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Nuovi modelli di abitare e di produrre
12.00
€
L’edilizia sostenibile è una delle leve più importanti per affermare un nuovo modello di sviluppo capace di coniugare l’attività economica con la tutela dell’ambiente e la qualità della vita collettiva. La ricerca Nuovi modelli di abitare e di produrre analizza gli impatti socio-economici della trasformazione in chiave sostenibile del settore delle costruzioni, considerando gli effetti sulla produttività, l’occupazione, la qualità del lavoro e la contrattazione. Nella prima parte dello studio si descrivono le tipicità e criticità del comparto delle costruzioni, si delinea il quadro delle politiche a sostegno dell’edilizia verde, si identificano i profili professionali in evoluzione sia in termini di nuove figure e competenze sia analizzando il rapporto tra green building e condizioni di lavoro. Nella seconda parte si presentano gli studi di caso su imprese fortemente innovative sul piano tecnologico e organizzativo. L’analisi mostra lo stretto legame esistente tra innovazione e industrializzazione del ciclo produttivo, che comporta un diverso rapporto tra fabbrica e cantiere, con rilevanti conseguenze su tutte le fasi della progettazione, realizzazione e manutenzione di un edificio fino al modo stesso di abitare. Lo studio fornisce indicazioni e suggerimenti per la costruzione di una nuova politica di sviluppo del settore e per rafforzare le strategie d’intervento del sindacato nel paradigma dell’economia sostenibile.
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Per la scuola di tutti
13.00
€
Senza uguaglianza il diritto all’istruzione rischia di trasformarsi in privilegio per chi può permettersi una costosa scuola privata e in concessione e carità di una scuola pubblica dequalificata per chi è in basso nella scala sociale. Rileggere la storia della scuola significa rileggere anche la storia del nostro paese: tutti i passaggi più significativi della storia nazionale sono stati infatti segnati da profonde trasformazioni del sistema formativo e da movimenti che dalla scuola hanno investito il complesso della società italiana. Attraverso la storia della più grande istituzione culturale del nostro paese (dalla legge Casati alla riforma Gentile, alle leggi razziali del 1939, alla riforma della scuola media unica del 1962, alle controriforme dei ministri Moratti e Gelmini; e i grandi movimenti che l’hanno attraversata dal ’68 al ’77, dalla Pantera all’Onda) Giorgio Mele ci ricorda che senza uguaglianza non esiste né la democrazia né un vero diritto allo studio, per tutti. Dall’Illuminismo in poi, da quando cioè il “sapere” ha assunto una funzione di emancipazione umana, tra democrazia e diritto all’istruzione per tutti si è creato un asse preferenziale, perché è proprio della democrazia garantire l’universalità dei diritti, in funzione del principio di uguaglianza dei cittadini. Nell’ultimo quarto di secolo però l’offensiva liberista e la crisi economica hanno messo in discussione questo nesso costitutivo delle democrazia moderne. La crisi sociale ed economica ha fatto si che la scuola di e per tutti sancito dalla nostra Costituzione non sia più un valore universalmente condiviso. Perché? Perché in epoca di crisi i diritti “costano” e la spesa pubblica va contenuta. E allora diventa di fondamentale importanza rimettere in campo un disegno alto di difesa e sviluppo del diritto all’istruzione. Oggi, più che mai, tutti devono raggiungere un livello di istruzione elevato, per ricostruire legami e dinamiche che stanno alla base della coesione sociale, per ripristinare principi ed etica nei comportamenti pubblici e privati, per affermare il benessere dei singoli e della collettività.
