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La Costituzione sfidata
15.00
€
Il volume, introdotto da Claudio De Fiores, raccoglie i più significativi interventi sulla Costituzione di Pietro Ingrao tra il 1979 e il 2002. Sono gli anni della restaurazione capitalistica, dell’offensiva neoconservatrice contro la Costituzione, del revisionismo regressivo, della svolta maggioritaria, dell’irruzione dei primi governi tecnocratici nella storia repubblicana. Ma anche gli anni nei quali la parola guerra torna ad essere impiegata nel lessico della politica e del diritto. Chiude il volume un intervento inedito di Pietro Ingrao sui tentativi di rimozione del principio costituzionale pacifista.
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L’industria della difesa europea ai tempi della guerra
16.99
€
-
22.00
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Fascia di prezzo: da 16.99 € a 22.00 €
Lo scoppio della guerra in Ucraina e l’aumento dei conflitti internazionali hanno trasformato in profondità l’industria europea della difesa, avviando una riorganizzazione produttiva, segnata da contraddizioni e nuove traiettorie. Questo volume analizza l’evoluzione del complesso militare-industriale europeo e i suoi intrecci con la politica, l’economia e la finanza. Si tratta di un settore atipico, dominato da una struttura di tipo monopsonico: un unico acquirente – di norma lo Stato – concentra quasi tutta la domanda di beni e servizi militari. Questa peculiarità gli consente di incidere profondamente sulle scelte di sicurezza, sulle politiche industriali e sulle relazioni internazionali. Le dinamiche dell’industria militare europea si collegano così alle tensioni geopolitiche, alla fragilità di una politica estera e di difesa comune e alle trasformazioni economiche più ampie: dal rapporto tra profitti e salari, alla concentrazione del capitale e della finanza, fino al rallentamento della globalizzazione e alla crisi della democrazia. Il volume offre dati, analisi e solide chiavi interpretative da prospettive disciplinari e punti di vista diversi, con l’obiettivo condiviso di promuove re una consapevolezza critica, che ispiri politiche industriali ed estere davvero democratiche e orientate al bene comune. Curato da Chiara Bonaiuti, Achille Lodovisi e Roberto Antonio Romano, il testo raccoglie contributi di autrici e autori provenienti dal mondo accademico e della ricerca, sindacale, militare e aziendale, uniti da competenza consolidata e onestà intellettuale: Riccardo Alcaro, Gianni Alioti, Pol Bargués, Giorgio Beretta, Franco Bortolotti, Maurizio Brotini, Paolo Cecchi, Vincenzo Comito, Pasquale Cuomo, Rossana de Simone, Gianandrea Gaiani, Barbara Gallo, Achille Lodovisi, Francesco Lombardi, Mauro Lombardi, Stefano Lucarelli, Nicholas Marsh, Jocelyn Mawdsley, Fabio Mini, Bruno Oliveira Martins, Annamaria Romano, Simone Siliani, Maurizio Simoncelli, Francesco Sinopoli, Wolfgang Streeck e Alessandro Volpi.
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Le autrici e gli autori
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Il suicidio di Israele: una lettura critica del libro di Anna Foa
Il contributo propone un commento critico al libro di Anna Foa, Il suicidio di Israele (2024), di cui si valorizzano il coraggio civile e la profondità dell’analisi storica. Lontano da un approccio ideologico, il saggio della Foa è interpretato come una riflessione lucida sulle derive politiche e morali dello Stato israeliano. Particolarmente condivisa è l’impostazione che restituisce la complessità del sionismo nelle sue diverse declinazioni, mettendo in luce le fratture originarie all’interno del progetto nazionale israeliano. La scelta del titolo viene letta come un gesto consapevole di allarme e responsabilità, in un contesto segnato dalla crescente radicalizzazione del governo israeliano. Il commento si conclude con un appello implicito alla responsabilità collettiva: fermare tale deriva non è solo un’urgenza per Israele, ma una questione cruciale per l’intero Occidente.
