• Il settimanale «Lavoro» rappresenta un caso editoriale unico e irripetibile della storia sindacale, un rotocalco "popolare" dal taglio moderno ed elegante, perfettamente in grado di competere, per la raffinatezza delle illustrazioni e la qualità della veste grafica, con le riviste di attualità più in voga nell’Italia degli anni cinquanta. Fondato nel 1948, prodotto esemplare della visione "nazionalpopolare" di Giuseppe Di Vittorio, in pochi anni - con l’arrivo alla direzione di Gianni Toti, straordinaria figura di giornalista e poeta, e grazie a una redazione di giovani giornalisti, alcuni dei quali con un grande futuro - «Lavoro» compirà una piccola rivoluzione nella stampa sindacale, segnalandosi per la modernità dell’iconografia e dei linguaggi e per l’ampiezza dei temi affrontati: non solo sindacato ma anche letteratura, cinema, fotografia, tempo libero. In questo volume riproponiamo tre numeri originali di «Lavoro», ristampati in copia anastatica e rappresentativi dell’evoluzione del giornale (1951, 1955 e 1956), accompagnati da alcune singole pagine scelte tra le sue copertine più significative, gli esclusivi fotoreportage, le più brillanti inchieste giornalistiche e le centinaia di immagini che sono ormai parte della storia del movimento sindacale.
  • La Costituzione italiana ripudia la guerra. Eppure nell’ultimo decennio i conflitti bellici, ai quali l’Italia ha preso parte, sono aumentati con ritmo crescente. Fino alla recente missione militare in Afghanistan. Quali sono le ragioni dell’eclissi del dettato costituzionale? Come vengono prese le decisioni che hanno consentito in questi anni la partecipazione italiana alle nuove guerre? I bombardamenti americani possono essere considerati un’azione di legittima difesa? Quale sarà la sorte dei diritti costituzionali, oggi messi duramente alla prova dalle politiche di emergenza adottate in molti paesi occidentali? Che cosa è avvenuto a Guantanamo? Perché l’Onu è in crisi? Riproponendo i principali percorsi di riflessione del pensiero giuridico, il libro ricostruisce i vincoli posti dal diritto costituzionale interno e internazionale all’uso della forza, per poi affrontare alcuni nodi di carattere teorico indispensabili per comprendere la controversa natura delle nuove guerre: il richiamo alla guerra giusta, il rapporto tra guerra e diritti, il concetto di impero, il confronto tra la civitas maxima di Kelsen e il mondo pluriverso di Schmitt.
  • Un borghese che si definisce progressista assiste casualmente allo sbarco di una delle tante carrette del mare cariche di disperati che approdano sulle coste del nostro Sud. Un anno dopo lo ritroviamo in volo per Nuevo Laredo, Messico. Lavorerà in una missione di religiosi scalabriniani nel deserto al confine con gli Usa, la «Casa del migrante», che assiste uomini, donne, bambini che ogni giorno tentano di scavalcare il muro della morte o di guadare il Rio Bravo per entrare in Texas. Sarà un lungo, intenso ed emozionante periodo, in cui proverà a comprendere il problema dell’emigrazione, le sue cause e origini, andando a vivere dall’altra parte della barricata. Compagni di quei giorni saranno loro, i migranti. Emergono, attraverso alcuni ritratti, le loro piccole storie ricavate dalle interviste raccolte sul posto, vite esemplari che danno voce alle migliaia che voce non hanno. Un ventaglio di riflessioni etiche, politiche e religiose nate dall’osservazione dei tanti modi diversi in cui può diffondersi lo stesso messaggio evangelico, unite da un filo di indignazione e di speranza.
  • Un borghese che si definisce progressista assiste casualmente allo sbarco di una delle tante carrette del mare cariche di disperati che approdano sulle coste del nostro Sud. Un anno dopo lo ritroviamo in volo per Nuevo Laredo, Messico. Lavorerà in una missione di religiosi scalabriniani nel deserto al confine con gli Usa, la «Casa del migrante», che assiste uomini, donne, bambini che ogni giorno tentano di scavalcare il muro della morte o di guadare il Rio Bravo per entrare in Texas. Sarà un lungo, intenso ed emozionante periodo, in cui proverà a comprendere il problema dell’emigrazione, le sue cause e origini, andando a vivere dall’altra parte della barricata. Compagni di quei giorni saranno loro, i migranti. Emergono, attraverso alcuni ritratti, le loro piccole storie ricavate dalle interviste raccolte sul posto, vite esemplari che danno voce alle migliaia che voce non hanno. Dopo aver concluso una fase di quell’esperienza, il protagonista ritorna in quei luoghi. Si misurerà con l’arroganza delle guardie di frontiera nord-americane e con la loro ignoranza; conoscerà la disperazione della favela di Nuevo Laredo dove assiste delle bambine cerebrolesi; insieme ai religiosi della missione denuncerà calunnie ed ipocrisie rivolte ai migranti, piantando sulla barriera della morte 66 croci bianche in ricordo degli altrettanti migranti morti affogati nel Rio Bravo nei primi nove mesi del 2009. Un ventaglio di riflessioni etiche, politiche e religiose nate dall’osservazione dei tanti modi diversi in cui può diffondersi lo stesso messaggio evangelico, unite da un filo di indignazione e di speranza.
  • Le migrazioni internazionali sono sempre più al centro del dibattito pubblico e politico. Nel corso degli ultimi anni, peraltro, sono intervenuti numerosi fattori a rendere ancora più complessa la lettura del fenomeno, a partire dalla crisi economica che ha investito l’Europa – in particolare quella che si affaccia sul Mediterraneo – sino ad arrivare al dramma dei rifugiati che fuggono dalle guerre e dal terrorismo internazionale. In questo volume si offre un’analisi delle migrazioni attraverso il punto di vista del mondo del lavoro e in particolare del sindacato. Nei numerosi saggi e nelle ricerche originali che compongono l’ottava edizione di (Im)migrazione e sindacato, si prova a dare conto delle nuove sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare, partendo proprio da quelle che riguardano i lavoratori e la loro rappresentanza.
  • 1 / 2006

