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La Costituzione allo specchio
12.00
€
Negli ultimi anni è avvenuto qualcosa di nuovo nel nostro paese, qualcosa che non era mai successo prima: l’instaurazione di una forma di governo basata sull’appello populistico tramite i media, perpetrato da un’impresa privata in vista del proprio privato interesse, esperimento certamente nuovo sulla scena occidentale e molto più avveduto e tecnologicamente agguerrito dei regimi del Terzo Mondo. Di questo si occupa il libro, che, composto di due parti, prende le mosse da una ricerca in materia di evoluzioni costituzionali nella storia italiana del dopoguerra, per arrivare, nella seconda parte, ad una disanima delle linee e delle prassi che hanno portato alla riforma costituzionale della destra liberista al governo. Si ripercorrono così le origini della nostra storia costituzionale repubblicana per confrontare quel cruciale periodo che va dalla caduta del fascismo alla prima legislatura repubblicana, con le miserie costituzionali del presente. Non una ricostruzione acritica, tantomeno celebrativa, ma un approfondimento della storia che è stata, per il presente che ci assale.
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Mondo Nuovo e le origini del Psiup
10.00
€
I periodici di informazione politica sono stati utilizzati, nella lunga storia del movimento operaio, non solo a fini di propaganda ma anche come mezzo di aggregazione e di organizzazione. Anche «Mondo Nuovo» nasce con questi obiettivi. Fondato nel 1959 come portavoce della Sinistra socialista, nel gennaio 1964 diventa il giornale del Psiup. Cesserà le pubblicazioni nel 1972, in seguito alla sconfitta elettorale del partito alle elezioni politiche e al suo scioglimento. Il volume, attraverso la lettura degli editoriali politici di «Mondo Nuovo», ripercorre dapprima il dibattito e gli avvenimenti che, con la formazione del governo di centro-sinistra, portarono la sinistra del Psi alla costituzione del Psiup nel gennaio del 1964. Attraverso gli editoriali dal 1964 al 1967 viene poi esaminata la definizione del progetto politico del nuovo partito nel quadro più ampio del deludente esito finale del progetto riformista di programmazione economica, propugnato dal Psi, che si conclude nel luglio del 1967 con l’approvazione del «Piano Pieraccini», esaurendosi del tutto alla vigilia del Sessantotto e con l’avvento di una fase che riscontrerà drammaticamente l’incapacità della coalizione di centro-sinistra di governare i processi di trasformazione della società italiana. Arricchiscono il volume le interviste a Vittorio Foa e a Fausto Bertinotti.
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I Congressi per il Congresso
12.00
€
Il libro presenta l’inventario della serie dei Congressi confederali dal 1944 al 1986, custoditi nell’Archivio storico della Cgil, arricchito da documenti e immagini tratti dall’archivio stesso. -Un accostamento - il testo di un inventario con fonti tradizionali, documenti scritti, carteggi, atti congressuali e con le fotografie - che vuole presentare l’evento congressuale nella storia della Cgil a tutto tondo, permettere di cogliere passaggi e differenze tra un Congresso e un altro e rendere le atmosfere, i sentimenti, gli umori, la cultura di un periodo. -Uno strumento essenziale per la consultazione di un Archivio complesso e stratificato quale quello della Cgil nazionale, una fonte documentaria rilevante per chiunque voglia approfondire la storia economica e sociale del nostro paese e analizzare il ruolo e le politiche della Cgil e del sindacato italiano.
