• Le migrazioni internazionali sono sempre più al centro del dibattito pubblico e politico. Nel corso degli ultimi anni, peraltro, sono intervenuti numerosi fattori a rendere ancora più complessa la lettura del fenomeno, a partire dalla crisi economica che ha investito l’Europa – in particolare quella che si affaccia sul Mediterraneo – sino ad arrivare al dramma dei rifugiati che fuggono dalle guerre e dal terrorismo internazionale. In questo volume si offre un’analisi delle migrazioni attraverso il punto di vista del mondo del lavoro e in particolare del sindacato. Nei numerosi saggi e nelle ricerche originali che compongono l’ottava edizione di (Im)migrazione e sindacato, si prova a dare conto delle nuove sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare, partendo proprio da quelle che riguardano i lavoratori e la loro rappresentanza.
  • Oggetto di arte da secoli, la donna è stata spesso rappresentata come madre, moglie, amante, santa, rassegnata, sensuale, misteriosa, devota, fragile. Il tema della donna nell’arte rientra in quello più generale dell’uguaglianza tra uomini e donne: si assiste a una sorta di schizofrenia tra l’uso del corpo delle donne e al contempo la loro invisibilità. Le artiste e gli artisti con le loro opere hanno colto e spesso anticipato i mutamenti che andavano maturando nella società, e con essi le nuove pulsioni culturali che con lo sviluppo della società dei consumi e nell’era della globalizzazione avrebbero inciso profondamente anche sulle idee e condizioni di vita delle donne. Le donne diventano via via protagoniste e autrici di opere, andando ad arricchire il panorama culturale italiano […] Un lungo cammino, quello del «Lavoro delle donne», nella società, nel lavoro e nell’arte, che è sapientemente narratonella raccolta di capolavori della Cgil. […] Dalla presentazione di Susanna Camusso
  • Questi tre volumi ripercorrono il tragitto che il sindacato del commercio, dell’albergo e mensa (l’originaria denominazione del turismo) e di vari servizi ausiliari ha compiuto dalle origini di fine Ottocento - inizio del Novecento fino ai primi anni ottanta del secolo scorso. Il primo volume racconta separatamente le travagliate vicende di auto-organizzazione dei commessi di negozio e quelle dei cuochi e camerieri, che convergono con le categorie operaie nella Confederazione Generale del Lavoro, fondata nel 1906. La violenza e la repressione dei fascisti, che si sono impadroniti dello Stato, soffocano queste esperienze nei primi anni venti. La narrazione riprende con il secondo volume, quando il sindacalismo libero si ricostituisce nella nuova democrazia. I sindacati del commercio e turismo affiliati alla CGIL procedono ad unificarsi per razionalizzare le proprie risorse ed intervenire più autorevolmente nei dibattiti che riguardano lo sviluppo dei settori. Nel 1960 nasce quindi la FILCAMS, in cui confluirà poi, negli anni settanta, il sindacato dei servizi. Il contenuto del terzo volume riguarda gli anni tra il 1960 e gli inizi del decennio ottanta. I settori della FILCAMS conoscono trasformazioni storiche profonde, ma lo stesso può dirsi per il paese intero, a molti livelli; tra queste vi è anche il rilievo che il sindacalismo acquisisce nella vita nazionale. Nei primi anni ottanta l’Italia si presenta come un paese in cui il terziario è diventato un settore economico cruciale, nel quale le federazioni di categoria sono interlocutori ineludibili di manager e sistema politico.
  • AVVISO AGLI ABBONATI PER LA VERSIONE PDF Cari abbonati, la rivista «Critica Marxista» è affidata al nuovo editore Ediesse s.r.l. e conseguentemente tutti i rapporti in essere e i nuovi, derivanti dagli abbonamenti, dovranno essere regolati secondo le modalità sotto indicate. Tutti gli abbonamenti si intendono per anno solare (da gennaio a dicembre). Solo abbonandovi avrete la certezza di ricevere tutti i numeri della rivista. Tariffe abbonamenti 2019: Versione elettronica (INVIO DEL PDF) 30 euro Per abbonarsi: • acquisto diretto sul sito ediesseonline.it con il servizio di pagamento digitale sicuro:paypall o carta di credito.