    6.00 
    La Corte Costituzionale ritorna sulla definizione del mobbing e sulle competenze regionali Le Sezioni Unite risolvono il contrasto su onere della prova dei livelli occupazionali e tutela reale Complesso caso di licenziamento collettivo deciso dalla Corte di Appello di Bologna
  • 1 / 2007

    6.00 
    Apprendistato e formazione: la Consulta definisce le competenze regionali La Cassazione esclude l'applicabilità dell'art. 420-bis cod. proc. civ. in appello Le tutele dei lavoratori in sede comunitaria in caso di insolvenza del datore di lavoro
  • 1 / 2008

    6.00 
    Incostituzionalità della disciplina del diritto di precedenza nelle assunzioni degli stagionali La Cassazione chiarisce contenuto e funzione dell'art. 420 bis cod. proc. civ. «Antisindacalità» solo potenziale o probabile avanti il Tribunale di Verona
  • 1 / 2009

    6.00 
    La Corte Costituzionale interviene su congedo biennale per diabilità grave e pensione di inabilità civile per extracomunitari Il contratto a termine non può essere risolto per giustificato motivo oggettivo Interessanti casi di condotta antisindacale avanti i Tribunali di Forlì e Siena
  • 1 / 2010

    6.00 
    La Corte Costituzionale e la tutela dell'aggravamento nelle malattie professionali Contratto a termine: oneri e limiti per esigenze sostitutive ed esigenze oggettive Revirement della Cassazione sull'azione ordinaria di risarcimento danni da licenziamento
  • 1 / 2011

    6.00 
    Anche gli extracomunitari hanno diritto ai servizi sociali del sistema integrato regionale La Cassazione rimette alla Consulta la forfettizzazione retroattiva del danno da contratto a termine illegittimo Procedura di concertazione sindacale e condotta antisindacale di ente locale avanti il Tribunale dì Modica
  • 1 / 2012