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L’Archivio di Pietro Ingrao
12.00
€
Il fondo archivistico Pietro Ingrao, Carte CRS, consistente in 930 fascicoli e 112 faldoni, è diviso in quattro serie: A (Corrispondenze), B (Scritti e discorsi), C (Atti e materiali) e D (Foto). Le carte sono quelle raccolte presso gli uffici del Centro di studi e iniziative per la Riforma dello Stato e coprono un arco cronologico che va dal 1930 ai giorni nostri. La maggior parte riguarda però il periodo tra la metà degli anni settanta e gli anni novanta: gli anni della presidenza di Ingrao al CRS, seppur con il noto intervallo istituzionale del 1976-79. La mappatura dell’Archivio, attraverso la descrizione sintetica del contenuto dei documenti, fornisce utili indicazioni per approfondire l’analisi della storia politico-istituzionale dell’Italia repubblicana, perché permette di ricostruire la figura e l’attività di Ingrao, intrecciando il suo ruolo all’interno del PCI con le riflessioni sulla riforma dello Stato.
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Lo spirito della politica e il suo destino
8.00
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Il libro dà conto dell’irruzione della teoria dell’autonomia del politico nel dibattito italiano degli anni settanta e spiega, grazie a un lavoro di analisi che non risparmia i dettagli, l’impatto prodotto dalla teoria nello spirito del tempo. In questo modo è esposto lo svolgimento di una discussione assai tormentata, per quanto mai veramente risolutiva. Pubblicate nel 1977, ma maturate lungo tutto il decennio, a partire da un serrato confronto seminariale svoltosi nell’Università di Torino sotto la presidenza di Norberto Bobbio, le tesi di Mario Tronti si proposero come un momento di svolta per la cultura politica della sinistra marxista italiana. L’analisi di quelle riflessioni e dei testi in cui si manifestò la controffensiva nei riguardi dell’autonomia del politico documenta - secondo l’Autore - come la battaglia contro l’autonomia del politico anticipasse e largamente mettesse in forma l’antipolitica di oggi. La distanza dallo spirito del tempo entro cui l’autonomia del politico fu proposta potrebbe viceversa essere utile per tornare a riflettere su una sua ritrovata attualità, nel tempo in cui l’eclissi della politica forma la necessità per un ritorno della teoria.
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Los versos del capitán
10.00
€
«Lavoravo l’intera mattina e nel pomeriggio Matilde batteva a macchina le mie poesie. Per la prima volta vivevamo insieme nella stessa casa. In quel posto dalla bellezza inebriante il nostro amore crebbe. Non potemmo separarci più. Lì ho finito di scrivere un libro d’amore, appassionato e doloroso, che fu pubblicato poi a Napoli, anonimo: Los versos del capitán». Così Pablo Neruda in Confesso che ho vissuto, la sua autobiografia, racconta il momento felice in cui nel 1952, esule ed ospite in una Capri «dal fascino assorbente», conclude la stesura di una raccolta di poesie scritte in vari paesi durante il suo esilio in Europa e che rappresenta uno dei punti più alti della sua opera. L’amore per Matilde Urrutia, sua futura moglie e allora protagonista clandestina di quei versi, la nostalgia del Cile, le passioni civili - racconta il poeta - riempirono le pagine di questo libro, che fu pubblicato per la prima volta anonimo a Napoli nel 1952, in non più di cinquanta esemplari che Neruda, con dedica autografa, donò ad altrettanti suoi amici che ne avevano sottoscritto l’edizione. La pubblicazione «senza firma» del volume, successivamente riconosciuto dal poeta, fu voluta da Neruda perché quelle poesie «di passione brusca e ardente» non avessero a ferire Delia del Carril, allora ancora sua moglie e dalla quale si stava separando. Le opere di Neruda, conosciute in tutto il mondo, non sono state finora mai tradotte in lingua araba. Questa edizione di Los versos del capitán, a fronte del testo spagnolo delle poesie, ne presenta invece la versione in arabo, la prima in assoluto, dovuta a Zuhair Abdul Malek.
