• Etica e impresa: un ossimoro? Una contraddizione in termini? Un matrimonio che non s’ha da fare? Fortunatamente non è così e non è irrilevante che sia proprio la Cgil a dirlo con l’approfondimento riportato in questo volume. L’Europa dell’economia della conoscenza, della sfida competitiva fondata sulla qualità dello sviluppo esige comportamenti socialmente responsabili, vale a dire scelte rispettose dei diritti dell’uomo, del lavoratore, dell’ambiente, costruite con il più ampio consenso sindacale e sociale. La responsabilità sociale dev’essere la scelta fondativa di un differente modo d’essere dell’impresa nella sua organizzazione interna e nelle sue relazioni con l’ambiente esterno: rispettare le leggi, applicare i contratti, esercitare corrette relazioni sindacali non basta. Un’impresa è socialmente responsabile quando propone, assume, contratta, concorda, progetta, costruisce, verifica partecipazione e valore. Con le sue proposte la Cgil ha voluto definire le condizioni di contesto che rendono concreta e verificabile l’intesa tra l’etica e l’impresa.
  • Attraverso un complesso lavoro di ricerca empirica che ha riguardato per la prima volta contestualmente agenzie e imprese, il volume documenta il funzionamento del sistema del lavoro interinale in Italia nella fase del suo consolidamento strutturale, cioè nei suoi primi cinque anni di operatività. Rispetto alle modifiche apportate dalla legge 30 del 2003 al quadro del lavoro temporaneo, questa ricerca risulta ancora più importante in quanto fornisce conoscenze che consentono di fare il punto sulla prima «storica» fase del lavoro interinale in Italia in un contesto di flessibilità «normata» nello spirito della legge 196 del 1997, il cosiddetto «pacchetto Treu». È in questa fase che il lavoro interinale si insedia nel sistema del lavoro italiano e per le imprese diventa una modalità normale di ricorso a prestazioni temporanee, ma contestualmente un mezzo per una quota di lavoratori, anche se decisamente minoritaria, di arrivare ad una occupazione stabile. Su quali traiettorie però evolverà ora il sistema del lavoro interinale nel nuovo ambito normativo definito dalla legge 30/2003? È appunto alla delineazione dei nuovi scenari che aprono le conclusioni della ricerca.
  • Il Testo Unico sulla maternità e paternità, cui questa guida INCA è dedicata, ha come fine l’effettiva tutela del minore, sia figlio/a naturale che adottivo o affidatario, sia con problemi di handicap grave. Il Testo Unico costituisce un organico complesso di norme a cui fare riferimento per tutelare al meglio la lavoratrice e il lavoratore nel loro essere genitori, ed integra e completa non solo la normativa riguardante le madri e i padri lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico sia di quello privato, ma anche gli specifici provvedimenti legislativi relativi alle lavoratrici autonome, alle libere professioniste, alle parasubordinate e alle madri non lavoratrici od occupate in lavori saltuari e discontinui. Il percorso normativo, già iniziato con la legge 53/2000, conosciuta come «legge sui congedi parentali», trova nel TU la sintesi e la razionalizzazione necessarie per rendere operative e fruibili conquiste che registrano, e in alcuni casi anticipano, mutamenti sociali e di costume sul piano della parità e dell’alternanza dei genitori nell’accudimento dei figli. Questa guida analizza e commenta le norme coordinate, riportandone il testo integrale, le circolari degli Enti e dei Ministeri e fornisce utili indicazioni operative affinché queste norme non rimangano solo sulla carta, ma vengano assunte dalla contrattazione collettiva e si sostanzino in conquiste reali e fruibili.
