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La bracciante digitale e altre storie
10.00
€
La bracciante digitale e le altre protagoniste di questo libro vivono tra le rovine del neoliberismo e del maschilismo. In poche battute raccontano il lavoro e la sua assenza, la guerra, l’ingiustizia sociale, sempre con l’intento di farci ridere e sorridere. Con leggerezza evocano e risvegliano la bracciante che è in noi, quella presenza antica che cova in chi non ha potere ma tiene acceso il desiderio di una libertà condivisa. Cinque capitoli scandiscono il percorso: Braccianti in lotta, Multitasking, Bombe e margherite, SOS Sanità, Bracciante del fumetto. Pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta, lottano contro i latifondisti del web e del pianeta, in cerca di un senso e di una terra in cui radicarsi. Braccianti di tutto il mondo, uniamoci!
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Pane pei nostri bambini o la testa di Mussolini
10.33
€
Per la prima volta oltre quattrocento documenti della Cgdl clandestina vengono offerti, attraverso schede riassuntive, agli studiosi e agli appassionati di storia del sindacato e d’Italia. In gran parte sconosciuti fino ad oggi, ci consegnano un quadro estremamente ricco, persino sorprendente, dell’attività della Cgdl e della lotta condotta negli anni 1927-1943 per le libertà sindacali. Si tratta di giornali, opuscoli, tessere, volantini prodotti dalle due diverse Confederazioni generali del lavoro, quella diretta da Bruno Buozzi, operante prevalentemente in Francia fra gli emigranti e i fuoriusciti italiani, e l’altra, diretta da Paolo Ravazzoli prima, da Giuseppe Di Vittorio poi, che agiva in clandestinità soprattutto in Italia. Il testo è il risultato di ricerche compiute nelle carte che la polizia sequestrò agli antifascisti durante il ventennio, e ora conservata nell’Archivio centrale dello Stato.
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IA: lavorare con l’intelligenza artificiale [EBOOK]
10.50
€
Questa pubblicazione nasce dall’esigenza di proseguire, dopo il manuale Contrattare l’innovazione digitale, l’analisi della rivoluzione digitale in atto. L’intelligenza artificiale è la tecnologia più sfidante per l’essere umano; mette in discussione il suo primato, la capacità di ragionare, inventare, trovare soluzioni. A seconda di come sarà utilizzata, potrebbe rivelarsi strumento di liberazione o di oppressione delle persone, nel mondo del lavoro, ma anche nella vita quotidiana, per questo il sindacato ha l’obbligo di contrattare nuove tutele e immaginare spazi di contrattazione collettiva. Il Manuale è un lavoro plurale. Per realizzarlo, la Cgil ha messo in campo competenze diverse, dall’Ufficio Progetto Lavoro 4.0 all’Area delle Politiche europee ed Internazionali, all’Area del Mercato del Lavoro e Contrattazione. Nel volume ci sono esempi per spiegare le diverse applicazioni dell’IA, una lettura della situazione internazionale, un approccio alla contrattazione e alla normativa vigente, un glossario per leggere il fenomeno, infografiche per semplificare la lettura.
Hanno lavorato alla realizzazione del manuale:
Andrea Allamprese
, professore associato di Diritto del lavoro presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia; collabora con l’Ufficio Giuridico e con l’Area Politiche Europee e Internazionali della CGIL
Giulia Barbucci
, vicepresidente con delega al Bilancio del Comitato Economico e Sociale Europeo; componente del Comitato Esecutivo della CES e del suo Comitato Donne
Susanna Camusso
, responsabile Politiche di Genere e Politiche Europee ed Internazionali della CGIL
Silvana Cappuccio
, Politiche Europee ed Internazionali della CGIL; componente Consiglio d’Amministrazione ILO
Monica Ceremigna
, responsabile della Progettazione Europea della CGIL
Alessio De Luca
, nato a Roma nel 1972, in Cgil Nazionale è responsabile della Riconversione green e della Ricerca dell’Area delle Politiche per lo Sviluppo ed è coordinatore di Idea Diffusa per l’Ufficio ProgettoLavoro 4.0. Precedentemente è stato il coordinatore dell’Emittenza pubblica e privata in Slc Cgil Nazionale. Ha iniziato l’attività sindacale come Rsu in Almaviva Contact Roma nel 2000.
