• Il volume ospita relazioni e interventi del convegno che ha preso spunto dalla recente presentazione, da parte della Cgil, della proposta di legge di iniziativa popolare, la Carta dei diritti universali del lavoro, nuovo statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori – il cui Titolo II è dedicato, appunto, all’attuazione degli articoli 39 e 46 della Costituzione – e dalla contemporanea emersione di altre due proposte di legge in materia, provenienti rispettivamente da un gruppo di studiosi giuslavoristi che si è dato il nome di «Freccia rossa» e da un altro di scuola napoletana. In merito alla riforma del sistema di contrattazione l’intervento legale dovrebbe fronteggiare gli accordi interconfederali del 2011 e del 2013, poi consolidati nel Testo unico del 2014, che, sia pure con difficoltà innegabili, le grandi confederazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro sono riuscite a costruire dimostrando una forte motivazione verso un sistema contrattuale ordinato e controllato. Per quanto riguarda invece la partecipazione dei lavoratori, una legge che ne consentisse l’avvio rappresenterebbe una vera e propria «rivoluzione culturale» rispetto alla cosiddetta cultura conflittuale che ha caratterizzato l’esperienza sindacale del nostro paese dal 1948 ad oggi. Il volume riporta altresì gli interventi alla Tavola rotonda che, nell’ambito del convegno, si è tenuta con la partecipazione delle forze sociali, nella consapevolezza di quanto sia importante che le riforme legislative in materia sindacale siano comunque aderenti alle aspettative delle organizzazioni di rappresentanza.
  • Il Piano del lavoro che Giuseppe Di Vittorio presenta ufficialmente nell’autunno 1949 affonda le sue radici negli anni contraddittori del secondo dopoguerra, all’interno di un paese che a fatica si trascina fuori dalle macerie materiali e morali prodotte dalla dittatura fascista e dal conflitto mondiale. La sua breve vicenda si attiva e si conclude in un importante momento di transizione della neonata Repubblica, sia sul versante delle dinamiche economiche sia sul versante di quelle politiche, nel pieno di uno scontro ideologico che per molto tempo condizionerà la storia politica nazionale e la storia del movimento sindacale. Muovendo dalla ricostruzione puntuale di questi aspetti, il volume passa ad affrontare l’effettiva declinazione che il Piano ha assunto su scala locale, fermando l’attenzione sul caso del Piano provinciale di Pesaro e Urbino che rappresenta un esempio paradigmatico di popolarizzazione del medesimo. In esso si colgono innovazioni, aspirazioni e limiti dell’organizzazione sindacale e delle forze politiche di sinistra, i cui rapporti, come in ambito nazionale, non furono privi di divergenze, nonché lo sforzo di aprirsi ad ampi settori della società testimoniato anche dal ruolo interpretato dagli esperti coinvolti nella preparazione del Piano. Infine si scorgono i tentativi di perseguirne, in una congiuntura politica sfavorevole, almeno alcuni obiettivi di fondo a livello locale da parte di amministratori e dirigenti politici delle forze socialcomuniste allora egemoni.
  • Ripercorrere la vita di Armando Magliotto è un’occasione per comprendere un pezzo di storia della città di Savona e, attraverso di essa, della cultura sociale e politica italiana della seconda metà del XX secolo. È una storia che aiuta a capire le dinamiche del presente, la genesi e la natura delle Istituzioni locali, delle forze politiche, dell’assetto socio-economico: si leggeranno in questo libro pagine di politica partecipata dai cittadini, di visioni programmatiche di ampio respiro, di lotta alle speculazioni e all’edilizia improduttiva, di battaglie sindacali e istituzionali per i lavoratori e per l’ambiente; riaffioreranno ricordi di emergenza migratoria e di accoglienza riuscita, di opposizione costruttiva in un co mune bisognoso d’interventi strutturali per la comunità. Questa storia ci ricorda oggi che è esistito e può esistere ancora un modo diverso di gestire le Istituzioni, affermandol’etica pubblica e i va lori democratici come fecero uomini di grande spessore umano e po litico tra i quali Armando Magliotto. Il volume è completato da una ricca appendice documentaria e fotografica
