• Il volume raccoglie cinque lezioni magistrali tenute dagli autori, tra il 2006 e il 2013, su invito del Centro per la riforma dello Stato nel giorno natale di Ingrao. Gli argomenti trattati riguardano temi e questioni che illuminano aspetti interessanti ed attuali della complessa figura e dell’opera di Ingrao, affrontati nel più ampio orizzonte della cultura e delle vicende di mezzo secolo. Mentre Camilleri e Olivetti approfondiscono tratti eminenti della personalità di Ingrao – Camilleri il suo ricorso al dubbio come metodo, Olivetti gli anni della sua formazione e la rilevanza della sua ricerca poetica – Sanguineti si interroga su «Come si diventa materialisti storici», Barcellona riflette su «L’epoca del postumano» e Tronti svolge una intensa meditazione su «Persona e politica». Il libro, nella variazione delle voci diverse e nello spirito d’una appassionata apertura intellettuale, contribuisce a precisare e indicare situazioni e problemi che assumono consistente rilevanza nel contesto dell’attuale dibattito politico e culturale.
  • Il volume presenta i risultati delle ricerche svolte nell’ambito di un più ampio progetto che la Fondazione Lelio e Lisli Basso - ISSOCO ha realizzato con la Comissão de Anistia del Ministero della Giustizia del Brasile e in collaborazione con l’Università federale del Paraíba (UFPB). Collegato al lavoro delle Commissioni di Verità, costituitesi in Brasile e in altri paesi dell’America Latina, il progetto ha inteso offrire un contributo al percorso della giustizia di transizione, volto ad accertare e a rendere pubbliche le violazioni dei diritti umani perpetrate negli anni dei regimi repressivi. Proprio uno degli obiettivi che si propose Lelio Basso quando, all’inizio degli anni settanta, elaborò, istruì e diede vita al Tribunale Russell II sulla repressione in Brasile, Cile e America Latina il cui Fondo archivistico rappresenta, nell’ambito del progetto, il corpus principale della documentazione trattata e delle fonti utilizzate per le ricerche. La Fondazione Basso, ente morale dal 1974, offre un servizio continuativo con l’apertura della biblioteca e dell’archivio storico (consultabili anche online). La Biblioteca (circa 100.000 volumi e 5.000 testate di periodici) possiede fondi molto rari, a partire dal XVI secolo, sulla storia della democrazia e dei movimenti di massa in Europa, oltre a un importante fondo sull’America Latina, l’Africa e l’Asia. L’archivio storico, accanto ai fondi novecenteschi, conserva manoscritti e documenti sin dall’epoca della Rivoluzione francese. L’intensa attività scientifica e culturale si articola in ricerche, corsi di formazione, seminari, convegni, pubblicazioni e mostre, nei settori della ricerca storica, della cultura delle fonti, della teoria politica e del diritto. Contributi di: Davide Conti, Simona Fraudatario, Lúcia de Fátima Guerra Ferreira, Paulo Giovani Antonino. Nunes, Enrico Pugliese.
  • Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014 Quali sono le dinamiche dei mercati finanziari? Che vogliono dire default e spread ? E, soprattutto, quali rischi comportano gli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati…) che ci vengono proposti? Comprendere i concetti base della finanza ed entrare nei suoi meccanismi essenziali è il primo passo per prendere decisioni consapevoli quando ci troviamo di fronte a scelte che coinvolgono le nostre esi genze finanziarie, come la gestione dei nostri risparmi, il cui risultato è incerto e si rivelerà soltanto a posteriori. Spesso trascurati, i rischi finanziari hanno invece avuto negli ultimi anni un impatto devastante sui redditi individuali e sui bilanci degli Stati. È importante quindi disporre di un bagaglio minimo di conoscenze per affrontare la complessità dei diversi prodotti finanziari. L’obiettivo di questo volume è offrire, anche ai lettori digiuni di nozioni economiche, un’introduzione ai concetti chiave del funzionamento degli strumenti di base e dell’universo della finanza.
