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Da Moro a Berlinguer
20.00
€
Il sequestro del presidente della Dc Aldo Moro durò cinquantacinque giorni; il 9 maggio 1978 fu ucciso dalle Brigate rosse, lasciando il principale partito italiano senza l’unico dirigente che aveva una strategia nella fase dell’unità nazionale. L’agonia di Enrico Berlinguer avvenne durante la campagna per le elezioni europee, durò quattro giorni, dal 7 all’11 giugno 1984, privando il principale partito comunista dell’Occidente del segretario che lo stava portando alla percentuale più alta mai raggiunta, con la nuova strategia dell’alternativa democratica. In quegli anni fu parte della vita politica italiana ed europea un piccolo partito della sinistra, il Partito di unità proletaria per il comunismo che, fondato nel 1974, confluì poi nel Pci alla fine del 1984. Ne era segretario Lucio Magri. La prima parte del volume ripercorre le origini del partito negli anni sessanta e settanta, il Sessantotto e il gruppo del Manifesto, la strategia della tensione e il terrorismo rosso. La seconda parte prende in esame la vita politica e il contributo del Pdup dal 1978 al 1983, il pacifismo, gli albori dell’ecologismo contro il nucleare, l’affermazione dei diritti civili, la vertenza Fiat e il terremoto dell’Irpinia, lo scontro sull’aborto e la lotta contro i missili. La terza parte si concentra sul 1984, su quanto avvenne trent’anni fa a partire dallo scontro sulla scala mobile e dall’improvvisa scomparsa di Berlinguer, fino alla confluenza. Completano il volume una ricca bibliografia e un’appendice biografica di molti dei dirigenti nazionali e regionali del Pdup protagonisti di quegli anni.
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Il Piano del Lavoro del 1949
20.00
€
Questo numero degli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio affronta il problema storico del Piano del Lavoro, formulato dalla CGIL tra il 1949 e il 1950 e basato su un programma di corposi investimenti pubblici da parte dello Stato in campo agricolo, edilizio ed energetico per combattere la piaga strutturale della disoccupazione; un piano da realizzare con la costituzione di appositi enti di indirizzo e gestione, e da finanziare attraverso politiche monetarie e misure fiscali. Il libro analizza alcuni precedenti storici, attraverso una serie di saggi che ripercorrono i momenti più rilevanti delle tendenze «planiste» degli anni Trenta e Quaranta, con l’obiettivo di fornire nuove indagini sulla dimensione internazionale nella quale il Piano del Lavoro venne a situarsi e sulle «influenze culturali» che in parte ispirarono, in parte condizionarono la formulazione del Piano. Inoltre, esso propone nuovi studi sulla sua elaborazione e sulle modalità con le quali fu proposto, discusso, accolto, e segnala nuovi strumenti di ricerca e fondi archivistici. Il volume assume una rilevanza particolare proprio oggi che il tema si arricchisce di un’ulteriore tappa, con la proposta di un nuovo Piano del Lavoro, presentato dalla CGIL nel 2013 e finalizzato all’uscita dalla crisi più devastante conosciuta dal capitalismo dopo quella del 1929. Il collegamento tra i Piani del 1949 e del 2013, nonostante l’ampio arco di tempo che li separa, è giustificato dal fatto che entrambi individuano nella centralità del lavoro la via maestra per l’uscita dalla crisi, attraverso l’abbattimento della disoccupazione.
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La Calabria in bianco e nero
20.00
€
La ’ndrangheta è una mafia silente da cui genera una pesante coltre di illegalità che sembra avvolgere l’intera Calabria e che non si manifesta sempre e soltanto con macabre scene di violenza, di delitti odiosi, di vendette trasversali. Il libro del fotografo Francesco Arena assume un’altra chiave di lettura del fenomeno ’ndranghetista, e ne coglie la totale pervasività nel tessuto socioeconomico e nel territorio calabresi. Le foto qui raccolte non sono cruente ma narrano la violenza della ’ndrangheta contro l’uomo, la società, l’ambiente, gli illeciti palesi nell’abusivismo edilizio, nelle cattedrali nel deserto, nelle aziende fantasma (figlie delle truffe ai finanziamenti comunitari), nella commistione pericolosa tra pezzi dello Stato e della malavita. Ma Arena coglie anche le bellezze e le eccellenze, perché una Calabria migliore, fatta di intelligenze e onestà diffuse, è ancora pensabile e possibile.
