• L’Iran, con la sua politica nucleare e con le minacciose parole del suo presidente Ahmadinejad, è ora divenuto un problema mondiale. Improvvisamente la comunità internazionale, i governi, i massmedia e l’opinione pubblica si sono accorti di doversi confrontare con le velleità nucleari del potente stato persiano. L’agile approfondimento curato da Maurizio Simoncelli - esperto di Geopolitica dei conflitti -, guardando oltre la cortina mediatica, vuole trovare le ragioni profonde dello scontro e fornire alcuni strumenti di lettura della questione nucleare e dell’attuale politica iraniana, riconducibile agli interessi e agli equilibri geopolitici dell’area che da anni guidano lo scenario del riarmo internazionale. Inoltre, ripercorrendo l’itinerario storico della proliferazione nucleare, si delinea l’evoluzione politica dei Paesi ufficialmente in possesso dell’arma atomica (Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina, Russia) e di quelli successivamente aggregatisi al club del nucleare (Israele, India, Pakistan e Corea del Nord); nonché le possibilità per un’azione mediatrice dell’Unione europea su un tema sempre più scottante.
  • Questo libro è un giro in nove tappe intorno al mondo immobiliare. Un mondo tondo, com’è tonda la bolla che ha gonfiato i prezzi delle case e ha svuotato i portafogli di chi ci abita. A cominciare dai grandi esclusi dal gioco della proprietà: gli inquilini, tartassati da un mercato inabitabile e dimenticati dalle politiche per la casa. Ma non è andata meglio ai forzati del mutuo, prima allettati dai tassi bassi e poi strangolati dai tassi alti: i proprietari poveri, nuova realtà del piccolo mondo immobiliare. È andata benissimo invece ai grandi mercanti, agli speculatori, detti immobiliaristi. Ogni tappa del libro è una storia, ogni storia è un abitante. Paolo, Franco, Andrea, Galina, Roberta, Bruno, Valeria, Giuliana, Pat. Sono loro i protagonisti, è loro la voce che introduce dati e fatti dell’inchiesta scritta da Roberta Carlini: l’affitto senza rete, i mutui a rischio, le rate fisse dei giovani flessibili, il mercato degli stranieri, il business delle agenzie, il grande scandalo delle vendite delle case pubbliche. Perché sulla questione delle case i più competenti sono quelli che ci vivono dentro. Come Pat Carra, fumettista. Che qui racconta la sua storia e la sua lotta di abitante, facendo «politica di pianerottolo» a colpi di vignette e strisce. Bollicine di buonumore sono sparse nel libro e si moltiplicano, effervescenti e satiriche, fino alle ultime pagine.
  • Ordinato in quattro parti, insieme a un’ampia raccolta di testimonianze e a una ricca sezione iconografica, il volume propone una lettura puntuale della vicenda delle donne nella CGIL del Lazio, ne ripercorre luoghi e forme della rappresentanza, dà conto dei momenti importanti del dibattito che ha attraversato la loro esperienza, come quello fra «emancipazioniste» e «liberazioniste», documenta le tante conquiste raggiunte e il contributo significativo dato alla loro affermazione nazionale. Le donne della Cgil Lazio hanno concorso in modo significativo e a volte esemplare ai percorsi nazionali e territoriali di lotta per il cambiamento: dalla grande stagione popolare dell’occupazione delle terre incolte alle battaglie per la riduzione dell’orario di lavoro, per la parità salariale, per la difesa del posto di lavoro, per la scuola materna e i consultori; dal nuovo diritto di famiglia ai referendum sul divorzio e a difesa della - maternità consapevole - e, in seguito, alle leggi sulle pari opportunità e sui congedi parentali, alle lotte per il superamento di una precarietà senza diritti. Alle battaglie si è sempre affiancata una forte azione per la promozione di quadri femminili negli organismi dirigenti come grande questione di democrazia e di rappresentatività nell’organizzazione. Le donne della Cgil del Lazio sono state dunque animatrici e protagoniste della storia sindacale, sociale, politica e democratica italiana e regionale. Fuori dall’ombra documenta e illumina episodi e circostanze di questo protagonismo, dando conto anche di una forte continuità generazionale: «un percorso che può essere di aiuto nel vivere il presente in modo consapevole - come spiega Francesca Santoro nell’introduzione - benché i cambiamenti del ventesimo secolo ci abbiano condotto in una realtà enormemente distante dal Novecento».
