• Glokers

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    Glokers, ovvero global workers, le lavoratrici e i lavoratori nel mondo globalizzato, con le battaglie per i diritti, i casi di sfruttamento, le testimonianze dei protagonisti, le immagini e i colori delle persone e dei luoghi. Questo libro è un diario di viaggio nei cinque continenti, un vero e proprio reportage ricco di informazioni, interviste, racconti nelle mille contrade, vecchie e nuove, in cui si sta sviluppando l’economia produttiva del terzo millennio. Protagonisti sono le donne e gli uomini che affrontano le durezze e le sfide di una globalizzazione spesso impietosa, a contatto con una realtà quotidiana lontana anni luce dalla retorica neoliberista. L’obiettivo del lavoro dignitoso per tutti come asse di una politica all’altezza del potenziale di crisi e dei conflitti che attraversano l’economia mondiale, il diritto alla salute, le grandi disuguaglianze, le discriminazioni, la composizione della forza lavoro che cambia e con essa la geopolitica che assume nuovi contorni: questi e altri temi visti dal grandangolo di chi tenta di organizzare il sindacato persino nelle zone più remote del mondo. Sono i problemi che l’autrice ha imparato a conoscere nel corso di un lungo lavoro a contatto con le realtà più povere del pianeta, descrivendoli in questo libro con passione e curiosità. Un’unica certezza emerge come un filo rosso lungo tutte le pagine: l’affermazione dei diritti fondamentali del lavoro come chiave di volta per la costruzione della pace e di un mondo più giusto, per cui si batte il movimento sindacale nelle sue articolazioni nazionali ed internazionali. Completa il libro una ricca sezione fotografica a colori.
  • Il Bilancio di Competenze, praticato in Francia come un diritto dei lavoratori, nel nostro paese si sta diffondendo presso i servizi del lavoro come percorso di orientamento flessibile che comporta la relazione di aiuto e la riattivazione delle risorse personali per la definizione di progetti lavorativi individuali soddisfacenti. L’introduzione delle tecniche orientative specialistiche nei servizi per l’impiego risulta infatti indispensabile per favorire l’inserimento in un mercato del lavoro in continua mutazione che richiede competitività, formazione, specializzazione e competenze. La Guida, completata da un glossario e dal testo della legge francese sul Bilancio, si presenta come opuscolo di facile lettura, utile per comprendere un processo complesso di accompagnamento per uomini e donne disoccupati o in transizione lavorativa. L’illustrazione di un’esperienza pilota di Bilancio di Competenze, attuata nei Centri per l’impiego di Frosinone, Cassino, Sora e Anagni, contribuisce a chiarire il funzionamento di questo importante strumento di inserimento al lavoro.
  • Il volume conclude un lavoro di ricerca che la Filcams-Cgil ha inteso promuovere in occasione del centenario della Confederazione celebrato nel 2006. Si è trattato di saldare un debito con le diverse categorie del commercio, con i lavoratori di alberghi e pubblici esercizi e con quelli di vari servizi come le guardie giurate, le imprese di pulizia, i portieri e le collaboratrici domestiche, che mai erano stati oggetti di studio da parte degli storici del sindacato. Un primo volume, pubblicato nel 2005, ricostruiva i tentativi, per tanti versi eroici, che i lavoratori di queste categorie posero in essere, a partire dalla fine dell’Ottocento, per creare organizzazioni sindacali, autonome da tutele padronali, e si concludeva con la distruzione di queste per mano fascista. Questo secondo lavoro riprende il filo del processo di formazione delle organizzazioni sindacali di queste categorie, nel fuoco delle vicende della Resistenza e, poi, della costruzione delle istituzioni democratiche. Due delle tre organizzazioni di cui qui ci si occupa, la Filcea e la Filam, costituirono la Filcams nel 1960, mentre la Filai vi confluì nel 1974. Sulla base di materiale documentario principalmente tratto dall’Archivio Storico della Cgil in Roma, si sono ricostruiti questi processi politico-organizzativi e, prima, le vicende sindacali vissute da ciascuna di queste categorie: i tentativi di radicarsi nei luoghi di lavoro, i conflitti e i negoziati con la controparte, i rapporti con la Confederazione. Sullo sfondo si intravedono le trasformazioni epocali di questi settori produttivi, nel contesto del più generale cambiamento della società italiana.
