• Per chi li indossa sono segno di giovinezza. Se sono scoloriti e dall’aspetto consunto hanno un fascino in più. Per chi li produce sono diventati causa di malattia e di morte. Dal 2005 quarantasei operai turchi che lavoravano nelle fabbriche di jeans hanno perso la vita uccisi dalla silicosi. L’ennesima strage del lavoro ignorata dai media. Jeans da morire la racconta con una appassionante ma rigorosa ricostruzione di dati, fatti e responsabilità, rompendo il silenzio che avvolge questa vicenda. Il volume propone anche la traduzione in lingua inglese dell’intero testo.
  • La ricerca di Christian G. De Vito, compiuta attingendo a un notevole patrimonio umano e documentario di memoria, analizza la relazione fra Comunità dell’Isolotto e mondo operaio come momento emblematico del cambiamento di paradigma relativo al rapporto fra l’ambito operaio e la sfera cattolica: dall’estraneità aspramente contrappositiva alla reciproca positiva contaminazione. In quello storico mutamento essa individua lo snodo fondamentale per la definizione dell’identità della Parrocchia/Comunità dell’Isolotto nell’intero periodo dal 1954 al 2010. Scorrono così in successione nelle pagine del libro i molteplici significati assunti dall’esperienza di comunità: quella missionaria ed ecumenica degli anni Cinquanta, alla quale succedono prima la «Chiesa dei poveri», del periodo conciliare e del Sessantotto, e via via la comunità quartiere degli anni 1969-72, la comunità di base degli anni successivi, fino alla comunità in ricerca di fronte alle trasformazioni indotte dalla globalizzazione e al rapporto con i nuovi movimenti sociali dei giorni nostri. La ricerca di De Vito analizza l’esperienza specifica dell’Isolotto, ma supera intenzionalmente la frattura tra storia religiosa e storia sociale, traendo ispirazione e confrontandosi idealmente con la tradizione degli studi che a livello internazionale hanno indagato la questione del rapporto tra la storia delle classi subalterne e la religiosità popolare.
  • Il lavoro è cambiato. Ma non è cambiato in modo adeguato il modo di regolarlo per affrontare con efficacia i nuovi problemi che sono proposti dai cambiamenti in corso. In questo volume viene mostrato il deficit di regolazione che connota il sistema sociale italiano: dalle relazioni industriali e dalla contrattazione, fino alla rappresentanza e alla carenza di un disegno ampio di protezione sociale capace di includere il lavoro instabile e precario. Nello stesso tempo viene rilevata la difficoltà di fornire risposte efficaci alle aspettative dei lavoratori (che riguardano tanto l’attesa di una migliore qualità del lavoro che la domanda di maggiore stabilità) da parte delle organizzazioni di rappresentanza: in modo particolare di quelle che si muovono nella sfera politica. Il mondo del lavoro immerso nell’economia globale manifesta una crescente insicurezza e richiede soluzioni meno congiunturali. In questa chiave l’autore propone l’esigenza di un nuovo patto sociale, capace di aggiornare un compromesso durevole ed efficace tra gli interessi delle imprese e le ragioni del lavoro, e più in generale tra democrazia e mercato.
  • Quale può essere in concreto un percorso per superare l’ultracentenario regime mondiale di proibizione delle droghe definito dalle Convenzioni delle Nazioni Unite? Quali sono le opzioni possibili per la regolamentazione legale della produzione, dell’offerta e del consumo di tutte le droghe, illegali e legali? Attraverso quali tappe si deve procedere? Come distinguere fra le varie sostanze? Il volume di Transform, la fondazione britannica impegnata da anni sul terreno della riforma della politica sulle droghe, ha l’ambizione di rispondere a questi quesiti, offrendo per la prima volta una impalcatura normativa per tutte le sostanze psicoattive ad uso non medico. Con pragmatismo tipicamente anglosassone, gli autori scelgono i mattoni e presentano i plastici di costruzione del nuovo edificio legale che potrebbe sorgere dall’auspicabile «cambio di paradigma». Una riforma ormai inevitabile perché sono molti i segni di crisi della «guerra alla droga»: nonostante l’insistente retorica, imponenti evidenze ne documentano ormai la bancarotta politica, scientifica, etica. Non si tratta di uno scritto di mera testimonianza e neppure, come gli autori amano ribadire, di un testo «radicale». Al contrario, l’estremismo ideologico è appannaggio dei proibizionisti. Forum Droghe con la condivisione della CGIL ha ritenuto utile presentare ai lettori italiani questa guida pratica ad una nuova politica delle droghe, radicata in «scienza e coscienza». La legalizzazione è un orizzonte possibile, a patto di discuterne con documentazione, discernimento e senza pregiudizi. Questo libro è un contributo in tal senso.