  • I racconti pervenuti in risposta al concorso letterario indetto dalla Camera del Lavoro di Padova, di cui qui si propongono i ventuno finalisti, costituiscono un vasto materiale narrativo sullo stato dell’Italia, dei suoi problemi epocali, dei suoi mutamenti. I mutamenti sono sempre in atto, la storia non si ferma mai. Ci sono però momenti in cui essa accelera, e oggi l’accelerazione si è fatta vorticosa. Tutto ne risente: la fabbrica, l’azienda, la scuola, la città, la religione, insomma la civiltà. E naturalmente la lingua, che non è un involucro della vita, ma è la vita che prende coscienza di sé e si esprime. Il quadro che questi racconti compongono è un documento di prima mano sulla storia che stiamo attraversando: ne viene rappresentata un’Italia diversa da quella che ci raccontano i giornali, un mondo più vicino, una società molto più problematica. Sono infatti, tutti, racconti di problemi irrisolti, di traumi, di ingiustizie, di scoperte, di rivelazioni. È tutto nuovo ciò che qui appare: quando si parla di una città italiana, Milano, Torino, Bologna, essa è molto diversa da come ci è sempre apparsa; quando si parla dei paesi in guerra, Afghanistan, Iraq, e di bombardamenti, il tono è quello di chi sta sul luogo, osserva e descrive; quando si parla della malattia e della morte, queste sono sempre sovraccaricate dell’incomprensione, della discriminazione. Sono racconti-denuncia. E come tali ci riguardano e ci chiamano in causa. (Dalla prefazione di Ferdinando Camon)
  • Mario Trozzi

    12.00 
    «Civiltà vuol dire Socialismo», scriveva nel 1919 Mario Trozzi, una figura di altissimo rilievo troppo a lungo sottovalutata dalla storiografia locale e nazionale: dagli esordi nella vivacissima sezione socialista di Sulmona fino al doppio mandato parlamentare nelle file del Partito socialista (1919 e 1921), Trozzi sviluppò un’intensa azione politica che lo vide durissimo oppositore della guerra di Libia e poi di quella mondiale. Fu infaticabile organizzatore - nell’arretrata realtà abruzzese del tempo, la stessa descritta da Silone nei suoi romanzi - del partito e del sindacato tra il nascente proletariato regionale, e pugnace propagandista del socialismo in gremiti comizi e sulla stampa dell’epoca. Durante la guerra fu esponente tra i più influenti del campo massimalista nel dibattito interno al Psi; un massimalismo, il suo, nutrito di un profondo spirito unitario che lo portò a non seguire i comunisti al congresso di Livorno del 1921. Nel 1924 si ritirò sostanzialmente dalla vita politica per dedicarsi alla sua professione di avvocato - difendendo spesso i più deboli, i ferrovieri licenziati, i perseguitati dal fascismo - e alla scrittura di testi storici, politici e letterari.
  • Luciano Romagnoli, nato nel 1924 ad Argenta, in provincia di Ferrara, appartiene a quella generazione di giovani che iniziò la militanza politica negli anni della seconda guerra mondiale, prima della caduta del fascismo. Aderisce al Partito comunista nel 1942, svolge attività antifascista fra gli studenti universitari e liceali di Bologna. Capo partigiano dopo l’8 settembre del 1943, tra i principali organizzatori della lotta armata e delle lotte sociali nelle campagne del triangolo Bologna-Ferrara-Ravenna, è artefice del grande sciopero generale delle mondine del giugno 1944, che ebbe un peso decisivo per il rafforzamento e l’estensione della Resistenza. Il 26 gennaio 1948, al primo Congresso della Federbraccianti, svoltosi a Ferrara, fu eletto segretario generale del più grande sindacato italiano. Segretario confederale della Cgil nel 1957, deputato del Pci nel 1958 e nel 1963, muore a Roma la mattina del 19 febbraio 1966, a soli 42 anni, vittima di un male incurabile. «... un forte e generoso figlio della vostra terra, un eminente dirigente del movimento operaio e contadino dell’Emilia rossa, dell’Emilia democratica e civile, che è stato una delle figure centrali del movimento operaio e contadino italiano, un costruttore del sindacato unitario e della democrazia italiana... protagonista, con le masse, nella lotta per la costruzione di un nuovo Stato... dirigente comunista e uomo della nuova Italia sorta dalla Resistenza...». (Dalla commemorazione di Emanuele Macaluso ad Argenta, nel decennale della scomparsa di Luciano Romagnoli)