Cinzia Maiolini,
nata a La Spezia nel 1968. Già Segretaria generale del Sindacato Lavoratori della Comunicazione (Slc) a La Spezia e poi a Torino, dal 2013 è Segretaria nazionale della Slc-Cgil con delega sull’Area Servizi Postali e sull’Area Multimediale (industria, editoria, emittenza). Dal 2019 è responsabile dell’Ufficio Lavoro 4.0 della Cgil Nazionale.
Massimo Mensi
, presidente nazionale di APIQA (Associazione generale Quadri, Professionisti e Alte Professionalità) della CGIL; collabora con l’Area Politiche Europee e Internazionali della CGIL ed è componente dell’Osservatorio Europeo delle Economie di Piattaforma in seno alla CES
Tania Scacchetti
, Segretaria confederale della CGIL con deleghe a Contrattazione - Mercato del Lavoro
Cristian Sesena
, coordinatore Area Contrattazione - Mercato del Lavoro della CGIL
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Voci dal conflitto
11.00
€
Voci dal conflitto. Voci di ebrei israeliani, di palestinesi cittadini di Israele, di palestinesi dei territori occupati: docenti universitari, scienziati, esponenti dei movimenti per la risoluzione del conflitto, i quali, da punti di vista differenti, denunciano l'ingiustizia dell'occupazione, la militarizzazione della società israeliana, la sottrazione di risorse vitali, come l'acqua, la strategia del displacement come forma di apartheid, di cui i governi israeliani sono responsabili. Dal volume emerge con chiarezza che non si tratta di un conflitto di religione, né di un conflitto etnico. Si tratta di una guerra fra chi, per mandato divino e per antiche e recenti persecuzioni e genocidi, ritiene di avere diritto di vivere sulla "terra promessa", e chi storicamente, da sempre, vive su quella terra. Il punto di vista degli autori dei saggi è che esiste, per entrambi i popoli, la possibilità di vivere in pace sullo stesso territorio, secondo la formula "due popoli due Stati". Questo i palestinesi lo hanno accettato, ma non i governi israeliani che mirano alla Grande Israele. Si pone quindi con forza, oggi più che mai, la necessità della mediazione internazionale. L'Unione europea , per i suoi princìpi, le sue leggi, può essere il soggetto super partes, al quale gli autori del volume, ebrei israeliani e palestinesi, si appellano a gran voce. La storia del conflitto Palestina-Israele, anche in questa ultima e più drammatica fase, ha reso palese l’inadeguatezza di qualunque strategia di pace che poggi su una riduzione arbitraria della sua complessità. Per questo gli autori del libro – ebrei israeliani, palestinesi cittadini di Israele, palestinesi dei Territori Occupati, docenti universitari, scienziate e scienziati, esponenti dei movimenti per la risoluzione non violenta del conflitto – ne offrono una rappresentazione non appiattita sugli schemi della belligeranza, recuperando la molteplicità delle tensioni che si sono venute creando tra le due parti, non solo sul piano degli interessi politici ed economici, ma anche su quello delle fratture sociali e culturali. Essi denunciano, da punti di vista differenti, l’ingiustizia dell’occupazione, la militarizzazione della società israeliana, la sottrazione di risorse vitali come l’acqua, la strategia di apartheid di cui i governi israeliani sono responsabili, l’insostenibilità degli interventi (e dei non interventi) del mondo occidentale. La convinzione degli autori dei saggi è che esiste, per entrambi i popoli, la possibilità di vivere in pace sullo stesso territorio, secondo la formula "due popoli, due stati". Si pone quindi con forza, oggi più che mai, la necessità della mediazione internazionale in cui l’Unione Europea, per i suoi princìpi e per le sue leggi, superando l’impotenza attuale, può essere il soggetto super partes, al quale pure guardano le autrici e gli autori del volume. Contributi di: Abu-Dayyed Shamas, Amit, Delle Donne, Donini, El Sarraj, Ghanayem, Gigli, Halper, Hiller, Isaac, Macchi, Picchio, Rossetti, Tarozzi, Tricarico, Trottier.