  • Possono, donne e uomini, darsi uno spazio circoscritto ma pubblico – quindi politico – in cui ragionare di politica con metodo discorsivo e dialogico, partendo dal corpo e mettendo «in questione» stereotipi e sessismi? Possono, donne e uomini, che la storia ha diviso in ruoli separati e spesso ostili, fra corpi negati, posseduti, «silenziati» – ma oggi frequentemente visibili in inedite e inaudite pratiche performative, spesso fondate su nuovi stereotipi sessisti – ritrovarsi in uno spazio comune, relazionale e discorsivo? Per quanto sia una pratica ancora rara, questo volume, realizzato con l’Associazione Femminile Maschile Plurale, conserva e presenta un esperimento inusuale: viaggiando fra storia, filosofia, antropologia, politica e scienza, testimoni di saperi disciplinari specifici, femministe, donne e uomini di quotidiana «passione politica» e uomini dell’Associazione Maschile Plurale hanno dato vita a un laboratorio che ha scandito – in due fasi successive, attraverso dialoghi intensi e periodici – un’accademia non platonica, mettendo al centro il corpo. È possibile dunque dare vita a nuove pratiche che potrebbero essere «fondative» di un’altra idea di città, fatta di corpi mai solo naturali, mai solo culturali, che sono politici se parlanti, nella convinzione che le pluralità di genere, politiche e sessuate, potrebbero essere il tessuto di cui è fatta la nuova polis? È possibile perché ne abbiamo fatto esperienza e di questa il libro dà testimonianza. Questi i contenuti: Il corpo: presenze e assenze nei femminismi del passaggio di secolo. Il corpo vissuto delle donne e il corpo amministrato dalla medicina. Scienza, biotecnologie e corpo. Il corpo nell’arte contemporanea. Il corpo e la legge. Femminile e maschile fra Ottocento e Novecento. I sessi sono cinque, almeno. La scissione originaria. Il corpo maschile. Contributi di: Bellassai, Boccia, Castelli, Ciccone, Del Grosso, Domenichini, Ferruzzi, Gambi, Gasparini, Golfera, Guerra, Grossi, Liverani, Melandri, Morini, Nobili, Patuelli, Pensa, Piaia, Ponti, Radi, Rossi, Santarelli, Schiffrer, Simoni, Spaolonzi.
  • Ricostruire l’attività clandestina del gruppo di partigiani operante all’interno della società per azioni TIMO di Parma ha significato indagare quel vasto universo di donne e uomini lavoratori che operarono attivamente contro le forze d’occupazione e il governo fascista repubblicano. La storia che si è voluta raccontare, dunque, non è storia di eroici guerrieri fuori dal tempo e dallo spazio. È storia di giovani uomini che, in una società profondamente colpita dalla guerra totale, nella convivenza quotidiana con una pratica di soprusi e di morte, hanno saputo operare una scelta di campo e agire di conseguenza. Ragazzi che, con il loro bagaglio di esperienza e di errore, hanno accettato di mettersi in gioco, fino, in alcuni casi, al sacrificio della vita.
