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La pensione degli operai agricoli
20.00
€
La guida «La pensione degli operai agricoli», promossa dall’Inca Cgil, vuole essere uno strumento di studio e di consultazione per i professionisti del settore, gli operatori dei patronati e per tutti coloro che desiderano approfondire la complicata normativa che disciplina la previdenza dei lavoratori agricoli. La guida contiene anche, seppur in modo sintetico, le norme che regolamentano la prosecuzione volontaria, l’integrazione della contribuzione volontaria, l’accreditamento tra le varie forme assicurative gestite dall’Inps. Considerata la difficoltà degli argomenti trattati, la guida fornisce molte esemplificazioni di casi concreti, che agevolano il lettore nell’apprendimento di concetti e criteri, che diversamente potrebbero risultare di difficile comprensione. Allegato al volume, un CD rom che contiene il testo della guida, il glossario, un’appendice legislativa e normativa, una ricca sezione di materiale formativo e numerosi schemi di calcolo.
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Cofanetto Mobbing: il libro
20.00
€
IL FILM L’azienda in cui lavora Anna, segretaria di terzo livello, è stata comprata da una multinazionale. Il giorno della festa aziendale per festeggiare la fusione, Anna è l’unica tra tutti gli impiegati a non essere spontaneamente salutata dal nuovo direttore del personale. Un accidente banale, o forse solo una dimenticanza? Con coraggio ed audacia, Francesca Comencini affronta - per la prima volta in Italia - il tema delicato e attuale delle violenze psicologiche sul lavoro. Un coro di attori non professionisti e una Nicoletta Braschi impeccabile per un docu-film dedicato a chi crede nei valori, rispetta le persone, si identifica nel lavoro. Così la critica: Straordinario, arguto, surreale (Corriere della Sera), Nicoletta Braschi in una straordinaria interpretazione (La Stampa), Francesca Comencini ha realizzato un irresistibile horror aziendale (La Repubblica), La faccia più subdola e spietata del lavoro (Corriere della Sera). Contenuti speciali del DVD: intervista alla regista Francesca Comencini; intervista a Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. IL LIBRO Daniele Ranieri, esperto e responsabile dell’area mobbing della Cgil di Roma, illustra tutti gli elementi che compongono la violenza psicologica e descrive le fasi della persecuzione, le sue diverse modalità di attuazione, i sentimenti che affiorano nella vittima, i danni fisici e psichici che subisce e che segnano, spesso, la sua vita in modo permanente. Il mobbing non ha però come protagonisti solo due persone e qualche comprimario, ma spesso coinvolge un intero gruppo di lavoro e risente del clima culturale aziendale. Si tratta quindi di un fenomeno complesso con radici profonde nell’organizzazione sociale e del lavoro. Un fenomeno che si può prevenire con normative generali di contrasto e con politiche di prevenzione sui posti di lavoro che il libro illustra.
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Il sindacato, lo Stato nazionale e l’Europa
20.00
€
Nel volume si ricostruisce la posizione della Confederazione sindacale tedesca, il DGB, in relazione al processo di integrazione europea nel periodo che va dal 1945 al 1963, quando il congresso confederale di Düsseldorf, con la definitiva accettazione dell’economia sociale di mercato, costituisce un punto di svolta nel processo storico di rielaborazione della rappresentanza sindacale e politica all’interno della democrazia tedesca. Nell’ambito della cosiddetta «questione tedesca», l’Europa e la sua integrazione rivestono, per il movimento sindacale tedesco, un’importanza e un valore ideale centrali, destinati però ad evolvere con il passare degli anni. Nella fase iniziale il sindacalismo tedesco si pensa come soggetto politico capace di formulare un programma per disegnare i contorni di una società nuova. Ma progressivamente il DGB ripiega su una visione più tradizionale della politica sindacale, mentre il processo di integrazione militare apre una profonda discussione sul rapporto tra base e dirigenza. Il programma di azione del 1955 testimonia il ritorno dell’attenzione sindacale sui temi classici del suo agire e la relativa disaffezione dall’idea di Europa. Questo processo di ripensamento trova il suo approdo nel congresso di Düsseldorf, quando viene varato il programma che sostituirà quello deliberato al congresso di fondazione del DGB a Monaco di Baviera nel 1949: l’approccio all’integrazione europea si fa sempre più pragmatico e sempre meno caratterizzato da ideali di trasformazione della società e dell’economia.
