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Quale sinistra dopo la sconfitta?
12.00
€
La sinistra deve con coraggio indagare a fondo la realtà e anche se stessa. Oltre la contingenza stucchevole di un’effimera citazione sui media, deve costruire risposte alternative a quelle delle classi dominanti e avere un suo progetto di società. Questi temi sono stati al centro di una riflessione che l’Ars (l’Associazione per il rinnovamento della sinistra) ha sviluppato nel corso dell’Assemblea “Quale sinistra dopo la sconfitta”, che si è tenuta il 14 giugno del 2013. Il volume riproduce il dibattito che si è svolto in quella sede, insieme ai materiali preparatori. La domanda a cui i vari interlocutori hanno cercato di dare risposte è ineludibile: come uscire dall’afasia, dalla crisi di idee e prospettive della sinistra italiana. Come scrive Alfiero Grandi nell’introduzione al libro, “l’Associazione per il rinnovamento della sinistra ha sempre cercato di superare i limiti di una discussione reticente e schematica sugli errori della sinistra. Troppo soggettivismo nell’attribuire le sconfitte ai soli gruppi dirigenti della sinistra, che pure di errori ne hanno fatti tanti. Troppo consolatorio contrapporre la “base”, che avrebbe in sé le risorse per reagire al meglio, ai vertici politici, talvolta anche sindacali, considerati incapaci di affrontare le situazioni. L’Ars ha cercato le ragioni degli errori e delle sconfitte più a fondo, in particolare nella debolezza dei fondamenti politici, sia nell’analisi che nelle proposte, con riflessioni dure, forse aspre, ma sempre con lo scopo di contribuire a capire, ad approfondire e per aiutare un lavoro di lunga lena che non si accontenta né di individuare i presunti colpevoli, né della ricerca della palingenesi risolutiva”.
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Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia
14.00
€
Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione – condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni –, l’Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l’Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe ed i contenuti delle conquiste legislative dall’inizio della Repubblica alla conclusione dell’ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l’assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le «madri della nostra Repubblica», le donne elette nell’Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2012, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro si conclude con una rassegna delle tappe e dei provvedimenti più significativi adottati dall’Unione Europea.
Le autrici
Daniela Carlà, Tiziana Casareggio, Eleonora Cicconi, Marina Costa, Silvia Costa, Paola Gaiotti De Biase, Vanda Giuliano, Donata Gottardi, Rosa Jervolino Russo, Grazia Labate, Marisa Malagoli Togliatti, Claudia Mancina, Francesca Marinaro, Elena Marinucci, Vaifra Palanca, Rita Palanza, Daniela Piccione, Francesca Russo, Alessandra Tazza, Livia Turco.
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Gianni Garofalo
20.00
€
A due anni dalla scomparsa del compianto professor Mario Giovanni Garofalo, il volume si propone di ricordarlo nella sua duplice veste di attento e puntuale studioso di diritto del lavoro e di appassionato militante della CGIL, attraverso una raccolta di accorati ricordi di dirigenti sindacali e una selezione di suoi saggi che ne ripercorre il pensiero e la riflessione su alcuni importanti temi della materia. La prima parte del volume si compone di una serie di testimonianze e memorie, scritte da coloro che hanno lavorato a stretto contatto con Garofalo, condividendone il lavoro nel sindacato, o che ne hanno, comunque, conosciuto e apprezzato il grande impegno politico-sindacale unito alle sue indiscusse qualità di raffinato giurista del lavoro. La seconda parte offre, quindi, una rassegna di saggi selezionati tra i suoi innumerevoli scritti, pubblicati nell’arco della sua lunga carriera di studioso, su nevralgiche e ancora dibattute questioni di diritto del lavoro, tra cui la rappresentanza sindacale, la contrattazione collettiva e lo sciopero. Nonostante il trascorrere del tempo, le riflessioni riportate conservano attualità e valore scientifico e politico, a riprova della stra ordinaria capacità del professor Garofalo di osservare e comprendere il mondo del lavoro, individuarne i problemi e preconizzarne i futuri scenari.