  • «…Tutto può, e anzi deve, essere rimesso in discussione, ma con la convinzione che teoria e azione sono le due facce dello stesso processo, che la politica dunque è l’infinito movimento di congiunzione di questi due lati…» Il libro ripercorre la storia politica dell’ultimo trentennio, dal compromesso storico a oggi, con uno sguardo molto critico su come la sinistra ha saputo leggerne i diversi passaggi, lungo una traiettoria di progressiva rinuncia ad una propria autonoma interpretazione della realtà. Si tratta ora di ricostruire un’identità, un ancoraggio sociale, una capacità di rappresentanza, senza che sia più possibile avere una meta prestabilita, perché tutto è mutato e si può procedere solo per tentativi, lavorando sulle contraddizioni e sui conflitti di un mondo globalizzato ma non pacificato. La pazienza e l’ironia sono le virtù necessarie per intraprendere questo cammino.
  • Vittorio Foa è l’uomo plurale che più di ogni altro ha ispirato i lavori e le iniziative prese dall’Associazione Biondi Bartolini nei suoi dieci anni di vita. È perciò stato naturale cogliere l’occasione del centenario della nascita di Foa per dar vita prima a un importante convegno, tenuto a Firenze nell’ottobre 2010, e poi a questo volume, che ne riprende parzialmente i contenuti, ma arricchendolo di materiale originale, elaborato e raccolto ad hoc per la pubblicazione. La prima parte presenta analisi e riflessioni di vari campi disciplinari –di Chiara Colombini, Andrea Ginzburg, Pietro Marcenaro, Stefano Musso, Emanuele Zinato –su questo grande intellettuale del Novecento, gettando luce su quei territori così diversi ai quali Foa rivolgeva il suo sguardo lungo sul tempo. La seconda parte raccoglie testimonianze e ricordi di tre protagonisti e compagni d’avventura e di vita di Vittorio Foa –Elio Giovannini, Andrea Ranieri e Vittorio Rieser –, raccolti e ordinati dai curatori del volume durante una libera e informale discussione. Ne viene fuori una fresca rappresentazione di Foa nella sua fase sindacale e in quella della sua «splendida vecchiaia», ricca di novità e capace di illuminare aspetti poco noti della sua vita. Chiudono il volume uno scritto di Foa sul Piano del Lavoro, del 1975, e due lettere più recenti, inedite, con brevi ma interessanti commenti alle vicende degli anni Novanta. Nel volume il DVD sulla vita di Foa «Per esempio Vittorio» del regista Pietro Medioli.
  • In questo libro vengono raccolti alcuni scritti di Mario Tronti, che hanno come tema centrale il rapporto tra le nuove inquietudini giovanili (e, ancora una volta, operaie) e la politica. Muovendo dalla attuale congiuntura, dove la situazione giovanile e intellettuale è tornata ad essere esplosiva, questi scritti ripropongono il tema della politica come orizzonte necessario e ineludibile, per far durare questa irrequietezza e per non essere ancora una volta risucchiati dall’antipolitica, da quella personalizzazione della politica che rappresenta il cancro delle nostre società democratiche. Il volume si apre con una Conversazione con Pasquale Serra, e si chiude con una Autobiografia filosofica di Tronti, che fa il punto sul suo complesso percorso intellettuale e politico. «Il nuovo è da assumere solo quando, innestato sul vecchio, ti permette di avanzare con la tua parte e di imporre e conquistare un terreno più favorevole alla lotta per la realizzazione. Ecco i comunisti: né nichilisti né attivisti, per dirla con Musil, ma realisti. Nichilisti, o attivisti, sono gli anticomunisti, quelli di destra e quelli di sinistra, accomunati dalla grande paura novecentesca che, da qualche parte, in qualche momento, quel maledetto rapporto di forza possa essere rovesciato, che i privilegiati possano perdere posizioni di comando e i subordinati possano conquistare posizioni di potere» (M. Tronti)
  • Nel mercato mondiale, europeo e italiano dell’auto il trend di crescita dei paesi di nuova industrializzazione e la stagnazione dei mercati tradizionali occidentali vanno accentuandosi. Il gruppo FIAT, ripensando la sua strategia, guarda sempre più fuori del nostro paese. Il Piano «Fabbrica Italia», presentato da Marchionne, sembra offrire soluzioni caso per caso per i vari siti produttivi più che proporre una strategia nazionale integrata, mentre il dibattito in corso in Italia resta quasi esclusivamente concentrato sul momento caldo delle relazioni industriali nel settore. Il volume analizza la situazione, le problematiche e le proposte aziendali di ciascun sito produttivo italiano, nonché lo stato e le prospettive dell’indotto – componentistica e concessionari auto – evidenziando come nel comparto sia attesa una forte innovazione tecnologica e organizzativa, con ingenti investimenti in ricerca e sviluppo e in infrastrutture, per rendere attuale l’affermazione dell’auto ecologicamente sostenibile, nell’ottica di un nuovo modello di mobilità individuale e collettiva. Per far ciò occorre un rinnovato impegno di politica industriale – a partire dalle prime proposte di «Industria 2015» varate a suo tempo dal ministro Bersani – totalmente assente nell’attuale azione governativa. Difendere la produzione italiana nell’assemblaggio finale come nell’indotto significa salvaguardare, oltre a un comparto industriale strategico, una considerevole porzione di PIL e l’occupazione di quasi un milione di addetti.