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Il sindacato e l’autonomia dai partiti
20.00
€
Trent’anni di storia politica e sindacale, dalla rinascita del sindacalismo libero a seguito del crollo del fascismo fino alla costituzione della Federazione unitaria Cgil Cisl Uil degli anni ’70, fanno da sfondo all’intreccio partiti-sindacato visto dall’interno delle tre Confederazioni. Da una parte le interferenze, le pressioni di Pci, Psi, Dc e dei partiti minori sugli assetti e le linee strategiche dei «propri referenti» sindacali; dall’altra l’atteggiamento e la reazione confederale verso la parte politica, talvolta di distacco e di conflitto, altre volte di acquiescenza e di sovrapposizione. L’autore non tralascia di confrontarsi sia con le ricostruzioni specialistiche che hanno descritto i principali avvenimenti sindacali, sia con la storiografia più matura che ha inserito le vicende sindacali all’interno della più generale storia politica, economica, sociale e culturale del paese. A ciò si unisce un lungo lavoro di paziente esame documentale e di ricostruzione degli eventi, attraverso gli atti degli archivi storici dei partiti politici, dei sindacati, dei centri di documentazione confederali, di fondazioni legate a partiti o sindacati, e con l’ausilio delle altre fonti a disposizione. Una intervista inedita realizzata nel 2005 dall’autore a Bruno Trentin, protagonista diretto e testimone attento delle vicende analizzate, integra e conclude il panorama delle fonti bibliografiche utilizzate.
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Salari in crisi
20.00
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La crisi dei mercati internazionali esplosa negli USA nell’ottobre del 2008, con la recessione di portata mondiale che quella crisi ha innestato, impone di impostare con urgenza le politiche economiche necessarie per impedire che le economie italiana, europea e mondiale si avvitino in una spirale recessivo-deflattiva. Il volume esamina pertanto le conseguenze e le prospettive della crisi e cerca di fornire proposte utili per difendere le condizioni di vita e di lavoro delle fasce più deboli, dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, dei precari senza protezioni sociali, salvaguardando i redditi più bassi sia da lavoro che da pensione. Dal Rapporto emerge come proprio l’aumento delle diseguaglianze di reddito rappresenti la ragione di fondo dell’esplosione della crisi finanziaria che scuote il mondo: si è tentato infatti di surrogare la caduta della domanda determinata dalla caduta dei redditi reali del mondo del lavoro, con una crescita della domanda fondata sul debito privato nel caso del modello USA, e di quello pubblico nel caso italiano. Con la crisi del 2008 si chiude rovinosamente la lunga egemonia delle politiche neoliberiste e di deregulation, inaugurate dall’era Reagan e Thatcher e portate avanti dai governi della destra negli USA e in Europa. Si è così aperta oggettivamente nella storia del mondo una fase in cui dovranno essere costruiti nuovi paradigmi e regole dello sviluppo economico e sociale tanto nei singoli paesi che a livello globale.
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Annali Fondazione Di Vittorio 2004. Welfare per una Europa sociale
20.00
€
Gli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio si propongono come strumento per l'analisi del mondo del lavoro. Un'analisi condotta in primo luogo sul piano storico che si integra con l'indagine economica e giuridica e si arricchisce con la strumentazione propria delle scienze sociali. Gli Annali hanno una struttura monografica flessibile che si articola in diverse sezioni. Questo primo numero si misura con il tema del welfare, nodo centrale del dibattito politico e sindacale attuale, ma al tempo stesso anche osservatorio privilegiato per ripercorrere, alla luce della comparazione tra i diversi modelli sociali esistenti, la storia del rapporto tra Stato, lavoratori e cittadini. Il numero comprende una lunga intervista in cui Bruno Trentin propone un ripensamento del Piano Beveridge in un'ottica di lettura del passato con lo sguardo al presente. Laura Pennacchi analizza poi l'economia e il welfare degli ani Novanta in Europa e negli Stati Uniti, confutando la tesi neoliberista di una crisi generalizzata del modello sociale europeo. Grande rilievo è assunto dalla comparazione internazionale delle diverse esperienze di welfare che, affidata a specialisti di prim'ordine dei diversi paesi, attraverso specifici saggi viene riferita a Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Francia, Germania, Spagna, paesi scandinavi, paesi in via di transizione dell'ex Unione Sovietica e Stati Uniti. Completano gli Annali tre lavori che rispettivamente forniscono una rilettura della produzione bibliografica sul welfare negli anni Ottanta e Novanta, la mappatura dei fondi sindacali che raccolgono documentazione sulle politiche di welfare, la costruzione di una puntuale sitografia sul welfare in Europa e negli Stati Uniti. Le sezioni degli Annali e gli autori dei saggi: Tra memoria e quotidianità: Alba Orti Verso un modello sociale europeo: Bruno Trentin, Laura Pennacchi Fili da tessere: John Monks, Richard Exell, Anton Hemerijck, Ian Olsonn, Katharina Müller, Carme Molinero, Marie Gottschalk Strumenti: Gianni Silei, Teresa Corridori, Maria Paola Del Rossi, Francesco Giasi.