  • Il decreto n. 276/2003 introduce rilevanti modifiche nell’ordinamento lavoristico che ci riportano indietro nel tempo: gli appalti interni, i trasferimenti di rami di azienda, il lavoro somministrato costituiscono schemi in virtù dei quali chi effettivamente utilizza la prestazione lavorativa non è più il datore di lavoro, contrariamente a quanto si era consolidato in Italia a partire dal 1960. D’altra parte il medesimo decreto aumenta le possibilità di assumere manodopera secondo schemi negoziali atipici e precari che mercificano il lavoro e precludono ai giovani la possibilità di programmare il loro futuro. La stessa nuova figura del contratto a progetto presenta non pochi aspetti di ambiguità. Il presente commentario si colloca dunque tra presente e futuro, combinando una rigorosa lettura dell’innovazione legislativa con le considerazioni di politica del diritto rese necessarie dalla volontà di riprendere un cammino di progresso. Con la direzione scientifica di Giorgio Ghezzi, il commentario ordina in successione, rispetto a ciascun tema e a ciascun articolo del decreto, i contributi di illustri giuslavoristi e docenti di diritto. In allegato sono riportati: il testo coordinato del decreto legislativo 276/2003; la legge delega n. 30/2003; il testo coordinato della legge n. 142/2001 sulle cooperative, come modificato dalla legge n. 30/2003; il decreto legislativo n. 368/2001 sul contratto a termine; il testo coordinato del decreto legislativo n. 61/2000 sul part-time, come modificato dall’articolo 46 del decreto legislativo 276/2003.
  • Quanto è estesa l’occupazione dei minori nei paesi industrializzati e in particolare nell’Unione Europea? Quanta di questa occupazione è illegale? Che tipi di lavoro svolgono i minori? Quali fattori li spingono a entrare nel mercato del lavoro? Molte risposte potrebbero sorprenderci. Il lavoro minorile presente oggi in Occidente emerge infatti come fenomeno della «modernità», manifestandosi in forme vecchie e nuove. Da un lato, la necessità di integrare il reddito familiare a causa di una iniqua distribuzione della ricchezza ci porta a scoprire all’interno del mondo industrializzato bisogni che ritenevamo ormai confinati nel terzo mondo. Dall’altro, i modelli di consumo proposti nelle società occidentali, il disconoscimento del ruolo dell’istruzione, il valore positivo assoluto che viene conferito alla capacità di produrre reddito diventano i parametri di riferimento che alimentano l’ingresso precoce nel mondo del lavoro. L’autore pone la questione dell’infanzia e dell’adolescenza come tema centrale, attorno al quale sviluppare le politiche sociali della nuova Unione Europea.
  • Mentre è intenso il dibattito sulla riforma istituzionale dell’Unione Europea, segna il passo il confronto sui grandi temi di carattere sociale. Eppure le nuove e forti istituzioni di cui l’Europa ha bisogno non possono darsi senza altrettanto forti e consensuali politiche fra cui, in primo luogo, quelle economiche e sociali. Il patto politico fondativo della nuova Europa non può cioè prescindere da un nuovo patto sociale, e da quest’ultimo dipende, con la qualità dell’integrazione, l’identità stessa dell’Unione ampliata ai nuovi dieci paesi. Rispetto a questa tesi di fondo esperti italiani, europei e statunitensi mettono a confronto i due modelli che percorrono la politica sociale europea: quello che dà grande risalto agli aspetti della coesione e dei diritti sociali, com’è nella tradizione europea, e quello che, mettendo in primo piano la sovranità del mercato, si ritrova invece nell’esperienza americana. Una verifica critica serrata che scandaglia in profondità i terreni dell’economia e del lavoro, dei diritti e della cittadinanza, della funzione pubblica e del ruolo degli attori sociali.
