• Guido Rossa

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    IL LIBRO A trent’anni dall’uccisione di Guido Rossa per mano delle BR a Genova, torniamo a raccontare quei fatti per la loro importanza storica e per il messaggio politico e morale che contengono. La morte di Guido Rossa è stata uno spartiacque nel percorso di sangue del terrorismo «rosso»: per la prima volta le pallottole brigatiste uccidevano un operaio, delegato del Consiglio di fabbrica, iscritto al PCI, accusato di essere una «spia berlingueriana». Ma la decisione di Guido Rossa di denunciare Berardi (Cesare), il «postino» delle BR all’Italsider, ha rappresentato anche uno spartiacque nella storia della militanza politica. Dal quel 24 gennaio 1979, a un anno dall’assassinio di Aldo Moro, lo slogan «Né con lo Stato, né con le BR» che aveva avuto per alcuni anni una certa fortuna, venne cancellato per sempre. IL FILM È il ritratto di un italiano fuori del comune e non solo per la morte cui andò incontro. Guido Rossa era un operaio con un talento meccanico spiccatissimo e un impegno politico e sindacale altrettanto forte. In fabbrica, scrive Morando Morandini nel commento al film, «praticò la sua vocazione di consigliere e amico degli uomini. Basta vedere nel film come reagisce Massimo Ghini, nei suoi panni, all’insulto di spia, per aver denunciato un altro operaio che distribuiva i volantini delle BR in fabbrica. Bel modo di ragionare, dice Massimo Mila nella commemorazione tenuta a Torino nel 1982: un operaio non deve denunciare un altro operaio, un banchiere un altro banchiere, cane non mangia cane, lupo non morde lupo. Questa teoria ha in Italia una lunga storia e un nome preciso: camorra, mafia, spirito di corpo, e nega i valori della verità e della giustizia». Diretto da Giuseppe Ferrara nel 2007, il film si avvale della partecipazione di Masimo Ghini, Anna Galiena, Gianmarco Tognazzi, Elvira Giannini, Mattia Sbragia.
  • Artigiano ebanista, deputato, fondatore e segretario generale della CGdL, Rinaldo Rigola fu un personaggio complesso e controverso che, nonostante la precoce cecità, svolse un ruolo di eccezionale rilievo nell’attività organizzativa e nelle lotte politiche del movimento proletario. Quando, al termine della Grande Guerra e dopo quasi tre lustri al vertice del massimo organo sindacale del paese, lasciò la segreteria al suo più stretto collaboratore, Ludovico D’Aragona, non si ritirò affatto dalla scena: decise anzi di dedicarsi a un’intensa attività divulgativa, della quale le lezioni tenute presso la Scuola di Previdenza e di Legislazione Sociale della Società Umanitaria di Milano nel 1920-21 costituiscono un’importante testimonianza. Il Manualetto di tecnica sindacale, uscito a dispense nel 1922, ne è il compendio e viene qui per la prima volta ripubblicato in volume unitario nella versione originale (nel 1947 ne era uscita una seconda edizione). Destinato a un pubblico vasto, scritto con tono semplice e chiaro, tanto più interessante in quanto difficile da reperire, questo testo offre una sintesi ampia e articolata dell’elaborazione teorica e dell’azione pratica del sindacalismo riformista e, al tempo stesso, ripercorre con vigore polemico le controversie che divisero le principali correnti del movimento operaio dell’epoca. Il volume è a cura di Paolo Mattera.
  • Durante gli anni difficili della sua giovinezza, in un entroterra siciliano devastato e depresso, l’autrice, donna del popolo lavoratore, affida alla carta avvenimenti, emozioni e riflessioni: la guerra, l’amore, l’impegno sociale e politico, le prime rivendicazioni femminili. Presto responsabile di diverse associazioni di donne comuniste e di sinistra, è compagna di un dirigente politico e sindacale, Luigi Infuso, con cui condivide la passione e la tenacia di un’esistenza di lotte. I diari, più volte ripresi e rimaneggiati, sono stati ora definitivamente ordinati per non disperdere un importante patrimonio fatto di vita vissuta, di battaglie, conquiste sociali e testimonianze minute, che si snodano dal secondo dopoguerra fino agli anni sessanta, nella provincia di Caltanissetta. Ed è grazie all’intreccio costante della dimensione personale con quella storico-politica, andando anche oltre il mondo comunista nisseno, che il testo di Enrichetta Angela Casanova Infuso allarga il fuoco, facendosi autobiografia e storia insieme.