  • Oggetto di arte da secoli, la donna è stata spesso rappresentata come madre, moglie, amante, santa, rassegnata, sensuale, misteriosa, devota, fragile. Il tema della donna nell’arte rientra in quello più generale dell’uguaglianza tra uomini e donne: si assiste a una sorta di schizofrenia tra l’uso del corpo delle donne e al contempo la loro invisibilità. Le artiste e gli artisti con le loro opere hanno colto e spesso anticipato i mutamenti che andavano maturando nella società, e con essi le nuove pulsioni culturali che con lo sviluppo della società dei consumi e nell’era della globalizzazione avrebbero inciso profondamente anche sulle idee e condizioni di vita delle donne. Le donne diventano via via protagoniste e autrici di opere, andando ad arricchire il panorama culturale italiano […] Un lungo cammino, quello del «Lavoro delle donne», nella società, nel lavoro e nell’arte, che è sapientemente narratonella raccolta di capolavori della Cgil. […] Dalla presentazione di Susanna Camusso
  • Questi tre volumi ripercorrono il tragitto che il sindacato del commercio, dell’albergo e mensa (l’originaria denominazione del turismo) e di vari servizi ausiliari ha compiuto dalle origini di fine Ottocento - inizio del Novecento fino ai primi anni ottanta del secolo scorso. Il primo volume racconta separatamente le travagliate vicende di auto-organizzazione dei commessi di negozio e quelle dei cuochi e camerieri, che convergono con le categorie operaie nella Confederazione Generale del Lavoro, fondata nel 1906. La violenza e la repressione dei fascisti, che si sono impadroniti dello Stato, soffocano queste esperienze nei primi anni venti. La narrazione riprende con il secondo volume, quando il sindacalismo libero si ricostituisce nella nuova democrazia. I sindacati del commercio e turismo affiliati alla CGIL procedono ad unificarsi per razionalizzare le proprie risorse ed intervenire più autorevolmente nei dibattiti che riguardano lo sviluppo dei settori. Nel 1960 nasce quindi la FILCAMS, in cui confluirà poi, negli anni settanta, il sindacato dei servizi. Il contenuto del terzo volume riguarda gli anni tra il 1960 e gli inizi del decennio ottanta. I settori della FILCAMS conoscono trasformazioni storiche profonde, ma lo stesso può dirsi per il paese intero, a molti livelli; tra queste vi è anche il rilievo che il sindacalismo acquisisce nella vita nazionale. Nei primi anni ottanta l’Italia si presenta come un paese in cui il terziario è diventato un settore economico cruciale, nel quale le federazioni di categoria sono interlocutori ineludibili di manager e sistema politico.
  • AVVISO AGLI ABBONATI PER LA VERSIONE PDF Cari abbonati, la rivista «Critica Marxista» è affidata al nuovo editore Ediesse s.r.l. e conseguentemente tutti i rapporti in essere e i nuovi, derivanti dagli abbonamenti, dovranno essere regolati secondo le modalità sotto indicate. Tutti gli abbonamenti si intendono per anno solare (da gennaio a dicembre). Solo abbonandovi avrete la certezza di ricevere tutti i numeri della rivista. Tariffe abbonamenti 2019: Versione elettronica (INVIO DEL PDF) 30 euro Per abbonarsi: • acquisto diretto sul sito ediesseonline.it con il servizio di pagamento digitale sicuro:paypall o carta di credito.
  • Violenza contro le donne: cosa si sta facendo in Italia? Inasprire le norme repressive e isolare i comportamenti violenti maschili – che sono ormai arrivati ad un femminicidio ogni due giorni – facendone casi eccezionali, patologici, lascia inalterati i modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate, frutto delle lotte femmi nili e femministe. Comprendere invece che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema de gli uomini significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori, a quella «questione maschile» che tutta la violenza di genere sottende. Il volume coglie questo cambiamento di ottica attraverso una ricerca – la prima in Italia – che censisce le esperienze d’avanguardia rivolte agli uomini violenti nel nostro paese, nelle carceri e nei centri, in ambito privato e pubblico, e offre un quadro di programmi sviluppatisi a livello internazionale, cui le esperienze italiane fanno riferimento. Nella seconda parte sono presentate le riflessioni e le proposte di studiosi e studiose afferenti a molteplici discipline, e le esperienze di operatrici e operatori. In appendice, un’ana lisi critica del d.l. n. 93/2013 convertito in l. n. 119/2013. Segue la mappatura dei Centri per uomini maltrattanti aggiornata a gennaio 2017. Le autrici e gli autori: Anna Costanza Baldry, Michela Bonora, Mar co De riu, Monica Dotti, Fran cesca Gar barino, Paolo Giulini, Bruno Guaz za loca, Monica Mancini, Barbara Ma pelli, Massimo Mery, Cristina Od do ne, Alessandra Pauncz, Giorgio Penuti, Stefania Pizzonia, Chantal Podio, Roberto Poggi, Michele Poli, Ama lia Rodontini, Mario Sgambato, Claudio Vedovati, Maria (Milli) Virgilio.