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Prima di tutto il lavoro
20.00
€
Il libro propone una rilettura degli atti dell’Assemblea Costituente relativi alle norme lavoristiche della Costituzione, tentando di capire perché si arrivò proprio a quel testo, le alternative che furono proposte, le parti politiche e le ideologie che scesero in campo e, infine, gli scenari che si sarebbero potuti aprire se la norma “vera” fosse stata un’altra. I contributi, di taglio ricostruttivo, ridanno così voce ai costituenti, riscoprendo idee, obiettivi, passioni, aspettative. Dal 2013 nessuno di essi è più in vita. Questo libro è anche un tributo alla loro attività, portato con il dovuto rispetto ma con altrettanto dovuta attenzione scientifica. Facendoli tornare a parlare, dai più illustri “padri della Patria” ai tanti giovani che poi sarebbero diventati famosi, fino ai tantissimi sconosciuti che ora hanno al più una strada intitolata al loro paese, emerge un diritto del lavoro come non lo abbiamo mai visto, fatto di incertezze ma anche di speranze, di conflitti ideologici e politici ma anche di spinte al “compromesso” per un Paese da costruire, che si voleva consegnare solido alle generazioni future, scrivendo una Carta fondamentale in grado di resistere alle insidie del tempo. Gli autori, tutti legati – nel passato o nel presente – alle cattedre di Diritto del lavoro dell’Università di Siena, sono: F. Borgogelli, G. Calvellini, N. Castelli, S. Chellini, A. Ebreo, C. Faleri, B. Fiorai, L. Gaeta, A. Giovannelli, F.Z. Khouribech, L. Lazzeroni, A. Loffredo, M. Lombardi, S. Naimoli, G. Orlandini, P. Passaniti, L. Pelliccia, M.D. Santos Fernández, F. Siotto, A. Tandoi, M. Tufo.
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Coniugare al presente
20.00
€
Gli scritti di Pietro Ingrao parlano una lingua viva, in grado di evocare, in modo diretto – e perfino sorprendente dopo venticinque anni – quei nessi con il presente che, su piani e in direzioni diverse, a seconda degli interessi e delle curiosità del lettore attento, fanno la trama dell’attuale e dell’inattuale. Diversi per genere, forma e destinazione, la maggior parte degli scritti raccolti in questo volume affronta i temi e le vicende che si svilupparono a partire dalla «svolta dell’Ottantanove», come venne allora chiamata, e che aprì ad anni densi di avvenimenti: dall’implosione dell’URSS alla guerra del Golfo, all’unificazione tedesca, sul piano internazionale; dalla fine del PCI alle inchieste giudiziarie sulla corruzione politica e agli effetti che esse ebbero nella scomposizione e ricomposizione dei partiti e del sistema politico italiano, all’affermazione del neoliberismo in ambito economico-sociale. Gli argomenti del libro – e specialmente le valutazioni sulla fine del Partito comunista italiano – sollevano questioni tuttora controverse sia in ambito di giudizio politico, sia riguardo a una valutazione di ordine storico e culturale.
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Stupri di guerra e violenze di genere
20.00
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Gli stupri di massa e le violenze sessuali nei conflitti armati sono stati e sono tuttora una potente e strategica arma di guerra per terrorizzare e distruggere il nemico – o l’‘etnia’ considerata ‘nemica’ – violando, umiliando, annientando ‘le donne del nemico’ e la comunità di appartenenza. Le autrici e gli autori del libro affrontano il tema con un approccio interdisciplinare e di genere. Solo dopo le guerre nella ex Jugoslavia e in Rwanda il reato viene definito ‘crimine contro l’umanità’: nel libro si analizzano gli statuti e la giurisprudenza dei tribunali penali internazionali, dei sistemi regionali di tutela dei diritti umani e l’esperienza della Corte penale internazionale. Se ne ripercorre la storia fino alla ‘terrificante modernità’ dell’oggi: dalle dominazioni coloniali al genocidio armeno, alle ‘marocchinate’ e alle ‘mongolate’ nell’Italia della Seconda Guerra Mondiale; e poi la ex Jugoslavia, il Rwanda, la Palestina, la Somalia, la Nigeria, l’India, la Birmania, il Darfur e le terre curde occupate dall’ISIS; l’America Latina. Ed anche gli ‘stupri di pace’ ad opera delle cosiddette forze di peacekeeping. Si considerano le teorie scientifiche e di ‘senso comune’, le conseguenze psico-sociali e sanitarie, le metafore nella storia dell’arte e delle immagini. Le iniziative di riscatto e di denuncia delle donne colpite e dei movimenti femministi. Vengono sintetizzati i risultati del progetto Lungo la Linea Gustav: le vittime delle violenze e dell’oblio – del quale la pubblicazione è parte integrante – e gli elaborati degli studenti e delle studentesse che vi hanno partecipato.
Autrici e autori:
Giusi Ambrosio, Pauline Aweto, Fabrizio Battistelli, Sabrina Bettoni, Ilaria Boiano, Patrizia Cecconi, Francesca Declich, Laura Fano Morrissey, Marcello Flores, Marina Forti, Daria Frezza, Maria Grazia Galantino, Francesca Romana Koch, Flavia Lattanzi, Nicolette Mandarano, Paolina Massidda, Arin Milano, Valentina Muià, Monica Musri, Patrizia Salierno, Ozlem Tanrikulu, Gianni Tognoni, Vittoria Tola, Chiara Valentini. All’interno immagine dell’opera Tormento di Giuliano Giuliani realizzata per il progetto.