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La prigione degli stranieri
14.00
€
Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014
Il libro affronta un aspetto poco indagato del fenomeno migratorio: la gestione e il funzionamento, in Italia e in Europa, dei Centri di detenzione amministrativa per migranti irregolari in attesa di espulsione. Vengono presentate le motivazioni originarie dell’istituzione dei Centri di trattenimento per stranieri come strumento di contrasto all’immigrazione irregolare, facendo riferimento alle politiche migratorie europee, nonché al dibattito creatosi intorno agli accordi di Schengen e al rapporto tra libertà e sicurezza nella costruzione dell’Unione Europea. Le ragioni della creazione dei Centri e il loro scopo sono sostanzialmente comuni ai diversi Stati europei, ma le modalità di realizzazione e di organizzazione sono specifiche di ogni contesto nazionale. L’analisi si concentra poi sul caso italiano per cogliere le caratteristiche strutturali del complesso dei CIE, soffermandosi sulle modalità del loro funzionamento, sulle condizioni di vivibilità interne, sulle principali criticità del fenomeno e sull’efficacia dello strumento di detenzione amministrativa a fini espulsivi. Su questi aspetti si procede ad una comparazione con alcuni paesi europei, in particolare la Francia e la Gran Bretagna. Il libro si chiude affrontando la questione dell’utilità dei Centri nel rendere effettiva la politica che ha portato alla loro istituzione. Ci si chiede cioè se servano davvero a disincentivare gli stranieri irregolari dal permanere sul territorio nazionale, se, in termini di costi economici e umani, convengano allo Stato e se esistano alternative al loro utilizzo.
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Le eresie medievali
12.00
€
Vincitore del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014
La repressione dell’alterità religiosa ha accompagnato molta parte della nostra storia. L’avversione verso quanti hanno imboccato itinerari di fede diversi da quelli del gruppo maggioritario ha generato operazioni di censura, violente persecuzioni, guer re sanguinose. Questo libro offre uno sguardo d’insieme sulla storia delle eresie nell’Occidente medievale, lungo l’arco dei cinque secoli che seguirono l’anno 1000. Gli itinerari religiosi dei cosiddetti eretici e dei maggiori gruppi considerati ereticali vengono posti in relazione con lo sviluppo delle istituzioni preposte alla loro repressione, nel periodo compreso tra la riforma gregoriana e i primi processi per stregoneria nell’età moderna. «Eresie» ed «eretici» si profilano come categorie dai numerosi significati, entro le quali le autorità ecclesiastiche facevano confluire spinte ascetiche e rigoriste, proposte di radicalismo evangelico, espressioni di religiosità popolare non conforme o dissidente, ma soprattutto percorsi critici e manifestazioni di disobbedienza al papa e alla Chiesa di Roma.
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Genere e responsabilità sociale di impresa
13.00
€
La strada del rilancio sociale ed economico, come dimostra anche la rinnovata filosofia di intervento della prossima programmazione comunitaria 2014-2020, passa attraverso l’attivazione delle risorse esistenti: umane, sociali, territoriali. Una delle strade da percorrere è quella tracciata dal Piano d’azione sulla Responsabilità sociale di impresa, dove si individuano le variabili strategiche di sviluppo, tra le quali il «genere» è forse la più significativa. Infatti, è attraverso la promozione di azioni mirate alle pari opportunità tra uomini e donne da parte delle aziende nei territori di riferimento che si possono misurare il grado e l’intensità della coesione sociale, le caratteristiche del modello di sviluppo disegnato e soprattutto la capacità di superamento dei vincoli che, a livello locale, incidono sulla piena e completa parità tra i sessi nei contesti lavorativi e sociali. D’altro canto è proprio attraverso una maggiore attivazione delle risorse femminili sia esterne che interne ai mercati di lavoro che si può imboccare la strada della crescita sociale ed economica. Le autrici del testo riflettono sulla necessità di analizzare a livello empirico le buone prassi esistenti e, a partire da esse, di tracciare linee guida utili a chi intende avviare, riconoscere e valorizzare le azioni, interne ed esterne all’impresa, che mirano al miglioramento del benessere organizzativo.
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Dove vanno le primavere arabe?