  • L’opera ripercorre l’evoluzione legislativa della pensione di vecchiaia partendo dalle origini di fine Ottocento fino ad arrivare alle indicazioni del legislatore attuale. L’intento dichiarato è quello di individuare i principi fondanti dell’istituto per verificare la loro coerenza con il dettato costituzionale. Per raggiungere tale scopo la ricerca è stata svolta esaminando alcuni elementi ritenuti caratterizzanti - come la pensione retributiva, la perequazione delle prestazioni, la cumulabilità, la pensione minima - alla luce del principio dell’adeguatezza della prestazione e dell’obbligo/diritto di solidarietà nell’evoluzione storica dell’ordinamento pensionistico. I capitoli si susseguono secondo la scansione temporale delle riforme del sistema: si va quindi dagli albori assicurativi del 1898 agli anni ’60 del Novecento, per poi soffermarsi sulla riforma del 1969 che introduce la pensione retributiva; segue la presa di consapevolezza del legislatore della crisi economica del 1992 con la conseguente riforma e nascita della pensione contributiva, i cui effetti successivi conducono alle iniziative legislative che si susseguono dal 2004 al 2007. L’ordito sul quale si svolge il percorso interpretativo è la lettura in senso monistico dell’articolo 38 della Costituzione e il rigetto di una visione dei diritti sociali come diritti condizionati in favore di uno «sviluppo sostenibile» degli stessi. Le conclusioni giungono alla necessità di una rilettura dell’istituto pensionistico che affermi il primato del principio di solidarietà sulla giustizia commutativa.
  • Il volume è stato ideato per cogliere i segni visivi che i lavoratori hanno impresso nella memoria collettiva lungo il corso dei centosessanta anni di storia italiana, quelli che ci separano dalla nascita delle prime Società Operaie di Mutuo Soccorso. L’occasione è stata offerta dal Centenario della Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori, quindi la ricerca si è concentrata sui filoni ideali che più sono parsi vicini alla storia della Cgil. Si tratta di un impegno vasto che si distingue per le straordinarie dimensioni iconografiche indagate. Per la prima volta, infatti, viene preso in considerazione un così lungo periodo della storia del movimento dei lavoratori italiani per documentarne l’evoluzione dell’immagine e della comunicazione. Questo lavoro collettivo ha inteso verificare la forza e l’originalità culturale espressa dalle classi lavoratrici, esaminando le icone prodotte, l’immagine e la comunicazione creata; cercando di capire se sono entrate nell’immaginario collettivo e anche se sono state assunte e se hanno condizionato quelle delle altre classi o generazioni. Nell’esaminare queste questioni emerge il problema di quanto l’immagine e la comunicazione dei lavoratori abbia inciso sull’industria culturale e, viceversa, quanto quest’ultima determini la durevolezza dell’icona o dell’immagine del lavoro. L’attività di ricerca sulle fonti iconografiche è stata condotta per più di tre anni e ha preso in considerazione uno spettro molto vasto di immagini, di linguaggi espressivi, di forme della comunicazione autoprodotte o commissionate dalle organizzazioni dei lavoratori e, in alcuni casi, dall’industria culturale.
  • Questa guida si propone di informare e orientare i cittadini quando sono all’estero su come accedere alle prestazioni sanitarie. La guida è divisa in due parti: la prima riguarda gli italiani che per varie ragioni si recano in altri paesi; la seconda riguarda invece i cittadini stranieri presenti in Italia. Nel caso della sanità le differenze tra paesi circa il diritto dei cittadini alla tutela della salute e all’accesso alle prestazioni sono notevoli, perfino all’interno dell’Unione Europea. Inoltre, proprio paragonando il sistema italiano a quello degli altri paesi, si comprende immediatamente il valore di un servizio sanitario pubblico e universale, come il nostro, che, nonostante le ben note carenze e criticità, costituisce uno dei modelli più avanzati tra i sistemi di welfare nel panorama europeo e mondiale. Naturalmente, i diritti sono tali se vengono effettivamente garantiti; nel caso della sanità tramite l’accesso alle prestazioni comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza. E poiché le informazioni carenti o sbagliate sono spesso il primo ostacolo che limita l’accesso alle prestazioni e quindi ai diritti, proprio per questo la guida è uno strumento prezioso, rigoroso, ricco di riferimenti normativi e contemporaneamente di agile consultazione, rivolto a operatori sociali e consulenti, ma anche a tutti coloro che, stranieri, necessitando di assistenza sanitaria, si trovino a dover cercare, in un momento di bisogno, risposte da una pubblica amministrazione molto diversa da quella del loro paese di provenienza.