  • Il saccheggio dei beni comuni, quali l’energia e l’acqua, perpetrato dalle nostre società in nome della crescita economica e dello sviluppo tecnologico, non é una dimostrazione di saggezza, argomentano con accurata dovizia di dati e analisi Agostinelli, Meregalli e Tronconi in questo libro. Né è espressione di saggezza, secondo gli Autori, quella di voler continuare il saccheggio del futuro della vita ricorrendo all’energia nucleare. Essi non credono che i beni comuni possano essere ridotti a merci, oggetto di appropriazione e di uso al servizio della bramosia di potenza e della cupidigia dei pochi. Quando si riferiscono alla necessità di integrare il discorso sull’energia con quello sul clima, sull’acqua e sulla terra indicano il tratto conduttore di un programma sociale e politico che riguarda anche il lavoro e che non può che affascinare i giovani derubati di futuro. Per l’Italia, la riconversione ecologica dell’economia, a partire dall’occasione straordinaria di «passare al Sole», rappresenta una grande opportunità per affrontare l’emergenza ambientale e per contribuire alla soluzione dei problemi occupazionali e di qualità del lavoro che la crisi presenta.
  • A 25 anni esatti dalla chiusura dell’Eternit di Casale Monferrato e a due dall’inizio del processo di Torino contro i proprietari della multinazionale svizzera, accusati di «disastro doloso e omissione di misure di soccorso», il libro raccoglie le testimonianze di dieci ex lavoratori dello stabilimento, quasi tutti ammalati di asbestosi, e di dieci abitanti della città piemontese (tra cui, alternati, i ricordi dei congiunti sopravvissuti), colpiti da infermità ancora più insidiose, soprattutto mesotelioma pleurico e carcinoma polmonare. Ne emerge un quadro sconvolgente. In fabbrica, soprusi all’ordine del giorno da parte di una proprietà che, consapevole del pericolo, non si limitava a far convivere i suoi dipendenti con l’amianto, ma li costringeva a condizioni di lavoro disumane, in ambienti malsani e con in più la continua minaccia di punizioni per chi osava alzare la testa. Fuori dalla fabbrica, un’intera comunità cittadina tenuta per anni all’insaputa dei rischi derivanti dall’esposizione alla fibra avvelenata.
  • L’emigrazione italiana in Francia (1880-1914) fu anche lotta di classe e partecipazione alle rivendicazioni del movimento operaio d’oltralpe. A partire dallo studio di fonti italiane e francesi, il libro offre un quadro d’insieme sulla presenza italiana nel Sud-est del paese e ricostruisce il ruolo di primo piano assunto dagli immigrati italiani negli scioperi dei principali centri del litorale. Questo importante traguardo era il frutto del lavoro di propaganda portato avanti dai socialisti italiani «fuoriusciti» che fecero da tramite tra gli immigrati italiani e i sindacati francesi. Le figure protagoniste furono quelle di Luigi Campolonghi a Marsiglia e Giovanni Petrini a Nizza, sorretti da un attivo gruppo di militanti che, a partire dai primi anni del Novecento, guidarono le rivolte dei lavoratori. In quegli stessi anni si realizzò una svolta importante nelle relazioni italo-francesi e, soprattutto, fra immigrati italiani e popolazione locale. Tuttavia, anche se violenze e scontri – particolarmente frequenti nell’ultima decade dell’Ottocento – tendevano a diminuire, all’alba del 1914 resistevano tensioni tra italiani e francesi, dalle quali emergeva lo scarso radicamento degli ideali internazionalisti all’interno delle stesse organizzazioni del movimento operaio. Lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe un percorso fatto di luci e ombre: condivisione di battaglie comuni e conflitti, più o meno latenti, legati alla nazionalità dei lavoratori.