  • La memoria storica del sindacato intesa come patrimonio documentale disponibile nelle sue varie forme: da quella scritta a quella orale, dai documenti archivistici alle fonti giornalistiche, dagli archivi pubblici a quelli privati. È questo il fulcro del presente volume, che vuol essere un contributo di riflessione a più voci sulla tematica delle fonti per l’identità storica del movimento sindacale e popolare in Abruzzo. Questa tematica, in particolare riguardo agli archivi sindacali, era molto viva a livello nazionale quando dieci anni fa si scelse di dedicarvi un convegno di studi nella ricorrenza del novantesimo della fondazione della Camera del Lavoro dell’Aquila, di cui questo volume raccoglie gli atti. I contributi presenti, pur se è passato del tempo, non sembrano tuttavia aver perso d’attualità, stante anche la fervida stagione di studi storici nella ricorrenza centenaria della fondazione della CGIL e delle varie strutture collegate. Ma, al di là del momento, si intende offrire uno strumento di lavoro valido per trasmettere alle future generazioni di sindacalisti e di studiosi la conoscenza di un patrimonio documentale frutto della concreta azione sindacale per la dignità del lavoro e lo sviluppo della società abruzzese e italiana.
  • L’incremento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro ha innescato cambiamenti sociali orientati all’affermazione di un’uguaglianza di genere. Questo volume fornisce una riflessione sullo stato attuale delle asimmetrie tra uomini e donne nella conciliazione tra sfera pubblica e privata a partire dalla ricostruzione del quadro offerto dalle fonti statistiche ufficiali. Attraverso una complessa indagine sul campo, effettuata mediante questionari e interviste in profondità, è stata ascoltata la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, per fare emergere le nuove strategie di coppia orientate alla condivisione del lavoro, ma anche il persistere dei pregiudizi e i vincoli che il sistema Italia pone alla diffusione di una cultura di parità. La cultura del nostro paese è stata osservata anche nella sua espressione simbolica, mediante l’analisi dell’immaginario legato alla famiglia proposto dai mass media, in particolare da riviste «femminili» e «maschili». Il termine di confronto utilizzato per comprendere meglio le criticità italiane e suggerire possibili soluzioni è l’Europa: di alcuni paesi sono state esaminate in dettaglio le normative e le agevolazioni economiche tese a favorire un riequilibrio di genere nella distribuzione dei lavori che il vivere sociale comporta.
  • Ernesto Nathan - questo sindaco «anomalo» per la città di Roma, perché inglese di nascita, ebreo e massone - impresse alla sua attività di amministratore i tratti di una integrità morale che gli veniva riconosciuta da amici e avversari. [...] Nei sei anni in cui Roma venne governata dalla giunta democratica da lui diretta, si delinearono nuove scelte urbanistiche e si realizzarono importanti innovazioni nei servizi pubblici e nel campo dell’istruzione e dell’edilizia scolastica, ma credo che lascito fondamentale di quegli anni rimanga il processo di democratizzazione che per la prima volta investì la città. (Dalla prefazione di Walter Veltroni) Il libro, delineando il percorso di vita di Ernesto Nathan, mette in luce l’evoluzione del suo pensiero politico e del suo impegno nel quadro delle vicende dell’Italia post-unitaria e di Roma capitale. Dalle prime esperienze nel movimento democratico e nei tentativi unitari dell’Estrema Sinistra, si passa alle attività di assessore della Giunta capitolina del 1889/90, di fondatore della Società «Dante Alighieri», di protagonista del Patto di Roma, di consigliere provinciale a Pesaro, di candidato alle elezioni politiche e di gran maestro della Massoneria, in un fitto intreccio con la storia politica italiana e con i suoi protagonisti: dalla «rivoluzione parlamentare» di Depretis all’epoca crispina, dalla nascita dei primi partiti politici allo scandalo della Banca Romana e alle lotte di fine secolo. Sono quindi illustrate le iniziative di Nathan, sindaco di Roma negli anni 1907/1913, nel quadro dell’età giolittiana e dell’evoluzione della politica dei «blocchi popolari», concludendo sugli ultimi anni di vita, animati dai dibattiti del periodo della prima guerra mondiale e del primo dopoguerra.