  • Giuseppe Di Vittorio è stato il più importante e influente sindacalista del Novecento italiano. Nato a Cerignola (FG) nel 1892, cresciuto nella miseria accanto ai suoi «fratelli» braccianti, divenuto fin da ragazzo il leader del movimento sindacale pugliese, fu deputato dal 1921 al 1924 e convinto antifascista. Costretto all’esilio dalla dittatura, entrato nelle file del PCd’I egli divenne dal 1930 il Segretario della CGL clandestina. Dopo la caduta di Mussolini fu, insieme al socialista Bruno Buozzi e al democristiano Achille Grandi, il principale artefice della rinascita della CGIL unitaria. Deputato nell’Assemblea Costituente, Di Vittorio lottò con tutte le sue forze, contro l’involuzione del quadro politico nazionale e internazionale della «guerra fredda», per evitare fratture nel sindacato. Purtroppo, il suo sogno unitario si infranse nel momento delle scissioni del 1948-49. Ma egli continuò a difendere strenuamente gli interessi e i diritti delle classi più povere e umili, dando vita a una forma inedita e originale di «sindacalismo del popolo», che ebbe nel Piano del lavoro del 1949 il suo momento più alto. La presente antologia raccoglie una selezione di suoi articoli sulla stampa quotidiana e periodica dal 1944 al 1950. Si tratta di scritti mai pubblicati in volume, che permetteranno di sviluppare una analisi più puntuale del linguaggio e del pensiero di Giuseppe Di Vittorio.
  • Giuseppe Di Vittorio è stato il più importante e influente sindacalista del Novecento italiano. Nato a Cerignola (FG) nel 1892, cresciuto nella miseria accanto ai suoi «fratelli» braccianti, divenuto fin da ragazzo il leader del movimento sindacale pugliese, fu deputato dal 1921 al 1924 e convinto antifascista. Costretto all’esilio dalla dittatura, entrato nelle file del PCd’I egli divenne dal 1930 il segretario della CGL clandestina. Dopo la caduta di Mussolini fu, insieme al socialista Bruno Buozzi e al democristiano Achille Grandi, il principale artefice della rinascita della CGIL unitaria. Deputato nell’Assemblea Costituente, Di Vittorio lottò con tutte le sue forze contro l’invo luzione del quadro politico nazionale e internazionale della «guer ra fredda», per evitare fratture nel sindacato. Purtroppo, il suo sogno unitario si infranse nel momento delle scissioni del 1948-49. Ma anche nei «duri» anni cinquanta egli continuò a difendere strenuamente gli interessi delle classi più povere, avanzando nel 1952 la proposta di uno Statuto dei diritti dei lavoratori e avviando, con l’autocritica del 1955, il rinnovamento del gruppo dirigente e della strategia sindacale. Celebre fu, nel 1956, la sua denuncia dell’invasione sovietica dell’Ungheria. La presente antologia raccoglie una selezione di suoi articoli sulla stampa quotidiana e periodica dal 1951 al 1957. Si tratta di scritti mai pubblicati in volume, che permetteranno di sviluppare un’analisi più puntuale del linguaggio e del pensiero di Giuseppe Di Vittorio.
  • Con il termine scuole reggimentali ci si riferisce all’apparato organizzativo e alle classi scolastiche che furono create in seno ai Corpi dell’esercito e della marina militare del regno di Sardegna a partire dalla metà del XIX secolo. Scopo delle scuole era insegnare a leggere e a scrivere ai militari di truppa analfabeti durante il periodo della ferma militare. L’oggetto della ricerca, inedito nel nostro paese, si riferisce in particolare al momento dell’Unificazione nazionale e al periodo giolittiano, all’interno del quale viene ricostruito lo sviluppo costitutivo di queste scuole e il loro svolgimento pratico, aspetti connessi ai mutamenti politici della nazione e, in più in particolare, alle esigenze proprie dell’esercito. Vengono presentati approfondimenti sulla storia della legislazione scolastica e su episodi poco noti relativi alla pubblica istruzione del nostro paese, riferiti in particolare al problema dell’analfabetismo e al tema dell’educazione degli adulti, a partire dalla legge Boncompagni del 1848 fino alla legge Daneo-Credaro del 1911 che segnò l’importante passaggio delle scuole elementari dall’amministrazione dei Comuni a quella dello Stato. Le scuole reggimentali, che rappresentano una componente trascurata dall’indagine sull’educazione pubblica, svolsero una funzione di qualche rilievo nella redenzione degli analfabeti nel nostro paese, e il contributo che si presenta vuole essere uno stimolo a indagarne meglio ruolo e funzione.
