• Quale filosofia ispira la delega fiscale di Tremonti? Come si distribuiranno le riduzioni di imposte tra le diverse categorie di contribuenti? Quali spese saranno sacrificate per permettere questi sgravi? Che tipo di società ha in mente, insomma, il super ministro dell’Economia? Ecco le domande a cui risponde il volume. Tremonti si rifà a un liberismo deteriore che concepisce la libertà solo "in negativo", esaltando un individualismo esasperato e uno Stato minimo. Il suo progetto ricalca l’operato di Bush negli Stati Uniti: meno tasse per i più ricchi e meno risorse per welfare e intervento pubblico. La nuova Irpef a due aliquote assegnerà alla fetta più ricca dei contribuenti, appena un decimo della popolazione, tra il 56 e l’85 per cento dei benefici, mentre i contribuenti medi, collocati tra i 10.000 e i 30.000 euro di reddito, prenderanno poco o nulla, o finiranno addirittura col rimetterci. Ma non basta: il governo vuole abolire l’Irap senza dire come si finanzierà il Servizio sanitario nazionale, e cancellare la Dual Income Tax, la riforma introdotta dal centrosinistra per incentivare la modernizzazione delle imprese italiane. Dopo aver ricostruito l’esperienza statunitense e illustrato l’eredità lasciata dal centrosinistra in materia fiscale, Beniamino Lapadula, coordinatore del dipartimento Politiche sociali e Welfare della Cgil nazionale, si sofferma sui provvedimenti dei primi cento giorni del governo Berlusconi e sui princìpi della delega fiscale, e conclude con l’invito al sindacato e alla sinistra a opporsi con fermezza a questo progetto reazionario.
  • In apparenza non sembra esserci alternativa al declino sindacale: calo degli iscritti, scarsa influenza politica, messa in discussione del peso della contrattazione nazionale di settore. Eppure, se prendiamo in considerazione le variabili organizzative, i sindacati italiani non sembrano così in difficoltà. Anzi, con ogni probabilità, registrano in questi anni il massimo storico di fatturato e di dipendenti. Il sindacato, come profetizzato da Bruno Manghi quarant’anni fa (1977), continua ancora oggi a «declinare crescendo». Nell’articolo vengono fornite evidenze empiriche originali per documentare tanto il declino della sindacalizzazione quanto l’ascesa di un nuovo e diverso «sistema di offerta» (Normann, 1984) che ha come baricentro i servizi individuali invece della contrattazione collettiva. In un’ottica di lungo periodo, viene di conseguenza avanzata un’interpretazione in termini di «ciclo di vita» del sistema di offerta sindacale contemporaneo, suggerendo una sua possibile adeguatezza e coerenza rispetto alla composizione della forza-lavoro, alle domande dei lavoratori, alle conseguenze in termini di «diritti» e di «diritto» che derivano dai successi dell’azione sindacale svolta nei decenni passati.
  • Il fine vita

    12.00 
    Fra i finalisti al Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2016 Casi giurisprudenziali come quelli di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro hanno portato al centro del dibattito politico e giuridico le questioni concernenti l’autodeterminazione, il rispetto dell’identità personale, il dilemma di come garantire i diritti fondamentali agli incapaci di intendere e di volere, la non sempre pacifica relazione di cura tra paziente, famiglia e personale sanitario. Chi decide, dunque, sul fine vita? Quali certezze il diritto può dare ai malati, la cui dignità dev’essere garantita sino all’ultimo istante di vita, e ai curanti, su cui incombe l’ombra dell’eutanasia? Le risposte che si è soliti dare a tali quesiti possono essere sintetizzate partendo dalla creazione di alcune dicotomie: sacralità/qualità della vita, indisponibilità/disponibilità della vita, eteronomia/autonomia. Da qui derivano differenti paradigmi di regolamentazione giuridica: l’uno più rigido e meno rispettoso della libertà personale (emblematico il d.d.l. cosiddetto Calabrò), l’altro maggiormente attento alla persona umana, alla sua autodeterminazione e alla sua dignità.
  • Bruno Trentin aveva una concezione molto innovativa, quasi eretica, della democrazia e dei diritti. Il sindacato dei diritti e del programma sorge da qui. Egli ne fa il centro della sua politica, quando, il 29 novembre 1988, viene eletto segretario generale della CGIL. Negli ultimi anni i diritti culturali e in particolare la formazione permanente in tutto l’arco della vita diverranno l’asse principale della sua ricerca. L’importanza del sapere come strumento di liberazione della persona umana è appunto il tema della lectio doctoralis tenuta nel 2002 in occasione della laurea honoriscausa conferitagli dall’Università di Venezia. Nel volume sono ospitati gli scritti e le testimonianze presentati nei convegni dedicati a Bruno Trentin, tenutisi, nell’autunno 2008 e nella primavera 2009, a Roma, Genova, Milano. Gli scritti e le testimonianze sono di: Silvano Andriani, Vittorio Angiolini, Giorgio Benvenuto, Giuseppe Berta, Salvatore Bragantini, Carlo Callieri, Pierre Carniti, Lorenzo Caselli, Nina Daita, Kurosh Danesh, Alessio De Luca, Sebastian Dullien, Guglielmo Epifani, Jeff Faux, Carlo Ghezzi, Antonio Giallara, Antonio Lettieri, Bruno Manghi, Marigia Maulucci, Saul Meghnagi, Dario Missaglia, Federica Montevecchi, Antonio Panzeri, Laura Pennacchi, Andrea Ranieri, Gianni Rinaldini, Stefano Rodotà, Nicola Sartorius, Alain Supiot. Con la lectio doctoralis tenuta all’Università Cà Foscari di Venezia nell’ottobre 2002.