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Polonia mon amour
22.00
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Per buona parte della sua storia moderna e contemporanea la Polonia è stata un oggetto, non un soggetto geopolitico. La stessa Polonia attuale deve le sue frontiere alle decisioni, e alle indecisioni, dei massimi leader della coalizione antihitleriana, fra il 1943 e il 1945. Anche per loro i polacchi erano pedine da spostare sulla scacchiera continentale sulla base della somma algebrica dei rispettivi interessi. Bisognerà attendere il 1989 perché i polacchi riprendano in mano il loro destino, sulla scia della rivoluzione di Solidarnosc. La Polonia di cui trattiamo oggi è finalmente un coprotagonista della scena europea. Nella storia sono esistite molte Polonie, alcune più grandi dell’attuale, tutte più orientali. Perché questa Polonia possa esistere e prosperare la scelta euroatlantica è condizione necessaria ma non sufficiente. Decisivo sarà anche il rapporto con la Russia e con gli altri vicini orientali, Ucraina in testa. È di questa Polonia che tratta il libro, i cui testi illuminano in prospettiva il suo ruolo nell’Unione Europea e nella Nato, procedendo a ritroso dal 2006 al 1989. Sono soprattutto i diciassette anni trascorsi dalla caduta del comunismo all’ingresso della Polonia nell’Unione Europea che vengono qui raccontati con alcune mirate incursioni nel passato remoto per meglio spiegare quello recente.
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Dalla fabbrica alla banlieue
12.00
€
La banlieue delle rivolte e della rabbia non è un deserto sociale e, soprattutto, non è un mistero storico. Gli anni settanta rappresentano un punto di svolta: in un decennio si passerà dall’egemonia operaia all’emergere dei nuovi concetti di esclusione e marginalità, dalla banlieue rouge dominata dal Partito comunista a quella disgregata dalla crisi economica, sociale e identitaria. La lunga storia dei preti-operai, nata dall’esperienza coraggiosa di tanti sacerdoti che dalla guerra in avanti sceglieranno di vivere la propria vocazione nella e per la classe operaia, dovrà confrontarsi con il suo declino e con la rarefazione delle sue organizzazioni come delle sue rappresentazioni simboliche. Le interviste a due protagonisti, Gilles Couvreur e J.L. Brunin, preti operai in seguito impegnati nelle realtà di banlieue, affrontano il cuore delle trasformazioni sociali che hanno portato a un nuovo modello di presenza missionaria, approfondendone gli aspetti teologici ed esistenziali a partire dal tema fondamentale del dialogo con l’islam francese. Un libro utile per chi vuole capire da dove viene la crisi sociale della Francia contemporanea al di là delle semplificazioni giornalistiche. Un viaggio appassionante sul cammino passato e futuro dei tanti cristiani che hanno scelto di vivere sulla propria pelle e in modo radicale il Vangelo degli ultimi e degli esclusi. Infine, una riflessione sulla rivoluzione concettuale che - tra credenti e non credenti - ha trasformato la coscienza europea.
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Il mito di Sisifo e il disagio del lavoro moderno
10.00
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Il lavoro può essere ridotto al puro scambio tra prestazione e denaro? Se è vero che i lavoratori hanno questa idea, perché invece nelle indagini svolte tra i cittadini italiani ed europei questi indicano il lavoro come «fonte di espressione e di relazione sociale, cioè un luogo dove realizzare la propria personalità in mezzo a persone gradevoli»? Dalle indagini italiane esaminate emerge anche la presenza congiunta, nei posti di lavoro, di nuove e di vecchie forme di frustrazione e di disagio lavorativo (disagio basilare o fantasma, stress, burn-out, mobbing, e numerose altre sindromi), che appare in controtendenza con il moltiplicarsi delle dichiarazioni da parte di studiosi, responsabili aziendali e sindacalisti a favore di politiche di worker satisfaction, cioè di un diverso modo di lavorare, più attento al ruolo e al benessere complessivo dei lavoratori. Sarà possibile allora che il concetto di benessere organizzativo si affermi nelle aziende? E soprattutto si potrà agevolare questo processo e come?
