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Morire di non lavoro
10.00
€
«Volevo scrivere un libro sugli ultimi, su quelli che sono diventati gli ultimi con questa crisi e non ce la fanno più; oppure vanno avanti, inventandosi strategie di sopravvivenza. Volevo osservare, raccontare, non dare risposte, parlare di condizioni concrete, di donne e uomini concreti, provare a individuare alcune suggestioni. Volevo fare una denuncia delle classi dirigenti e di questa politica che non si occupa delle persone. Lo so, è qualcosa che mi riguarda, molto. È stata la mia personale strategia per resistere, fino a qui». Con queste parole, l’autrice introduce un punto di vista differente sulla crisi economica, quello delle persone che ne sono colpite, denunciando le politiche di rigore dell’Unione Europea che strangolano le economie dei paesi e peggiorano le condizioni di vita dei cittadini, minandone la salute psico-fisica. L’indagine sulla percezione soggettiva della crisi, proposta attraverso la tecnica del focus group, è applicata alle situazioni italiana e spagnola/catalana, permettendone una lettura comparata, da cui emergono similitudini, peculiarità e differenze di comportamento rispetto a politiche che producono sofferenza e umiliazione nelle popolazioni, incontrando rabbia nelle piazze e disperazione nell’isolamento. Fino al suicidio, come risposta individuale che si fa collettiva e riempie di sé la cronaca degli ultimi anni. Mentre si strutturano strategie singole e di gruppo messe in atto dalle persone per resistere.
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Tempo di beni comuni
25.00
€
Ogni idea importante è come un nucleo: attrae e irradia, cattura e influenza, concentra e mette in circolo. Il caso dei beni comuni non fa eccezione. Da tempo, il dibattito che li riguarda offre un panorama che colpisce per l’ampiezza e la varietà dei motivi (degli orientamenti, degli interessi, dei punti di vista) che in esso vengono a convergere. E testimonia anche che le linee di forza che partono dal nucleo di ogni idea importante abbracciano campi diversi, è impossibile tenerle confinate all’interno di una singola materia. Questo libro intende restituire il senso di una discussione aperta, a più voci, interdisciplinare. La nozione di beni comuni cattura «cose» assai diverse, per quanto collegate, a partire dalle problematiche ambientali. Ma il raggio d’azione del concetto include molto altro, con una potenzialità critica che, risalendo ai fondamenti filosofici dell’individualismo proprietario e privatistico neoliberista ed interrogandosi sul significato attuale della «comunanza», giunge ad attraversare il campo dei fatti legati alla cultura e al sapere, la polarità associata al momento del «globale» e a quello del «locale», le tensioni della coppia «reale» e «virtuale» e così via. La presenza in questo libro di vari assi può aiutare il lettore a costruirsi una «fenomenologia» dei beni che attualmente si dicono «comuni». E a cogliere, nella molteplicità dei loro contenuti e dei modi nei quali si presentano, un duplice motivo di interesse. I beni comuni come emergenze storiche. I beni comuni come opportunità, non meno che problemi, in quanto la riflessione intorno ad essi fa emergere inediti obiettivi di sviluppo umano.
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L’autunno caldo
12.00
€
Il ’69 operaio, celebrato come episodio minore e erroneamente separato dal ’68 studentesco, non fu affatto, come si pensa comunemente, un evento solo italiano. Dal 1968 al 1973 un’ondata di scioperi e di proteste operaie scosse vari paesi del mondo: dall’Occidente all’America latina, ai paesi dell’Est. Quelle lotte erano il risultato di un comune processo di industrializzazione che si era affermato nei vari paesi dopo la seconda guerra mondiale, ed ebbero per protagonista una classe operaia che si era rinnovata nella sua composizione. Tale mutamento strutturale portò con sé anche un cambiamento della coscienza della classe e delle rivendicazioni nuove per le quali lottare. Erano idee e propositi che non calavano dal cielo, ma sorgevano dal vivo dell’esperienza lavorativa e sociale in senso lato. Nuove forme di organizzazione e di lotta si affermarono, sovente in contrasto critico con quelle tradizionali del movimento operaio. Non mancarono momenti di contrasto, di discussione e di confronto in un mondo che si pensava avesse ancora una prospettiva.