12.00
€
Sospese tra rivoluzione e controrivoluzione, da dove vengono e, soprattutto, dove vanno le "primavere arabe"? Un libro indispensabile per capire perché Nord Africa e Medio Oriente rischiano di diventare l'epicentro di un nuovo conflitto globale, di una guerra civile internazionale, di drammatici scontri confessionali. A distanza di più di due anni dall’esplosione delle rivolte, gli autori del volume (giornalisti, giuristi, storici, filosofi) propongono un bilancio aperto e problematico dei sommovimenti in corso, interrogandosi sulle straordinarie sfide che le rivoluzioni scoppiate dall’altra parte del Mediterraneo pongono non solo all’Europa ma anche all’islamismo politico. Assai inquietanti appaiono gli ultimi sviluppi della situazione egiziana: il colpo di stato ‘popolare’ contro il Presidente democraticamente eletto Morsi ha rotto il fragile compromesso che aveva finora retto la transizione. Nel frattempo dalla Siria, dove si intensifica il supporto logistico di armi e di combattenti Hezbollah, il conflitto si sta estendendo anche al Libano. E anche le piazze e le strade della Turchia sono investite da rivolte che sembrano metterne in discussione il ruolo di potenza regionale emergente e l’immagine di modello vincente di conciliazione tra Islam e democrazia. I contributi raccolti nel volume rappresentano un indispensabile strumento di analisi per comprendere cosa sta accadendo e per conoscere meglio quei popoli che vivono dall’altra parte del Mediterraneo e dei quali spesso ignoriamo totalmente la storia. Il libro inaugura una nuova collana, DOXXI Domande per il ventunesimo secolo, diretta di Antonio Cantaro, nata con l’obiettivo di riscoprire la freschezza del pensare per domande semplici, essenziali, dirette. Una collana per capire “come va il mondo” e per interrogare le grandi sfide del nostro tempo. Contributi di: Luigi Alfieri, Francisco Balaguer Callejòn, Antonio Cantaro, Carola Cerami, Massimiliano Cricco, Leila El Houssi, Maria Eleonora Guasconi, Federico Losurdo, Anna Maria Medici, Azzurra Meringolo, Alessia Melcangi, Stefano Rizzo, Ciro Sbailò, Massimiliano Trentin.
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Morire di non lavoro
10.00
€
«Volevo scrivere un libro sugli ultimi, su quelli che sono diventati gli ultimi con questa crisi e non ce la fanno più; oppure vanno avanti, inventandosi strategie di sopravvivenza. Volevo osservare, raccontare, non dare risposte, parlare di condizioni concrete, di donne e uomini concreti, provare a individuare alcune suggestioni. Volevo fare una denuncia delle classi dirigenti e di questa politica che non si occupa delle persone. Lo so, è qualcosa che mi riguarda, molto. È stata la mia personale strategia per resistere, fino a qui». Con queste parole, l’autrice introduce un punto di vista differente sulla crisi economica, quello delle persone che ne sono colpite, denunciando le politiche di rigore dell’Unione Europea che strangolano le economie dei paesi e peggiorano le condizioni di vita dei cittadini, minandone la salute psico-fisica. L’indagine sulla percezione soggettiva della crisi, proposta attraverso la tecnica del focus group, è applicata alle situazioni italiana e spagnola/catalana, permettendone una lettura comparata, da cui emergono similitudini, peculiarità e differenze di comportamento rispetto a politiche che producono sofferenza e umiliazione nelle popolazioni, incontrando rabbia nelle piazze e disperazione nell’isolamento. Fino al suicidio, come risposta individuale che si fa collettiva e riempie di sé la cronaca degli ultimi anni. Mentre si strutturano strategie singole e di gruppo messe in atto dalle persone per resistere.
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Tempo di beni comuni
25.00
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Ogni idea importante è come un nucleo: attrae e irradia, cattura e influenza, concentra e mette in circolo. Il caso dei beni comuni non fa eccezione. Da tempo, il dibattito che li riguarda offre un panorama che colpisce per l’ampiezza e la varietà dei motivi (degli orientamenti, degli interessi, dei punti di vista) che in esso vengono a convergere. E testimonia anche che le linee di forza che partono dal nucleo di ogni idea importante abbracciano campi diversi, è impossibile tenerle confinate all’interno di una singola materia. Questo libro intende restituire il senso di una discussione aperta, a più voci, interdisciplinare. La nozione di beni comuni cattura «cose» assai diverse, per quanto collegate, a partire dalle problematiche ambientali. Ma il raggio d’azione del concetto include molto altro, con una potenzialità critica che, risalendo ai fondamenti filosofici dell’individualismo proprietario e privatistico neoliberista ed interrogandosi sul significato attuale della «comunanza», giunge ad attraversare il campo dei fatti legati alla cultura e al sapere, la polarità associata al momento del «globale» e a quello del «locale», le tensioni della coppia «reale» e «virtuale» e così via. La presenza in questo libro di vari assi può aiutare il lettore a costruirsi una «fenomenologia» dei beni che attualmente si dicono «comuni». E a cogliere, nella molteplicità dei loro contenuti e dei modi nei quali si presentano, un duplice motivo di interesse. I beni comuni come emergenze storiche. I beni comuni come opportunità, non meno che problemi, in quanto la riflessione intorno ad essi fa emergere inediti obiettivi di sviluppo umano.