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All’aperto e al chiuso
20.00
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Il fenomeno della tratta di donne e minori, maschi e femmine, a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo ha avuto in questi ultimi anni una trasformazione strutturale di tipo quali-quantitativo, in risposta all’azione di protezione sociale portata avanti dai servizi sociali territoriali, pubblici e del privato sociale, e all’azione di contrasto da parte delle forze di polizia. Questa trasformazione, quale effetto del rapporto che si instaura tra i diversi attori sociali coinvolti - la donna, gli operatori sociali, gli agenti di polizia, la clientela e gli sfruttatori/trafficanti - determina una maggiore complessificazione e segmentazione interna al fenomeno, estendendo così le modalità di esercizio della prostituzione, i luoghi dove essa viene praticata, i rapporti sociali e le forme di contrattualizzazione che vengono poste in essere tra le donne esercitanti e i loro sfruttatori. Il volume entra nel merito di questi aspetti, tanto sul piano nazionale che per la città di Roma, poiché soltanto attraverso un processo conoscitivo costante del fenomeno si possono individuare le piste giuste per attivare politiche sociali sempre più adeguate. Completa la ricerca una dettagliata analisi delle normative nazionali e internazionali riguardanti il reato di tratta di persone e la tutela dei minori che ne sono vittime.
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Mondi operai, culture del lavoro e identità sindacali
20.00
€
Nel Novecento italiano le classi lavoratici hanno espresso - a partire da concrete condizioni di vita e di lavoro - specifici patrimoni culturali, e cioè insiemi di idee, di valori e di giudizi sugli uomini e sulle cose. In particolare, hanno dato vita a culture del lavoro e a culture sindacali e politiche che sono diventate parte costitutiva del bagaglio ideologico del movimento dei lavoratori e dei partiti della sinistra, influenzandone fortemente scelte e strategie. Questo gioco di influenze non è naturalmente stato a senso unico, perché a loro volta i quadri e i dirigenti sindacali hanno consapevolmente o meno legittimato alcuni tratti (e non altri) del profilo sociale e culturale delle classi lavoratrici di riferimento. Ciò spiega, ad esempio, la relativa variabilità interna e persino i profili contraddittori della cultura politica dei sindacati e del movimento operaio, che fanno riferimento ora all’una ora all’altra delle anime costitutive della loro tradizione. Il volume offre una serie importante di contributi su questo versante poco esplorato, mettendo in campo studi, ricerche e interpretazioni di diversa provenienza disciplinare, dalla storia sociale all’antropologia culturale, dalla sociologia alla medicina del lavoro, e facendo riferimento a differenti metodologie di ricerca, dalla storia orale alle autobiografie, dalla documentazione grigia ai materiali audiovisivi. Le analisi sui tre fronti che stanno al centro di questo libro (culture operaie e del lavoro, identità sindacali, culture territoriali e politiche) alimentano poi un ricco e serrato confronto finale sulla modernità, guardando alle esperienze di questo viaggio mirato nell’Italia del Novecento per valutare il presente e il futuro del lavoro e il suo complesso e mutante significato sociale.
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La cittadinanza che cambia
20.00
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Il secondo numero degli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio discute il rapporto tra Costituzioni nazionali, diritti sociali e ordinamento comunitario europeo, nella consapevolezza che la possibilità di una piena attuazione dei diritti e della stessa democrazia, così come delineati dalle architetture giuridiche e politiche nazionali, non possa che derivare ormai da un orizzonte costituzionale comune, europeo e internazionale. La riflessione muove dalla prospettiva della «Europa sociale», proseguendo il ragionamento sui diritti di cittadinanza avviato nell’Annale precedente con la disamina del welfare europeo e la crisi del modello di Stato sociale degli anni ottanta. Viene messo a fuoco come i diritti sociali siano stati declinati nelle Costituzioni nazionali e nel diritto comunitario e quanto essi abbiano contribuito alla costruzione di un modello di cittadinanza europea. Il nodo di fondo è la definizione di un sistema di rapporti in cui al mondo del lavoro siano riconosciute visibilità e legittimità e i diritti positivi consentano una strategia efficace di pari opportunità. Il volume si apre con i saggi di Elena Paciotti e di Bruno Veneziani riferiti alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e al rilancio del processo costituzionale dopo la bocciatura referendaria di due paesi fondatori. I saggi di Enzo Collotti, José Babiano Mora, Adolfo Pepe, Paolo Borioni, Antonello Bigini, Berdal Aral rinviano alle Costituzioni nazionali e alle modalità con cui, da quello di Weimar a quello attuale della Turchia, i diritti sociali sono stati declinati nei diversi statuti. Le altre due sezioni del volume propongono, rispettivamente, per la cura di Fabrizio Loreto due documenti sindacali di grande interesse, e tre saggi di carattere archivistico e bibliografico dovuti ad Andrea Becherucci, Lorenzo Mechi e Lucia G. Sciannella.