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A proposito del suicidio di Israele
A partire da Il suicidio di Israele di Anna Foa (2024), il contributo riflette sulla profonda crisi dello Stato israeliano dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, inserendo la tragedia in un più ampio contesto di guerra, repressione interna e derive autoritarie. Ad essere denunciato è il massacro dei civili a Gaza, la repressione del dissenso, l’indebolimento della democrazia israeliana e il crescente isolamento internazionale. Il 7 ottobre ha segnato un punto di svolta: la possibilità di una soluzione a due Stati si allontana sempre più, lasciando spazio a una guerra permanente che colpisce soprattutto i più vulnerabili. Continuare su questa strada significa condannare i palestinesi a una sofferenza senza fine e Israele a una pericolosa insicurezza destinata a durare nel tempo.
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Autonomia differenziata e istruzione: limiti e princìpi previsti dalla Costituzione
La legge sull’autonomia differenziata 186/2024 che prevedeva la devoluzione delle norme generali dell’istruzione è stata pesantemente ridimensionata dalla Corte costituzionale. Abbiamo sempre sostenuto che le norme generali dell’istruzione, inquadrate nella complessità dei diritti e delle libertà declinate con chiarezza nella nostra Costituzione, non potevano essere regionalizzate, pena la rottura della coesione sociale, della universalità e unitarietà del fondamentale diritto all’istruzione, la messa in discussione di diritti e tutele omogenee per il personale scolastico. Siamo anche consapevoli che il fiume carsico della secessione e della devoluzione tornerà ancora come accaduto negli ultimi trent’anni e che la Flc Cgil sarà pronta ad affrontarlo con grande determinazione.
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Lavoro, democrazia, futuro. La strada tracciata dal referendum
In un contesto globale segnato da guerre, tensioni geopolitiche, disuguaglianze crescenti e crisi climatica, il modello neoliberista continua a dominare grazie alla capacità di adattarsi, sfruttando le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti globali. L’Europa d’altro canto attraversa una fase di crisi profonda: divisa politicamente, in difficoltà economicamente, incapace di affrontare le sfide globali. La Cgil reagisce proponendo una nuova centralità del lavoro e anche attraverso i referendum ha rilanciato il valore del lavoro dignitoso come fondamento democratico e sociale, sollecitando una nuova stagione di investimenti sostenibili, inclusivi e innovativi. Contrastare la precarietà, ridare senso e dignità al lavoro, affermare il diritto alla cittadinanza rappresentano elementi costitutivi dell’iniziativa e della battaglia del sindacato. Il referendum va considerato dentro questo percorso. Non si è raggiunto il quorum per abrogare leggi sbagliate approvate nel corso degli anni da governi di diverso segno politico. Ma il solco aperto dall’iniziativa referendaria non può essere né sottovalutato né rappresentare una spiacevole parentesi. Tutt’altro: rappresenta un patrimonio importante su cui investire per il futuro della Cgil.
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Lavoro di cura e intersezionalità: un’analisi del lavoro domestico in Latino America
Il contributo si propone di analizzare i concetti di lavoro di cura e intersezionalità. In Latino America e nei Caraibi, il tema della cura è divenuto oggetto di elaborazione teorica e di una specifica attenzione accademica nel corso degli ultimi vent’anni. L’intersezionalità viene qui assunta come categoria teorico-metodologica, che, in questo articolo, sarà analizzata adottando la prospettiva di Mara Viveros Vigoya, al fine di interrogare le pratiche di cura svolte dalle lavoratrici domestiche, intese come espressione di un intreccio di relazioni di dominio storicamente costruite.
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La cura come attività lavorativa e non di aiuto: il caso dello sportello badanti dell’Unione dei Comuni del Chianti
Le attività di assistenza alle persone anziane e non autosufficienti in generale rappresentano ormai uno degli ambiti di maggiore domanda di lavoro ma anche quello in cui continuano a perdurare critiche condizioni di lavoro. Questa attività di lavoro viene interpretata dalle famiglie non come tale. A tale criticità si aggiunge quella specifica dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e della difficile applicazione delle norme contrattuali. Il caso dello sportello badanti dell’Unione dei Comuni del Chianti costituisce a questo riguardo un interessante caso di riflessione sulla portata di tali criticità e del loro tentativo di superamento.
