• CM N. 1-2/2025

    15.00 
    Comunismo e libertà. La lezione di Aldo Tortorella   Idee che restano
    • a.l., «L’esempio di Eva» e il «comunismo di cui non possiamo fare a meno»
    • Aldo Tortorella, L’esempio di Eva
    • Maurizio Landini, Il crinale odierno tra socialismo e barbarie
    • Stefano Petrucciani, Il confronto con Marx
    • Fabio Vander,  Alla «scuola» di Antonio Banfi
    • E. Igor Mineo, La questione dello storicismo
    • Mattia Gambilonghi, La ricerca sul nuovo socialismo: tra «terza via» e libertà solidale 
    La politica come vita
    • Luciana Castellina, L’amicizia di una vita tra liti e battaglie comuni
    • Gianni Fresu, Con Curiel nella Resistenza
    • Alexander Höbel, Tra Longo e Berlinguer
    • Alberto Leiss, La svolta che il Pci e «l’Unità» non seppero fare negli anni Settanta
    • Marco Doria, Il lungo percorso di un intellettuale militante
    • Corrado Morgia, Nel solco del «secondo Berlinguer»
    • Antonio Di Meo, L’innovazione nella ricerca: la centralità della scienza
    • Vincenzo Vita, Una rivoluzione culturale gentile
    • Gloria Buffo e Marco Fumagalli, Una pedagogia pratica per i giovani degli anni Ottanta
    • Giorgio Mele, Dalla Bolognina ai comunisti democratici
    • Antonella Palumbo e Attilio Trezzini, Il rapporto con l’economia critica 
    Dopo il Pci
    • Guido Liguori, La nuova serie di «Critica Marxista»
    • Piero Di Siena, I primi anni di vita dell’Ars e la lotta al neoliberismo 
    • Alfiero Grandi, L’Ars e la stagione dei referendum 
    • Elvira Di Meo, L’importanza della passione 
  • In offerta!