  • Il fenomeno della tratta di donne e minori, maschi e femmine, a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo ha avuto in questi ultimi anni una trasformazione strutturale di tipo quali-quantitativo, in risposta all’azione di protezione sociale portata avanti dai servizi sociali territoriali, pubblici e del privato sociale, e all’azione di contrasto da parte delle forze di polizia. Questa trasformazione, quale effetto del rapporto che si instaura tra i diversi attori sociali coinvolti - la donna, gli operatori sociali, gli agenti di polizia, la clientela e gli sfruttatori/trafficanti - determina una maggiore complessificazione e segmentazione interna al fenomeno, estendendo così le modalità di esercizio della prostituzione, i luoghi dove essa viene praticata, i rapporti sociali e le forme di contrattualizzazione che vengono poste in essere tra le donne esercitanti e i loro sfruttatori. Il volume entra nel merito di questi aspetti, tanto sul piano nazionale che per la città di Roma, poiché soltanto attraverso un processo conoscitivo costante del fenomeno si possono individuare le piste giuste per attivare politiche sociali sempre più adeguate. Completa la ricerca una dettagliata analisi delle normative nazionali e internazionali riguardanti il reato di tratta di persone e la tutela dei minori che ne sono vittime.
  • Giuseppe Di Vittorio è stato il più importante e influente sindacalista del Novecento italiano. Nato a Cerignola (FG) nel 1892, cresciuto nella miseria accanto ai suoi «fratelli» braccianti, divenuto fin da ragazzo il leader del movimento sindacale pugliese, fu deputato dal 1921 al 1924 e convinto antifascista. Costretto all’esilio dalla dittatura, entrato nelle file del PCd’I egli divenne dal 1930 il Segretario della CGL clandestina. Dopo la caduta di Mussolini fu, insieme al socialista Bruno Buozzi e al democristiano Achille Grandi, il principale artefice della rinascita della CGIL unitaria. Deputato nell’Assemblea Costituente, Di Vittorio lottò con tutte le sue forze, contro l’involuzione del quadro politico nazionale e internazionale della «guerra fredda», per evitare fratture nel sindacato. Purtroppo, il suo sogno unitario si infranse nel momento delle scissioni del 1948-49. Ma egli continuò a difendere strenuamente gli interessi delle classi più povere, elaborando nel 1949 l’idea di un Piano del lavoro, avanzando nel 1952 la proposta di uno Statuto dei diritti dei lavoratori e avviando, con l’autocritica del 1955, il rinnovamento del gruppo dirigente e della strategia sindacale. Celebre fu, nel 1956, la sua denuncia dell’invasione sovietica dell’Ungheria. La presente antologia raccoglie una selezione di suoi articoli sulla stampa quotidiana e periodica dal 1944 al 1957. Si tratta di scritti mai pubblicati in volume, che permetteranno di sviluppare un’analisi più puntuale del linguaggio e del pensiero di Giuseppe Di Vittorio.
  • [...] non dimentichiamo mai questa grande ed eroica prova vissuta dal nostro popolo: vite spezzate, sofferenze e sacrifici indescrivibili, una lotta senza sosta che pareva, a volte, senza speranza. Qui è la radice prima della nostra libertà riconquistata e della nostra democrazia. In questo contesto di guerra guerreggiata da tre anni, di occupazione tedesca tante volte spietata e sanguinosa, si è preparato, studiato e portato a temine il patto di unità sindacale noto come il Patto di Roma. Un fatto non solo di valore sindacale del tutto eccezionale, ma soprattutto di grande valenza politica [...] Fu dunque questo patto una nuova e più pesante sfida alla dittatura ormai in crisi irreversibile. Diventa evidente che l’apporto del mondo del lavoro alla risurrezione della nostra libertà è stato vasto, ben determinato, essenziale. Fondamentali gli scioperi del 1943 e 1944. Non era solo una ribellione alla dittatura che aveva scritto nel Codice penale lo sciopero come reato, ma per la prima volta si manifestava una contestazione corale del mondo del lavoro di fronte al prepotere del regime [...] (Dalla prefazione di Oscar Luigi Scalfaro) Il volume raccoglie le relazioni svolte a due importanti convegni: - quello di celebrazione del Patto di Roma, firmato il 3 giugno 1944 da Di Vittorio, Grandi e Lizzadri, che nell’Italia divisa dalla guerra segna la rinascita del sindacato unitario; quello di celebrazione degli scioperi delle lavoratrici e dei lavoratori milanesi del marzo 1943 e 1944, da cui venne un grande contributo alla liberazione nazionale dal nazifascismo. La terza parte del libro è costituita da un saggio di ricostruzione del primofesteggiamento del 1° Maggio dell’Italia liberata, che fu quello celebrato a Roma appunto il 1° maggio 1945. I saggi e i contributi raccolti nel volume sono di: Luigi Angeletti, Aldo Aniasi, Maria Luisa Cassanmagnago, Guglielmo Epifani, Francesco Morisano, Adolfo Pepe, Savino Pezzotta, Alfredo Reichlin, Gianni Salvarani, Paolo Serventi Longhi, Carlo Vallauri, Sergio Zaninelli.