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La cittadinanza sociale fra vie locali e universalità
11.00
€
A due anni dalla legge quadro sul sistema socio-assistenziale e dalla riforma del Titolo V della Costituzione approvate dal Governo dell'Ulivo, e in concomitanza con l'uscita del Libro bianco sul welfare dell’attuale Governo di centro destra, rappresentanti delle forze politiche e sociali, del Terzo settore, del mondo universitario e della ricerca, decisori locali, esperti riflettono sulla tematica dell’equilibrio fra territorialità delle politiche e universalità dei livelli di inclusione. Sostenere i percorsi, le opzioni, le strategie programmatorie e di gestione espressi dai vari contesti locali è tanto necessario quanto supportare un principio di convergenza che crei condizioni di parità sociale e territoriale: questa la tesi del volume. Processi di decentramento non sufficientemente coordinati rischiano infatti di ampliare le disparità tra i diversi sistemi territoriali di tutele e opportunità che, se non equamente rivolti a tutti i cittadini, limitano in maniera particolare la qualità di vita di quelli meno dotati di risorse economiche, fisiche, relazionali e culturali. La finalità è pertanto quella di sostenere e di argomentare la centralità delle politiche sociali avviate nella seconda metà degli anni novanta, rafforzandone l’effettiva attuazione verso una strategia di sistema. Il volume si suddivide in quattro sezioni tematiche: «La riforma del Titolo V della Costituzione. I livelli essenziali delle prestazioni e le misure universalistiche di base»; «La legge 328/2000. Risorse e ruoli nel sistema misto degli attori»; «I sistemi informativi e la valutazione delle politiche sociali»; «I fabbisogni, la pianificazione sociale e lo sviluppo del territorio».
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Il Sud che resiste
11.00
€
In vaste aree del territorio italiano la delinquenza organizzata condiziona lo sviluppo, «affama» i soggetti più deboli, crea emarginazione, impedisce ogni forma di vita associativa e nega ai giovani la speranza del futuro. Con la strage di sei giovani ghanesi a Castel Volturno si è raggiunto l’apice di un clima di violenza e di terrore, che ha portato alla ribalta dell’opinione pubblica una delle mafie più potenti del territorio casertano, quella dei cosiddetti «casalesi». Eppure in quelle realtà sono anche in campo esperienze diffuse di resistenza civile e di cittadinanza attiva rivolte a far progredire, attraverso l’educazione permanente, una cultura della legalità che possa realizzare un vero argine sociale di contrasto e di lotta ai modelli finora vincenti della camorra. L’autore racconta alcune di quelle esperienze facendoci constatare, con la memoria e l’aiuto di tanti protagonisti, come anche in un territorio così difficile sia possibile ricostruire percorsi di liberazione e messaggi di speranza. La sfida è assai ardua, ma è la sola che possa restituire prospettive di futuro e di dignità ai giovani e ad intere popolazioni di Terra di Lavoro e di grandi aree del Mezzogiorno. Le storie narrate nel volume dimostrano che oggi è possibile combattere e vincere la criminalità organizzata se, in questa battaglia, alle istituzioni si uniscono le strutture organizzate della società civile.
menzione speciale Premio Sele d’Oro Mezzogiorno - XXV ed.ne
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Lavori minorili in Italia
11.00
€
Il lavoro minorile, se non adeguatamente contrastato, è un fenomeno destinato a crescere anche nel nostro paese. Questioni di natura economica (il bisogno) si intrecciano a situazioni di degrado culturale: l’aumento del livello di povertà in molte zone d’Italia, che comporta l’esplosione di un’offerta di lavoro precoce rivolto al sostegno materiale delle famiglie più deboli; le regolarizzazioni degli immigrati extracomunitari, che, così come normate dalla Bossi-Fini, non garantiscono il riconoscimento di cittadinanza all’intera famiglia del lavoratore immigrato, presupposto essenziale di tutela del figlio minore; l’aumento dell’abbandono scolastico, destinato a incrementare l’attività lavorativa di bambini e adolescenti. Il volume fornisce un’analisi mirata delle varie tipologie di lavoro minorile in tre aree metropolitane: Milano, Roma e Napoli. A Milano l’indagine si è incentrata sulla relazione tra lavoro precoce e dispersione scolastica individuando i ragazzini e le ragazzine che, fino alla scuola dell’obbligo, lavorano e vanno a scuola, per poi abbandonare il percorso formativo superiore, rischiando di restare incastrati in circuiti di esclusione sociale. A Roma si è studiato il lavoro precoce tra i minori immigrati: le storie di bambine e bambini cinesi o provenienti dall’Europa dell’Est hanno permesso di indagare le esperienze di lavoro minorile in diverse culture etniche. A Napoli, infine, l’analisi si è concentrata sul lavoro dei minori in relazione alle situazioni di povertà familiare e territoriale. I risultati qui presentati configurano un importante approfondimento delle diverse culture territoriali che determinano condizioni favorevoli allo sviluppo del lavoro minorile, portatrici talvolta di destini difficilmente reversibili.