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A 25 anni dalla legge 53/2000 a sostegno della maternità e della paternità: risultati raggiunti, prospettive e rischi emergenti
La legge 53/2000 ha introdotto strumenti innovativi per conciliare vita e lavoro, promuovendo pari opportunità e congedi parentali condivisi. Tuttavia, in un contesto segnato da precarietà, tagli al welfare e diseguaglianze persistenti, la sua applicazione è rimasta par ziale. Le donne italiane continuano a essere penalizzate da occupazioni precarie, carichi di cura non condivisi e servizi pubblici insufficienti. Misure concrete di conciliazione vitalavoro sono promosse dalla contrattazione di secondo livello: flessibilità oraria, smart working, congedi parentali integrati, permessi aggiuntivi, bonus economici. Sebbene le soluzioni siano spesso pensate per le madri, cresce l’attenzione verso la genitorialità condivisa. Ad essere sottolineata è la necessità di una cultura contrattuale sensibile al genere, che affronti anche gap salariali, riconoscimento professionale e salute delle donne.
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Attività di cura e intersezionalità: essere badanti, donne e migranti in Italia
Attraverso una ricerca empirica, un’analisi computazionale e un approccio intersezionale, l’articolo prende in esame la figura lavorativa delle donne migranti che prestano attività di cura e di assistenza familiare a persone non autosufficienti. Nel farlo, sommano in sé diversi profili di subordinazione, in quanto donne, in quanto straniere, in quanto bisognose di un salario, in quanto impegnate in un lavoro dequalificato (eppure così importante). Se a ciò aggiungiamo eventuali difficoltà linguistiche, un credo religioso non cristiano, una pelle non bianca e la probabile assenza di capitale relazionale, ne viene fuori un quadro di criticità che contrasta con la funzione sociale svolta da queste lavoratrici: porre rimedio all’assenza italiana di politiche di Long-term care, fornendo un servizio che sia contemporaneamente professionale e familiare.
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La cura eterotopica del caregiver. Uno studio qualitativo sul caregiving informale della persona con demenza
L’articolo esplora qualitativamente l’esperienza di cura dei caregiver informali di persone con demenza, facendo riferimento all’etica della cura di impostazione femminista. Si studiano le pratiche quotidiane di assistenza (care) interconnesse con la cura formale (cure). L’obiettivo è studiare come i caregiver affrontano le sfide emotive, fisiche e sociali derivanti dall’assistenza a familiari, creando un ecosistema di supporto che sopperisce alle lacune dei servizi sociosanitari formali. Il lavoro di cura, considerato come un’attività complessa e socialmente irrinunciabile, richiede un impegno significativo spesso non riconosciuto, ma che è fondamentale per garantire il benessere delle persone assistite. La metodologia coinvolge colloqui in profondità a 21 caregiver familiari e 13 operatori sanitari. La cura informale emerge come elemento fondamentale nell’offerta complessiva di assistenza, posizionandosi in uno spazio intermedio tra cure formali e informali che, forte della lay-expertise, sostiene individui più fragili. L’etica della cura, portata avanti dai caregiver, basata sull’interdipendenza e la vulnerabilità, pone le basi per una società che valorizzi e renda visibili gli individui curanti.
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Il lavoro di cura, tra crisi del sistema e dinamiche di disuguaglianza. Cosa sta succedendo nella relazione genere e cura?
Il contributo analizza il lavoro di cura come elemento strutturale nella produzione e riproduzione delle disuguaglianze di genere, collocandolo all’intersezione tra dinamiche familiari, mercato del lavoro e assetti istituzionali. L’approccio adottato evidenzia come la cura, lungi dall’essere una pratica privata residuale, rappresenti una componente fondamentale dei sistemi di welfare e della coesione sociale. Attraverso l’analisi comparata di dati empirici e l’utilizzo di contributi teorici specifici, il lavoro mette in luce le contraddizioni tra la crescente domanda sociale di cura e la perdurante svalorizzazione simbolica ed economica di tali attività, spesso svolte in condizioni precarie e irregolari. L’articolo sottolinea l’urgenza di un ripensamento delle politiche pubbliche che riconosca la cura come infrastruttura sociale, favorendo una più equa redistribuzione dei carichi tra i generi e una maggiore sostenibilità dei sistemi di protezione sociale.
