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Una buona finanza
14.00
€
In questo volume, corredato di numerose tavole esplicative a colori, viene illustrato il «Manifesto per la buona finanza» elaborato dalla FISAC, il sindacato dei lavoratori del credito della CGIL, e con la collaborazione dall’Area sviluppo della CGIL nazionale. Il Manifesto si articola in sette proposte fondamentali per riportare le banche al servizio del paese dando la priorità assoluta agli obiettivi della crescita, del lavoro e dell’uguaglianza. Discriminante per l’elaborazione delle sette proposte del Manifesto è stata la scelta compiuta dalla CGIL di una terapia anticrisi centrata sul Piano del lavoro, all’insegna di un progetto per la ricostruzione del paese che rappresenta la via maestra per indurre l’indispensabile cambiamento della politica economica in Europa e in Italia. Una delle condizioni per dare concretezza al Piano del lavoro, insieme agli investimenti pubblici, consiste nel riavviare il motore del credito e della finanza per fare ripartire gli investimenti privati nell’industria, nel turismo, nell’ambiente e nei servizi, grazie a un’innovazione capace di rendere competitivo il sistema produttivo italiano e creare lavoro stabile. Va sempre ricordato che, come ha spiegato Amartya Sen, la finanza non è buona o cattiva in sé, ma dipende da come la si fa e al servizio di chi. Contrastare la finanza degli speculatori e degli «stregoni», come fa il Manifesto, vuol dire misurarsi con il fatto che la finanza agisce quotidianamente in modo determinante sull’intero tessuto sociale composto da lavoratori, giovani, pensionati. Per questa ragione non si può immaginare un valido progetto di politica economica che non includa un sistema del credito in cui le banche siano al servizio del paese.
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Razzismi, discriminazioni e confinamenti
20.00
€
Il volume trae origine dal convegno internazionale «Razzismi, discriminazioni e confinamenti», che ha avuto luogo presso il Polo Universitario di Agrigento il 17 e il 18 gennaio 2013. L’incontro e il dialogo tra importanti studiose e studiosi, italiani e stranieri, e responsabili di Associazioni ed Enti che operano nel campo del contrasto del razzismo e delle discriminazioni, hanno consentito di approfondire le modalità e le trasformazioni che i mutamenti dell’economia e le derive razziste stanno producendo nella società nell’epoca della globalizzazione, declinando queste tematiche secondo diverse prospettive. Articolato in quattro parti, il volume affronta le tematiche relative alle derive razziste e alle forme di razzializzazione in atto nelle società contemporanee, concentrandosi in particolare: sulla relazione tra il razzismo e il capitalismo nella sua dimensione globale, con un richiamo al ruolo giocato dal colonialismo e dal postcolonialismo (saggi di Siebert, Pirrone, Boutang, Papanikolaou); sulle questioni di genere, tra cui la cura, la maternità e la sessualità, in relazione al lavoro migrante (saggi di Del Re, Sciurba, Bartholini, Giordano, Di Rosa, Rinaldi); sulle stigmatizzazioni e le discriminazioni istituzionali (saggi di Gucciardo, Ambrosini, Santoro, Cuttitta, Borghini, Scalia, De Giorgi); sulle varie forme di confinamento, nel contesto delle frontiere mediterranee, poste in essere non solo dinanzi alle migrazioni internazionali, ma anche nei confronti di antiche e nuove minoranze stanziali, in particolare nei confronti di quella dei rom (saggi di Guarrasi, Orsini, Castronovo, Paleologo, Giacomarra, Mannoia).
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Infiniti amori
16.00
€
Quanti sono gli amori possibili? Tendenzialmente infiniti, come le soggettività. Le culture e i vissuti individuali sono molto diversi per gli amori tra donne e uomini, per donne che amano donne, per uomini che amano uomini, per le esperienze transessuali. E che dire dell’amore nei contesti spesso tragici delle migrazioni? Per le donne l’amore è stato – è ancora? – il centro della vita, il grande sogno imposto, la ricerca di senso nella cura dovuta all’uomo che avrebbe sancito il dominio maschile. Il femminismo ha svelato l’inganno, il recinto che l’amore ha significato per le donne, ritenendo che la libertà sessuale fosse garanzia di salvezza, ma ha trascurato la straordinaria ambivalenza che appartiene alla narrazione femminile dell’amore. D’altra parte il discorso amoroso maschile è stato rivoluzionato dal movimento delle donne, accanto a quello antiautoritario e al movimento lgbt. Nel cambiamento dei desideri, dell’immaginario sessuale e dei sentimenti che costruiscono l’amore, gli uomini possono vivere nuove relazioni al di fuori di quel copione che sta franando, che prevedeva l’uomo come unico soggetto desiderante (peraltro di un desiderio prescritto) e la donna come oggetto di quel desiderio. Ci sembra quindi necessaria e possibile l’invenzione di un nuovo discorso d’amore. Ne scrivono, oltre a Barbara Mapelli e Alessio Miceli, Lea Melandri, Maria Grazia Manfredonia, Laura Menin, Andrea Pini, Isabella Peretti, Porpora Marcasciano; e ce lo raccontano le 10 storie di donne e le 10 storie di uomini, contenute in questo volume.