    6.00 
    Corte Costituzionale e «indennità di frequenza» per i minori extracomunitari non titolari di carta di soggiorno Revirement della Cassazione sulla responsabilità solidale per il Tfr in caso di trasferimento di azienda Contratto a progetto e Tribunale di Roma
  • 1 / 2013

    6.00 
    Dichiarate incostituzionali norme regionali discriminatorie nei confronti di stranieri nell'accesso a servizi sociali La tutela da licenziamenti illegittimi costituisce espressione dell'ordine pubblico interno e comunitario La Cassazione estende alla «conversione" di un rapporto interinale l'indennizzo limitato e onnicomprensivo
  • 1 / 2014

    6.00 
    L'opposizione nel "Rito Fornero" al vagito della Corte Costituzionale la Cassazione sulla decorrenza degli accessori del ristoro forfettizzato del termine nullo\ La individuazione della "giusta parte" in caso di successione avanti la Corte di Appello di Napoli La Corte di Giustizia e il lavoro "pubblico" nel contratto a tempo determinato Patto civile di solidarietà e matrimonio alla luce della direttiva Ce 2000/78 Disposizioni sul lavoro nella legge di stabilità
  • 1 / 2015

    6.00 
    Inammissibilità del referendum abrogativo in materia di "trattamenti pensionistici" la Cassazione e il "danno comunitario" nei contratti a termine con enti pubblici Casi di controllo sul rapporto di lavoro tramite agenzie investigative in sede di legittimità La Corte di Appello di Milano in tema di appalto di servizi con la pubblica amministrazione e disciplina di tutela dei crediti dei lavoratori Le discriminazioni fondate sull'età e sull'obesità al vaglio della Corte di Giustizia Valutazione negativa dell'Autorità garante su comportamento aziendale che determina e aggrava il conflitto sindacale
  • Illegittimità costituzionale della disciplina dei contratti a termine nelle fimdazioni liriche La Cassazione indica la data effettiva di decorrenza del termine per impugnare il licenziamento Il licenziamento ritorsivo in sede di legittimità Il Tribunale di Torino solleva dubbi sulla costituzionalità del regime attuale delle spese processuali Il Tribunale di Palermo rimette alla Consulta le norme attuative sulla perequazione automatica delle pensioni La Corte di Giustizia sulle discriminazioni di genere
    • La Corte costituzionale e i referendum proposti dalla Cgil
    • Le Sezioni Unite sui limiti della "infrazionabilità" del credito derivante dal rapporto in sede di giudizio
    • Indicazioni della Corte di Giustizia sulla libera circolazione dei lavoratori e sul diritto dei figli al sussidio per studi superiori
    • Il Tribunale di Torino sulle conseguenze risarcitorie di una mancata assunzione determinata dalla nazionalità
    • Delibera della Commissione di garanzia sugli scioperi proclamati in Italia dai dipendenti di Ryanair
    • Novità legislative: attuazione della Direttiva sulle condizioni di ingresso e di soggiorno di lavoratori di paesi terzi nell'ambito di trasferimenti "intrasocietari"
  • La Camera del lavoro di Rimini compie il suo primo secolo di vita, un traguardo per niente scontato in questi tempi di grandi trasformazioni: basti pensare alla fine dei grandi partiti di massa, difficilmente prevedibile solo poco tempo fa. E’ la dimostrazione che la sua funzione - economica, politica, sociale - oggi è tutt’altro che esaurita, per quanto, naturalmente, si sia articolata e modificata. -Passati attraverso le enormi difficoltà iniziali, poi l’illegalità e il forzato silenzio del ventennio fascista, la fine dell’unità sindacale e il fallimento dei progetti di radicale rinnovamento dell’Italia del dopoguerra, la discriminazione in fabbrica, le crisi e anche le sconfitte, il sindacato e le Camere del lavoro restano vivi e necessari, oggi più che mai per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. La loro storia è la storia della libera associazione fra le persone che in maniera solidale tutelano un fondamento della vita: il lavoro. -Il centenario offre l’occasione per ricostruire questo percorso, per tentare un resoconto della vita e dell’attività della Camera del lavoro di Rimini dalla fondazione ad oggi. E questa “piccola” storia crediamo non debba assumere un semplice carattere rievocativo, ma debba offrire, in particolare alle giovani generazioni, il significato e lo spessore di una presenza che ha alimentato la crescita della vita democratica nel riminese.
