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Autunno caldo, quarant’anni dopo
12.00
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Le lotte del 1969 hanno profondamente inciso sul costume, la cultura di massa, la qualità dei processi partecipativi e democratici; i rapporti di distribuzione del reddito e i rapporti tra diversi ceti sociali sono usciti da quella contrastata stagione notevolmente modificati. Alcuni tratti della nostra società, a partire dalla realizzazione di un welfare state, sono stati cambiati in modo irreversibile. Sono state, quelle stagioni, ricche di enormi energie, di straordinarie potenzialità, ma anche di contraddizioni non risolte che si sono riproposte negli anni successivi. Sono emerse con una certa evidenza, sia in quegli anni sia in quelli che sono seguiti, le difficoltà della politica italiana a offrire orizzonti e sbocchi adeguati alle istanze di cambiamento che in quella fase si erano manifestate con vigore e che chiedevano un salto di qualità nel modello di sviluppo, nell’organizzazione sociale e nella stessa vita politica. In quale misura le domande di modernizzazione rivolte al sistema politico e istituzionale hanno trovato una risposta? In quale modo la mancanza di risposte adeguate ha aperto la strada alla lunga decadenza italiana? Di tutto ciò hanno discusso: Aris Accornero, Cesare Annibaldi, Giorgio Benvenuto, Giuseppe Berta, Piero Bevilacqua, Pierre Carniti, Gian Primo Cella, Guglielmo Epifani, Carlo Ghezzi, Adolfo Pepe, Alfredo Reichlin, Mario Tronti, Giuseppe Vacca.
Nel volume il Dvd «1969 Autunno caldo. Videoantologia sulle lotte dei lavoratori» a cura dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
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Avevo costruito un sogno
12.00
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Fare il postino nelle campagne del Sud-Est della Francia di fine Ottocento, a Hauterives, nella Drôme, non era una passeggiata. O meglio, era una passeggiata che poteva allungarsi per decine di chilometri, da un paesino all’altro, con il sole o con la pioggia, portando a spalla un borsone pieno di lettere. Ma Ferdinand Cheval trovò il modo di sfuggire all’ossessione dei giorni sempre uguali e di passare alla storia. Nel 1879 iniziò la sua opera e in trent’anni, con 930.000 ore di lavoro, 1.000 metri cubi di mattoni e 3.500 sacchi di calce, innalzò il suo Palazzo Ideale, una costruzione astrusa, tutta grotte e gallerie, scalette, pinnacoli e terrazze; un palazzo assolutamente impossibile da abitare ma di una bellezza ingenua da lasciare senza fiato. Questo libro bizzarro, inconsueto e raro, quasi una biografia narrativa, ricostruisce con abilità le storie e le fatiche del nostro eccentrico personaggio attraverso registri diversi – narrazione tout court, memorialistica, diario di viaggio, persino invenzione romanzesca – che ne moltiplicano identità e immaginario. Alessandro Trasciatti rende così giustizia al portalettere artista, esempio di ostinata forza di volontà, amato da Breton – che gli dedicò una poesia e un fotomontaggio –, Max Ernst e altri surrealisti; citato da Claude Levi-Strauss in La pensée sauvage; caro persino a Pablo Picasso che realizzò un album con disegni a matita dove il messaggero Cheval, nella metamorfosi creativa, è ritratto metà cavallo e metà colomba che porta nel becco una lettera.
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Avviso comune fra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil per l’attuazione delle istruzioni del Ministero del Lavoro sui call center
Addì, 4 ottobre 2006, in Roma, presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, alla presenza del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, a conclusione di una serie di incontri di approfondimento circa i contenuti della circolare ministeriale n. 17 del 14 giugno 2006 con la quale sono state date istruzioni per il corretto ricorso alla figura dei collaboratori a progetto nell’ambito delle attività dei call center, Confindustria, unitamente a FITA ed Assocontact e le Segreterie Corifederali di CGIL, CISL, UIL hanno convenuto di definire con il presente avviso comune...
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Azione sindacale e ruolo del patronato nella tutela individuale
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Azione sindacale e tutela della salute
13.00
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I settori agroalimentare e agricolo sono caratterizzati da una forte frammentazione dei processi produttivi, con un’elevata presenza di micro e piccole imprese, di lavoro indipendente, a termine, un’incidenza elevata di migranti, quote preoccupanti di lavoro nero e grigio e di fenomeni di illegalità, in particolare in alcuni ambiti territoriali. La tutela della salute e sicurezza sul lavoro in questi contesti comporta delle sfide continue per il funzionamento dei sistemi di prevenzione e per l’azione sindacale. Questo rapporto presenta i risultati di una ricerca condotta dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio in collaborazione con la Flai-Cgil (Federazione Lavoratori Agroindustria) sul ruolo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls) e di quelli Territoriali (Rlst) nei settori dell’industria alimentare e dell’agricoltura. L’indagine è stata condotta attraverso tre studi di caso, focalizzati a comprendere il ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza a livello territoriale, di sito e aziendale. L’analisi mostra che per contrastare la frammentazione del lavoro e garantire il diritto alla tutela della salute e sicurezza è necessario favorire una ricomposizione dei sistemi di prevenzione. La tutela della salute e sicurezza risulta così una sfida complessa che coinvolge ogni aspetto dell’azione sindacale, orientata a costruire delle reti di rappresentanza sempre più estese, coese e inclusive, operando sia attraverso la contrattazione e gli accordi, sia con altre iniziative di mobilitazione, azione collettiva e tutela individuale.
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Badare non basta
13.00
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Radicata, diffusa, necessaria. La presenza delle assistenti familiari, le badanti, continua ad accompagnarci. Nonostante la crisi e la perdita di potere d’acquisto delle famiglie, il lavoro privato di cura rimane una risposta essenziale alla non autosufficienza. Queste pagine rappresentano lo stato dell’arte sul lavoro privato di cura in Italia, bilancio di un percorso iniziato dai curatori dieci anni fa. Frutto della collaborazione di studiosi con competenze diverse, il libro ricostruisce l’emergere di questo lavoro, le sue dimensioni e caratteristiche, i progetti che lo riguardano e che interessano ormai molti soggetti. Badare non basta perché ci vogliono competenza e cura nell’assistere un anziano non autosufficiente; non basta perché ogni intervento puramente individuale finisce per rivelarsi incompleto, un solitario scontrarsi con infinite difficoltà; non basta perché la domanda d’aiuto riguarda anche famiglie e familiari caregiver. Come qualificare il lavoro di cura, come renderlo un fatto un po’ meno privato? Il volume propone risposte a queste domande, linee di intervento e di riforma delle attuali prestazioni sociali. Costituisce uno strumento di lavoro e di approfondimento sui servizi, i progetti, le politiche in atto.
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Bambini, adolescenti e giovani: quali bisogni e quali sfide. Nota introduttiva
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