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Il pipistrello di La Fontaine
13.00
€
Se il 1989 sembrava aver segnato la sconfitta storica non solo del socialismo sovietico ma anche di qualsiasi versione delle idee socialiste, l’esplosione della grande crisi riapre il discorso capitalismo/socialismo, entrambi peraltro figli della cultura dell’Occidente. La crisi che si è prodotta rappresenta uno spartiacque culturale e politico: è quindi a partire da essa, dall’analisi delle sue evoluzioni e implicazioni economiche, sociali, geografiche, che va ripensata la missione della sinistra, cioè la sua identità e la sua organizzazione. La sinistra italiana, pur con una ricchissima storia politica alle spalle, presa e attardata nel suo duello ventennale con il fenomeno Berlusconi, non ha colto nell’esplosione della crisi l’occasione e la necessità di una sua generale ridefinizione e riorganizzazione, ripensandosi come forza socialista all’altezza del tempo in grado sia di aprire un dialogo fecondo con le forze di contestazione innescate dalla crisi sia di reinnestare una dialettica conflittuale con le forze – i cosiddetti animals spirits, il cosiddetto Mercato – che stanno alla base dell’attuale congiuntura. Così, nel pieno della più grande crisi del capitalismo, in Italia si assiste al paradosso che non esiste una forza politica di massa che si richiami esplicitamente alle culture e alle analisi socialiste dei processi. Le riflessioni che vengono proposte in questo volume vogliono essere un contributo alla ricostruzione di una strategia e di una forza neosocialista. Di una forma-partito che, come il mitico pipistrello di La Fontaine, sappia essere, di volta in volta, roditore e uccello, sia cioè capace di aderire a tutte le pieghe della condizione sociale e di produrre, innervandovi la sua presenza, il massimo di socialità collettiva.
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I ragazzi del professore
14.00
€
Il libro ripercorre i passaggi fondamentali della storia economica, politica e sociale di Terra di Lavoro del secolo scorso. Attraverso passaggi storici e trasformazioni sociali si svolgono le vicende di un nucleo di classe dirigente del Partito comunista e della Cgil che si forma in quel crogiuolo di umanesimo e di socialismo che è la scuola di una personalità suggestiva dell’antifascismo campano come Alberto Iannone. Il «professore», come lo chiamano a Capua, nonostante le persecuzioni del regime, insieme alla moglie Margherita tesse i rapporti con la rete clandestina del Pci, partecipa alla redazione e alla stampa dell’unico giornale di opposizione diffuso in tutta la Campania, «Il Proletario», tiene accesa la fiaccola delle idee di giustizia e di libertà tra i giovani e, attraverso le sue lezioni private, l’unico lavoro che gli è permesso, forma una parte importante della classe dirigente del dopoguerra della sinistra di Terra di Lavoro. Dopo la sua prematura e tragica morte i giovanissimi allievi ne raccolgono l’eredità culturale e politica e partecipano al processo di ricostruzione della democrazia e del paese. Tra questi tre futuri parlamentari della Repubblica: Enzo Raucci, deputato dal 1960 al 1976; Antonio Bellocchio, deputato dal 1976 al 1992; Pompeo Rendina, senatore dal 1963 al 1968. Attraverso la storia familiare e politica dei protagonisti emerge il filo rosso che lega le lotte per la democrazia del secolo scorso alle tendenze più avanzate della stagione risorgimentale. A fare da sfondo lo straordinario patrimonio storico e architettonico di Capua, uno dei più significativi del Mezzogiorno, e il territorio della provincia di Caserta, strategica cerniera tra Napoli e la Campania interna.
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La contrattazione collettiva in azienda
12.00
€
La contrattazione collettiva aziendale fa parte di una storia importante del movimento sindacale ma proprio lo svolgimento di questa storia ha rivelato l’incompiutezza della sua funzione negoziale e di rappresentanza. Difatti l’esercizio contrattuale di secondo livello ha oscillato tra la sua specificità rivendicativa, offuscata dalle limitazioni delle politiche generali, e le assegnazioni di ruolo che le relazioni industriali costantemente hanno stabilito. Il volume si sofferma sugli aspetti di questa caratterizzazione, valutando il restringimento della portata rivendicativa e la convenzionalità degli approfondimenti e dei contenuti. Questioni complesse, le cui manifestazioni sono esplicate nel presente studio per poter essere comprese e valutate eventualmente nelle attuali complessità sindacali.