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Costruttori di libertà
13.00
€
Nell’Italia di fine Ottocento, in un periodo segnato dal moltiplicarsi dei conflitti sociali, i lavoratori delle «arti edilizie» avevano dato vita a spontanee forme di organizzazione per tutelare i propri diritti e migliorare le loro condizioni materiali. Bisognò attendere l’alba del nuovo secolo, dopo la cruenta repressione del 1898, perché le associazioni sorte un po’ dappertutto si riunissero a Milano e confluissero nella Federazione generale italiana fra gli addetti alle arti edilizie. La Lombardia, interessata da un intenso processo di modernizzazione, ebbe un peso rilevante nella rete appena costituita. E in Lombardia il Varesotto, dove già nel 1892 si era costituita una Lega dei muratori, rappresentò una realtà particolarmente attiva. Questo volume, voluto dalla FILLEA CGIL di Varese e realizzato dall’Istituto varesino «Luigi Ambrosoli» per la storia dell’Italia contemporanea e del movimento di liberazione, ricostruisce per la prima volta questa importante pagina di storia sindacale dalle origini all’età fascista. È una storia scandita da lotte e sofferenze, una storia che si intreccia con le vicende politiche dello stesso periodo; una storia di lavoratori, che riuscirono a trasformare la loro debolezza individuale in forza collettiva per la costruzione di un mondo migliore.
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Portella della Ginestra e il processo di Viterbo
16.00
€
Nel sessantacinquesimo anniversario della strage di Portella della Ginestra, per iniziativa dell’Archivio di Stato di Viterbo, dell’Università della Tuscia e della Fondazione Di Vittorio, si è tenuta a Viterbo una giornata di studio sul tema che ha fornito anche il titolo del volume. La ricostruzione degli avvenimenti del 1° maggio 1947 e il dibattito storiografico sulla strage di Portella sono stati posti in connessione con la storia dell’Italia repubblicana, senza trascurare il mondo della cultura e delle arti, la memoria del sindacato e le celebrazioni ufficiali. Il panorama degli studi raccolti nel volume è stato articolato dall’analisi delle reazioni del mondo politico e sindacale, dalla rassegna sul processo di Viterbo nei rotocalchi italiani e da una densa ricognizione sui lavori della Commissione Antimafia, con risultati che attestano l’efficacia di una indagine a tutto campo tra politica, memoria e uso pubblico della storia. Gli approfondimenti sulle rappresentazioni di Portella della Ginestra elaborate dalla letteratura, dalle arti visive, dal cinema e dalla televisione completano il quadro, con il ricorso sistematico a fonti iconografiche e audiovisive. In sintonia con l’approccio interdisciplinare della giornata di studio al volume è unito il Dvd della Mostra multimediale «Portella della Ginestra: politica, memoria, uso pubblico della storia (1947-2012)». Nello spirito delle parole pronunciate dal Presidente della Repubblica a Portella della Ginestra, il proposito che ispira il volume è quello di affrontare con gli strumenti del «mestiere di storico» le pagine più tormentate dell’Italia repubblicana, oltre le deformazioni della polemica politica più contingente.
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Con Carla Lonzi
12.00
€
Un dialogo con Carla Lonzi, da donna a donna, attraverso i suoi testi, i suoi manifesti, le sue riflessioni, che parlano la lingua dell’autenticità e sollecitano chi legge a intraprendere la stessa strada, quella di pensare a partire da sé. Con Carla Lonzi l’autrice mantiene differenze consistenti sul piano esistenziale, culturale, politico. Ma ciò che condividono è il femminismo della differenza, quell’autocoscienza che è cosa ben diversa dall’emancipazione. Il pensiero di Lonzi risulta più che mai attuale in un momento come quello attuale in cui emancipazione e libertà soggettiva spesso finiscono per confondersi. Boccia ce ne ripropone una lettura originale con l’intento di parlare alle nuove generazioni alle prese con l’acquisizione di uno spazio di libertà. Sta a ciascuna donna attribuire un significato al “chi” e non al “cosa” dell’esser donna. Carla Lonzi può