  • Il volume propone un «viaggio nel lavoro di cura» svolto da collaboratrici e assistenti famigliari nelle case delle famiglie italiane. Privilegiando il punto di vista delle/dei badanti, il libro mira a comprendere le trasformazioni che hanno investito e stanno investendo il lavoro domestico di cura e di assistenza alla persona presso il proprio domicilio in considerazione dell’allungamento della speranza di vita, delle migrazioni internazionali, della crisi economica e dei tagli al welfare, ovvero di quei processi che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi decenni. La ricerca promossa dalle ACLI Colf, di cui nel libro si illustrano i risultati, fornisce un’immagine molto sfaccettata dell’identità, delle competenze, delle condizioni di lavoro, delle opinioni, delle aspettative di tali lavoratrici e lavoratori. Vengono analizzate le trasformazioni del settore, considerando dunque l’emergere di questa nuova figura professionale in un contesto di continua lotta tra sfruttamento, lavoro nero, abusi, da un lato, e nuove forme di tutela, maggiore riconoscimento della dignità e dei diritti anche per quei lavoratori da sempre meno protetti, dall’altro. Luci ed ombre si allungano su uno degli ambiti del mondo del lavoro più controversi del nostro Paese, di un pezzo d’Italia che vive le difficoltà di tenere insieme i bisogni di cura con il riconoscimento dei diritti, in un momento in cui tutto il mondo del lavoro è messo in discussione. Un viaggio che ci fa interrogare su cosa significa oggi «lavoro dignitoso» nel settore del lavoro di cura. Claudia Alemani, Università degli Studi di Milano-Bicocca. Raffaella Maioni, Responsabile nazionale ACLI Colf. Sabrina Marchetti, Università Ca’ Foscari di Venezia. Raffaella Sarti, Università degli Studi di Urbino «Carlo Bo». Olga Turrini, Esperta in politiche europee della formazione e del lavoro. Francesca Alice Vianello, Università degli Studi di Padova. Gianfranco Zucca, IREF ACLI
  • Il sistema pensionistico è uno dei punti su cui si valuta la civiltà di un Paese. Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi innanzitutto ripercorrono la storia delle riforme del sistema pensionistico, dal 1992 al 2011. Ma disegnano uno scenario più articolato che comprende il complesso rapporto tra il legislatore e parti sostanziose della tecnostruttura dello Stato, come l’Inps e la Ragioneria Generale dello Stato, nonché il peso che queste hanno nella determinazione e nell’attuazione delle decisioni politiche. Al centro del volume c’è il tema della flessibilità in uscita dal lavoro verso la pensione, considerata come il principale strumento per correggere le storture derivanti da interventi quali la manovra Monti-Fornero del 2011. Gli autori argomentano questa tesi e ripercorrono la battaglia politica condotta, da un lato, per varare successivi provvedimenti di salvaguardia a favore dei lavoratori esodati e, dall’altro, per introdurre elementi di flessibilità nel nostro sistema previdenziale. Ciò attraverso tappe come la proposta di legge 857, presentata nel 2013, e la raccolta di oltre cinquantamila firme in una petizione a sostegno della stessa. Il tutto si inserisce in un disegno politico più ampio che, mentre vede con favore la riapertura di tavoli di confronto fra Governo e sindacati, si propone di dotare il Partito Democratico di una vera e propria Agenda sociale.
  • Negli ultimi decenni, la rete è divenuta il modello di organizzazione sociale attraverso il quale il capitalismo contemporaneo struttura la sua presa del reale e dispiega la propria logica di sviluppo. Ciò ha prodotto significative conseguenze per il mondo del lavoro. Il volume esplora tre piani di indagine fra loro strettamente interconnessi. In primo luogo vengono analizzate le modalità di organizzazione del capitalismo reticolare, attraverso un’analisi critica della prospettiva analitica delle Catene Globali del Valore. Viene poi indagato il rapporto esistente fra sviluppo del capitalismo, esercizio del potere e del controllo – comprese le ricadute sulla capacità dei sistemi di rappresentanza e regolazione del lavoro di garantire ai lavoratori spazi di voice e adeguate condizioni occupazionali – e trasformazioni del processo di soggettivazione. Da ultimo, il volume approfondisce il tema dell’esercizio della critica all’interno delle nuove strutturazioni capitalistiche. In particolare, sono esaminate sia le risorse cognitive che possono alimentarla, sia le condizioni pratiche in cui essa può effettivamente incarnarsi. A questo proposito, vengono ripercorse alcune esperienze di riorganizzazione della rappresentanza del lavoro, aventi l’ambizione di dare una risposta alle sfide contemporanee, ma anche i tentativi di regolazione dell’operato delle imprese a livello globale sviluppatisi negli ultimi due decenni. Attraverso la ricognizione di un ampio repertorio di ricerca internazionale, il testo fornisce una solida chiave di lettura critica del rapporto tra trasformazioni del capitalismo, regolazione del lavoro e modalità di rappresentanza.