  • Violenza contro le donne: cosa si sta facendo in Italia? Inasprire le norme repressive e isolare i comportamenti violenti maschili – che sono ormai arrivati ad un femminicidio ogni due giorni – facendone casi eccezionali, patologici, lascia inalterati i modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate, frutto delle lotte femmi nili e femministe. Comprendere invece che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema de gli uomini significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori, a quella «questione maschile» che tutta la violenza di genere sottende. Il volume coglie questo cambiamento di ottica attraverso una ricerca – la prima in Italia – che censisce le esperienze d’avanguardia rivolte agli uomini violenti nel nostro paese, nelle carceri e nei centri, in ambito privato e pubblico, e offre un quadro di programmi sviluppatisi a livello internazionale, cui le esperienze italiane fanno riferimento. Nella seconda parte sono presentate le riflessioni e le proposte di studiosi e studiose afferenti a molteplici discipline, e le esperienze di operatrici e operatori. In appendice, un’ana lisi critica del d.l. n. 93/2013 convertito in l. n. 119/2013. Segue la mappatura dei Centri per uomini maltrattanti aggiornata a gennaio 2017. Le autrici e gli autori: Anna Costanza Baldry, Michela Bonora, Mar co De riu, Monica Dotti, Fran cesca Gar barino, Paolo Giulini, Bruno Guaz za loca, Monica Mancini, Barbara Ma pelli, Massimo Mery, Cristina Od do ne, Alessandra Pauncz, Giorgio Penuti, Stefania Pizzonia, Chantal Podio, Roberto Poggi, Michele Poli, Ama lia Rodontini, Mario Sgambato, Claudio Vedovati, Maria (Milli) Virgilio.
  • Il volume propone un «viaggio nel lavoro di cura» svolto da collaboratrici e assistenti famigliari nelle case delle famiglie italiane. Privilegiando il punto di vista delle/dei badanti, il libro mira a comprendere le trasformazioni che hanno investito e stanno investendo il lavoro domestico di cura e di assistenza alla persona presso il proprio domicilio in considerazione dell’allungamento della speranza di vita, delle migrazioni internazionali, della crisi economica e dei tagli al welfare, ovvero di quei processi che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi decenni. La ricerca promossa dalle ACLI Colf, di cui nel libro si illustrano i risultati, fornisce un’immagine molto sfaccettata dell’identità, delle competenze, delle condizioni di lavoro, delle opinioni, delle aspettative di tali lavoratrici e lavoratori. Vengono analizzate le trasformazioni del settore, considerando dunque l’emergere di questa nuova figura professionale in un contesto di continua lotta tra sfruttamento, lavoro nero, abusi, da un lato, e nuove forme di tutela, maggiore riconoscimento della dignità e dei diritti anche per quei lavoratori da sempre meno protetti, dall’altro. Luci ed ombre si allungano su uno degli ambiti del mondo del lavoro più controversi del nostro Paese, di un pezzo d’Italia che vive le difficoltà di tenere insieme i bisogni di cura con il riconoscimento dei diritti, in un momento in cui tutto il mondo del lavoro è messo in discussione. Un viaggio che ci fa interrogare su cosa significa oggi «lavoro dignitoso» nel settore del lavoro di cura. Claudia Alemani, Università degli Studi di Milano-Bicocca. Raffaella Maioni, Responsabile nazionale ACLI Colf. Sabrina Marchetti, Università Ca’ Foscari di Venezia. Raffaella Sarti, Università degli Studi di Urbino «Carlo Bo». Olga Turrini, Esperta in politiche europee della formazione e del lavoro. Francesca Alice Vianello, Università degli Studi di Padova. Gianfranco Zucca, IREF ACLI