    TEST INTERNO

    Il prezzo originale era: 1.00 €.Il prezzo attuale è: 0.01 €.
  • Scarica il file gratuito al Link Occupazione, salari e lavoro povero nell’era della precarietà Il lavoro – fondamento costituzionale della Repubblica – ha perso negli anni il suo valore politico, economico e sociale. Questo è quanto emerge dal rapporto sulle tendenze dei salari e delle disuguaglianze in Italia e nel mondo dell’Ilo (2024) e dall’ultimo rapporto annuale dell’Istat (2024), che mostrano il progressivo declino dei salari reali e la crescente precarizzazione del mercato del lavoro in Italia. I cambiamenti economici e sociali portati dall’era della globalizzazione hanno contribuito a minare le sicurezze che un posto di lavoro riusciva a dare. La crescente deregolamentazione del mercato del lavoro, con l’obiettivo di migliorare la competitività, la graduale frammentazione delle catene della produzione, la progressiva terziarizzazione dell’economia sono tutti fattori che hanno favorito il diffondersi di una nuova occupazione precaria. Sono nate nuove forme contrattuali incentrate sulla discontinuità del rapporto di lavoro.      
  • Quanto è presente il fenomeno mafioso in Lombardia? Qual è, più specificamente, il livello di infiltrazione della ’ndrangheta nella regione più popolosa, ricca e progredita d’Italia? Quale il suo grado di insediamento o – ancor più – di radicamento? Le parole non vengono mai a caso. E oggi più che mai dobbiamo usarle con scrupolo scientifico e responsabilità intellettuale, di fronte ai fatti, alle relazioni sociali, alle mentalità pubbliche e private messe a nudo dalla ricerca. Mafia ed economia. Il rischio criminale in Lombardia è un libro che non rimuove e non ambisce a stupire. Ma che responsabilmente sistematizza gli scomodi risultati di una recente, ampia ricerca su «Mafia ed economia in Lombardia» svolta dal centro Cross dell’Università degli Studi di Milano in partnership con Cgil Lombardia. Emerge l’ascesa degli interessi e delle logiche di mafia in un’area che un tempo ne era quasi immune. Si delinea la sagoma di un capitalismo pericolosamente ibrido. La cui realizzazione, come spiegano gli autori, va e può essere ancora contrastata.
  • Una storia vera, come tante che in quegli anni vissero numerose famiglie italiane, raccontata in prima persona con lo stile di un romanzo e capace di coinvolgere e trasmettere emozioni personali e familiari, vissute dall’autore ma che testimoniano le tragiche condizioni di un’epoca nera che ha segnato indelebilmente la storia d’Italia. Scritto durante gli anni di internamento, insieme ad altri italiani, in un campo britannico, il libro fu pubblicato dapprima in lingua inglese, nel 1940, e solo alla fine della guerra nella sua versione originale in italiano. Questo volume ripropone l’edizione del 1996, promossa all’epoca dalla Fondazione di studi storici «Filippo Turati» e pubblicata da Piero Lacaita Editore, e si arricchisce della presentazione del figlio Claudio e di una nuova prefazione di Andrea Ricciardi, oltre a quella di Bruno Trentin che corredava il volume precedente.
  • Il movimento dei lavoratori, e in particolare la Cgil, ha rappresentato una delle principali forze di resistenza contro l’ideologia oppressiva del fascismo, nonché un baluardo nella lotta per i diritti dei più deboli. Questa lotta è proseguita nel tempo, mantenendo viva la memoria storica della resistenza contro l’oppressione. Il legame tra sindacato e antifascismo lo ritroviamo in questa pubblicazione attraverso testimonianze fotografiche che raccontano decenni di impegno e sacrificio. Sono immagini simbolo di un progetto che continua a essere valido e vivo anche ai giorni nostri, quando il pericolo di nuove forme di discriminazione e oppressione torna ad essere presente. In questo senso, l'antifascismo non è solo una dimensione storica, ma un impegno costante per la difesa della democrazia e dei diritti civili.
  •   Il volume raccoglie gli atti del Forum Giusta Transizione della CGIL, tenutosi il 6 febbraio u.s. presso la CGIL nazionale, con le conclusioni del Segretario confederale, Christian Ferrari. Link  Politiche per il clima e giusta transizione              
  • Perché Giorgia Meloni vince le elezioni e un italiano su due non vota? Perché dal 1996, secondo Marco Revelli, si confrontano due destre: una destra populista e plebiscitaria, «fascistoide» (l’allora centrodestra di Berlusconi) e una destra tecnocratica ed elitaria, liberale (l’allora Ulivo di Prodi). Le due destre, apparentemente in conflitto tra loro, hanno uguali obiettivi: la svalorizzazione del lavoro, l’autonomia differenziata, la fine dell’intervento statale, il dominio del mercato e la privatizzazione dei servizi pubblici, in primis la sanità. Governi la destra populista o la destra liberale, per i non garantiti non cambia nulla e quindi non votano. Dopo il 1989 (fine dell’Urss) e il 1992 (Trattato di Maastricht), lo Stato non redistribuisce più: lo Stato privatizza, precarizza il lavoro e indebolisce i sindacati. La destra liberale guidata da Pds-Ds-Pd promuove misure come il pacchetto Treu e il Jobs Act. E quando la destra populista giunge al governo trova i lavoratori già indeboliti. Il Governo Amato inserisce in Costituzione l’autonomia con la «deforma» del 2001. E oggi Calderoli può aggravare il divario Nord-Sud con l’autonomia differenziata attuando la Costituzione deformata. Chi da sinistra ha criticato la destra liberale e tecnocratica ha alternato deficit cognitivo e primitivismo politico: gli intellettuali organici del socialismo sono scomparsi o sono diventati organici al liberismo. Il libro propone un programma di governo per recuperare il voto degli astenuti e battere le due destre. E chiarisce cosa dovrebbe fare la Sinistra al governo al posto di Monti, Renzi, Draghi, Meloni o Schlein.