  • Il libro ricostruisce la vita di Argentina Altobelli, nata ad Imola nel 1866 e morta a Roma nel 1942, fondatrice nel 1901 della Federazione nazionale dei lavoratori della terra. Dopo aver delineato la realtà politica e sociale dell’area romagnola e bolognese nella fase di costruzione dell’Unità italiana, viene tracciato il percorso che porta l’Altobelli ad avvicinarsi al movimento socialista e ai problemi del mondo agricolo e se ne esamina l’impegno nel corso dei primi decenni dell’Italia unita, quelli cioè della costituzione dei partiti politici e delle organizzazioni sindacali. Pur con alcuni riferimenti alla sua vita familiare, viene seguito lo svolgersi delle sue molteplici attività, quale segretaria nazionale della Federterra e membro della direzione del PSI, nonché protagonista delle battaglie per il diritto di voto alle donne e per la parità salariale, in un intreccio continuo con la storia delle lotte contadine negli anni del Novecento, fino all’avvento del fascismo. Le vittorie e le sconfitte di questo impegno per il riscatto dei lavoratori della terra e per l’emancipazione femminile sono inquadrate nel contesto politico e sindacale e nelle travagliate vicende del partito socialista e dei suoi protagonisti di quegli anni.
  • Un piccolo e prezioso libro per i nuovi italiani, gli stranieri-immigrati, ed anche per tutti i cittadini (adulti, giovani, adolescenti, anziani) che vogliono imparare o ricordare i passaggi principali della nostra storia unitaria: da soli, nel sindacato, nelle scuole, nelle associazioni, nei partiti, nelle università della terza età, nelle aziende. In particolare questa pubblicazione si propone come piacevole strumento di formazione e informazione di base per i milioni di uomini e donne provenienti da altri paesi che vivono e lavorano e studiano in Italia, che hanno bisogno e piacere di conoscere meglio sia la lingua italiana sia la storia dell’Italia unita. Nei prossimi mesi e anni in tutta Italia aumenteranno per legge i corsi di italiano abbinati a momenti di informazione civica sulla storia e sulla Costituzione: STORIADITALIA Cortissima sarà un possibile sup porto didattico a queste attività. I 10 capitoli-racconti illustrati a colori non riguardano solamente la «politica» ma i fatti più importanti e significativi di ordine sociale, culturale, economico, artistico, sportivo. Sono inoltre svolti con un linguaggio misto di parole, immagini, disegni, fotografie, legati da un testo base scritto in un italiano semplice, essenziale, comprensibile dal maggior numero di persone di ogni età e conoscenza minima della lingua. Ai 10 capitoli-racconti si aggiunge un’utile appendice con la riproduzione della Costituzione italiana.
  • Rione Sanità

    10.00 
    Si può cambiare un destino e sconfiggere un ponte, quel lo del rione Sanità? Si può fare con il lavoro, la bellezza, la cultura? Si può in un quartiere che non solo per un dato di realtà, ma anche per disinformazione e luoghi comuni, è diventato sinonimo di illegalità, degrado, isolamento, ignoranza? Si può fare oggi, in questa Napoli declinante, nuda come le sue élite senza qualità, classi dirigenti rapaci invece che capaci? Le risposte in Rione Sanità, nelle storie di donne e uomini che nel cuore di Napoli, di più, nella sua pancia, il coraggio che serve per sperare e per cambiare hanno deciso di darselo ogni giorno. Scommettendo sulla loro voglia di farcela. Assieme. Chiedendo al destino di ridargli indietro le loro vite. Sì, qui o l’umanesimo che si cerca e talvolta si trova nei libri, nei discorsi, diventa umanità, si trasferisce nelle vie e nelle piazze, o non c’è niente da fare. Sì, al rione Sanità si vince con la cultura e con il lavoro. O si perde irrimediabilmente.
