• Neutralità o intervento? Lo scoppio della guerra europea, nell’estate del 1914, aprì nell’opinione pubblica italiana un aspro dibattito. Lo stesso Partito socialista, formalmente trincerato dietro la parola d’ordine della «neutralità assoluta», era in verità diviso, al suo interno, tra spinte divergenti e non facilmente conciliabili, di cui il caso Mussolini fu solo la punta dell’iceberg. Il tema ha appassionato gli studiosi, sconfinando spesso nella polemica politica, tra gli anni cinquanta e settanta, per poi essere progressivamente abbandonato: l’attuale centenario della Grande guerra sembra dunque l’occasione per tornare a parlarne, magari da prospettive storiografiche e generazionali, per quanto possibile, nuove. La prima parte del volume affronta la questione nei suoi termini generali, abbozzando anche un panorama di ciò che accadde nelle diverse parti del paese (quadro ancora in gran parte da delineare, ma comunque assai più ricco, complesso e contraddittorio di quanto generalmente si sia portati a credere). La seconda parte approfondisce invece un caso specifico, quello del socialismo veneto: di una regione, cioè, posta al confine tra Italia e Impero austro-ungarico, dove la guerra materialmente si combatté. E forse proprio per questo il travaglio del movimento socialista, lacerato dall’alternativa tra principi internazionalisti e sentimenti patriottici, appare qui particolarmente evidente.
  • Al Wasit

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    Al Wasit è una espressione araba che in italiano è traducibile con l’espressione «La via per». Per quest’opera sta quindi ad indicare uno strumento rivolto in primo luogo agli arabi presenti in Italia, o anche all’estero, che intendono imparare la lingua italiana in modo corretto e compiuto. L’opera si compone di due volumi, di un fascicolo e di un Cd audio-video, tutti raccolti in una apposita custodia. Il primo volume, partendo dall’alfabeto, prende in esame la grammatica italiana e ne illustra le regole che sovrintendono alla costruzione del periodo. Nel secondo volume sono invece contenute: una storia della lingua italiana dalle origini ad oggi; un taccuino storico economico, un taccuino sociale geografico e un taccuino linguistico del nostro paese; l’illustrazione della coniugazione dei verbi regolari e irregolari. Il fascicolo raccoglie in 12 tavole sinottiche i contenuti dell’opera, mentre nel Cd sono contenute le lezioni che accompagnano l’apprendimento della lingua italiana supportate, oltre che dal sonoro, anche da materiale scritto. Al Wasit, per struttura e completezza, rappresenta uno strumento unico e di grande utilità per tutte le persone di lingua araba che desiderano apprendere l’italiano, nonché per gli italiani che vogliono approfondire la conoscenza della lingua araba.
  • Il mondo del lavoro, il sindacato e la Cgil in particolare hanno ritenuto di dover dare ampio rilievo con un ciclo di iniziative, insieme ad altre prestigiose Fondazioni, a una riflessione su Marx, non semplicemente per un obbligo di onomastico e di ricorrenze, ma per una ragione «banale» e al tempo stesso intrinseca: Karl Marx «non esiste» fuori dal lavoro. Credo che non ci sia la possibilità di espungerlo, nonostante tutti i tentativi di alleggerirne la complessità e le finalità del suo pensiero e delle sue riflessioni, dalle vicende del mondo del lavoro. È infatti il mondo del lavoro a rimanere, nonostante tutte le illusorie analisi volte a stabilire la fine del lavoro stesso, sostanzialmente il baricentro, il perno della società e della storia contemporanea. È evidente, dunque, che per il mondo sindacale in particolare la figura di Marx e il suo pensiero rimangono un costante punto di riferimento analitico e, insieme, valoriale.
  • Il volume raccoglie i lavori del convegno svoltosi a Genova il 24 maggio del 2018 nell’ambito delle iniziative per il centenario della nascita di Alessandro Natta. I saggi contenuti nel volume sono frutto della rielaborazione delle ricerche presentate in occasione della giornata di studi genovese e tematizzano in particolar modo il nesso tra politica e cultura che ha caratterizzato la biografia di Natta. Sono state inoltre pubblicate le testimonianze, fonti preziose grazie alle quali emergono aspetti pubblici e privati della sua esistenza. Seguendo questo filo rosso e avvalendosi anche di fonti d’archivio solo di recente disponibili, i saggi affrontano alcuni snodi della vita del dirigente comunista: la formazione alla Scuola Normale di Pisa, il periodo di direzione dell’Istituto Gramsci, il rapporto col movimento studentesco, la collaborazione con Enrico Berlinguer tra il 1972 e il 1984, gli anni alla guida del Pci e infine il suo contributo alla conoscenza della storia del comunismo italiano e della Resistenza.