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Scienziati, politici, cittadini
12.00
€
Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014
«Il diritto all’accesso, alla comprensione e alla valutazione dei risultati della ricerca scientifica e alle modalità del suo utilizzo rappresenta una frontiera dell’equità sociale che può e deve essere inserita tra i diritti di cittadinanza. Una sfida politica enorme per affrontare la quale è necessario connettere democrazia, libertà e responsabilità». L’opera di Charles Darwin ha cambiato il modo di vedere il mondo, cancellando le riserve che avevano accompagnato per secoli la possibilità di spiegare razionalmente alcune questioni fondamentali dell’esistenza. In modo incalzante sono stati ripensati i concetti di vita e di morte, di salute e malattia, il rapporto tra mente e corpo; anche la questione ecologica è diventata oggi un tema pubblico globale. Rufo affronta nel volume proprio alcuni degli argomenti più controversi nel campo della bioetica (come la clonazione e le cellule staminali, la terapia genica, il fine-vita), delle neuroscienze (neurotecnologie e neuroetica) e, infine, della biopolitica (il rapporto tra corpo e mercato, tra mercato e salute, le malattie rare). La sostenibilità sociale di questa grande trasformazione richiede strumenti e procedure in grado di favorire la produzione, la partecipazione e la condivisione della conoscenza. Bisogna dar vita a un nuovo contratto tra scienza e società che permetta a tutti di comprendere e accedere ai risultati della ricerca scientifica. Bisogna cioè dare concretezza a quella che l’autore chiama “cittadinanza scientifica”.
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Riunificare il mondo del lavoro è possibile oggi?
13.00
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È già da tempo che la politica non si rapporta più in maniera diretta, men che meno empatica, con il mondo del lavoro subordinato, oggi più che mai frantumato, diviso. E nemmeno la sinistra ha fatto eccezione, sia per le sue inefficaci scelte politiche, sia perché è stata investita dal rimprovero generalizzato alla politica. D’altro canto, la rabbia dei lavoratori troppe volte porta fuori strada, verso scelte difensive e spesso perdenti; le forme di lotta da tempo indicano sempre più frequentemente il prevalere della disperazione. Nella gravissima crisi attuale, e contro l’uso politico che ne viene fatto, la sinistra deve allora aiutare i lavoratori a riprendere consapevolezza della loro forza potenziale, rispetto a una condizione subalterna sempre più unificante verso il basso. Deve farlo partendo dalla consapevolezza che per i lavoratori subordinati la sinistra oggi non è più la prima opzione di voto, e che ciò dipende dall’assenza di risposte politiche adeguate alla loro concreta condizione e dalla mancanza di una proposta che indichi la possibilità di invertire il giogo della subalternità. Ma per farlo bisogna cambiare il modello di sviluppo. Contributi di Piergiovanni Alleva, Pietro Barrera, Maria Luisa Boccia, Paolo Borioni, Mauro Bulgarelli, Carlo Buttaroni, Pierre Carniti, Alessandro Carra, Sergio Caserta, Paolo Ciolfi, Arturo Di Corinto, Fulvio Fammoni, Stefano Fassina, Alfredo Garzi, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Maurizio Landini, Alberto Leiss, Gennaro Migliore, Sandro Morelli, Felice Roberto Pizzuti, Luciano Pregnolato, Cesare Procaccini, Mario Sai, Antonella Stirati, Claudio Treves, Mario Tronti, Lanfranco Turci.
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L’umanità ovunque
10.00
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Sono qui raccolti due saggi sulla crisi della politica come crisi del concetto di mediazione e sulla cultura politica della sinistra comunista e post comunista dal PCI ai giorni nostri, che ha visto il passaggio dall’idea di un partito fortemente radicato nel popolo – ma mai plebeo – a quella di un soggetto liquido moralista, radicale e staccato dai settori più deboli della società. Grazie all’elaborazione di Gramsci e Togliatti, il PCI non fu guidato da rivoluzionari di professione, ma divenne un soggetto politico in cui ci si libera giorno per giorno grazie all’autoeducazione e alla lotta etico-politica. Non è quindi la dottrina da applicare al mondo, assieme al titanismo violento contro l’oppressione, a rivoluzionare effettivamente una società. Occorre compenetrare la libertà con la sicurezza, la legge con il legame sociale e, per fare questo, non servono avanguardie illuminate che agitino il vessillo di una teoria politica, ma l’incontro tra intellettuali e popolo. Fu una politica in grado di scovare l’umanità ovunque, anche nelle espressioni più degradate della cultura popolare, magari al limite tra legalità e illegalità. Il moralismo giustizialista dei partiti eredi del PCI e l’ossessione per il vincere segnano la ripresa della cultura dei rivoluzionari di professione, che sottotraccia perdurava nel PCI ed è rimasta anche nei suoi eredi che possono così scegliere di essere guidati da un giovane sindaco che non ha con loro nulla in comune ma può portarli alla «vittoria».