  • Il Rapporto sui diritti globali, giunto alla sua nona edizione, è un volume unico a livello internazionale per ampiezza dei conte nuti, che propone una lettura dei diritti come interdipendenti. È uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quan ti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle pro fessioni sociali, nelle associazioni. Tra i temi trattati: l’economia, le politiche sui redditi e quelle sociali, le trasformazioni del mercato del lavoro e la precarietà diffusa, gli infortuni sul lavoro, il welfare e il diritto alla salute, il carcere e la giustizia, il neoautoritarismo, il volontariato e il Terzo settore, l’economia solidale, la cittadinanza attiva e la decrescita, le migrazioni e i rifugiati, le guerre infinite, i terrorismi globali e le paci possibili, l’Europa politica e quella sociale, lo stato del pianeta e la green economy. Un volume unico a livello internazionale per ampiezza dei contenuti. Ideato e realizzato dall’Associazione SocietàINformazione ONLUS, è promosso dalla CGIL nazionale in collaborazione con ActionAid, Anti gone, ARCI, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum Ambienta lista, Gruppo Abele, Legambiente, Vita, vale a dire con le associa zioni italiane tra le più autorevoli, rappresentative e territorialmente diffuse che sono concretamente impegnate sulle proble matiche trattate dal Rapporto. Prefazione di Susanna CAMUSSO, introduzione di Sergio SEGIO, interventi di GerryADAMS, Santiago ALBA RICO, Danilo BARBI, Paolo BENI,Marco BERTOTTO, Tito BOERI, Riccardo BONACINA, Aldo BONOMI, Massimo CAMPEDELLI, Paolo CARROZZA, Luigi CIOTTI, Vittorio COGLIATI DEZZA, Beatrice COSTA, Sergio D’ANGELO, Nerina DIRINDIN, Inaki EGANA, Luigi FERRAJOLI, Carlo FIORIO, Fulvio FAMMONI,Luciano GALLINO,Patrizio GONNELLA, Maurizio GUBBIOTTI, Ertuggrul KÜRKÇÜ, Elisabetta LAGANÀ, Giovanni LA MANNA, Vera LAMONICA, LuigiMANCONI, Maria Luisa MIRABILE, NicolaNICOLOSI, Enrico PANINI,Angela PASCUCCI, Ciro PESACANE, Carlo PETRINI, Morena PICCININI, Shukri SAID, Raffaele K. SALINARI, Andrea SANTINI, Alessandro SANTORO, Vincenzo SCUDIERE, Fabrizio SOLARI, Serena SORRENTINO, Monica SPATTI, Gianni TOGNONI, Salvatore VECA, Guido VIALE, Armando ZAPPOLINI, Livia ZOLI.
  • I sei saggi qui raccolti analizzano i concetti fondamentali del femminismo lesbico riprendendo, in forma ampliata e rivista, gli interventi discussi agli incontri della sezione «Teoria» durante le Cinque Giornate Lesbiche (Roma, 2-6 giugno 2010). Riannodano un filo interrotto che va dalla riflessione tra passato e presente sul lesbofemminismo (Bianca Pomeranzi) all’insegnare a pensare attraverso il genere (Elisa Arfini), all’asimmetria di potere tra donne e uomini come risultato dell’eterosessualità obbligatoria (Ambra Pirri), alla decostruzione della logica binaria e agli interrogativi sulla temporalità che la teoria queer impone (Francesca Manieri e Olivia Fiorilli), alle nuove forme di controllo biopolitico sui corpi attraverso il regime farmaco-pornografico (Beatriz Preciado), alle domande che la teoria degli affetti pone alle comunità lesbiche nel tempo delle passioni tristi (Liana Borghi).