  • Il rapporto tra guerra e mass media è divenuto negli ultimi anni un tema centrale di dibattito: politico, culturale e scientifico. I grandi mezzi di comunicazione di massa, e in particolare la televisione, hanno sempre giocato un ruolo di primo piano, non solo nell’accordare maggiore, minore o nessuna attenzione ai vari conflitti (ed è già tanto), ma anche nel costruirne il senso, nel rappresentare gli argomenti che puntellano agli occhi della pubblica opinione la posizione morale e politica di chi deliberatamente sceglie la follia della guerra. A questi temi è dedicato Schermi di guerra, il 6° degli Annali dell'Aamod, che mette a fuoco e approfondisce le esperienze più interessanti e originali, dove si sono praticati, ad esempio, il reportage, l’inchiesta audiovisiva, format e modelli linguistici non di routine. Il volume ospita saggi a carattere generale, di respiro analitico e storico-teorico; contributi relativi a esperienze di strutture audiovisive (grandi network, Tv indipendenti, strutture di produzione) che hanno prodotto, raccolto o diffuso informazioni, reportage e inchieste sui temi della pace e della guerra; testimonianze di autori che su questi stessi temi hanno realizzato o stanno realizzando film documentari o di finzione. Analisi: Andrew Calabrese, Orsola Casagrande, Giovanni Cesareo, Ivano Cipriani, Donatella Della Ratta, Ansano Giannarelli, Daoud Kuttab, Antonio Nizzoli, Andrej Pinter, Andrej Skerlep. Esperienze di strutture: Franco Berardi, Alberto Bougleux, Luciana Castellina, Enrico Mentana, Roberto Morrione, Fausto Pellegrini, Paolo Pietrangeli, Paola Scarnati. Testimonianze: Giovanna Botteri, Roberto Giannarelli, Nihad Kreselijakovic, Mai Masri, Gabriele Muzio, Giuseppe Petitto, Luca Rosini. In appendice: Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico. Presentazione, Attività, Cronache del 2003. Fotografie di Giuliana Sgrena.
  • L’economia sommersa, in Italia e in Europa, è un fenomeno in crescita che accompagna le trasformazioni del lavoro e coinvolge milioni di persone, ponendo in modo pressante il problema del suo superamento. Ma non può esserci lotta al lavoro nero senza uno sviluppo di qualità che sappia scommettere ed investire sui sistemi locali, su nuove reti di protezione, su dinamiche relazionali e di impresa trasparenti in grado di reggere la sfida della globalizzazione. Il libro analizza prima di tutto il fenomeno italiano ed europeo attraverso una sintesi ragionata dei più recenti studi nazionali e internazionali, discutendo le principali teorie economiche che hanno affrontato il tema. Indica poi possibili strumenti, politiche percorribili e obiettivi realizzabili a livello nazionale e soprattutto locale. Una rassegna delle principali misure adottate in Europa e una ricca bibliografia completano il quadro, con un’appendice dedicata ai principali documenti di indirizzo e di studio consultabili anche on line.
  • Nell’Unione Europea vi è una generale e diffusa consapevolezza che non si può fare a meno degli immigrati. Eppure, mai come ora, i paesi dell’Unione si trovano unanimi nel concertare misure di respingimento di quanti chiedono di entrare. Il volume parte da questo assunto apparentemente contraddittorio e analizza le strategie di inclusione-esclusione attuate nell’Unione Europea. Nella prima parte vengono esaminate le politiche migratorie, tenendo conto sia della diversità delle culture, delle istituzioni e dei principi che sono alla base degli ordinamenti degli Stati nazionali, sia dei processi decisionali seguiti dall’Unione in materia di immigrazione. In questa parte vengono altresì affrontate le politiche adottate dai singoli paesi nei confronti dei minori stranieri non accompagnati, con particolare riferimento all’Italia. La seconda parte è dedicata allo studio di casi nazionali: Germania, Italia e Francia. La terza, infine, focalizza l’impatto dell’Islam e le modificazioni intervenute nell’essere musulmano in Europa. L’opera, a più voci, di studiosi del settore, offre una chiave di lettura originale delle politiche migratorie dei paesi dell’Unione.