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Come ti erudisco il pupo
20.00
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Il Regolamento sull’autonomia didattica degli Atenei del 1999, che ha introdotto la formula del cosiddetto "tre + due", e i molteplici ulteriori provvedimenti varati dai ministri Ortensio Zecchino e Letizia Moratti avrebbero dovuto elevare il livello del nostro sistema universitario e, insieme, metterlo in condizione di operare in modo più razionale, efficace ed efficiente rispetto al passato. La pseudoriforma non sembra però aver centrato tali obiettivi, poiché il sistema universitario italiano versa in una crisi profonda, aggravata da elementi grotteschi e, talvolta, addirittura comici. Le 81 strutture universitarie, pubbliche e private, con le loro 545 Facoltà e i 3.076 Corsi di Studio, tenuti da 60.728 docenti di ruolo e 30.638 professori a contratto, sono passate al setaccio di un paziente e rigoroso lavoro di ricerca e di documentazione, che mette a nudo i tratti più salienti della condizione dell’Università italiana al termine del primo ciclo di applicazione della "riforma", portando alla luce incongruenze, errori, furbizie, favoritismi e perversioni, ma offre anche elementi utili per porre rimedio a situazioni di vera e propria patologia e per individuare linee e regole serie, il più possibile condivise, di riprogettazione sia dell’assetto complessivo degli studi universitari nel nostro Paese sia delle prospettive del loro sviluppo.
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Fuori dall’ombra
20.00
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Ordinato in quattro parti, insieme a un’ampia raccolta di testimonianze e a una ricca sezione iconografica, il volume propone una lettura puntuale della vicenda delle donne nella CGIL del Lazio, ne ripercorre luoghi e forme della rappresentanza, dà conto dei momenti importanti del dibattito che ha attraversato la loro esperienza, come quello fra «emancipazioniste» e «liberazioniste», documenta le tante conquiste raggiunte e il contributo significativo dato alla loro affermazione nazionale. Le donne della Cgil Lazio hanno concorso in modo significativo e a volte esemplare ai percorsi nazionali e territoriali di lotta per il cambiamento: dalla grande stagione popolare dell’occupazione delle terre incolte alle battaglie per la riduzione dell’orario di lavoro, per la parità salariale, per la difesa del posto di lavoro, per la scuola materna e i consultori; dal nuovo diritto di famiglia ai referendum sul divorzio e a difesa della - maternità consapevole - e, in seguito, alle leggi sulle pari opportunità e sui congedi parentali, alle lotte per il superamento di una precarietà senza diritti. Alle battaglie si è sempre affiancata una forte azione per la promozione di quadri femminili negli organismi dirigenti come grande questione di democrazia e di rappresentatività nell’organizzazione. Le donne della Cgil del Lazio sono state dunque animatrici e protagoniste della storia sindacale, sociale, politica e democratica italiana e regionale. Fuori dall’ombra documenta e illumina episodi e circostanze di questo protagonismo, dando conto anche di una forte continuità generazionale: «un percorso che può essere di aiuto nel vivere il presente in modo consapevole - come spiega Francesca Santoro nell’introduzione - benché i cambiamenti del ventesimo secolo ci abbiano condotto in una realtà enormemente distante dal Novecento».
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Fascismo e lavoro a Napoli
20.00
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Il dissenso nei confronti del fascismo fu un fenomeno ampio che coinvolse in profondità il mondo del lavoro. Il disagio dei ceti popolari si espresse attraverso molteplici forme di insofferenza, comportamenti di ribellione, talora dissenso aperto, favorendo, per ristrette minoranze. la scelta dell'antifascismo clandestino. Il continuum disagio-dissenso rimase per il regime un nodo irrisolto, malgrado l'avvio delle politiche sociali. Il sindacato corporativo costituì uno strumento importante della strategia fascista di legittimazione tra i lavoratori dopo che ebbe sistematicamente distrutto l'intera rete dell'associazionismo libero. I caso di Napoli, città di consolidate tradizioni industriali, è emblematico. Il libro, attraverso lo scavo attento e minuzioso delle fonti archivistiche, ci restituisce la complessità e l'intensità del dissenso operaio e popolare, disegna una vera e propria geografia del conflitto sociale, s'interroga sui percorsi esistenziali e politici dei sovversivi.
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