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Schiavitu’ emergenti
11.00
€
Il traffico di donne - e di bambini - a scopo di sfruttamento sessuale rappresenta nel nostro paese una delle emergenze più significative dell’ultimo decennio. Il fenomeno si caratterizza per le forme di grave sfruttamento delle vittime e per l’assoggettamento para-schiavistico e servile delle stesse. Nel caso delle donne nigeriane le modalità dell’assoggettamento si basano prevalentemente sulla violenza psicologica suggellata da rituali religiosi a carattere superstizioso (non secondari quelli delle pratiche woodoo). La tratta e lo sfruttamento della prostituzione nell’area Domitia assumono altresì caratteristiche peculiari, dovute al fatto che le organizzazioni criminali nigeriane hanno col tempo allacciato legami con le organizzazioni criminali di stampo camorristico che storicamente controllano la zona. Questo connubio produce un mix di violenza e di sopraffazione particolarmente difficile da fronteggiare, che rende altresì arduo e oltremodo complesso il lavoro sociale delle organizzazioni non profit e delle istituzioni impegnate su queste problematiche. Il volume raccoglie i risultati della ricerca condotta sull'area di Castel Volturno; inoltre analizza la normativa italiana contro la tratta ai fini di sfruttamento sessuale e le caratteristiche dell'immigrazione nigeriana in Italia.
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Le discriminazioni di genere sul lavoro
11.00
€
L’incontro che ha dato vita ai saggi e ai contributi raccolti in questo volume è nato dalla constatazione della tendenza sempre più diffusa a lasciare cadere il tema delle discriminazioni di genere, con particolare riferimento a quelle che si attuano, in varie forme, sul lavoro. Un tema che è stato di attualità diversi anni orsono, ma poi ha finito per scomparire quasi del tutto dall’agenda delle priorità. Eppure dall’Unione Europea sono arrivati e arrivano segnali del tutto diversi; dei quali si è dovuto prendere atto, sia pure senza entusiasmo, con i decreti legislativi 215 e 216 e con l’inserimento, nella legge comunitaria 2003, di un’ampia delega (non ancora esercitata) al governo per la concreta attuazione del principio della parità di trattamento nel lavoro. Ma anche questi provvedimenti sono passati sotto silenzio, rivelando così la reale sostanza del problema, che è quella di un vero e proprio deficit politico-culturale. I saggi e i contributi raccolti in questo volume cercano di riaprire il confronto e la riflessione su queste tematiche e su alcuni fenomeni, come le molestie sessuali sul lavoro, le persecuzioni, il mobbing, spesso determinati da intenti discriminatori. Una riflessione, peraltro, non fine a se stessa, ma destinata a stimolare confronti e iniziative, per sollecitare un rinnovato impegno collettivo e diffuso su una questione che riguarda la democrazia nel nostro paese. Completa il volume la normativa nazionale e comunitaria in materia.