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Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
11.00
€
Attraverso una serie di interventi affidati a storici, sociologi, economisti, giuristi e filosofi, il volume si propone di ripercorrere il cammino della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 dal momento della sua promulgazione a oggi, analizzandola da diverse angolazioni. La tesi di fondo è che, dopo un periodo di offuscamento coincidente con la guerra fredda, a partire dagli anni novanta la Dichiarazione abbia acquistato un rinnovato vigore: si assiste a una ricostruzione forte del soggetto «persona», i diritti vengono riscoperti dalle donne, dagli ecologisti, dai soggetti sociali che erano stati esclusi dalle Dichiarazioni dei diritti settecentesche. Nuovi organismi internazionali sorgono e altri ritrovano un antico vigore. Tutto positivo dunque? Purtroppo no, perché si assiste a una trasformazione delle relazioni globali - sotto il profilo sociale, economico, giuridico, militare - che tende a ostacolare la concreta applicabilità di questi diritti, anche se proclamati e condivisi da un numero sempre più ingente di individui. Sul contrasto tra la crescente sensibilità per i diritti umani e i processi globali che ne rendono difficile il rispetto insiste il filo rosso del volume. Contributi di: Bovero, Costa, Donolo, Ferrajoli, Flores, Leon, Marramao, Resta, Rodotà, Rossi-Doria, Salvati, Senese.
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L’organizzazione di resistenza in Italia
25.00
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Pubblicato nel 1907, L’organizzazione di resistenza in Italia costituisce un documento di primaria importanza per ricostruire l’evolversi dell’organizzazione sindacale in Italia, in particolare per quanto riguarda il quinquennio precedente la costituzione della CGdL, nel novembre del 1906: si tratta di un periodo cruciale, nel quale le vicende del movimento rivendicativo non solo accompagnano la grande e accelerata trasformazione economica, sociale e politica del paese, ma ne costituiscono in un certo senso l’elemento emblematico e maggiormente caratterizzante. Opera postuma di Renato Brocchi, segretario della Camera del lavoro di Macerata tra il 1904 e il 1906, e scomparso nello stesso anno, a soli 24 anni, L’organizzazione di resistenza in Italia, nel testimoniare l’impegno politico e culturale dell’autore, offre un’ampia e articolata sintesi della realtà del sindacato italiano di inizio Novecento, ricostruendo in modo puntuale ed obiettivo le vicende delle camere del lavoro e delle federazioni di mestiere, fornendo dati sulla consistenza e sull’attività delle organizzazioni e ripercorrendo il dibattito e le controversie che opposero le principali correnti all’interno del movimento operaio organizzato. Il volume è a cura di Valerio Strinati.
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A Sud si può
15.00
€
Cinque anni di impegno della Cgil per il Mezzogiorno e nel Mezzogiorno. Piattaforme, proposte e iniziative per rivendicare sviluppo e occupazione, per contrastare la chiusura di siti produttivi, per reclamare migliori condizioni di lavoro, per impedire che il territorio fosse utilizzato come un’immensa discarica. Anche nei momenti più difficili di questo inizio del secolo, il Mezzogiorno ha rappresentato il terreno privilegiato di confronto e iniziativa unitaria del sindacato ed il luogo di sperimentazione di intese con le organizzazioni imprenditoriali e con le istituzioni: il Progetto Mezzogiorno del novembre 2004 ed il Protocollo di Reggio Calabria alla fine del 2005 testimoniano la serietà dello sforzo e la concretezza dei contenuti di merito. Le posizioni e le idee della Cgil sono messe a confronto con protagonisti importanti della realtà meridionale impegnati in prima linea in un’azione difficile, e spesso coraggiosa, nelle istituzioni, nell’economia, nelle università, nella magistratura, nel sindacato. Bassolino, Loiero e Vendola raccontano la sfida del governo del cambiamento nei loro territori; Viesti, Cersosimo e Lupo offrono analisi ed indicazioni sulle scelte economiche e sociali; Nerozzi, Bonanni, Pirani e Artioli presentano il punto di vista del sindacato e della Confindustria; Barca evidenzia le esperienze e le prospettive dei fondi europei; sui temi della legalità intervengono Rita Borsellino ed il magistrato Tarondo.
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