  • Il volume si propone, pur nella sua parziale ed essenziale analisi della letteratura sul tema delle differenze di genere, come uno strumento di lavoro per quanti intendono far crescere l’ottica del mainstreaming nelle organizzazioni sindacali e sociali e più nello specifico nel sistema della formazione. L’obiettivo è contribuire alla creazione di una rete concreta, flessibile, operativa, che produca confronto, rapporti, proposte specifiche su iniziative da realizzare da parte di tutti coloro che vorranno leggerne il significato attraverso un approccio culturale diverso, alla luce della propria esperienza. Due i temi approfonditi in particolare: il Fondo sociale europeo 2007-2013 con riguardo alla dimensione di genere e alla partecipazione femminile ai percorsi formativi; la contrattazione di secondo livello e le politiche formative nella prospettiva di genere, di cui si analizzano prassi e approcci organizzativi. Sono proposti, inoltre, argomenti quali gli indirizzi operativi e politici per il periodo 2010-2013, gli effetti e le possibili misure di contrasto alla crisi, il contributo della contrattazione alla partecipazione femminile ai percorsi formativi, le criticità e i risultati.
  • Nell’impresa sempre più si incrociano saperi differenti, flussi di scambio delle conoscenze, relazioni negoziali fra persone e ruoli. Le imprese sono gestite come network professionali che reperiscono esternamente la maggior parte delle competenze tecnico-professionali. Intanto nel nostro paese le riforme delle professioni attendono da trent’anni e prolifera l’abuso del lavoro dipendente mascherato da lavoro autonomo. Tutto ciò si traduce in mancanza di tutele, di ammortizzatori sociali e di un reale futuro previdenziale per milioni di lavoratori intellettuali. La CGIL ha rilanciato un percorso di ascolto, di proposta e di rappresentanza attraverso le sue strutture fino a costituire, per la prima volta, la Consulta sul lavoro professionale. Sono state coinvolte le strutture della CGIL, ma anche le associazioni professionali che hanno accettato il confronto nonché autorevoli lettori e studiosi di questo universo. Nel volume si descrive la complessità di una parte del mondo del lavoro ancora poco compresa fornendo analisi e dati, ma anche raccontando l’evoluzione del lavoro professionale e i suoi attuali bisogni attraverso la voce di chi nel sindacato si è già cimentato in percorsi di tutela concreti. Ma soprattutto questo mondo si svela attraverso le riflessioni dei diretti interessati che hanno descritto le molteplici facce di questa nebulosa contribuendo a individuare i tanti punti comuni d’interesse e di azione.
  • Tra il precedente Rapporto, Salari in crisi, e questo attuale la recessione ha colpito pesantemente l’apparato produttivo italiano e le condizioni materiali delle famiglie e dei lavoratori, determinando un ritorno, in termini di reddito disponibile, occupazione e prodotto lordo, alle posizioni di un decennio fa. Con la crisi l’Italia perde ulteriori posizioni, accentuando quanto di negativo già era emerso nei precedenti Rapporti, a causa di una bassa crescita e di una produttività stagnante. Nel Rapporto si osserva come le risposte alla caduta della domanda aggregata, provocata dalla contemporanea caduta degli investimenti e dei redditi reali di grandi segmenti della popolazione – risposte affidate ad una supposta capacità taumaturgica della finanza –, si siano rivelate più costose per i bilanci pubblici delle dimenticate politiche keynesiane. L’irrisolta «questione salariale» si integra con la questione fiscale, e resta un nodo fondamentale da cui ripartire per sanare le debolezze strutturali del sistema-paese e per riprendere a crescere. Il Rapporto, che come sempre conduce le analisi su una prospettiva temporale ampia, mette in evidenza, da una parte, gli impatti occupazionali della recessione ed i suoi effetti sulla disponibilità di reddito, e illustra, dall’altra, come l’aumento delle diseguaglianze e della povertà, la stagnazione delle retribuzioni reali, lorde e nette, siano tendenze che hanno segnato il governo dell’economia in una prospettiva decennale, al di là della crisi dell’ultimo biennio. Ha collaborato Riccardo Sanna.