  • "E' giusto e soprattutto necessario investire adesso e ancora su un futuro industriale per l'Italia. (..) Siamo stati invece assordati e ossessionati per anni dalla retorica del 'post-industriale'" (..)
  • Dieci anni di impegno, riflessione e pratica sindacale alla guida della Filtea, il sindacato tessile della Cgil, e del sindacato tessile europeo sono stati per Valeria Fedeli un punto di osservazione privilegiato sui cambiamenti in atto nel mondo. Dall’apertura dei mercati ai nuovi equilibri geopolitici, dalle fonti energetiche al valore del lavoro, dai processi di governo alla vita delle persone lo scenario sociale ed economico globale si presenta oggi complesso e inedito. Globalizzazione, etica, Europa, made in Italy, welfare, donne, giovani, sindacato, innovazione, futuro: intorno a queste parole, e nei dieci capitoli che ad esse si richiamano, si intrecciano pensieri, analisi, racconti, idee, sguardi in avanti di questi dieci anni che legano la lunga storia del sindacato tessile con la Filctem, la nuova categoria che unisce tessili, chimici, lavoratori dell’energia e manifatture. Le sfide della nostra epoca si declinano così in una visione di prospettiva in cui pragmatismo quotidiano e futuro da condividere si fondono per delineare percorsi di governo efficace e positivo dei cambiamenti. Con la collaborazione di Paolo Guarino.
  • La storia della cooperazione sociale in Italia attraverso quella di Koinè, una delle maggiori imprese del settore. Dalla legge 381 del 1991 ad oggi: uno sviluppo raccontato attraverso le attività della cooperativa, ma, soprattutto, attraverso le storie dei suoi lavoratori e dei suoi utenti. Un universo composto da anziani, disabili, malati psichici e bambini. Uno sviluppo non facile ma saldo, raggiunto e consolidato grazie alla scelta indicata nel titolo del volume. Non più un «grosso gatto» e cioè una cooperativa di grandissime dimensioni, attenta soprattutto ai fatturati ed alle cosiddette logiche di mercato, ma, piuttosto, una «piccola tigre», ancorata saldamente al territorio e ai bisogni delle comunità locali e capace di dare spessore all’innovazione e alla capacità progettuale per rispondere più efficacemente ai bisogni delle persone. Se innovazione e progettualità ne delineano il profilo, l’identità di Koinè è soprattutto riscontrabile nella ricerca, in gran parte coronata da successo, di un modo nuovo di essere impresa collettiva, privo di elementi purtroppo molto diffusi: de-regolazione e riduzione dei diritti del lavoro. Koinè si è distinta, al contrario, per il rispetto e l’estensione dei diritti dei soci lavoratori, per lo sviluppo della partecipazione e la valorizzazione dei saperi condivisi. La storia di Koinè suggerisce due interessanti scenari. Quello di un’economia sociale dove la buona cooperazione è un soggetto forte, sia economicamente che eticamente. Quello di uno Stato sociale dove le persone, soprattutto quelle svantaggiate, sono al centro non di tradizionale assistenza ma di progetti ed azioni innovative e sempre più efficaci. Il futuro cavalca la piccola tigre. Testimonianze raccolte da Antonella Bacciarelli
  • Il libro raccoglie i testi del gruppo femminista del mercoledì, presentati in molti incontri in varie città, dal 2008, anno di inizio del percorso, ad oggi. Molti e diversi tra loro sono i temi affrontati. Così li riassume Viola Lo Moro nella postfazione: «dal rapporto con la sinistra e le istituzioni, alle questioni legate alle tecnologie riproduttive, dalla guerra alla cura per riappropriarsi di una responsabilità nei confronti del mondo, dal rapporto tra generazioni di femministe diverse, alle questioni linguistiche portate dalle soggettività trans e non binarie. Dalla globalizzazione al razzismo, dal capitalismo finanziario alla violenza sistemica contro le donne, alla coscienza del limite, all’ecologia». Nell’introduzione Letizia Paolozzi racconta la pratica politica del gruppo che intreccia il piacere delle relazioni alla passione delle idee, i legami e i conflitti che l’attraversano, la fecondità delle differenze tra le donne che ne fanno parte.