CON IL PATROCINIO DEI COMUNI DI AMASENO, VALLECORSA E VILLA SANTO STEFANO.
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L’economia del petrolio e il lavoro
20.00
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Dalla metà degli anni novanta la Basilicata si trova al centro di interessi di portata nazionale per effetto delle attività estrattive di gas e petrolio che interessano l’area della Val d’Agri. La produzione di petrolio in regione da parte di Eni e Shell è andata nel corso del tempo assumendo una rilevanza in grado di coprire il 6% dei consumi petroliferi nazionali. Tuttavia il petrolio estratto in Basilicata non concorre a soddisfare una domanda crescente, ma sembra destinato ad accompagnare la riduzione progressiva del ricorso a questa fonte di energia. Inoltre gli investimenti di grandi gruppi industriali nazionali ed esteri sul territorio regionale avvengono in una situazione di debolezza programmatica e politica che riduce spesso i termini dello scambio ora alla risorsa finanziaria, ora all’occupazione, mettendo da parte scelte e opzioni di sviluppo di medio-lungo periodo e fattori di qualificazione delle stesse risorse finanziarie e dell’occupazione, per di più in un quadro di ritardi e mancanza di informazioni certe sul piano dei controlli ambientali e sanitari. In questo volume si ragiona su questi temi con l’idea di restituire una dimensione reale e meno pubblicitaria degli esiti occupazionali e delle ricadute effettive delle attività estrattive per il territorio della valle e per la regione nel suo insieme.
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Luciano Lama. Il sindacalista che parlava al Paese
20.00
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Il 31 maggio 1996 muore a Roma Luciano Lama, partigiano protagonista della stagione fondativa della democrazia italiana, dirigente sindacale e uomo di sinistra, costruttore del sindacato e della Repubblica. Per ricordarlo il volume propone gran parte dei documenti esposti nella mostra storico-documentale Luciano Lama, il sindacalista che parlava al Paese, svoltasi a Lecce dal 27 al 29 maggio 2016, nell’ambito dell’iniziativa nazionale della CGIL «Le giornate del lavoro». Cinque sono i focus principali del volume: gli anni della formazione e la Resistenza; il passaggio da Forlì a Roma; la segreteria generale della CGIL; l’impegno istituzionale come vicepresidente del Senato; le sue passioni. Dai documenti spesso inediti riprodotti emerge un forte spirito di ricerca che permarrà in Lama tutta la vita, spirito di ricerca e volontà di conoscenza che a volte lo faranno parzialmente discostare dall’ortodossia del Partito e dalla dottrina tradizionale comunista. I documenti ci restituiscono anche un Lama sotto certi aspetti poco conosciuto, raccontandoci di un uomo riservato e a volte schivo, dalla immensa personalità e carica umana: un uomo circondato di vero affetto, amato dai suoi compagni e dai lavoratori, stimato dagli avversari come avversario duro ma leale. «Un uomo che parlava al Paese» lo definisce sulle colonne de l’Unità Giorgio Napolitano il giorno seguente alla sua morte. Scriverà il 3 giugno Bruno Trentin nel suo diario personale, riservato e ancora inedito: «Venerdì scorso è morto Luciano Lama. E da quel momento [...] mi sono ritrovato immerso nella tristezza e nei ricordi [...] Molte cose ci hanno diviso durante la sua direzione della CGIL e dopo; e certamente le nostre ‘ansie’ erano diverse. Ma egli resta il dirigente migliore che la CGIL poteva esprimere nel lungo periodo della sua reggenza e ha segnato una parte importante della nostra vita. Certamente della mia».
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Un sindacato dei servizi nella società industriale
20.00
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Nel 1960 nasce la FILCAMS, dall’unificazione della federazione del commercio e di quella dell’albergo e mensa della CGIL. Il libro si occupa dei due decenni successivi, compiendo anche un’incursione negli anni ottanta. Sono tempi densissimi, di trasformazioni profonde che si concentrano in pochi anni. Riguardano la FILCAMS, ma ovviamente anche il movimento sindacale italiano nella sua interezza. I settori del commercio, del turismo e dei servizi sono rivoluzionati, così come la società nazionale tutta, in tanti suoi aspetti. Il libro utilizza il materiale documentario dell’Archivio storico nazionale della CGIL e la raccolta di circolari lodevolmente conservata presso l’Archivio FILCAMS. Sono narrati gli eventi che riguardano la sindacalizzazione, i contratti e le mobilitazioni, nonché i cambiamenti apportati all’architettura delle relazioni industriali e allo stesso assetto organizzativo interno della FILCAMS. Sono anche ricostruiti i dibattiti che attraversano la FILCAMS e di cui è protagonista, che riguardano da un lato il conflitto sull’organizzazione del lavoro, dall’altro la direzione che lo sviluppo dei settori deve prendere. In questi anni la FILCAMS si costruisce, riuscendo ad insediarsi nei luoghi di lavoro (distribuzione organizzata, grandi alberghi, autogrill). Con il passare degli anni, in parallelo col travaglio del movimento operaio, nelle sue ali sindacale e politica, la FILCAMS definisce la sua identità di sindacato dei servizi, attraverso la riflessione e la pratica relative alle peculiari situazioni lavorative nelle quali si trova ad operare.