  • Il sistema pensionistico è uno dei punti su cui si valuta la civiltà di un Paese. Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi innanzitutto ripercorrono la storia delle riforme del sistema pensionistico, dal 1992 al 2011. Ma disegnano uno scenario più articolato che comprende il complesso rapporto tra il legislatore e parti sostanziose della tecnostruttura dello Stato, come l’Inps e la Ragioneria Generale dello Stato, nonché il peso che queste hanno nella determinazione e nell’attuazione delle decisioni politiche. Al centro del volume c’è il tema della flessibilità in uscita dal lavoro verso la pensione, considerata come il principale strumento per correggere le storture derivanti da interventi quali la manovra Monti-Fornero del 2011. Gli autori argomentano questa tesi e ripercorrono la battaglia politica condotta, da un lato, per varare successivi provvedimenti di salvaguardia a favore dei lavoratori esodati e, dall’altro, per introdurre elementi di flessibilità nel nostro sistema previdenziale. Ciò attraverso tappe come la proposta di legge 857, presentata nel 2013, e la raccolta di oltre cinquantamila firme in una petizione a sostegno della stessa. Il tutto si inserisce in un disegno politico più ampio che, mentre vede con favore la riapertura di tavoli di confronto fra Governo e sindacati, si propone di dotare il Partito Democratico di una vera e propria Agenda sociale.
  • Negli ultimi decenni, la rete è divenuta il modello di organizzazione sociale attraverso il quale il capitalismo contemporaneo struttura la sua presa del reale e dispiega la propria logica di sviluppo. Ciò ha prodotto significative conseguenze per il mondo del lavoro. Il volume esplora tre piani di indagine fra loro strettamente interconnessi. In primo luogo vengono analizzate le modalità di organizzazione del capitalismo reticolare, attraverso un’analisi critica della prospettiva analitica delle Catene Globali del Valore. Viene poi indagato il rapporto esistente fra sviluppo del capitalismo, esercizio del potere e del controllo – comprese le ricadute sulla capacità dei sistemi di rappresentanza e regolazione del lavoro di garantire ai lavoratori spazi di voice e adeguate condizioni occupazionali – e trasformazioni del processo di soggettivazione. Da ultimo, il volume approfondisce il tema dell’esercizio della critica all’interno delle nuove strutturazioni capitalistiche. In particolare, sono esaminate sia le risorse cognitive che possono alimentarla, sia le condizioni pratiche in cui essa può effettivamente incarnarsi. A questo proposito, vengono ripercorse alcune esperienze di riorganizzazione della rappresentanza del lavoro, aventi l’ambizione di dare una risposta alle sfide contemporanee, ma anche i tentativi di regolazione dell’operato delle imprese a livello globale sviluppatisi negli ultimi due decenni. Attraverso la ricognizione di un ampio repertorio di ricerca internazionale, il testo fornisce una solida chiave di lettura critica del rapporto tra trasformazioni del capitalismo, regolazione del lavoro e modalità di rappresentanza.