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L’autunno caldo
12.00
€
Il ’69 operaio, celebrato come episodio minore e erroneamente separato dal ’68 studentesco, non fu affatto, come si pensa comunemente, un evento solo italiano. Dal 1968 al 1973 un’ondata di scioperi e di proteste operaie scosse vari paesi del mondo: dall’Occidente all’America latina, ai paesi dell’Est. Quelle lotte erano il risultato di un comune processo di industrializzazione che si era affermato nei vari paesi dopo la seconda guerra mondiale, ed ebbero per protagonista una classe operaia che si era rinnovata nella sua composizione. Tale mutamento strutturale portò con sé anche un cambiamento della coscienza della classe e delle rivendicazioni nuove per le quali lottare. Erano idee e propositi che non calavano dal cielo, ma sorgevano dal vivo dell’esperienza lavorativa e sociale in senso lato. Nuove forme di organizzazione e di lotta si affermarono, sovente in contrasto critico con quelle tradizionali del movimento operaio. Non mancarono momenti di contrasto, di discussione e di confronto in un mondo che si pensava avesse ancora una prospettiva.
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Speranze violate
18.00
€
Oggetto del presente volume, in lingua italiana e inglese, è il lavoro gravemente sfruttato e altre attività svolte in condizione forzosa e coatta che coinvolgono cittadini delle comunità nigeriane residenti in Italia. Il volume non prende in considerazione lo sfruttamento sessuale, poiché su tale fenomeno sono state realizzate molte più indagini e il quadro generale è più conosciuto. Il punto di vista prescelto per l’analisi ha tenuto in considerazione tre aspetti principali. Il primo riguarda le differenze intercorrenti tra l’Italia e la Nigeria in generale e le forme che in entrambi i paesi assume il fenomeno del grave sfruttamento lavorativo in ragione del fatto che sono diverse le normative che regolano il lavoro nell’uno e nell’altro paese, come sono diverse le procedure di tutela e di previdenza sociale, nonché gli istituti ispettivi competenti per il monitoraggio delle condizioni di lavoro e le modalità di compensazione quando vengono violati i diritti delle persone nella loro qualità di lavoratori. Il secondo riguarda la diversa ampiezza della domanda e dell’offerta di lavoro sommerso in Italia e in Nigeria, dove l’economia sommersa ha un peso stimato dell’80%. Cosicché quando i lavoratori nigeriani arrivano in Italia e si collocano – o vengono collocati – nelle fasce produttive che configurano l’economia sommersa (anche nelle forme più precarie e indecenti), non fanno che passare da un lavoro informale all’altro, non comprendendo, generalmente, almeno nelle fasi iniziali, le eventuali differenze e dunque le possibilità di considerarsi come titolari di diritti. Il terzo aspetto, infine, riguarda la capacità di intercettare, nell’uno e nell’altro paese, il segmento di lavoro para-schiavistico e gravemente sfruttato all’interno del più generale lavoro sommerso. A questo riguardo, accanto a una base normativa comune che consente di considerare le nuove schiavitù come un «crimine contro l’umanità», permangono difficoltà concrete nel definire, all’interno dei diversi paesi (per la specifica storia e cultura, in modo peculiare nelle relazioni umane e nei rapporti di lavoro), la condizione schiavistica e dunque i rapporti di dipendenza. In altre parole non sempre ciò che appare un rapporto schiavistico nel «modello occidentale» è considerato tale nella prospettiva africana, nonostante gli sforzi armonizzanti che le organizzazioni internazionali perseguono ormai da decenni.
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Il nuovo quadro normativo dei Comitati aziendali europei
15.00
€
La presente pubblicazione, realizzata grazie al progetto del Segretariato per l’Europa della CGIL «Micro - Managing Information and Consultation Rights Opportunities» sostenuto dalla Commissione Europea, rappresenta una guida utile per l’esame e la conoscenza delle funzioni dei Comitati aziendali europei, soprattutto dopo l’adozione della Direttiva «di rifusione» n. 2009/38 riguardante l’istituzione di un Comitato aziendale europeo, da poco recepita negli ordinamenti nazionali. Nel volume vengono infatti analizzate le opportunità offerte dalla nuova normativa, condizione indispensabile per una partecipazione attiva dei lavoratori e dei loro rappresentanti impiegati nelle imprese multinazionali europee. Dalle sessioni di lavoro del progetto, dalle testimonianze dei delegati che vi hanno partecipato attivamente, viene altresì la conferma che i Comitati aziendali europei sono divenuti nel corso degli anni uno strumento essenziale del confronto con le imprese e i gruppi di imprese transnazionali e che essi, in un contesto di globalizzazione crescente e di fronte alla crisi economica globale, devono essere sempre più coinvolti nell’anticipazione del cambiamento nelle imprese, al fine di prevenire o limitare le negative conseguenze dei processi di ristrutturazione.
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