  • Questi tre volumi ripercorrono il tragitto che il sindacato del commercio, dell’albergo e mensa (l’originaria denominazione del turismo) e di vari servizi ausiliari ha compiuto dalle origini di fine Ottocento - inizio del Novecento fino ai primi anni ottanta del secolo scorso. Il primo volume racconta separatamente le travagliate vicende di auto-organizzazione dei commessi di negozio e quelle dei cuochi e camerieri, che convergono con le categorie operaie nella Confederazione Generale del Lavoro, fondata nel 1906. La violenza e la repressione dei fascisti, che si sono impadroniti dello Stato, soffocano queste esperienze nei primi anni venti. La narrazione riprende con il secondo volume, quando il sindacalismo libero si ricostituisce nella nuova democrazia. I sindacati del commercio e turismo affiliati alla CGIL procedono ad unificarsi per razionalizzare le proprie risorse ed intervenire più autorevolmente nei dibattiti che riguardano lo sviluppo dei settori. Nel 1960 nasce quindi la FILCAMS, in cui confluirà poi, negli anni settanta, il sindacato dei servizi. Il contenuto del terzo volume riguarda gli anni tra il 1960 e gli inizi del decennio ottanta. I settori della FILCAMS conoscono trasformazioni storiche profonde, ma lo stesso può dirsi per il paese intero, a molti livelli; tra queste vi è anche il rilievo che il sindacalismo acquisisce nella vita nazionale. Nei primi anni ottanta l’Italia si presenta come un paese in cui il terziario è diventato un settore economico cruciale, nel quale le federazioni di categoria sono interlocutori ineludibili di manager e sistema politico.
  • Il movimento sindacale, è questa la tesi che accompagna il libro, deve molto ai lavoratori e alle lavoratrici edili, al loro spirito resistente, alla loro dignità e capacità di farsi corpo unico, nonostante le difficoltà, la discontinuità, la fatica, la precarietà. E deve molto ai lavoratori delle cave, delle fornaci, del legno. Partendo dalle intuizioni di fine Ottocento, passando per le elaborazioni politiche di inizio Novecento (le Casse Edili) e l’incontro con il socialismo, fino all’avvento del fascismo. E poi le lotte per la ricostruzione e per il Piano del lavoro, per la conquista dello Statuto dei lavoratori, le lotte per la casa e per la riforma urbanistica e oggi per la rigenerazione delle città e il rilancio del Sud Italia. Numerosi sono stati i contributi dei lavoratori delle costruzioni (tra i fondatori della Cgil) al Paese e al movimento sindacale. Contributi che la Fillea ha continuato a portare avanti promuovendo battaglie importanti: dalla lotta al lavoro nero e per la sicurezza alla rigenerazione urbana, dalla centralità dei contratti collettivi alle tutele negli appalti, dall’integrazione dei migranti alla difesa di vecchie e nuove professionalità, e non ultimo per la pace e per la giustizia.
