulle prospettive del movimento sindacale attraverso l’analisi di tre temi: i valori e la cultura della CGIL, il ruolo della memoria e della ricerca storica, l’attualità del sindacato, stretto tra una globalizzazione spesso iniqua e le insufficienze della politica.
  • Forse la pace non si può «insegnare», ma certo una nuova cultura che faccia delle persone e del loro benessere la ricchezza dei popoli è una condizione fondamentale per realizzare una pace che non sia solo «assenza» di guerra. Una pace sentita come dimensione etica e testimoniata da milioni di giovani e di persone di ogni condizione: come tale la avverte la Cgil, che della cultura e della pratica dei diritti ha fatto il cuore della sua azione riformatrice e rivendicativa. In collaborazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, la Cgil ha promosso il libro e il video in cui il pedagogista Alberto Alberti, lo scienziato Marcello Cini, il regista Carlo Lizzani, la scrittrice Lidia Ravera, il filosofo Fulvio Tessitore, il compositore e musicologo di chiara fama Azio Corghi esprimono la ricchezza, la forza, la vitalità di forme del pensiero, dell’arte e della cultura del nostro paese, che non si piegano agli eventi. Dario Missaglia e Guglielmo Epifani illustrano poi come per il sindacato sia essenziale assumere l’etica della responsabilità per misurarsi sulle grandi questioni sociali, politiche, culturali che l’idea di pace esige vengano affrontate. Contributi di: Alberti, Cini, Corghi, Epifani, Lizzani, Missaglia, Ravera, Tessitore.
  • Il bilancio partecipativo è la nuova frontiera del rinnovamento della democrazia locale. Noto soprattutto per i risultati positivi ottenuti nella grande città brasiliana di Porto Alegre, si sta diffondendo con rapidità in tutto il mondo suscitando dovunque l’entusiasmo di tutti coloro che vogliono riportare le comunità al centro delle decisioni politiche e amministrative. In Italia sono ormai numerosi i Comuni che hanno adottato il bilancio partecipativo e un’associazione, Nuovo Municipio, è stata costituita per mettere a confronto e coordinare le diverse esperienze. Molti prevedono che sarà questo il laboratorio da cui nasceranno le vere novità politiche dei prossimi anni. L’Autore, tra i primi a puntare su questo nuovo istituto di democrazia, chiarisce nel libro che cos’è il bilancio partecipativo, ne ricorda le radici internazionali ma anche italiane, spiega come si realizza e come si incardina dentro la normale attività del Comune e nel quadro delle leggi vigenti, illustra i casi più importanti. Ma, soprattutto, avverte che sceglierlo ha un senso se è tutta la città che partecipa, determinando un’integrazione virtuosa tra strumenti di democrazia rappresentativa e nuove forme della partecipazione. Alla stesura del libro hanno collaborato Matteo Bassoli, Francesco Coviello, Monica Mansi, Silvia Pergami, Michelangelo Secchi, del gruppo di Progettazione alla partecipazione «La città che partecipa».
  • Il Rapporto congiunturale semestrale IRES è il nuovo strumento di cui la CGIL si è dotata per monitorare l’evoluzione dell’economia a supporto delle scelte di politica economica, sociale, retributiva. Esso fornisce un’analisi dei principali indicatori dell’economia e gli approfondimenti sui principali problemi d’attualità: natura della crisi e funzione dell’economia statunitense, concorrenza cinese, problema delle dimensioni di impresa. Un’attenzione particolare, con specifiche elaborazioni, è dedicata alla collocazione dell’Italia nel mercato internazionale e alla perdita di competitività intervenuta negli ultimi anni. Affrontando questi temi, il Rapporto intreccia l’analisi delle dinamiche congiunturali con quella delle caratteristiche strutturali dell’economia italiana. Nel volume sono riportati infine i primi risultati dell’indagine che la CGIL ha avviato tra le proprie strutture territoriali per costruire un modello previsionale dell’evoluzione dell’occupazione, dell’utilizzo degli impianti, del PIL. Ciò è tanto più necessario oggi in presenza di una crisi di cui non si intravede la fine e che il governo prima ha negato e adesso sottovaluta.
  • In un momento in cui si assiste a una crisi della comunicazione e della capacità di narrare, quando sembrano aver preso sopravvento il rumore, il brusio, l’effimero, la finzione, l’«usa e getta» propinato dalle televisioni e dai rotocalchi, le narrazioni autobiografiche restituiscono senso alle cose vissute, sofferte, e poi filtrate da una riflessione che ne preserva la concretezza e la vivacità originali. In questo caso a raccontarsi sono donne semplici, con una vita grama alle spalle, ma al contempo protagoniste di eventi e mutamenti storici. La guerra, il lavoro nei campi, la fabbrica, la famiglia, la politica, il sindacato: in tutte queste dimensioni emergono figure femminili vitali, battagliere, che spesso si vivono come «ribelli», affermando in ciò la funzione di rottura di schemi tradizionali che quella generazione ha esercitato, spinta dalle contingenze storiche. Dagli anni della guerra e del dopoguerra le interviste alle donne mantovane ci trasmettono quella consapevolezza, maturata alla scuola della loro esperienza quotidiana, in cui affondano le radici i cambiamenti epocali nel modo di ridisegnare i rapporti tra i generi, e di intendere la «politica» nel senso più ampio, che si sono dispiegati negli ultimi cinquant’anni.