  • è l'estate del 1975 quando un gruppo di infermieri dell’ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà, ispirati dalle idee di Franco Basaglia, decide di occupare e autogestire uno dei padiglioni. Inizia così per quattordici infermieri del manicomio di Roma un’esperienza rivoluzionaria. Si trasferiscono con venti pazienti al Padiglione 25, osservano «il non rispetto delle vecchie regole», iniziano un lavoro lento e faticoso di reinserimento progressivo dei degenti nella società e scrivono un diario: un racconto in presa diretta di questa esperienza, da cui emerge con forza che cosa fosse il manicomio «e di cosa fosse fatto il lavoro per smontarlo», come scrive Maria Grazia Giannichedda, nella sua nota introduttiva al testo. Una «prova di liberazione» la definisce Tommaso Losavio nella postfazione: un tassello importante della memoria di quegli anni, un esercizio interessante per il presente, nonostante l’esito tragico e la violenza dei rapporti di potere, che vedrà i giovani infermieri lasciati completamente soli e ostacolati da un'istituzione interessata solo al fallimento dell’esperienza. Una vicenda esemplare per riflettere sulla condizione attuale di trattamentoe di cura del disagio psichico. A cura di Claudia Demichelis, il libro è accompagnato dal film documentario Padiglione 25, il diario degli infermieri, per la regia di Massimiliano Carboni. La voce di Giorgio Tirabassi guida lo spettatore nella lettura del diario e sono gli stessi infermieri a ripercorrere nelle interviste questa esperienza. Attraverso il contributo delle immagini dell’AAMOD e della Fondazione Franco e Franca Basaglia, l’archivio video degli infermieri stessi e le suggestive animazioni di Annalisa Corsi, il film fotografa un momento di passaggio importante nella vita di un’Italia che in quegli anni cominciava a liberarsi dai manicomi. Con il film documentario «Padiglione 25, il diario degli infermieri» Regia di Massimiliano Carboni
  • Per non tornare al buio, a quegli anni oscuri in cui le donne erano costrette ad abortire in clandestinità. Ripensare l’obiezione di coscienza, che in Italia riguarda oggi oltre il settanta per cento dei medici, attraverso un dialogo fra ginecologi, obiettori e non obiettori, mettendo fine allo scontro ideologico su questo tema. Un libro di ascolto, nel quale la politica non sale in cattedra, e i medici, per la prima volta, con grande sincerità, raccontano le loro esperienze professionali e umane, e tutti, indistintamente, formulano proposte concrete, partendo da una premessa comune: tutelare la salute delle donne innanzitutto. Due diritti a confronto: quello delle donne a vedere applicata la legge e quello dei medici a esprimere l’obiezione di coscienza, quando seria e motivata. Il volume è anche il racconto, per le generazioni più giovani, del percorso straordinario di impegno civile, di mobilitazione delle donne che ha portato all’approvazione della legge n. 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Una memoria storica, un passaggio di testimone, per evitare di vanificare una legge che si propone di salvaguardare la salute e l’autodeterminazione delle donne, di prevenire l’aborto, di valorizzare i consultori familiari. Con la convinzione che, per affrontare il problema etico e morale dell’aborto, bisogna avere il coraggio di pensare a una società materna e a una politica materna. Per costruire una società libera dall’aborto.
  • La ricerca di Montali si avvale delle fonti ufficiali: libri, giornali, interviste, dichiarazioni pubbliche, testimonianze, e dei documenti interni, custoditi nell’Archivio storico della Cgil. Si inserisce in una serie di iniziative editoriali della Cgil, mostre, convegni che testimoniano l’attenzione e l’affetto della Confederazione per Luciano Lama. Potrebbe persino sembrare normale, visto il ruolo di segretario generale, la sua lunga militanza. Vorremo rendere evidente, invece, l’attualità del suo pensiero e delle sue scelte. Per questo abbiamo voluto ricordare quel periodo e quelle battaglie: pensiamo possano dire qualcosa anche oggi... Lama diventa segretario generale in una fase di avanzamento e rafforzamento sindacale nei luoghi di lavoro. Cambiano i rapporti di forza, e i nuovi strumenti di democrazia e contrattazione nei luoghi di lavoro, figli di un ciclo lungo e fortunato di lotte sindacali unitarie e dello Statuto dei lavoratori, sanciscono nuovi equilibri nel conflitto tra capitale e lavoro, conferendo al sindacato un potere significativo. Lama si batte per usarlo tutto quel potere, dentro e fuori dei luoghi di lavoro, per avviare una fase di riforme e investimenti: per cambiare, in meglio, il paese... Questa ostinata ricerca di una cornice generale, confederale, alle iniziative sindacali è la cifra del sindacato italiano: di un sindacato confederale, aperto, non corporativo, unitario, attento ai cambiamenti europei e a quel che succede nel mondo... Dalla prefazione di Susanna Camusso
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