• «Declino» è la parola più utilizzata per descrivere lo stato di salute dei sindacati nel panorama internazionale degli ultimi decenni (Ebbinghaus, Visser, 1999; Verma et al., 2002). Calano i tassi di sindacalizzazione, diminuisce la copertura della contrattazione collettiva, si riduce il ruolo di autorità salariale del sindacato per fasce crescenti di lavoratori dipendenti, vengono contestate le tutele sindacali all’erogazione della prestazione lavorativa. ...
  • Dopo un decennio di studi e di ricerche sul sindacato in Italia si è delineato, con maggiore chiarezza, il quadro conoscitivo e il senso della storia straordinaria della rappresentanza confederale del lavoro nelle trasformazioni dell’Italia contemporanea. I diversi territori, le molteplici articolazioni federali, i cicli conflittuali, le linee essenziali e omogenee delle rivendicazioni, i tratti peculiari dei sistemi di protezione sociale sono stati largamente approfonditi e ricostruiti con una sostanziale aderenza ai criteri propri della ricerca storico-sociale. ...
  • Nel volume si ricostruisce la posizione della Confederazione sindacale tedesca, il DGB, in relazione al processo di integrazione europea nel periodo che va dal 1945 al 1963, quando il congresso confederale di Düsseldorf, con la definitiva accettazione dell’economia sociale di mercato, costituisce un punto di svolta nel processo storico di rielaborazione della rappresentanza sindacale e politica all’interno della democrazia tedesca. Nell’ambito della cosiddetta «questione tedesca», l’Europa e la sua integrazione rivestono, per il movimento sindacale tedesco, un’importanza e un valore ideale centrali, destinati però ad evolvere con il passare degli anni. Nella fase iniziale il sindacalismo tedesco si pensa come soggetto politico capace di formulare un programma per disegnare i contorni di una società nuova. Ma progressivamente il DGB ripiega su una visione più tradizionale della politica sindacale, mentre il processo di integrazione militare apre una profonda discussione sul rapporto tra base e dirigenza. Il programma di azione del 1955 testimonia il ritorno dell’attenzione sindacale sui temi classici del suo agire e la relativa disaffezione dall’idea di Europa. Questo processo di ripensamento trova il suo approdo nel congresso di Düsseldorf, quando viene varato il programma che sostituirà quello deliberato al congresso di fondazione del DGB a Monaco di Baviera nel 1949: l’approccio all’integrazione europea si fa sempre più pragmatico e sempre meno caratterizzato da ideali di trasformazione della società e dell’economia.
  • Il libro ricostruisce la biografia di Fulvio Cerofolini, autorevole politico e sindacalista genovese. Di origine operaia, militante antifascista e socialista, nel dopoguerra egli diventa un importante dirigente della Camera del Lavoro di Genova, di cui è Segretario generale dal 1967 al 1969; nei primi anni ‘60, per breve tempo, ricopre anche l’incarico di vicesegretario nazionale della CGIL. Consigliere comunale dal 1960, Cerofolini è sindaco del capoluogo ligure dal 1975 al 1985. Nel 1987 viene eletto Deputato del PSI, mentre negli ultimi anni della sua vita ricopre importanti incarichi istituzionali e politici a livello regionale e comunale. I saggi che compongono il volume ripercorrono l’intera parabola biografica di Cerofolini, utilizzando un ricco materiale documentario, composto da fonti a stampa, carte d’archivio e testimonianze orali. Il primo saggio, di Fabrizio Loreto, analizza l’attività sindacale di Cerofolini; il secondo, di Federico Croci, esamina il suo ruolo di Amministratore locale; il terzo, di Donatella Alfonso, approfondisce gli ultimi anni del suo impegno politico-istituzionale. Dalla ricerca storica emerge la statura del personaggio, per oltre mezzo secolo rappresentante influente del mondo politico e sindacale sia ligure che nazionale. Inoltre, attraverso la sua figura e il suo pensiero, è possibile leggere la complessa evoluzione storica della realtà genovese e italiana, dalla Resistenza alla crisi della “Prima Repubblica”, dagli anni del boom all’attuale crisi economica.
  • In Francia due emittenti distinte gestiscono rispettivamente il servizio pubblico radiofonico e televisivo. I canali radiofonici pubblici sono trasmessi dall’emittente RadioFrance. I tre canali televisivi pubblici (France2, France3, France5), invece, sono gestiti dalla compagnia France Télévision controllata a sua volta dal Conseil Supérieur de l’Audiovisuel (Csa), Autorità di garanzia istituita nel 1989. Le radiotelevisioni pubbliche sono regolate attraverso dei Cahier des missions et de charges, leggi predisposte dal governo, che ne definiscono la missione e i doveri. ...