  • Il viaggiatore affascinato torna più volte in un luogo facendone una seconda patria. È ciò che è successo all’autore di Alfabeto brasileiro, storico e saggista di fama, di ritorno da un viaggio di studi in Brasile. Così Angelo d’Orsi, non nuovo ai modi di una scrittura non accademica, senza rinunciare agli strumenti di una riflessione storica, politica, linguistica e di costume, affida la complessità dell’esplorazione di questo paese a un alfabeto discorsivo ed eccentrico che cresce per voci, incrocia luoghi, personaggi e tradizioni della cultura brasiliana, tra vecchi e nuovi immaginari. In queste 26 parole chiave (da água a futebol, da jovens a universidade…), disposte rigidamente dalla A alla Z, la scrittura mescola, con grazia, arguzia e ironia, informazioni e suggestioni, notazioni e racconto orale e, naturalmente, fonti documentarie preziose. In questo modo quel grande paese diventa il concentrato di tutte le contraddizioni del mondo: grande e ricco, povero e desolato, sulla via della crescita e immobile, industriale e rurale, il paese della bellezza, non solo femminile, ma anche dell’obesità all’americana; il luogo dell’«uomo cordiale» che ti chiede «tudo bem?», ma anche della ferocia di una criminalità diffusa e della violenza delle forze di polizia. È America, ma è Africa, Europa, ed è pure la «terza nazione», delle comunità indigene sterminate dalla «conquista», ancora oggi sotto attacco, spesso da parte delle stes se autorità o delle grandi multinazionali che devastano le loro terre. La metafora «Brasile» serve quindi a una riflessione sui mali e i pericoli delle società contemporanee, per ridare un senso alla nostra esistenza, nella compassione per i deboli, nel rispetto dell’altro e in quella lotta capace di cancellare le ingiustizie sociali e salvare nella natura il futuro nostro, quello delle terre che abitiamo. Arricchiscono il volume le suggestive immagini scattate da Eloisa, figlia di Angelo, fotoreporter e viaggiatrice, e un suo personale reportage.
  • Ci sono tante storie, dentro la storia dell’Alfasud di Pomigliano d’Arco. Il breve sogno industriale di Nicola Romeo, ma soprattutto la parabola dell’intervento pubblico in Italia: dalla nascita dell’IRI alla fine delle Partecipazioni statali, e poi ancora fino alla grande stagione delle privatizzazioni. Ci sono i tanti sforzi – e i tanti errori – per modernizzare il Mezzogiorno. C’è un secolo di industria e di politica: di tayloristi e fordisti, da Gobbato a Luraghi; di democristiani e comunisti, da Leone a Moro, da Berlinguer a Prodi. C’è un secolo di società italiana: dal grande boom al conflitto operaio, dal liberismo all’italiana fino all’ultima grande crisi. Questo saggio prova per la prima volta a tracciare un profilo complessivo della storia di Pomigliano, che non può essere ricostruito solo attraverso documenti d’archivio. Il dibattito che accompagna da sempre questa grande fabbrica del Mezzogiorno impone infatti di sfogliare cronache e studi, ascoltare protagonisti del mondo operaio e dell’industria, della politica e del sindacato. Per capire che questa non è una storia «meridionale», ma una grande storia italiana; e che riguarda il futuro, molto più del passato.
  • Nel corso degli ultimi decenni, con la crescita dell’economia della conoscenza e della creatività, gli spazi di collaborazione sono aumentati in modo esponenziale come risposta alle molteplici esigenze dettate dai recenti cambiamenti nel contenuto e nelle forme di lavoro, dalla forte spinta alla creatività a diversi livelli e dai sempre più frequenti e necessari processi di rigenerazione urbana e sociale. Gli spazi di collaborazione sono luoghi dove attori provenienti da diversi contesti e con differenti background svolgono la loro attività lavorativa e professionale uno accanto all’altro. Pur non lavorando per la stessa azienda o sullo stesso progetto lavorativo (o addirittura nello stesso settore), essi condividono lo stesso ambiente di lavoro e i relativi servizi e risorse materiali. Il presente studio analizza i fattori organizzativi e, in particolare, le dinamiche relazionali che, all’interno di spazi di collaborazione orientati ai lavoratori delle industrie creative, incidono sulla creatività delle persone che li frequentano.