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Speranze violate
18.00
€
Oggetto del presente volume, in lingua italiana e inglese, è il lavoro gravemente sfruttato e altre attività svolte in condizione forzosa e coatta che coinvolgono cittadini delle comunità nigeriane residenti in Italia. Il volume non prende in considerazione lo sfruttamento sessuale, poiché su tale fenomeno sono state realizzate molte più indagini e il quadro generale è più conosciuto. Il punto di vista prescelto per l’analisi ha tenuto in considerazione tre aspetti principali. Il primo riguarda le differenze intercorrenti tra l’Italia e la Nigeria in generale e le forme che in entrambi i paesi assume il fenomeno del grave sfruttamento lavorativo in ragione del fatto che sono diverse le normative che regolano il lavoro nell’uno e nell’altro paese, come sono diverse le procedure di tutela e di previdenza sociale, nonché gli istituti ispettivi competenti per il monitoraggio delle condizioni di lavoro e le modalità di compensazione quando vengono violati i diritti delle persone nella loro qualità di lavoratori. Il secondo riguarda la diversa ampiezza della domanda e dell’offerta di lavoro sommerso in Italia e in Nigeria, dove l’economia sommersa ha un peso stimato dell’80%. Cosicché quando i lavoratori nigeriani arrivano in Italia e si collocano – o vengono collocati – nelle fasce produttive che configurano l’economia sommersa (anche nelle forme più precarie e indecenti), non fanno che passare da un lavoro informale all’altro, non comprendendo, generalmente, almeno nelle fasi iniziali, le eventuali differenze e dunque le possibilità di considerarsi come titolari di diritti. Il terzo aspetto, infine, riguarda la capacità di intercettare, nell’uno e nell’altro paese, il segmento di lavoro para-schiavistico e gravemente sfruttato all’interno del più generale lavoro sommerso. A questo riguardo, accanto a una base normativa comune che consente di considerare le nuove schiavitù come un «crimine contro l’umanità», permangono difficoltà concrete nel definire, all’interno dei diversi paesi (per la specifica storia e cultura, in modo peculiare nelle relazioni umane e nei rapporti di lavoro), la condizione schiavistica e dunque i rapporti di dipendenza. In altre parole non sempre ciò che appare un rapporto schiavistico nel «modello occidentale» è considerato tale nella prospettiva africana, nonostante gli sforzi armonizzanti che le organizzazioni internazionali perseguono ormai da decenni.
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Il nuovo quadro normativo dei Comitati aziendali europei
15.00
€
La presente pubblicazione, realizzata grazie al progetto del Segretariato per l’Europa della CGIL «Micro - Managing Information and Consultation Rights Opportunities» sostenuto dalla Commissione Europea, rappresenta una guida utile per l’esame e la conoscenza delle funzioni dei Comitati aziendali europei, soprattutto dopo l’adozione della Direttiva «di rifusione» n. 2009/38 riguardante l’istituzione di un Comitato aziendale europeo, da poco recepita negli ordinamenti nazionali. Nel volume vengono infatti analizzate le opportunità offerte dalla nuova normativa, condizione indispensabile per una partecipazione attiva dei lavoratori e dei loro rappresentanti impiegati nelle imprese multinazionali europee. Dalle sessioni di lavoro del progetto, dalle testimonianze dei delegati che vi hanno partecipato attivamente, viene altresì la conferma che i Comitati aziendali europei sono divenuti nel corso degli anni uno strumento essenziale del confronto con le imprese e i gruppi di imprese transnazionali e che essi, in un contesto di globalizzazione crescente e di fronte alla crisi economica globale, devono essere sempre più coinvolti nell’anticipazione del cambiamento nelle imprese, al fine di prevenire o limitare le negative conseguenze dei processi di ristrutturazione.