  • Il Rapporto sui diritti globali è uno studio annuale, unico a livello internazionale, che analizza i processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali, osservati in un’ottica che vede i diritti come interdipendenti. La struttura del Rapporto, giunto alla sua quattordicesima edizione, è articolata in capitoli tematici, suddivisi in una panoramica generale e in Focus di approfondimento su alcune delle problematiche più rilevanti e attuali dell’anno. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, dati statistici, riferimenti bibliografici e web. Il Rapporto sui diritti globali, contenente le analisi più approfondite, le cifre più aggiornate, il quadro più ampio, si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni. Ideato e realizzato dall’Associazione Società INformazione ONLUS, è promosso dalla CGIL nazionale, con la partecipazione di: ActionAid, Antigone, ARCI, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Gruppo Abele, Legambiente. Prefazione di Susanna CAMUSSO, introduzione di Sergio SEGIO, interventi di Maurizio ALBAHARI, Danilo BARBI, Marco BERSANI, Stefano CECCONI, Iván CEPEDA, Luigi CIOTTI, Giuseppe COSTA, Alessandro DE GIORGI, Monica DI SISTO, Fausto DURANTE, Andrea FUMAGALLI, Ivana GALLI, Ágnes HELLER, Gavino MACIOCCO, Salvatore PALIDDA, Rosa PAVANELLI, Leopoldo TARTAGLIA, Adem UZUN, Edoardo ZANCHINI. REDAZIONE: José Miguel Arrugaeta, Orsola Casagrande, Antonio Chiocchi, Roberto Ciccarelli, Massimo Congiu, Monica Di Sisto, Susanna Ronconi, Alberto Zoratti, Sergio Segio (coordinatore). COMITATO SCIENTIFICO: Aldo Bonomi, Massimo Cacciari, Massimo Campedelli, Francesco Ciafaloni, Franco Corleone, Chiara Daniele, Andrea Di Stefano, Guglielmo Epifani, Davide Galliani, Maurizio Gubbiotti, Maria Luisa Mirabile, Mauro Palma, Livio Pepino, Andrea Pugiotto, Marco Revelli, Claudio Sarzotti, Gianni Tognoni, Guido Viale, Danilo Zolo.
  • «Privato è bello» è stato l’indiscutibile postulato che ha determinato le scelte in materia di gestione dei servizi pubblici negli ultimi quindici anni. Ancora oggi il vento delle liberalizzazioni soffia forte nel nostro paese. E tuttavia nessuno dei fautori della «mano invisibile del mercato» si è finora posto il problema di verificare i risultati raggiunti da due decenni di politiche di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali. Hanno voluto farlo con questa approfondita ricerca organizzazioni diverse fra loro - Arci, Associazione Rete Nuovo Municipio, Attac Italia e Funzione Pubblica Cgil - esaminando le trasformazioni avvenute in cinque importanti regioni italiane (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia) e conducendo un’inchiesta sociale che ha coinvolto 8.000 lavoratori dei servizi pubblici e circa 300 associazioni di rilevanza nazionale e territoriale. I risultati di questo studio evidenziano le criticità delle politiche neoliberiste e rilanciano la necessità di un ampio dibattito su cosa significhino oggi i beni comuni, sui fallimenti del mercato e sulla necessità di una rivisitazione del «pubblico», da ripensare attraverso la partecipazione diretta dei lavoratori e dei cittadini. Un lavoro che reintroduce il metodo dell’inchiesta sociale e uno strumento per chi continua a operare perché un altro mondo sia possibile.
  • Il Rapporto sui diritti globali è uno studio annuale, unico a livello internazionale, che analizza i processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali, osservati in un’ottica che vede i diritti come interdipendenti. La struttura del Rapporto, giunto alla sua 16a edizione, è articolata in capitoli tematici, suddivisi in una panoramica generale e in Focus di approfondimento su alcune delle problematiche più rilevanti e attuali dell’anno. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, dati statistici, riferimenti bibliografici e web. Il Rapporto sui diritti globali, contenente le analisi più approfondite, le cifre più aggiornate, il quadro più ampio, si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni.
  • Dopo 17 anni di pubblicazione, il Rapporto sui diritti globali cresce ed evolve, con l’edizione principale che diventa internazionale, viene pubblicata anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con l’Association Against Impunity and for Transitional Justice (AITJ), che lo promuove.
     