  • Il volume presenta i risultati di un’indagine sui giovani lavoratori mettendo in evidenza i fattori di rischio per la loro salute. La ricerca dimostra che le nuove generazioni, oltre a confrontarsi con le scarse opportunità occupazionali, quando hanno un impiego affrontano condizioni molto difficili sia dal punto di vista fisico che psicologico. Così, troppo spesso, il lavoro non favorisce l’autonomia, l’emancipazione e la promozione sociale ma si traduce in infortuni, patologie e sofferenze, che caratterizzano in modo rilevante le esperienze giovanili. Il rapporto tra il lavoro e la salute è affrontato da molteplici punti di vista: è descritta l’evoluzione del concetto di salute nel corso del Novecento e fino agli anni recenti; sono analizzati i dati delle statistiche nazionali ed è proposto un confronto internazionale delle politiche di prevenzione. La qualità della vita lavorativa è stata indagata in modo approfondito con un questionario somministrato a mille giovani lavoratori a livello nazionale. La ricerca vuole fornire spunti di riflessione non solo per comprendere le specificità di una precisa classe generazionale, ma anche per valutare le tendenze dell’epoca contemporanea, che comportano nuove sfide per affermare la dignità dei lavoratori.
  • Il volume raccoglie saggi sulla figura di Vittorio Foa di studiosi di diverso orientamento tutti in qualche modo a lui legati: A. Andreoni, I. Ariemma, S. Boffo, L. Ferrajoli, P. Ferraris, A. Foa, A. Ginzburg, E. Giovannini, F. Montevecchi, C. Pavone, E. Pugliese, G. Ragozzino, A. Ricciardi, U. Romagnoli, L. Zani. Le riflessioni si incentrano sul ruolo svolto da Foa nel corso del Novecento sul piano politico e sindacale, ma anche sul suo contributo all’analisi della società italiana e sul suo metodo di ricerca basato sull’«impegno a bucare i tabù, a sbloccare le rigidità, a contrastare le analisi fondate su un autoinganno». Gli interventi mostrano come dall’insieme delle sue opere emerga un principio fondativo: il primato della persona e della libertà. Al cuore dell’azione di Vittorio Foa c’è infatti il convincimento che «la politica non è solo comando, è anche resistenza al comando … non è solo governo della gente … è aiutare a governarsi da sé». Il metodo e i contenuti del lavoro di Vittorio Foa politico e studioso ci lasciano un messaggio particolarmente valido per il momento presente, dato che ancora più sentita è la necessità della «mossa del cavallo»: un cambio di scenario da perseguire con tenacia e immaginazione. Nel volume il DVD sulla vita di Foa «Per esempio Vittorio» del regista Pietro Medioli.
  • Nel suo impegno contro il mobbing, l’autore, dopo il manuale Mobbing e Straining (Ediesse, 2008) – citato nella relazione tematica sul mobbing della Corte di Cassazione n. 142 del 10 novembre 2008 come «riferimento dottrinale principale» – pubblica ora questa guida teorico-pratica sul disagio lavorativo con l’obiettivo di facilitare il riconoscimento di tali fenomeni per poterli vincere. Per questa ragione la guida risulta rivolta in primo luogo ai lavoratori e ai cosiddetti addetti ai lavori: gestori di risorse umane, dirigenti, funzionari e quadri di aziende o enti, oltre che naturalmente ai sindacalisti. Muovendo dunque dal manuale Mobbing e Straining la guida propone in modo chiaro e discorsivo un discorso di sintesi, per soddisfare soprattutto le esigenze pratiche operative degli addetti ai lavori e l’esigenza dei lavoratori di sapere come comportarsi, anche perché il fenomeno del mobbing risulta in forte aumento. L’autore, oltre ad avere acquisito nella sua trattazione i molti e spesso innovativi sviluppi dottrinali e giurisprudenziali avutisi recentemente in materia, ha ampliato il discorso al tema dello stress lavoro-correlato, negli ultimi tempi particolarmente in crescita, che rappresenta oggi il più diffuso fenomeno di disagio lavorativo. Completano la guida delle utilissime tavole riassuntive e un questionario per la rilevazione di casi di mobbing nelle aziende.