  • Il fenomeno della tratta di donne e minori, maschi e femmine, a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo ha avuto in questi ultimi anni una trasformazione strutturale di tipo quali-quantitativo, in risposta all’azione di protezione sociale portata avanti dai servizi sociali territoriali, pubblici e del privato sociale, e all’azione di contrasto da parte delle forze di polizia. Questa trasformazione, quale effetto del rapporto che si instaura tra i diversi attori sociali coinvolti - la donna, gli operatori sociali, gli agenti di polizia, la clientela e gli sfruttatori/trafficanti - determina una maggiore complessificazione e segmentazione interna al fenomeno, estendendo così le modalità di esercizio della prostituzione, i luoghi dove essa viene praticata, i rapporti sociali e le forme di contrattualizzazione che vengono poste in essere tra le donne esercitanti e i loro sfruttatori. Il volume entra nel merito di questi aspetti, tanto sul piano nazionale che per la città di Roma, poiché soltanto attraverso un processo conoscitivo costante del fenomeno si possono individuare le piste giuste per attivare politiche sociali sempre più adeguate. Completa la ricerca una dettagliata analisi delle normative nazionali e internazionali riguardanti il reato di tratta di persone e la tutela dei minori che ne sono vittime.
  • L’analisi, dopo aver ricordato brevemente le conseguenze negative provocate nelle ultime decadi dall’affermarsi del paradigma neoliberista, e in particolare la mercificazione che si è impadronita della vita economica e sociale e il restringimento dello spazio dello «Stato di diritto» e della sfera pubblica in generale, si concentra sulla concezione che il neoliberismo ha del «soggetto» dell’azione economica. Nel delineare poi i tratti di un nuovo modello di sviluppo da contrapporre a quello neoliberista, si evidenzia la necessità invocata da Pennacchi di una «mutazione antropologica» della società, in direzione di un ritorno a un soggetto dell’azione integro nei suoi valori. A riguardo il contributo chiude sull’integrazione che la sociologia può suggerire all’economia mainstream.
  • La profonda rivoluzione del sistema produttivo avvenuta con il passaggio a un’economia dei servizi è stata sostenuta e potenziata dalla carica innovativa delle nuove tecnologie che han- no modificato le professioni tradizionali e ne hanno generate di nuove. In particolare tali trasformazioni hanno favorito la proliferazione di figure professionali indipendenti specia- lizzate e ad elevata qualificazione in alcuni settori del terziario avanzato. Il fenomeno ha messo in luce tre ordini di problemi riferiti ai nuovi lavoratori autonomi: 1) la controversa definizione dello status giuridico e le forme di regolazione adottate; 2) la loro posizione nel sistema di protezione sociale; 3) la complessità della rappresentanza collettiva degli interessi, in un contesto di grande frammentazione del lavoro. In tale cornice l’articolo esplora queste tematiche emergenti da una prospettiva comparativa, considerando le diverse risposte istitu- zionali fornite in tre paesi europei – Italia, Germania e Regno Unito – che rappresentano modelli diversi di welfare e di regolazione del mercato del lavoro e delle professioni. Questi primi risultati di ricerca mostrano un quadro variegato, caratterizzato da sfide comuni, da risposte anche parzialmente divergenti, che denotano tuttavia indizi di cambiamento che potrebbero avere ripercussioni positive sulla divisione insider-outsider.
  • Il reddito di cittadinanza appena varato in Italia ha il grande merito di sancire un diritto al reddito. Ciò nonostante, esso presenta due limiti strutturali. Uno concerne lo spazio che è venuto a occupare all’interno delle politiche redistributive di sostegno al reddito, dove costituisce la misura centrale, nella sottovalutazione di alcuni limiti etici intrinseci alla selettività. L’altro concerne la configurazione adottata di condizionalità al lavoro, la quale aggiunge altre iniquità. Alla luce di questi limiti, il reddito di cittadinanza dovrebbe perdere la centralità acquisita diventando una misura all’interno di un insieme diversificato di politiche redistributive di sostegno al reddito. La condizionalità al lavoro dovrebbe, altresì, essere attenuata.