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Formazione continua in Italia e in Europa
10.00
€
I Fondi Interprofessionali svolgono un ruolo fondamentale nella governance della formazione continua, nel favorire la crescita della domanda di formazione non solo in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi. Il testo ripercorre i principali snodi che, in alcuni Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito), hanno costituito la base per la costruzione di un sistema di formazione continua, differenziandosi a seconda di vari fattori, quali: l’assetto istituzionale e la struttura del sistema di istruzione e formazione; l’approccio al mercato, all’organizzazione del lavoro e alle risorse umane; il ruolo e la forza delle organizzazioni di rappresentanza, evidenziando il ruolo delle parti sociali. A partire dai dati riportati nel XIII Rapporto ISFOL sulla formazione continua vengono evidenziati alcuni punti utili per orientare l’attività di contrattazione della formazione, in termini di accesso alla stessa, di definizione dell’idea di sviluppo economico, sociale e professionale che intende contribuire a generare, di superamento delle disuguaglianze sociali. Viene inoltre ripercorso il lavoro svolto dall’Unione Europea nell’incentivare l’impulso alla formazione continua e quello svolto dai sindacati italiani, in particolare la CGIL, nel promuovere progetti tesi a diffondere una cultura della formazione, anche attraverso gli accordi che hanno condotto alla costituzione dei Fondi Interprofessionali. Dal quadro presentato emergono delle linee di indirizzo utili per pianificare interventi volti allo sviluppo dei saperi professionali. Emerge, inoltre, l’urgenza di una riflessione su come, nel riconoscimento degli apprendimenti in esito da percorsi di formazione finanziata, i Fondi Interprofessionali si raccorderanno coi sistemi di certificazione regionali, nazionali ed europei.
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Le storie di un solomondo
10.00
€
Le storie di unsolomondo
è una raccolta di racconti su immigrati in Italia e non solo. L’opera nasce dall’esigenza di dare una voce e un volto all’«altro», allo straniero, per colmare la distanza tra le persone favorendo l’incontro, poiché il pregiudizio e la paura spesso nascono dalla scarsa conoscenza di realtà considerate troppo lontane dalle nostre. I racconti inducono ad una riflessione sul concetto di alterità soprattutto per alcuni esiti inattesi: scoprendo l’esistenza delle paure dell’altro nei nostri confronti la prospettiva può cambiare, e allora l’«altro» non è più lo straniero ma siamo noi.
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Annali Fondazione Di Vittorio 2012
25.00
€
Il volume è dedicato al tema
Lavoro e sindacato nei 150 anni della storia d’Italia
e rappresenta il contributo conclusivo di un lungo ciclo di iniziative, convegni e momenti di approfondimento storico e culturale che la Fondazione Di Vittorio ha voluto dedicare alla riflessione sulla genesi, i caratteri e i nodi irrisolti dello Stato nazionale italiano in occasione dell’anniversario dei centocinquant’anni di Unità del Paese. Nel testo sono raccolte le proposte di ricerca emerse grazie ad un bando di concorso indetto dalla CGIL in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, per promuovere analisi e ricostruzioni che ponessero al centro della riflessione la storia del movimento operaio e sindacale nel lungo periodo della storia nazionale. Il volume propone così una selezione di studi che, attraverso una pluralità di approcci metodologici e nella diversità delle fonti utilizzate, si confrontano sul tema lavoro e sindacato narrandone la centralità che ha rivestito nella storia d’Italia. A partire da un angolo prospettico privilegiato i saggi, attraverso lo studio dell’identità e dei valori costitutivi del sindacalismo confederale e delle sue strutture, sia a livello territoriale che categoriale, si confrontano con la complessa dinamica delle trasformazioni sociali e culturali, oltre che politico-istituzionali, che hanno attraversato l’intera storia nazionale. Al centro del volume, inoltre, troviamo la pluralità delle culture sindacali e dei mondi operai che emergono sia dal tessuto organizzativo e associazionistico del movimento di rappresentanza dei lavoratori sia dalle biografie dei suoi militanti, attivisti e dirigenti, oltre che dal confronto con la dimensione internazionale.
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La discorde amicizia
13.00
€
Il libro raccoglie uno scambio epistolare tra Fausto Bertinotti e Riccardo Terzi, tra la nascita del governo Monti e le elezioni politiche del 2013, il cui significato vuole essere, come dice il titolo La discorde amicizia, la necessità per la sinistra di organizzarsi come un campo plurale, nel quale sappiano convivere e intrecciarsi le diverse culture politiche. Il comune punto di partenza è la chiara percezione della sconfitta culturale e sociale che la sinistra ha subito, a partire dagli anni ’80, con il conseguente cedimento strutturale di tutti i suoi tradizionali punti di forza. Occorre quindi un lungo lavoro di ricostruzione, ed è su questa prospettiva che si confrontano, in un dialogo serrato, i due rispettivi punti di vista, cercando di individuare una possibile via di uscita dalla crisi. Alla fine il confronto si allarga, con il contributo di Michele Prospero, e il libro si propone di provocare una più larga riflessione critica nel vasto e accidentato campo della sinistra.