  • Nel programmare le iniziative per la celebrazione del Centenario della Cgil è stato naturale per la Confederazione e la Fondazione Di Vittorio porsi il problema di rispondere al bisogno di conoscenza del processo di evoluzione dei gruppi dirigenti del sindacato. A questo scopo, aggiornandola a tutto il 2006, è stata composta la raccolta dei nomi delle compagne e dei compagni che hanno formato le Segreterie della Confederazione, delle Federazioni nazionali di categoria, delle Cgil regionali e delle Camere del Lavoro, oltre che delle organizzazioni associate e degli enti promossi. Questo volume ne fornisce il quadro completo. Si è trattato di un duro lavoro di ricerca dei dati e anche di verifiche incrociate, rese necessarie dal fatto che molte strutture non hanno ancora un archivio ordinato di raccolta dei materiali e dei dati, cosicché diverse lacune sono state colmate attraverso il contributo di moltissimi compagni testimoni delle varie fasi delle organizzazioni. Il risultato così ottenuto è molto buono. Il volume rappresenta infatti uno strumento utile di lavoro che consente, alla Cgil e a chi vuole approfondire le proprie conoscenze, di impostare ricerche serie sull’imponente massa di dati riguardanti i quadri, cioè gli uomini e le donne che hanno operato nel sindacato, ai diversi livelli di direzione, in un significativo processo di formazione, mobilità e promozione di capacità e di impegno.
  • Nato originariamente come relazione morale e finanziaria per il III Congresso nazionale della FIOM (Bologna, 1907), I metallurgici d’Italia nel loro sindacato costituisce - come afferma nell’ampio saggio introduttivo Maurizio Antonioli, tra i massimi esperti della storia del movimento sindacale italiano - una fonte essenziale per la conoscenza dei primi anni di vita della FIOM, nonché una efficace sintesi del pensiero del sindacalismo di matrice riformista, i cui principali esponenti, da Rinaldo Rigola ad Angiolo Cabrini, da Felice Quaglino a Fausto Pagliari, furono protagonisti della fondazione della CGdL nell’ottobre 1906. Tra questi nomi si deve annoverare, in una posizione di primo piano, anche quello di Ernesto Verzi, primo segretario della FIOM, fondata a Livorno nel 1901. I metallurgici d’Italia nel loro sindacato offre quindi una testimonianza diretta sulle origini dell’organizzazione dei lavoratori metalmeccanici, ricostruendo inoltre la vicenda sindacale in stretto rapporto con lo sviluppo dell’industria meccanica e siderurgica nei primi anni del XX secolo e ripercorrendo le vicende organizzative e contrattuali (il primo contratto collettivo nell’industria italiana fu siglato dalla FIOM con l’azienda automobilistica torinese Itala, nel 1906) di quella che è stata, fin dai suoi primi passi, una delle più importanti realtà nella storia del movimento operaio italiano. Il volume è a cura di Maurizio Antonioli.
  • Questo quarto e ultimo volume della storia del sindacato in Italia nel ’900, diretta da Adolfo Pepe, ripercorre tutto il periodo che va dalla fine degli anni cinquanta a tutti i settanta. Un periodo che costituisce l’apertura di un ciclo che cambia in profondità la natura della società italiana. Qui il sindacato diviene protagonista assoluto, e in certi momenti unico, del conflitto sociale, tanto da rappresentare la principale istanza di mediazione e composizione. Nei primi due saggi del volume vengono in particolare indagati i cambiamenti sociali ed economici che precedono e seguono il grande slancio del ’59-63, ricostruendo in tal modo i meccanismi dello scontro sociale che portano all’«autunno caldo» e che determinano la crescita di un nuovo soggetto sindacale unitario, in grado di proporsi come interlocutore permanente nell’ambito delle scelte di politica economica. Nell’ultimo saggio, invece, l’attenzione si sposta sulla complessità dei problemi, ancora poco indagati dalla storiografia, dei «lunghi anni ottanta» che aprono una stagione di crisi e di rinnovamento del sindacato. Il piano dell’opera: Volume I: La CGdL e l’età liberale; Volume II: La CGdL e lo Stato autoritario; Volume III: La CGiL e la costruzione della democrazia); Volume IV: Il sindacato nella società industriale. I quattro volumi ricostruiscono l’intero arco delle vicende sindacali nel Novecento, dal dibattito politico-ideologico agli aspetti organizzativi, dalle relazioni industriali a quelle con lo Stato e alla politica economica, dalla contrattazione alla conflittualità, dalle diversità territoriali alle specificità federali, dai rapporti coi partiti a quelli unitari, dai temi sociali a quelli della cultura del mondo del lavoro.