  • ... non è un po’ assurda la mappa di partiti e partitini che coprono il campo dell’opposizione (e oggi sono anche membri del governo), e sono ciascuno ostinatamente attaccato alla sua bandiera, che a volte è solo un nome più che una organizzazione? Che senso ha? Che significato ha questa frammentazione? Io non la capisco e non la giustifico. È un mio residuo di stalinismo? Penso di no... (da Intervista a Pietro Ingrao) Il Centro di studi e iniziative per la Riforma dello Stato, luogo fondamentale di elaborazione politica e culturale della sinistra italiana, è stato un prezioso laboratorio di studi, iniziative, ricerche, interventi, analisi e proposte. Le carte d’archivio, recuperate, sistemate e messe a disposizione degli studiosi, sono una fonte preziosa per approfondire l’indagine sul ruolo degli intellettuali e degli istituti culturali e sul loro rapporto con il PCI. Oggi, di fronte a una crisi del sistema politico che sembra segnare anche la scomparsa di ogni cultura politica, è importante tenere viva la tradizione e la memoria di questi luoghi di ricerca e di elaborazione, di riconoscimento e di appartenenza. Ricostruire la storia del CRS - a partire dalla sua fondazione nel 1972, ad opera di Umberto Terracini, fino alla lunga presidenza di Pietro Ingrao, terminata nel 1993 - significa dunque riproporre il tema cruciale del rapporto tra cultura e politica. Questa storia, ricostruita attraverso l’analisi di Cotturri, i ricordi di Ingrao e le carte dell’archivio, ripercorre l’ultimo trentennio della vicenda italiana fino alla fase della transizione tra la prima e la seconda Repubblica, intrecciando il difficile percorso di ricerca di autonomia del CRS con le rapide trasformazioni avvenute sulla scena nazionale e internazionale.
  • Il dibattito sulla produttività è una costante della polemica economica e sindacale. I motivi sono diversi, e molti dovuti al fatto che la produttività è stata assunta in sistemi complessi, come quelli concernenti la politica dei redditi, e alla sua stessa relazione con la struttura contrattuale adottata con il protocollo del 23 luglio 1993. I cambiamenti d’impresa e dell’organizzazione del lavoro fanno della produttività del lavoro un tema sempre più centrale. Essa viene infatti ad indicare come la trasformazione dell’oggetto e del rapporto di lavoro, nella sua relazione con la qualità del prodotto, non possa prescindere dall’attività della persona. Questi cambiamenti peraltro aprono a due diverse collocazioni della persona nel lavoro. La prima assume la centralità dell’impresa come regola interpretativa del cambiamento, subordinando ai principi aziendali le relazioni industriali, le norme contrattuali e l’esercizio del potere aziendale nei confronti dei lavoratori. La seconda invece, anche attraverso compiti inediti delle politiche contrattuali, fa leva sulla valorizzazione della persona nel lavoro in quanto centro di attribuzione di diritti, di prerogative, di libertà, e su un nuovo fondamento della rappresentanza sindacale.
  • Tutto nasce dalla convinzione che la storia di una fabbrica la facciano soprattutto i lavoratori. Per questo, nell’anno del centenario della Perugina, azienda che rappresenta un pilastro fondamentale non solo della città di Perugia ma anche dell’esperienza sindacale italiana, si è voluto realizzare questo libro costruendolo attraverso le testimonianze di lavoratori che dal dopoguerra ad oggi hanno appunto dato vita alla storia di questa azienda per tanti aspetti emblematica. Sedici storie di lavoratori impegnati in fabbrica nell’attività produttiva e nell’attività sindacale vengono così a comporre un quadro unitario che abbraccia una vicenda di oltre cinquant’anni. Storie di lotte, di scioperi, di paure, di tensioni, di sconfitte, ma anche di grandi conquiste e importanti risultati che si intrecciano a doppio filo con la vita della città, della regione e delle loro istituzioni, legandosi inestricabilmente al percorso compiuto dal movimento dei lavoratori in Italia nella seconda metà del Novecento. Arricchisce e completa il volume un’ampia selezione di materiale fotografico e archivistico per oltre cento immagini di lavoratori, della fabbrica, di volantini, manifesti e articoli.