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Un cammino lungo un secolo
11.00
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Il 2004 è stato occasione di ricorrenze di molti ed importanti eventi che in modo diverso hanno segnato la storia sociale e politica d'Italia lungo il Novecento. Con la loro celebrazione, la Fondazione Giuseppe Di Vittorio ha inteso rileggerne criticamente genesi e impatto, allo scopo di contribuire, attraverso la ricostruzione della memoria, alla migliore e netta comprensione dei fondamenti dell'identità democratica del nostro paese. Il volume raccoglie i contributi e gli approfondimenti sviluppati per alcune delle iniziative più significative realizzate dalla Fondazione, le quali, per il dipanarsi lungo il corso del secolo degli avvenimenti ed anche delle tragedie a cui si riferiscono, forniscono una chiave di lettura unitaria di passaggi chiave del grande movimento sociale che si è espresso nel Novecento. Cominciando dal 1904, secondo scansioni decennali, vengono così presi in esame l'eccidio di Buggerru e la proclamazione del primo sciopero generale in Italia, la settimana rossa di Ancona e l'assassinio di Giacomo Matteotti, risalendo progressivamente lungo il secolo fino a scavare nell'operato di grandi personalità sindacali e politiche del nostro paese, quali Giorgio La Pira, Oreste Lizzadri e Agostino Novella.
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La democrazia instabile
11.00
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I modi con cui si sono sviluppate le relazioni sindacali nel nostro paese derivano da un sistema perennemente in transizione e perciò instabile. La storia delle forme di rappresentanza e rappresentatività evidenzia le contraddizioni e i problemi irrisolti della democrazia sindacale italiana. In particolare hanno pesato le divisioni tra le diverse concezioni della natura del sindacato: sindacato «generale» che riceve il mandato a contrattare da tutti i lavoratori o sindacato espressione degli associati a cui deve rendere conto in ultima istanza? La mancata risoluzione di queste contraddizioni comporta evidenti rischi per il sindacalismo confederale, soprattutto in una fase storica in cui la frammentazione del mondo del lavoro e la velocità dei processi economici, la cosiddetta globalizzazione, contribuiscono a rendere più deboli alcune conquiste democratiche fondamentali del Novecento. Partendo da questi presupposti il libro si propone un esame delle forme di rappresentanza e rappresentatività, i limiti e le differenze che le caratterizzano, indicando la necessità di nuove regole condivise da tutto il mondo del lavoro. Regole che potrebbero costituire un terreno più favorevole per un’evoluzione positiva dei diversi orientamenti e culture esistenti nel sindacalismo confederale, oltre a essere un fattore che contribuirebbe a dare maggiore stabilità e sviluppo alla democrazia del nostro paese.
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Il Po: una risorsa per lo sviluppo sostenibile
11.00
€
Da anni il bacino del fiume Po è scenario di fenomeni che causano rilevantissimi danni, economici, sociali, sanitari e ambientali: l’alluvione dell’ottobre 2000, quando in Valle d’Aosta e in Piemonte la pioggia intensa ha determinato un’onda di piena superiore a quella del ’94, che a sua volta era stata superiore a quella del ’93 e a quella del ’51 che aveva causato il disastro del Polesine; la siccità dell’estate del 2003, che ha messo in evidenza il contrasto di interessi sull’utilizzo dell’acqua disponibile; la persistenza sul bacino di una sorte di nube rossa prodotta dalle varie forme di inquinamento atmosferico. Rispetto a questi fenomeni la Cgil ritiene prioritaria un’attività di prevenzione che, con l’opportuna gradualità, regoli l’insieme delle attività umane, produttive, di relazione e di uso del territorio dell’intero bacino in una prospettiva di sostenibilità. Un’attività che, in una realtà così vasta e complessa, può essere realizzata solo indirizzando l’azione di tutti i responsabili istituzionali all’obiettivo prioritario di indurre a comportamenti virtuosi i soggetti economici e sociali che in modo diretto e indiretto influenzano l’equilibrio del sistema. Il volume, curato da Claudio Falasca, coordinatore del Dipartimento Ambiente e Territorio, Salute e Sicurezza della Cgil Nazionale, vuole essere un contributo alla costruzione di un progetto sostenibile su una realtà strategica per il futuro del paese. Contributi di: Agnello Modica, Albonetti, Bardi, Battaglia, Bruschini, Camocardi, Caravella, Carnicella, Comella, Cremonini, Della Quercia, Claudio Falasca, Francesco Garufi, Indovina, Luccarini, Marinari, Nicolosi, Peroni, Rambelli, Ricciarelli, Saccardin, Scudiere, Serafini, Sommariva, Stolfi, Tampieri, Telesca, Trefiletti, Valdameri, Venturini.
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