  • La crisi della partecipazione elettorale è ormai da qualche anno un tratto che accompagna le vicende politiche del nostro paese. Si presenta come fenomeno non contingente e neppure specificamente italiano, che ha a che vedere con le trasformazioni, le sfide e i pericoli che attraversano le democrazie contemporanee. Non va quindi sottovalutato né subìto come qualcosa di inevitabile (o addirittura salutare per la democrazia), ma studiato e compreso in tutte le sue dimensioni e implicazioni, anche per poterlo fronteggiare meglio. Del resto, come dimostrano le più recenti consultazioni, la capacità di riportare i cittadini alle urne si configura sempre di più come una decisiva risorsa strategica nella competizione elettorale (ancor più se di tipo maggioritario e bipolare). Comunque, riflettere sul declino della partecipazione elettorale è necessario e urgente soprattutto perché la progressiva de-inclusione di cittadini appartenenti ai ceti sociali «periferici» e svantaggiati, sempre più orfani di un’adeguata rappresentanza politica, implica l’ulteriore caduta della loro influenza politica e, alla lunga, potrebbe aprire una falla nel consenso verso la democrazia. Di tutto ciò si occupa questo libro, che - riallacciandosi a una prestigiosa tradizione di ricerca, e apportandovi nuove ipotesi e metodologie - analizza l’astensionismo in Italia, la sua evoluzione storica, le sue cause dirette e indirette, le sue diverse espressioni, le sue conseguenze.
  • Del mobbing non esiste una definizione universalmente riconosciuta. Le sue stesse cause sono ancora da chiarire e persino il numero delle vittime, indicato di solito per l’Italia nella cifra di un milione, è in realtà incerto. Nel libro vengono illustrati tutti gli elementi che compongono la violenza psicologica e descritte le fasi della persecuzione, le sue diverse modalità di attuazione, i sentimenti che affiorano nella vittima, i danni fisici e psichici che subisce e che segnano, spesso, la sua vita in modo permanente. Si tratta di un fenomeno complesso, con radici profonde nell’organizzazione sociale e del lavoro, ma che si può prevenire. Oltre alle norme di contrasto, già promulgate in diversi paesi europei e allo studio anche in Italia, è dunque necessario mettere in campo politiche di prevenzione, e nel libro se ne suggeriscono alcune. Una parte della trattazione è poi dedicata all’esperienza degli Sportelli sindacali antimobbing. Esperienza preziosa che permette di capire chi sono le vittime, in quali ambiti di lavoro è più facile che accadano vessazioni e perché, quali sono i danni che gradualmente subiscono le vittime. Il volume è infine corredato di un’appendice con leggi, codici, proposte di legge e siti fisici e virtuali a cui rivolgersi se si avesse il sospetto di essere vittima di una molestia morale.
  • CM N. 3/2025

    15.00 
    La lezione di Aldo Tortorella
    • Giovanni Princigalli, Nella Resistenza. Intervista ad Aldo Tortorella
    • Aldo Tortorella, Storia di un comunista italiano 
    Osservatorio Territorio e ambiente: il caso Emilia Romagna
    • Sergio Caserta, Il caso Emilia Romagna: riflessione a cinque voci su clima, ambiente e uso del territorio 
    • Ugo Mazza, Eventi climatici drammatici: un’occasione per cambiare
    • Vinicio Ruggeri, Una analisi storica critica delle leggi sulla difesa del suolo
    • Rudi Fallaci, Il consumo di suolo in Emilia Romagna e la nuova legge urbanistica
    • Piero Cavalcoli, Urbanistica: tre paradossi e una pericolosa analogia
    • Pietro Maria Alemagna, Territorio e partecipazione: serve una nuova cultura per la politica e l’amministrazione
    • Davide Bubbico, Angelo Moro, L’automotive italiano tra quadro europeo e mobilitazioni sindacali 
    Laboratorio culturale
    • Fabrizio Denunzio, Come il giornalismo si fa ricerca empirica. Il questionario di Marx per un’inchiesta operaia 
    • Luciano Beolchi, La variante Bucharin 
    • Antonino Infranca, Il carteggio Coutinho-Lukács con le lettere tra i due filosofi
    • Giulio Di Donato, Derivazione e autonomia relativa dello Stato 
    Schede critiche
    • Guido Liguori, Gramsci, Togliatti e il comunismo italiano 
    • Antonio Viteritti, Il pensiero gramsciano di Coutinho
    • Lelio La Porta, Il marxismo di Mario Rossi
    • Claudio Natoli, In lotta contro il fascismo
    • Fabio Vander, Una contro-storia della Repubblica
         
  • In fondo proponiamo delle storie. Storie di fabbriche e di tribunali, di piccoli o grandi soprusi, inserite nel contesto storico e politico degli anni in cui si sono verificate, raccontate nel loro sorgere e svilupparsi, sino a un epilogo finale in tempi incredibilmente brevi, grazie a quella norma straordinaria che è l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.
  • RPS N. 1/2025

    22.00 
    Innovare è possibile. Percorsi per un Servizio sanitario nazionale all’altezza delle sfide in atto  
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