  • Tra il 2004 e il 2006 l’Italia dovrà recepire due importanti direttive sul coinvolgimento dei lavoratori nelle imprese costituite in forma di Società europea e di Società cooperativa europea, direttive che completano due regolamenti (2157/2001 e 1435/2003) relativi alle suddette forme societarie. Caratteristica dei due Statuti societari è che la registrazione della Società europea e della Società cooperativa europea nei vari Stati membri dell’Unione Europea è subordinata al riconoscimento di diritti di informazione, consultazione e partecipazione dei dipendenti. Determinante ai fini dell’applicazione di tali diritti è il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori, e in particolare dei sindacati, i quali dovranno disciplinare le modalità del coinvolgimento in un apposito negoziato con i rappresentanti delle società. In mancanza di accordo si applicheranno apposite norme di garanzia. In vista della prima scadenza (8 ottobre 2004 per il recepimento della direttiva sul coinvolgimento dei lavoratori nella Società europea) il volume approfondisce le tematiche oggetto dei due regolamenti e delle due direttive, fornendo a studiosi, ricercatori, rappresentanti dei lavoratori e delle imprese e al legislatore gli strumenti di conoscenza necessari per la conformazione della normativa italiana a quella europea. Contributi di: Arrigo, Barbucci, Buschak, Cerfeda, Vasquez.
  • Questo libro si pone l’ambizioso obiettivo di fornire al civilista, all’operatore del Terzo settore, al dirigente sindacale e a tutti coloro che vogliano approfondire l’argomento, una panoramica sulle tematiche giuridiche maggiormente dibattute in Italia riguardo all’economia non profit, nel contesto di un periodo ricco di novità legislative e di problematiche ancora irrisolte dalla dottrina e dalla giurisprudenza. L’opera si divide sostanzialmente in tre parti: la prima è rivolta sia ai profili disciplinari più storicamente dibattuti, incentrati sul raggiungimento di una definizione dogmatica unitaria degli enti collettivi del Terzo settore e di una riforma della normativa del codice civile, sia alla sofferta nascita di quel settore della finanza italiana volto al finanziamento del privato sociale. La seconda parte è incentrata su problematiche specifiche ad alcuni enti non profit, enucleate, anche e soprattutto, grazie all’ausilio di operatori impegnati quotidianamente sul campo. Infine nella terza vengono delineate le questioni più difficili e «scottanti» che il diritto dell’economia non profit in Italia - nelle sue accezioni pubblicistiche, commercialistiche e giuslavoristiche - sottopone al giurista: questioni concernenti le relazioni degli enti collettivi del Terzo settore italiano con la Pubblica amministrazione patrocinante (advocacy), con il mondo dell’economia civile e con gli operatori che prestano per essi la propria attività lavorativa. Il libro, pur mantenendo un registro chiaro ed accessibile, fornisce un importante approfondimento scientifico dei diversi istituti trattati.
  • Le operazioni di fusione e acquisizione delle imprese, con i conseguenti processi di ristrutturazione, su scala europea e internazionale, si sono intensificate dalla seconda metà degli anni novanta. Hanno favorito l’espansione di questo fenomeno il processo di globalizzazione dell’economia e dei mercati, l’affermazione del principio di shareholder value, il rapido sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la deregolamentazione e la liberalizzazione avviate negli anni ottanta. Alla base delle decisioni del management di avviare un processo di fusione e acquisizione di un’impresa ci sono motivazioni economiche, strategiche e opportunistiche. Gli effetti economici e sociali che ne derivano, è questa la tesi dell’autore, richiedono che tali operazioni siano realizzate nel rispetto di una «razionalizzazione sociale» delle loro ricadute per l’insieme degli attori coinvolti: lavoratori, clienti, fornitori, comunità locali e così via. È fondamentale quindi minimizzare gli effetti negativi di tali operazioni, fornendo un quadro normativo europeo di riferimento certo e chiaro, rivitalizzando il ruolo dei Comitati aziendali europei, conferendo ai lavoratori e ai loro rappresentanti un ruolo chiave nella valutazione di questi processi. Il volume sottolinea la scelta della formazione continua dei lavoratori, vera e propria discriminante per affrontare la complessità delle conseguenze sociali dei processi di fusione e acquisizione di impresa.