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The Purple economy framework: advancing gender equality and care justice beyond neoliberalism and conservative backlash
This paper revisits the Purple economy framework, a feminist vision for a gender-equal and caring economic order, amid rising authoritarian pronatalism and neoliberal austerity. Drawing on feminist critiques of market fundamentalism and conservative familialism, it frames gender equality and care as complementary goals. The paper proposes guiding principles for transformative policies aligned with global agendas (Un, 2024; Ilo, 2024), including expanding paid/unpaid care work, promoting men’s caregiving, ensuring decent care jobs, and advancing time justice via shorter working hours. Two main pillars are discussed: (1) building universal care infrastructure with quality jobs; (2) regulating labor markets for care-responsive workplaces and work-life balance. As care becomes ideologically contested – used to reinforce traditional gender roles –, this framework emphasizes caregivers’ rights, quality services, and strategic alignment of care with employment, inclusive growth, and sustainability.
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Lo stato della cura: il contesto europeo post-sindemico
Le crisi economiche, politiche e sociali portano inevitabilmente alla luce le contraddizioni presenti nei processi di riproduzione sociale. È stato così negli anni ’70 in corrispondenza dello shock inflattivo legato al rialzo del costo del petrolio, poi nel 2007 in coincidenza della crisi economica e finanziaria, e più recentemente nel 2020, con la sindemia da Covid19. Queste crisi, pur diverse nella loro manifestazione, hanno ridefinito i confini tra pubblico e privato, soprattutto attraverso l’arretramento dello Stato, e la conseguente riduzione delle risorse da destinare alle politiche sociali, generando l’aumento delle diseguaglianze, di genere in primis. L’analisi dei settori della cura, per la loro stretta connessione con la riproduzione sociale, è cruciale per indagare più a fondo la società in cui viviamo. Attraverso l’analisi delle retribuzioni, delle differenze retributive di genere presenti e di altri elementi che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore dell’istruzione e in quello sanitario e socio-assistenziale in Europa, questo contributo si propone di interrogare i dilemmi presenti e le prospettive future della cura.
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Il lavoro e le responsabilità di cura: un confronto con l’Europa tramite i dati della statistica ufficiale
L’Italia è agli ultimi posti per tasso di occupazione femminile e ai primi per divario di genere. In tutti i paesi europei la genitorialità è associata positivamente allo stato occupazionale degli uomini, mentre rappresenta il principale ostacolo alla piena affermazione lavorativa delle donne: la cura dei figli ha dunque un impatto diverso tra uomini e donne. Nel presente contributo, dopo aver commentato i principali indicatori sull’occupazione per genere e ruolo in famiglia, utilizzando i dati della Rilevazione forze lavoro, si illustreranno alcuni risultati del modulo di approfondimento tematico dell’Istat «Conciliazione lavoro e famiglia», armonizzato a livello europeo (Eurostat) e riferito al 2018, che permetteranno di analizzare come le responsabilità di cura impattano sulla partecipazione al mercato del lavoro in Italia e in Europa. Infine, si presenterà la nuova edizione del modulo europeo inserito nella Rilevazione forze lavoro del 2025, in particolare saranno evidenziate le differenze con il precedente modulo e le novità apportate per tenere conto dei cambiamenti nell’organizzazione del lavoro in seguito alla pandemia.