  • La governance

    12.00 
    Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Editoria Universitaria 2016 Dalla governance globale a quella dell’università, dal la governance d’impresa alla governance dei servizi pubblici, il dibattito politico è ormai segnato dal persistente riferimento a un oggetto oscuro e sfuggente che lascia nell’ombra il «chi» governa «cosa» e «come». Quando si usa la parola governance, sembra si voglia intendere che le cose devono governarsi da sé, magari per favorire un processo di riduzione del ruolo dello Stato e del peso della dimensione pubblica. In questo libro sono tratteggiate le caratteristiche di un «discorso politico» che non solo descrive alcune importanti trasformazioni della forma dello Stato e della relazione tra pubblico e privato, ma propone modalità nuove di governo e di autogoverno delle comunità umane. Collocata nell’odierno dibattito intorno al rapporto tra politica ed economia, la governance che emerge dai documenti istituzionali internazionali svela il volto oscuro di un inedito primato dell’economia sulla politica.
  • La ricerca da cui il volume trae origine ha documentato le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti stranieri nell’agricoltura meridionale non solo facendo luce sulle situazioni più gravi ma mostrando anche come interi segmenti dell’agricoltura ricca del Mezzogiorno (sono pochi gli immigrati che lavorano nell’agricoltura marginale appenninica) si fondino in modo strutturale sul lavoro sfruttato dei braccianti stranieri. Nel volume viene anche indagata la vita quotidiana dei lavoratori immigrati nelle baraccopoli che nascono durante i periodi delle grandi raccolte cercando di mostrare come in queste «comunità stagionali» si ricreino spazi di convivenza comunitaria in condizioni di vita estreme dove, nonostante tutto, resistono legami di solidarietà umana e di mutuo aiuto. Contributi di Elena De Filippo, Daniele De Stefano, Federica Dolente, Andrea Morniroli, Luca Oliviero, Lucio Pisacane, Enrico Pugliese.
  • Il bilancio sociale è lo strumento attraverso il quale le imprese danno conto agli stakeholder del livello della loro responsabilità sociale. Per molti è un documento che risponde a una necessità di comunicazione e punta a costruire una buona immagine dell’azienda, per altri serve a migliorare la gestione interna rendendola più consapevole e trasparente intorno alle finalità da raggiungere, per altri ancora è un modo per misurare la coerenza del proprio operato rispetto alla mission che ci si è data. Il sindacato, stakeholder che rappresenta alcuni tra i destinatari principali della rendicontazione sociale (i dipendenti dell’impresa ma anche la comunità più in generale), dopo una fase di iniziale cautela sull’argomento, ha scoperto tutte le potenzialità del bilancio sociale e moltiplicato le occasioni di studio e discussione. Il testo – più volte citato nella letteratura delle discipline economico-aziendali italiane ed utilizzato in diverse università e corsi formativi – illustra i concetti fondamentali della responsabilità sociale e dell’accountability, approfondisce la teoria degli stakeholder, ricapitola i passaggi essenziali della storia del bilancio sociale, in particolare in Italia dove nell’ultimo decennio ha conosciuto un positivo e forse inatteso sviluppo. E suggerisce come il sindacato possa farne un uso corretto, sia per arricchire i contenuti della propria contrattazione sia per rendicontare ai propri stakeholder (gli iscritti e tutti i lavoratori) la propria missione, gli obiettivi assegnati, l’attività realizzata, i risultati raggiunti.
  • Popolo, Stato, Partito, Lavoro, Crisi. Parole antiche, cariche di storia, e tuttavia ancora presenti. Nella politica di oggi stravolte, malintese, contestate, sofferte. Ripensarle in fila, una dietro l’altra, può essere utile per capire e per agire. Di questo si parla, in questo libro. E poi sinistra: parola, anch’essa, antica, ma non tanto, non troppo, rispetto alle altre. E forse per questo più consumata. Su di essa precipita oggi tutto il discorso politico. Sinistra, da rivisitare, da rideclinare, insomma da mettere a punto: soprattutto da porre a confronto con le grandi trasformazioni recenti: economico-finanziarie, sociali, politiche, antropologiche. Resiste il nome all’urto? Per la critica del presente, la sinistra è necessaria. Ma è sufficiente? Ecco il problema.