  • è l'estate del 1975 quando un gruppo di infermieri dell’ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà, ispirati dalle idee di Franco Basaglia, decide di occupare e autogestire uno dei padiglioni. Inizia così per quattordici infermieri del manicomio di Roma un’esperienza rivoluzionaria. Si trasferiscono con venti pazienti al Padiglione 25, osservano «il non rispetto delle vecchie regole», iniziano un lavoro lento e faticoso di reinserimento progressivo dei degenti nella società e scrivono un diario: un racconto in presa diretta di questa esperienza, da cui emerge con forza che cosa fosse il manicomio «e di cosa fosse fatto il lavoro per smontarlo», come scrive Maria Grazia Giannichedda, nella sua nota introduttiva al testo. Una «prova di liberazione» la definisce Tommaso Losavio nella postfazione: un tassello importante della memoria di quegli anni, un esercizio interessante per il presente, nonostante l’esito tragico e la violenza dei rapporti di potere, che vedrà i giovani infermieri lasciati completamente soli e ostacolati da un'istituzione interessata solo al fallimento dell’esperienza. Una vicenda esemplare per riflettere sulla condizione attuale di trattamentoe di cura del disagio psichico. A cura di Claudia Demichelis, il libro è accompagnato dal film documentario Padiglione 25, il diario degli infermieri, per la regia di Massimiliano Carboni. La voce di Giorgio Tirabassi guida lo spettatore nella lettura del diario e sono gli stessi infermieri a ripercorrere nelle interviste questa esperienza. Attraverso il contributo delle immagini dell’AAMOD e della Fondazione Franco e Franca Basaglia, l’archivio video degli infermieri stessi e le suggestive animazioni di Annalisa Corsi, il film fotografa un momento di passaggio importante nella vita di un’Italia che in quegli anni cominciava a liberarsi dai manicomi. Con il film documentario «Padiglione 25, il diario degli infermieri» Regia di Massimiliano Carboni
  • Il volume, unendo al rigore dell’indagine storica l’agilità dell’esposizione e la vivacità offerta dal copioso materiale documentario e iconografico, racconta in modo sintetico e divulgativo la storia centenaria della Confederazione generale italiana del lavoro, collocandola all’interno della più generale vicenda italiana, fatta di avvenimenti politici, trasformazioni economiche, mutamenti sociali e culturali. Seguendo il filo conduttore della storia della CGIL il volume esamina così il ruolo delle classi dirigenti politiche ed economiche, la natura delle istituzioni, l’evoluzione del sistema produttivo, la dialettica tra le classi sociali, le culture popolari, le identità territoriali e professionali. Al centro dell’affresco storico fornito dal volume si collocano i due concetti costitutivi della CGIL: il valore sociale del lavoro, cioè la sua capacità di agire in modo organizzato e collettivo per ridurre le disuguaglianze e per promuovere le libertà; e il valore della confederalità, attraverso il quale il sindacato riesce pienamente a rappresentare e tutelare l’interesse generale delle classi lavoratrici. Il testo si compone di quattro parti: La CGdL e l’età liberale, dall’Ottocento alla crisi dello Stato liberale nel primo dopoguerra; La CGdL e il fascismo, che esamina il ventennio della dittatura; La CGIL e la costruzione della democrazia, che ripercorre il secondo dopoguerra, fino agli anni Sessanta; La CGIL nella crisi italiana e globale, che analizza le vicende che a partire dalla crisi degli anni Settanta del Novecento arrivano ai primi anni del nuovo millennio. Completano il volume le conclusioni, La CGIL del tempo presente, che rivisitano le cronache degli ultimi dieci anni. La narrazione viene inoltre arricchita con la riproduzione di interessanti documenti storici, nonché di brani di dirigenti o personaggi pubblici che espongono idee fondamentali del sindacalismo; il testo è impreziosito con foto, quadri, citazioni e schede di approfondimento; infine, al termine di ciascun capitolo, sono inserite pagine di storiografia e brevi bibliografie di orientamento, nelle quali sono indicati sia i «classici», sia gli studi più recenti di storia del movimento sindacale