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Per un tempo di vita che duri tutta la vita
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Presentazione
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Ordine nuovo
17.50
€
Ordine Nuovo fu un movimento neofascista ispirato al pensiero della filosofia della Tradizione di Julius Evola. Il gruppo, che in una prospettiva nazional-rivoluzionaria si opponeva al sistema democratico e partitico, nacque nei primi anni Cinquanta come centro studi all’interno del Movimento Sociale Italiano e se ne distaccò nel 1956, pur mantenendo con esso a fasi alterne rapporti che talvolta erano finalizzati a un possibile rientro, il quale avvenne nel 1969. Questo studio indaga gli aspetti politico-culturali di un importante movimento del neofascismo italiano, attraverso l’analisi di documenti di polizia, riviste e materiali prodotti dal gruppo. Il motto «Il nostro onore si chiama fedeltà», ripreso dalle SS naziste, esprime l’identità e lo stato d’animo, nelle sue espressioni culturali e antropologiche prima che politiche, di quel microcosmo dei vinti di Salò, che si sentiva legato a un passato «glorioso» e in nome del quale intendeva riconfermare la scelta compiuta anni prima. Il volume, muovendo dall’analisi del contesto segnato dal paradosso dell’essere «fascisti in democrazia», ricostruisce lo sviluppo di questo movimento tra i primi anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta, delineando un percorso oscillante tra spinte all’integrazione politica e derive radicali che condussero una parte di esso verso la clandestinità, dopo il suo scioglimento, avvenuto nel 1973.
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CM N. 4/2025
15.00
€
Guido Liguori
, Ricordo di Aldo Zanardo
Osservatorio
Giorgio Mele
, La storia è scoppiata
Daniele Di Nunzio
, Salari, precarietà, innovazione: le nuove sfide per il sindacato. Un'inchiesta della Cgil sul lavoro
Sergio Brasini, Demetrio Panarello, Giorgio Tassinari
, L’inverno demografico e la politica di popolazione del (neo)fascismo
Agustín José Menéndez
, La “legge fondamentale” tedesca riscritta con un blitz
La lezione di Aldo Tortorella
Aldo Tortorella,
Dal “primo” al “secondo” Berlinguer
Laboratorio culturale
Andrea Pannone
, Capitale fittizio o capitale reale? Qualcosa è cambiato dai tempi di Marx
Giovambattista Vaccaro,
Axel Honneth e la teoria critica
Lorenzo Capitani e Roberto Villa
, Benigno: un partigiano “disarmato”. Dossetti e un «irriducibile antifascismo»
Alessia J. Magliacane
, Frantz Fanon e la nascita della psicologia di massa del colonialismo
Schede critiche
Guido Liguori,
Di cosa parliamo quando parliamo di rivoluzione
Stefano Petrucciani
, Lavoro e democrazia
Matteo Bifone
, Dalla Pantera ai populismi
Antonino Infranca
, Ipotesi per il socialismo
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RPS N. 2/2025
22.00
€
Lavoro e responsabilità di cura
Il contributo della purple economy allo sviluppo equo e sostenibile
Scenari per il futuro della democrazia
L’urgenza della pace
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Emilio Gabaglio
12.00
€
Emilio Gabaglio è nato a Como nel 1937. Laureato in Economia alla Cattolica di Milano, ha iniziato a collaborare con le ACLI della sua città fin dai tempi dell’università. Nel 1969, succeduto a Livio Labor come presidente nazionale, negli anni della fine del collateralismo con la Democrazia Cristia- nvegno di studi di Vallombrosa dell’agosto 1970 ha avanzato la proposta di una «ipotesi socialista» come possibile campo d’impegno dei lavoratori cristiani, fatti salvi i valori che garantiscono lo sviluppo integrale dell’uomo, entrando però in conflitto con la gerarchia ecclesiastica fino ad incorrere nella «deplorazione» di Paolo VI. Passato alla CISL, è stato responsabile del dipartimento internazionale, e poi segretario confederale. Dal 1991 al 2003 è stato segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati, lavorando al raggiungimento dell’unità del sindacalismo europeo e alla crescita del suo ruolo negli anni in cui il dialogo sociale ha prodotto, con la presidenza della Commissione di Jacques Delors, i risultati più alti e concreti. Una lunga esperienza di elaborazione, di pazienti progressi, anche di rotture; cinquant’anni di solidarietà con le organizzazioni sindacali, dalla Spagna franchista all’America Latina delle dittature militari, dall’ex Jugoslavia alla Polonia di Solidarnosc, che in questa intervista vengono ripercorsi. Emilio Gabaglio, presidente nazionale delle ACLI, segretario confederale della CISL, segretario generale della CES. Con Ediesse ha pubblicato il volume La sfida dell’Europa sociale. Trent’anni della Confedera- zione europea dei sindacati.