  • Alla storia politica di Prato tra anni Dieci e anni Quaranta si sommano altre storie ugualmente significative, a partire dalle vicende sindacali del territorio. Il libro, infatti, ricostruisce in modo puntuale il delicato ruolo di rappresentanza e di tutela del mondo del lavoro esercitato dalle Leghe di resistenza e dalla Camera del Lavoro attraverso lo sviluppo della contrattazione collettiva e di una rete di servizi organizzata... Dalle proteste contro la guerra di Libia alla conquista delle otto ore nel dopoguerra, dallo sviluppo delle prime leghe «bianche» all’affermazione del sindacalismo fascista, Di Sabato ripercorre eventi complessi, ricostruisce i momenti salienti di confronto e di conflitto non solo tra avversari, ma anche all’interno degli stessi raggruppamenti, contribuendo in modo rilevante ad arricchire la conoscenza della dimensione locale e sociale sia del regime fascista che dell’universo antifascista. Accanto alla storia del movimento operaio e sindacale, molto interessante è anche la storia economica del territorio e in particolare la sua vicenda industriale, che fece di Prato una delle «capitali» italiane dell’industria tessile già dall’Ottocento e che, proprio a partire dalla Grande guerra (dalla necessità, cioè, di produrre tessuti e vestiario nelle fabbriche «ausiliarie» dell’esercito all’interno del meccanismo della Mobilitazione Industriale), ricevette nuova linfa per un’ulteriore crescita e per un effettivo consolidamento… La guerra, e in particolare quella guerra così drammatica, che fece milioni e milioni di morti, feriti, mutilati e invalidi, che raggiunse tutte le case e toccò tutte le famiglie, che mostrò dunque un volto «totale»… introdusse una dose massiccia di violenza, che penetrò a tal punto nella società da arroventare in modo irreparabile la contesa politica del dopoguerra. Di tale avvitamento letale, il fascismo rappresentò certamente l’esempio più disumano… Dalla prefazione di Susanna Camusso guarda l'intervista all'autore http://www.youtube.com/watch?v=3ea4QnNq0do&feature=youtu.be
  • Il sovraffollamento carcerario è «strutturale e sistemico»: lo attesta la Corte EDU con la sentenza Torreggiani c. Italia del gennaio 2013, chiamando tutti i poteri statali (Capo dello Stato, Parlamento, giudici, amministrazione penitenziaria, Corte costituzionale) a risolverlo. Il rischio è che questa prepotente urgenza releghi in un cono d’ombra altri momenti critici della pena e della sua esecuzione. Come un riflettore, il volume illumina a giorno alcune di queste zone buie: la pena nascosta negli ospedali psichiatrici giudiziari; la pena estrema del carcere duro ex art. 41-bis; la pena insensata se la sua esecuzione è solo inumana retribuzione e non l’occasione per una giustizia riparativa; i muri della pena che segnano lo spazio di una vita prigioniera. Il volume nasce dal ciclo di incontri – svolti a Ferrara nell’autunno 2012 per iniziativa del dottorato di Diritto costituzionale dell’Ateneo estense – dedicati alla discussione critica delle tesi di alcuni volumi: Matti in libertà (di M.A. Farina Coscioni, Editori Internazionali Riuniti, 2011); Ricatto allo Stato (di S. Ardita, Sperling & Kupfer, 2011); Il perdono responsabile (di G. Colombo, Ponte alle Grazie, 2011); Il corpo e lo spazio della pena (a cura di S. Anastasia, F. Corleone, L. Zevi, Ediesse, 2011). Ne esce una riflessione unitaria sui tanti volti della pena e i suoi altrettanti mascheramenti. Volti disegnati dall’urbanistica penitenziaria o dall’idea controversa di una riconciliazione tra reo e vittima. Maschere, come l’internamento del «reo folle» e la «tortura democratica» del detenuto in 41-bis, che il formalismo giuridico non annovera tra le pene (così privandole delle relative garanzie). In Appendice, il testo di un atto di promovimento «pilota» alla Corte costituzionale contro la pena dell’ergastolo, posto nella disponibilità di giudici e avvocati convinti dell’illegittimità del fine pena mai.