Con un dialogo conclusivo coordinato da Michele Prospero.
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Sul Piano del Lavoro della CGIL
18.00
€
Il Piano del Lavoro della CGIL – proposto nell’ottobre 1949 da Giuseppe Di Vittorio durante il Congresso nazionale di Genova, definito con i lavori della Conferenza di Roma del febbraio 1950 e ulteriormente precisato nel corso del Convegno di Milano del giugno 1950 – rappresentò per alcuni mesi uno dei temi più discussi nell’agenda politica italiana. • Come dimostra la presente antologia, che raccoglie una ricca selezione di articoli, editoriali e saggi, sul Piano del Lavoro intervennero uomini di governo e di partito, della maggioranza e dell’opposizione, imprenditori e sindacalisti, studiosi e intellettuali, giornalisti e opinionisti, che si interrogarono sulle cause che lo avevano determinato e sugli effetti che avrebbe procurato, sui contenuti che lo caratterizzavano e sulle modalità di finanziamento che ne avrebbero permesso la realizzazione. • Il saggio storico di Fabrizio Loreto introduce alla lettura dei testi, analizzando le diverse e molteplici posizioni in campo: di sostegno, di chiusura, di disponibilità al confronto.
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La moneta incompiuta
25.00
€
Sono ormai passati più di cinque anni dall’inizio della grande crisi finanziaria internazionale ed il bombardamento mediatico di concetti complessi ed astratti, lontani dall’esperienza quotidiana del cittadino, non ha aiutato certo la comprensione di quello che sta realmente accadendo, lasciando spazi alle più differenti e spesso semplicistiche se non errate interpretazioni. Questo lavoro nasce dunque dall’esigenza profonda di rendere comprensibile ai cittadini il mondo in cui stanno vivendo in quanto solo una migliore consapevolezza può aiutare il sistema democratico ad orientarsi verso una reale soluzione dei problemi. Vengono così illustrati in maniera elementare, facendo ampio utilizzo di esempi, anche numerici, e di numerosi grafici a colori, le relazioni tra finanza ed economia reale, il funzionamento dell’eurosistema e di come la moneta unica abbia modificato la nostra economia, la ricostruzione della crisi finanziaria e di come abbia alterato i meccanismi di trasferimento della ricchezza tra i diversi paesi europei. Si esplorano, quindi, le possibili soluzioni già presentate pubblicamente da esperti e no, partendo dalla peggiore delle ipotesi e cioè l’uscita dall’euro, offrendo una valutazione ragionata, e non di parte, dei pro e dei contro e di quali sarebbero i riflessi sulla vita dei cittadini. Infine viene illustrata una proposta originale che prevede interventi graduali nel tempo e compatibili con le differenze di vedute dei diversi paesi dell’eurozona in grado di sfruttare al meglio il ruolo di acceleratore che la finanza esercita sull’economia reale, nella convinzione che in tale relazione, che ha scatenato la crisi, vada cercata la chiave per la sua soluzione.
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Badare non basta
13.00
€
Radicata, diffusa, necessaria. La presenza delle assistenti familiari, le badanti, continua ad accompagnarci. Nonostante la crisi e la perdita di potere d’acquisto delle famiglie, il lavoro privato di cura rimane una risposta essenziale alla non autosufficienza. Queste pagine rappresentano lo stato dell’arte sul lavoro privato di cura in Italia, bilancio di un percorso iniziato dai curatori dieci anni fa. Frutto della collaborazione di studiosi con competenze diverse, il libro ricostruisce l’emergere di questo lavoro, le sue dimensioni e caratteristiche, i progetti che lo riguardano e che interessano ormai molti soggetti. Badare non basta perché ci vogliono competenza e cura nell’assistere un anziano non autosufficiente; non basta perché ogni intervento puramente individuale finisce per rivelarsi incompleto, un solitario scontrarsi con infinite difficoltà; non basta perché la domanda d’aiuto riguarda anche famiglie e familiari caregiver. Come qualificare il lavoro di cura, come renderlo un fatto un po’ meno privato? Il volume propone risposte a queste domande, linee di intervento e di riforma delle attuali prestazioni sociali. Costituisce uno strumento di lavoro e di approfondimento sui servizi, i progetti, le politiche in atto.
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