  • In che modo il sindacalismo europeo può ancora porsi come un protagonista assoluto sulla scena globale e in seno alle nostre società? Una risposta può venire dal sistema di regolazione lavoristica adottato dall’Unione Europea: per la sua specificità ordinamentale e per il crescente interesse rivolto ai temi della politica sociale, infatti, la UE sembra rappresentare oggi uno scenario ottimale per sperimentare un nuovo diritto del lavoro di livello sovranazionale, soprattutto per il ruolo riconosciuto all’autonomia collettiva delle parti sociali nella formazione di un diritto europeo del lavoro. Il libro passa in rassegna - con particolare riguardo per l’esperienza dei Comitati aziendali europei - sia il profilo formale e socio-giuridico della normativa, sia la qualità della sua applicazione pratica: un’indagine attenta delle dinamiche delle relazioni industriali nei grandi gruppi multinazionali, ma anche dei limiti di un’esperienza che a quasi dieci anni dal suo avvio non ha ancora realizzato il giusto aggancio tra procedure di informazione-consultazione e sviluppo conseguente dell’azione sindacale a livello sovranazionale di impresa. Con questa pubblicazione si offre ad esperti, operatori sociali, quadri sindacali e studenti un utile strumento di conoscenza e approfondimento, in grado di fornire importanti spunti di riflessione sulle tematiche dell’impresa internazionale di gruppo.
  • Il progresso delle scienze biomediche ha messo a disposizione una serie di conoscenze che riguardano l’intero ciclo vitale degli esseri umani dalla nascita alla morte. La sopravvivenza e l’evoluzione non sono più affidate solamente al «caso», ma diventano oggetto di una possibile progettualità e, quindi, di scelte e decisioni. Gli autori dei saggi raccolti nel volume, tra i più prestigiosi nelle proprie discipline, si confrontano con questi mutamenti, intrecciando un confronto interdisciplinare sul ruolo centrale della democrazia e del pluralismo culturale nella discussione pubblica e nella ricerca scientifica. Saggi di: Giovanni Berlinguer - Professore emerito dell’Università di Roma «La Sapienza». Fa parte del Comitato di Bioetica dell’Unesco. Ernesto Di Mauro - Docente di Genetica Molecolare all’Università di Roma «La Sapienza». Direttore scientifico della Fondazione Pasteur Cenci-Bolognetti. Silvio Funtowicz - Ricercatore presso l’Istituto per la Protezione e la Sicurezza del Cittadino (IPSC); Commissione Europea - Centro Comune di Ricerca (CE-CCR), 21020 Ispra (Va), Italia. Silvia Garagna - Docente di Biologia dello Sviluppo all’Università di Pavia (Laboratorio di Biologia dello Sviluppo). Mirko Drazen Grmek - Tra i maggiori storici e filosofi della scienza del XX secolo. Ha insegnato Storia delle Scienze Biologiche e Mediche all’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi. È scomparso nel marzo del 2000. Alberto Oliverio - Docente di Psicobiologia all’Università di Roma «La Sapienza». Direttore della Sezione di Psicobiologia e Psicofarmacologia dell’Istituto di Neuroscienze del CNR. Carlo Alberto Redi - Docente di Zoologia e Biologia dello Sviluppo all’Università di Pavia (Direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo). Stefano Rodotà - Docente di Diritto civile all’Università di Roma «La Sapienza». Presidente dell’Autorità garante della privacy. Fabrizio Rufo - Curatore del libro - Docente di Bioetica all’Università di Roma «La Sapienza». Silvano Tagliagambe - Docente di Filosofia della Scienza all’Università di Sassari - Sede di Alghero. Mariachiara Tallacchini - Docente di Scienza Tecnologia & Diritto all’Università Cattolica del Sacro Cuore - Sede di Piacenza. Docente di Bioetica all’Università degli studi di Milano. Maurizio Zuccotti - Docente di Istologia ed Embriologia all’Università di Parma e all’Università di Pavia (Laboratorio di Biologia dello Sviluppo).
  • Anna Magnani

    9.00 
    Una donna che ha molto amato, molto sofferto e si è battuta con impeto per avere un’esistenza piena, secondo vocazione e talento, senza mai tradire coscienza e rigore nel suo mestiere e nelle apparizioni fuori scena. La Magnani viene presentata sia come personaggio del suo tempo, che incarna settant’anni di storia italiana - il periodo fra le due guerre mondiali, il ventennio, il dopoguerra, i «favolosi» anni sessanta - sia come donna di spettacolo, capace di passare dal dramma alla rivista, dal film brillante al cinema neorealista di Rossellini, alle opere di Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, ai programmi radiotelevisivi. Ma soprattutto Anna è vista come protagonista di un grande film, quello che nasce dall’intreccio tra i fatti di tutti e i suoi privati, una narrazione intensa e ricca di particolari anche inediti, che è stata riversata nella trasmissione in dieci puntate trasmessa da Radio2Rai nel ciclo di successo «Alle otto della sera».