  • L’evasione spiegata a un evasore (e all’evasore dentro di noi) è un dialogo tra un piccolo evasore fiscale e un tributarista. Alla base è l’idea di discutere il problema dell’evasione fiscale affrontando i principali argomenti – morali, politici ed economici – ai quali, di solito, si ricorre per giustificare il mancato pagamento delle tasse, il rifiuto di rilasciare una ricevuta o uno scontrino. Il dialogo non è solo il confronto tra due differenti punti di vista ma si spinge oltre. Dalla discussione nasce infatti una proposta, nascono le soluzioni che potrebbero essere adottate per voltare pagina e costruire tra i cittadini un nuovo patto di lealtà fiscale per il bene comune. Soluzioni ricavate dall’analisi dei tentativi fatti per sconfiggere il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia e per restituire fiducia ai cittadini sulla possibilità di costruire un sistema fiscale equo, semplice e non invasivo. Soluzioni che partono dalle politiche fiscali adottate in altri Paesi, dove il livello dell’evasione, anche se non azzerato, è notevolmente ridotto rispetto a quello italiano.
  • Il volume propone una selezione di vignette tratte dal periodico del la Cgil «Lavoro» dal 1949 al 1955, in gran parte pubblicate nella rubrica satirico-umoristica «Tra l’incudine e il martello». Dall’antologia, attraverso una chiave di lettura satirico-iconografica, emerge una rappresentazione a tratti inedita del difficile percorso di ricostruzione prima e sviluppo poi del Paese, veicolata da una rivista che si impone nel panorama editoriale di quegli anni per lo sguardo innovativo con cui affronta le tematiche legate al lavoro. È una storia narrata dal «basso», da militanti e attivisti sindacali spesso autori delle vignette, ma anche una forma di comunicazione politica e diretta in cui, come sottolinea Michele Serra nella prefazione, «non c’è tempo né spazio per il dubbio. Ci sono i buoni e ci sono i cattivi, ci sono gli sfruttati e gli sfruttatori. C’è la Dc che è il partito dei padroni, ovviamente foraggiato dall’imperialismo americano. Ci sono i crumiri, il sindacato giallo, i cento espedienti (che vanno dai manganelli di Scelba a svariate leggi truffaldine) messi in campo per fermare l’irresistibile ascesa del movimento operaio». Il volume, che si vale di due saggi introduttivi delle autrici sull’evoluzione storica della satira di «Lavoro», si chiude con una ricca appendice fotografica.
  • Oltre la crisi

    12.00 
    Le Piccole e Medie Imprese (PMI) rappresentano una delle componenti salienti del modello italiano di produzione e di specializzazione e una risorsa fondamentale in termini di capacità imprenditoriali diffuse. Negli ultimi anni, come illustrato in questo volume, stanno tentando attraverso la leva dell’innovazione di processo, di prodotto e di qualificazione del capitale umano di sperimentare un nuovo modello di sviluppo sostenibile, sia per far fronte alla crisi in corso, sia per contenere i limiti strutturali che talvolta ne riducono la capacità di mutare le strategie, di internazionalizzarsi e in generale di fronteggiare le pressioni competitive. Il Fondo Formazione PMI, costituito da Confapi, CGIL, CISL, UIL, negli ultimi anni sta promuovendo l’utilizzo della formazione continua per i lavoratori delle Piccole e Medie Imprese come una misura per uscire dalla crisi. Nel volume viene fornito un primo spaccato sulla durata, sui contenuti e sui target delle attività formative finanziate nel biennio 2010-2011, per sostenere imprese e lavoratori in percorsi di riqualificazione e aggiornamento all’interno di processi più ampi di innovazione finalizzati alla crescita produttiva e di settore. Già in questo volume, vengono ricostruiti tre canali principali di interazione: il livello aziendale, le costruzioni bilaterali e la regolazione territoriale. Il primo è intrinseco alla scelta della cosiddetta «via alta alla flessibilità» attraverso la promozione di organizzazioni flessibili ad alta performance, che presentano una forte complementarità fra innovazioni tecnologiche, specie nelle ICT, innovazioni organizzative e relazioni industriali partecipative. Nello stesso tempo, l’altro canale, le costruzioni bilaterali, ha assunto un forte ruolo promozionale nel consolidamento delle piccole e piccolissime imprese, rafforzandone i sistemi di welfare, implementando in forme nuove la sicurezza sul lavoro e la formazione continua grazie all’integrazione con i Fondi interprofessionali, supportando la crescita e l’innovazione aziendale. Il terzo canale è dato dall’interazione fra servizi specialistici offerti alle aziende e relazioni industriali di tipo partecipativo su scala territoriale, due aspetti che possono funzionare insieme per la creazione di un ambiente produttivo propenso all’innovazione.