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RGL N. 3/2025 Osservatori
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Parte II – Giurisprudenza
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Parte I – Dottrina
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Ci siamo
8.00
€
Questo quaderno è il risultato di un percorso collettivo che ha coinvolto circa 300 giovani della Cgil under 35. Viene raccontata la condizione giovanile in Italia, segnata da precarietà, disuguaglianze e mancanza di prospettive, ma soprattutto sono riportate delle proposte verso un orizzonte alternativo: un sindacato e un Paese capaci di garantire diritti, giustizia sociale e democrazia reale.
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RGL N. 3/2025
45.00
€
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Soffiare sul fuoco affinché s’accenda l’alba
15.00
€
Scrittrice, docente universitaria, attivista femminista, Francesca Gargallo (Siracusa, 1956-Città del Messico, 2022) ha sperimentato diversi generi: saggistica, narrativa, poesia, giornalismo. Donna inquieta, dall’intelligenza ribelle e infinitamente generosa, ha percorso le strade gridando che è in esse che il femminismo si difende. Il presente volume nasce da una giornata dedicata a Francesca Gargallo, organizzata dal Centro culturale Casa del Tempo presso l’Università di Città del Messico, Unam, nell’agosto del 2022, a pochi mesi dalla sua scomparsa. Proporre di incontrare la sua figura e la sua opera a partire dalle testimonianze di chi ha intrecciato il suo percorso per anni o per brevi tratti vuole essere l’invito ad incontrare il suo pensiero attraverso una polifonia di voci, a volte armoniosa, altre dissonante, sempre lucida. Alcuni suoi testi, intercalati alle testimonianze, ci offrono un ampio sguardo sui temi a lei cari, dall’urgenza della decolonizzazione del sapere alla varietà dei femminismi, alla
vida buena
, alle lotte delle donne e alle pratiche alternative contro le devastazioni dell’ambiente, alle migrazioni e alle frontiere. Temi che ritroviamo in vari suoi scritti tra i quali L’amicizia tra donne è un atto rivoluzionario e America come territorio di espressione dei femminismi anti-egemonici.
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Delocalizzazione
22.00
€
I contributi raccolti in questo libro si propongono di affrontare la tematica delle delocalizzazioni muovendo da un approccio critico rispetto all’opinione dominante che considera il fenomeno come un aspetto inevitabile del capitalismo. Al contrario, gli Autori ritengono che le delocalizzazioni possano – e debbano – essere regolate a livello nazionale ed europeo per evitare i loro effetti negativi non solo sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro, ma anche sull’ambiente e sulle politiche pubbliche. Partendo dalla ricostruzione dei più rilevanti casi recenti di delocalizzazione, il libro presenta le misure nazionali ed europee che sono state adottate per prevenire la delocalizzazione o per limitarne gli effetti negativi. L’analisi è diretta, da una parte, ad evidenziare il ruolo dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori durante il processo di delocalizzazione, dall’altra, ad approfondire le ragioni che stanno all’origine della decisione di delocalizzare, denunciando al contempo lo spreco dei fondi pubblici concessi alle imprese che spostano la produzione all’estero e le altre conseguenze negative che tale decisione produce sull’ambiente e sugli obiettivi industriali e sociali perseguiti dagli Stati e dall’Unione europea.
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Dove tutto è cominciato
19.00
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Nel maggio del 1947 – a poco più di una settimana dalla strage di Portella della Ginestra – a Caltanissetta si svolge il primo Congresso della Cgil siciliana. Emanuele Macaluso incontra per la prima volta Giuseppe Di Vittorio che gli propone di diventarne segretario generale ad appena 23 anni. Sono in corso le lotte dei contadini per la terra e degli zolfatari per il lavoro, il salario e migliori condizioni di vita. Sono gli anni dei sindacalisti assassinati e senza giustizia (Andrea Raia, Nicolò Azoti, Accursio Miraglia, Epifanio Li Puma, Placido Rizzotto, Calogero Cangialosi…), dei mafiosi impuniti e protetti dal padronato agrario e industriale e dalla politica reazionaria. Sono anche gli anni dell’indipendentismo, siciliano naufragato tra mafia e banditismo, e della risposta autonomista dei partiti nazionali, soffocata dal sangue di Portella, dalla burocrazia e dal clientelismo. Verrà poi «l’operazione Milazzo» e il sogno di un’autonomia da rigenerare, il miracolo economico, la crisi del comunismo sovietico da Budapest a Praga, di tentativi (veri e presunti) di golpe fascisti, della repressione delle lotte dei braccianti ad Avola. Il libro narra, da una prospettiva poco nota, la vicenda umana e politica di Emanuele Macaluso negli anni del suo impegno sindacale in Sicilia dal 1944 al 1956, e poi negli anni del suo impegno politico nel Pci tra Palermo e Roma, attraverso documenti ufficiali, editi e inediti, e racconti di vita privata.