    Quella dei diritti umani e dell’impunità è questione oggi resa più centrale dalla crisi del multilateralismo e dal dilagare aggressivo di nazionalismi e populismi, che stanno implicando un progressivo svuotamento della democrazia e dei suoi istituti, un indebolimento del diritto internazionale e dei suoi strumenti, pericolosi disequilibri a livello globale. Ne è derivato, e lo vediamo tragicamente tutti i giorni, un dilagare di crimini di guerra, di aggressioni territoriali, di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali della persona, di repressioni sempre più generalizzate e ingiustificate nei confronti di cittadini e di interi popoli, spesso nell’impotenza di istituzioni sovranazionali. Assieme, vediamo approfonditi altri crimini che violano e compromettono diverse sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo.
     
    Il 2020, con la pandemia di Covid-19, ha portato e sta residuando un drastico peggioramento nei diritti e nelle libertà, così come nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo e ha mostrato con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. La necessità di profondi cambiamenti e di radicali inversioni di rotta è ora più urgente e deve riuscire a imporsi, costruendo maggiore consapevolezza sociale e responsabilità pubblica. Il Rapporto sullo Stato dell’impunità nel mondo è un contributo in questa direzione vitale per le persone e per l’intero Pianeta, per realizzare giustizia e costruire diritti globali.
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  • Dopo 17 anni di pubblicazione, il Rapporto sui diritti globali cresce ed evolve, con l’edizione principale che diventa internazionale, viene pubblicata anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con l’Association Against Impunity and for Transitional Justice (AITJ), che lo promuove.
     
    Quella dei diritti umani e dell’impunità è questione oggi resa più centrale dalla crisi del multilateralismo e dal dilagare aggressivo di nazionalismi e populismi, che stanno implicando un progressivo svuotamento della democrazia e dei suoi istituti, un indebolimento del diritto internazionale e dei suoi strumenti, pericolosi disequilibri a livello globale. Ne è derivato, e lo vediamo tragicamente tutti i giorni, un dilagare di crimini di guerra, di aggressioni territoriali, di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali della persona, di repressioni sempre più generalizzate e ingiustificate nei confronti di cittadini e di interi popoli, spesso nell’impotenza di istituzioni sovranazionali. Assieme, vediamo approfonditi altri crimini che violano e compromettono diverse sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo.
     