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(Im)migrazione e sindacato
20.00
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Le migrazioni internazionali sono sempre più al centro del dibattito pubblico e politico. Nel corso degli ultimi anni, peraltro, sono intervenuti numerosi fattori a rendere ancora più complessa la lettura del fenomeno, a partire dalla crisi economica che ha investito l’Europa – in particolare quella che si affaccia sul Mediterraneo – sino ad arrivare al dramma dei rifugiati che fuggono dalle guerre e dal terrorismo internazionale. In questo volume si offre un’analisi delle migrazioni attraverso il punto di vista del mondo del lavoro e in particolare del sindacato. Nei numerosi saggi e nelle ricerche originali che compongono l’ottava edizione di (Im)migrazione e sindacato, si prova a dare conto delle nuove sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare, partendo proprio da quelle che riguardano i lavoratori e la loro rappresentanza.
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Bruno Trentin dieci anni dopo
20.00
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Il 23 agosto 2007 muore a Roma Bruno Trentin, esattamente un anno dopo lo sciagurato incidente occorsogli in montagna. Era nato il 9 dicembre 1926 a Pavie, in Francia, avendo suo padre Silvio, docente all’Università di Venezia, deciso di andare in esilio per non sottostare alle imposizioni fasciste che punivano la libertà di insegnamento e di opinione. Quella di Trentin è stata una vita straordinaria e di essa dà conto questo volume rappresentativo della mostra Bruno Trentin, dieci anni dopo, voluta dalla CGIL e realizzata assieme al suo Archivio storico, che costituisce una vera e propria biografia per immagini e documenti che di fatto narrano il Novecento italiano: la Francia dell’esilio, Padova città universitaria in cui attivare la Resistenza, la Milano partigiana, la Mirafiori dominata dalla Fiat e poi bloccata dagli scioperi. E poi dall’autunno caldo fino allo scontro col governo Amato nel 1992 sull’abolizione della scala mobile, si dipana il racconto di sessant’anni di vita italiana. I documenti ci restituiscono un Trentin sotto certi aspetti inedito, raccontandoci di un uomo riservato e a volte schivo, dalla immensa personalità e carica umana. «A molti poteva apparire, di primo acchito, come un aristocratico, un raffinato intellettuale, chiuso nella sua torre d’avorio – dirà di lui Bruno Ugolini – ma era lo stesso uomo che nell’autunno caldo affrontava tempestose assemblee operaie e a volte rischiava di buscare i bulloni in testa».
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Parole al lavoro
20.00
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Il volume è il frutto di una ricerca sul ruolo svolto dalla Cgil nelle relazioni sindacali che hanno accompagnato la vita della Banca, a partire dall’inizio degli anni cin quanta del secolo scorso fino ai giorni nostri. Viene così passata in rassegna un’esperienza che inizia al Monte con la costituzione della Fidac, la federazione dei dipendenti delle aziende di credito della Cgil, che poi evolverà nella Fisac in seguito alla fusione con il sindacato dei dipendenti delle assicurazioni. Se ne esaminano la nascita, lo sviluppo dell’insediamento in tutte le articolazioni della Banca, il progressivo rafforzamen to politico e organizzativo che si accompagna all’affermazione di un’idea nuova di fare sindacato che rompe con le impostazioni corporative. Viene così in evidenza la specificità di un’esperienza che cresce ponendo sempre grande attenzione a quanto via via accade nell’Azienda e fuori di essa, nel sistema bancario italiano e fuori di esso. Sono anni importanti che corrono fino al Due mila e per i quali si è potuto parlare di «particolarità» dell’esperienza sindacale del Monte, in ragione dell’originalità di un modello di relazioni con la Banca avanzato e aperto al governo dei problemi e delle innovazioni. E su questa strada ci si è mossi anche dal Duemila ad oggi, anni nei quali, nonostante le molte e gravi difficoltà interne al Monte e quelle più generali dell’intero settore bancario, la Fisac Cgil, con realismo e concretezza di risposte, si è confermata capace di affrontare le problematiche sempre più complesse che si sono venute ponendo.
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