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Un paese in bilico
14.00
€
Dagli anni ottanta ad oggi l’Italia ha visto crollare il ritmo di crescita del Pil, della produttività del lavoro, degli investimenti e del progresso tecnologico. Si è ridotta la sua capacità produttiva in settori industriali nei quali era stata fra i primi al mondo. È assente in quelli nuovi tecnologicamente avanzati. Le sperequazioni nella distribuzione del reddito e della ricchezza nazionale si sono ampliate. All’origine della complessa crisi italiana sta il mutamento del suo «modello di sviluppo», con, da una parte, le riforme del lavoro, dall’altra quelle del sistema dell’euro. Il volume riflette sulle cause e le conseguenze di questa grande trasformazione; una trasformazione, però, in negativo, che alimenta da almeno vent’anni il perdurante riflusso dell’economia italiana e che fa oggi temere per un ripiegamento definitivo delle sue capacità di crescita. I tre saggi che compongono il volume forniscono un quadro organico che invita ad una riconsiderazione critica delle politiche economiche e del lavoro che sono sullo sfondo di questo epocale mutamento, indicando alcune vie d’uscita.
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Il paese del sole
12.00
€
Che succede a Sud di Roma? Mastrandrea racconta le nuove condizioni dell’esistenza e del lavoro negli anni della grande crisi. La Grande Crisi è qui, ora, e non c’è inganno mediatico o escamotage politico che possa fermarne l’impetuosa avanzata. È economica ed ecologica, antropologica e collettiva, investe il lavoro, i modi di produrre e gli stili di vita, la quotidianità e il futuro imminente. Da “scienziato della contingenza”, come si definisce lui stesso, Mastrandrea cerca di svelarne i meccanismi e i retroscena, per osservare da vicino quella che il premio nobel per l’economia Krugman ha definito “mezza Grande Depressione”, ma che con ogni probabilità, per quel pezzo d’Occidente che affaccia sul mare nostrum Mediterraneo, “culla di civiltà”, è priva di mezze misure. Sulla via Pontina pedalano centinaia di Garabombo col turbante, ogni notte nella “piazza degli schiavi” di Villa Literno si ripete un mercato di braccia umane analogo a quello descritto da Corrado Alvaro negli anni cinquanta, nella città delle ecoballe di Giugliano è rimasto un solo abitante e alla stazione di Sicignano si arriva come nel vecchio West. Tra deserti industriali e fabbriche recuperate, paesini terremotati senza neppure un bar e new towns abitate da zombi, stazioni ferroviarie abbandonate e periferie postmoderne, roghi tossici e insospettati focolai di resistenza, un reportage narrativo nel paese dei paradossi.
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Il ratto di Europa
11.00
€
Quattro crisi che si intrecciano e si rafforzano l’un l’altra, in un vortice che rischia di spazzare via il modello europeo di welfare state e di tutela dei diritti dei lavoratori, punto di arrivo di un percorso avviato dai movimenti politici e sindacali di sinistra nell’Ottocento. Un modello che la sinistra europea non riesce più a difendere. Un modello che l’Europa, costruita finora su un progetto economico più che politico, guarda con crescente insofferenza, come fosse un peso nella sfrenata competizione globale. Il dumping sociale sta deindustrializzando l’Occidente, privandolo di milioni di posti di lavoro ed erodendo le conquiste sociali di due secoli di lotte. Allo stesso tempo, impedisce che le nuove economie «emergano» anche dal punto di vista di uno sviluppo sociale sostenibile, a causa di quella che è stata definita la «corsa al ribasso». I cittadini europei, impauriti e in cerca di un’effettiva rappresentanza, cedono sempre più alle sirene dei populismi, della xenofobia e delle demagogie anti-europeiste, contestando la stessa idea di un’Europa unita sotto l’insegna dell’integrazione. Eppure una risposta alternativa ci sarebbe. La promozione di una clausola sociale nell’ordinamento del commercio internazionale potrebbe rappresentare la prima battaglia veramente politica dell’Europa Unita. Sarebbe una bandiera della sinistra europea del III millennio. Sarebbe una risposta all’altezza delle quattro crisi che stiamo vivendo.
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