    Il 2020, con la pandemia di Covid-19, ha portato e sta residuando un drastico peggioramento nei diritti e nelle libertà, così come nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo e ha mostrato con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. La necessità di profondi cambiamenti e di radicali inversioni di rotta è ora più urgente e deve riuscire a imporsi, costruendo maggiore consapevolezza sociale e responsabilità pubblica. Il Rapporto sullo Stato dell’impunità nel mondo è un contributo in questa direzione vitale per le persone e per l’intero Pianeta, per realizzare giustizia e costruire diritti globali.
  • Il 1944 è stato un anno di svolta nella storia non solo del nostro paese: per tutti è l’anno che decide definitivamente la seconda guerra mondiale. Da noi si consuma il fallimento della Repubblica sociale di Salò, travolta certamente dalle vicende militari ma costretta in primo luogo a confrontarsi con la finzione della sua esistenza priva di prospettive politiche, ancoraggi sociali, indipendenza sostanziale. Il mondo del lavoro segna fortemente i caratteri della Resistenza. I grandi scioperi delle città del Nord Italia si riallacciano agli scioperi del 1943 e prefigurano le insurrezioni dell’anno successivo. I partiti e i sindacati si avviano alla propria ricostituzione e, sebbene ancora in nuce, prefigurano il loro posizionamento nella nascente democrazia. Per il sindacato, il 1944 significa la nascita della CGIL unitaria, prima e unica esperienza della nostra storia di una Confederazione sindacale nella quale convivono le anime della cultura comunista, socialista e cattolica come in una trasmissione a livello sindacale dell’anima del Comitato di Liberazione Nazionale. È anche l’anno delle stragi tedesche più violente e che lasciano le ferite più profonde. Questo libro prova a leggere il 1944 da tre avvenimenti: gli scioperi operai con epicentro Milano, la deportazione operaia con epicentro Genova e la ricostruzione della CGIL unitaria con il Patto di Roma.
  • Dalla firma del rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori della gomma del febbraio 1968 fino alla firma dell’accordo aziendale sul cottimo del dicembre dello stesso anno, nel grande complesso industriale milanese della Pirelli si susseguono mesi di conflittualità operaia che mettono in discussione modi di produzione e organizzazione del lavoro connaturati al sistema di fabbrica del fordismo maturo. In questa lotta, per molti versi paradigmatica dell’iniziativa operaia del secondo biennio rosso del Novecento, si possono leggere le grandi novità che avrebbero caratterizzato il più intenso ciclo conflittuale dell’Italia repubblicana: un rinnovato protagonismo dei lavoratori, una conflittualità di fabbrica diffusa e capace di sperimentare forme di lotta innovative, nuove strutture di rappresentanza operaia, l’ampliamento progressivo dei diritti sindacali in fabbrica, nuove metodologie nelle trattative e nuove forme contrattuali. Tutte caratteristiche che rendono il 1968 l’Autunno caldo della Pirelli. In queste vicende il sindacato gioca un ruolo di primo piano, contribuendo in modo determinante a provocare quelle lotte, ad estenderle e a dare forma contrattuale alle conquiste che i rapporti di forza in fabbrica sanciscono, spesso attraverso la rottura di tradizionali modi di pensare e di organizzare la lotta e il rapporto con i lavoratori.
  • Il Rapporto sui diritti globali è una pubblicazione annuale sui processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali.  Lo studio è realizzato dalla Associazione Società INformazione Onlus, con la partecipazione della Cgil nazionale e l’adesione delle maggiori associazioni, italiane e non solo, impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto. Dal 2020, viene pubblicato anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con Fight Impunity-Association Against Impunity and for Transitional Justice, che promuove il volume. Il Rapporto si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro e nella formazione, nelle professioni sociali, nelle associazioni e nel Terzo settore. Come si evidenzia in numerosi paesi e come il Rapporto documenta, anche nel 2021 la pandemia di Covid-19 si è accompagnata a un’accentuazione delle violazioni di diritti fondamentali. Con il pretesto delle misure sanitarie, si sono introdotte misure di eccezione, determinate riduzioni di libertà e peggioramenti nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo, mentre è emersa con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. Il Rapporto, oltre alle violazioni dei diritti umani documentate con un Osservatorio sulle impunità, analizza e denuncia crimini che violano e compromettono altre sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo. Dallo studio dei dati e degli avvenimenti recenti emerge la necessità di cambiamenti radicali e di urgenti inversioni di rotta.
  • Il Rapporto sui diritti globali è una pubblicazione annuale sui processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali.  Lo studio è realizzato dalla Associazione Società INformazione Onlus, con la partecipazione della Cgil nazionale e l’adesione delle maggiori associazioni, italiane e non solo, impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto. Dal 2020, viene pubblicato anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con Fight Impunity-Association Against Impunity and for Transitional Justice, che promuove il volume. Il Rapporto si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro e nella formazione, nelle professioni sociali, nelle associazioni e nel Terzo settore. Come si evidenzia in numerosi paesi e come il Rapporto documenta, anche nel 2021 la pandemia di Covid-19 si è accompagnata a un’accentuazione delle violazioni di diritti fondamentali. Con il pretesto delle misure sanitarie, si sono introdotte misure di eccezione, determinate riduzioni di libertà e peggioramenti nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo, mentre è emersa con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. Il Rapporto, oltre alle violazioni dei diritti umani documentate con un Osservatorio sulle impunità, analizza e denuncia crimini che violano e compromettono altre sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo. Dallo studio dei dati e degli avvenimenti recenti emerge la necessità di cambiamenti radicali e di urgenti inversioni di rotta.