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Out of stock
Políticas climáticas y transición justa
LOS EFECTOS NEGATIVOS DE LAS ORIENTACIONES DOMINANTES SOBRE LA NEUTRALIDAD TECNOLÓGICA Y LA TRANSICIÓN GRADUAL
Transizione spagnolo - web
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BUSSOLA PER UN MONDO IN TEMPESTA
15.00
€
V
iviamo un periodo di trasformazioni epocali che comportano una rivoluzione del nostro mondo e un riassetto dei rapporti di forza globali, con rischi per la stessa sopravvivenza della specie umana. Le emergenze planetarie sono tre, in crescita e collegate tra loro: guerre, cambiamenti climatici, disuguaglianze. Queste tre crisi sono frutto e corrispondono a una situazione di cambiamento politico e culturale traumatico.
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BUSSOLA PER UN MONDO IN TEMPESTA
15.00
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V
iviamo un periodo di trasformazioni epocali che comportano una rivoluzione del nostro mondo e un riassetto dei rapporti di forza globali, con rischi per la stessa sopravvivenza della specie umana. Le emergenze planetarie sono tre, in crescita e collegate tra loro: guerre, cambiamenti climatici, disuguaglianze. Queste tre crisi sono frutto e corrispondono a una situazione di cambiamento politico e culturale traumatico.
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CM N. 3/2025
15.00
€
La lezione di Aldo Tortorella
Giovanni Princigalli
, Nella Resistenza. Intervista ad Aldo Tortorella
Aldo Tortorella
, Storia di un comunista italiano
Osservatorio
Territorio e ambiente: il caso Emilia Romagna
Sergio Caserta
, Il caso Emilia Romagna: riflessione a cinque voci su clima, ambiente e uso del territorio
Ugo Mazza
, Eventi climatici drammatici: un’occasione per cambiare
Vinicio Ruggeri
, Una analisi storica critica delle leggi sulla difesa del suolo
Rudi Fallaci
, Il consumo di suolo in Emilia Romagna e la nuova legge urbanistica
Piero Cavalcoli
, Urbanistica: tre paradossi e una pericolosa analogia
Pietro Maria Alemagna
, Territorio e partecipazione: serve una nuova cultura per la politica e l’amministrazione
Davide Bubbico, Angelo Moro
, L’automotive italiano tra quadro europeo e mobilitazioni sindacali
Laboratorio culturale
Fabrizio Denunzio
, Come il giornalismo si fa ricerca empirica. Il questionario di Marx per un’inchiesta operaia
Luciano Beolchi
, La variante Bucharin
Antonino Infranca
, Il carteggio Coutinho-Lukács con le lettere tra i due filosofi
Giulio Di Donato
, Derivazione e autonomia relativa dello Stato
Schede critiche
Guido Liguori
, Gramsci, Togliatti e il comunismo italiano
Antonio Viteritti
, Il pensiero gramsciano di Coutinho
Lelio La Porta
, Il marxismo di Mario Rossi
Claudio Natoli
, In lotta contro il fascismo
Fabio Vander
, Una contro-storia della Repubblica
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Condotta antisindacale!
19.00
€
In fondo proponiamo delle storie. Storie di fabbriche e di tribunali, di piccoli o grandi soprusi, inserite nel contesto storico e politico degli anni in cui si sono verificate, raccontate nel loro sorgere e svilupparsi, sino a un epilogo finale in tempi incredibilmente brevi, grazie a quella norma straordinaria che è l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.
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