insegnare a farlo. «Questo non è un libro su Carla Lonzi. È stato pensato e scritto con Carla Lonzi. È sufficiente sfogliare le pagine,scorrerle velocemente con lo sguardo, per accorgersi di quanto siano presenti le sue parole. Ben più che citazioni, sono la tessitura del mio discorso. In un contesto profondamente mutato Carla Lonzi è tornata. Un ritorno che ha il segno di un ricominciamento, volto a trovare nuove vie, nuove soluzioni, nella consapevolezza di muoversi in una realtà radicalmente modificata. Dove si conferma attuale la ricerca di un proprio senso dell’esistenza. È questo spazio di libertà, aperto negli anni Settanta, che non si è richiuso. È uno spazio politico, non privato, né culturale. Vorrei che questo libro fosse un tramite per il riconoscimento tra pratiche di donne differenti. Io almeno l’ho pensato e scritto così, con lo sguardo rivolto a Lonzi e alle donne che nel presente vivono la sua stessa sfida». dall’introduzione
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Rapporto sulla bilateralità nel terziario
14.00
€
In uno scenario diffusamente segnato da un arretramento concomitante dei sistemi di welfare e delle relazioni industriali, la costituzione di enti e fondi bilaterali ha rappresentato uno dei tratti più ricorrenti e originali con cui il sindacato italiano ha utilizzato in questi anni le leve dell’autonomia collettiva per ampliare il suo ruolo nel campo della contrattazione e, al contempo, rimediare alle tante falle del welfare pubblico. Nata per ovviare alle difficoltà di organizzare rappresentanza e tutele in ambiti connotati dalla discontinuità dell’impiego e dalla frammentazione produttiva, la bilateralità è divenuta col tempo uno dei maggiori snodi attraverso i quali le parti sociali concorrono alla gestione di un welfare contrattuale e integrativo nel campo della previdenza, dell’assistenza sanitaria, della formazione, del sostegno al reddito. Ciò ha assunto un’estensione particolarmente vasta e articolata nella galassia del terziario, con un patrimonio di esperienze e professionalità che va sì valorizzato ma anche razionalizzato rispetto a quegli elementi di frammentazione che oggi lo caratterizzano. Numero degli enti, governance, costi contrattuali rappresentano gli ambiti su cui più criticamente occorre esercitarsi alla ricerca di assetti che, qui come altrove, sappiano salvaguardare i tratti più genuinamente integrativi di un’azione sindacale che nell’universalismo della contrattazione nazionale e del welfare pubblico pone i pilastri della sua azione rivendicativa. La riforma degli ammortizzatori sociali, alla luce del controverso ruolo che ai fondi di solidarietà conferisce la legge Fornero, occupa uno spazio centrale in questa riflessione. Sulla base di un’ampia disamina teorica ed empirica, questo libro ambisce ad offrire una mappatura di tutte le sfaccettature problematiche di un’esperienza perennemente in bilico fra la meritoria funzione di tappare le falle di un sistema di welfare iniquo e disomogeneo e il rischio di suggellarne definitivamente vecchie tare e nuove derive.
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I Consigli di Gestione e la democrazia industriale e sociale in Italia
18.00
€
Il volume ripubblica gli atti di un importante convegno sui Consigli di Gestione tenuto a Milano nel febbraio del 1946, presieduto da Giovanni Demaria, rettore dell’Università Bocconi di Milano e presidente della Commissione economica per la Ricostruzione. Atti che furono pubblicati a suo tempo dal CER (Centro Economico per la Ricostruzione), presieduto da Antonio Pesenti, autorevole dirigente comunista, economista e docente universitario, ministro nei governi Bonomi, oltre che presidente della Commissione per lo studio dei problemi del lavoro, costituita presso il Ministero per la Costituente diretto da Pietro Nenni. In un Paese solitamente immemore delle proprie luci, anche di quelle più vivide, il volume intende rendere il giusto riconoscimento al coraggio e allo sforzo generoso di coloro che si impegnarono prima nei CLNA (Consigli di liberazione nazionale aziendali) e poi nei Consigli di Gestione, per la salvezza e la conduzione dell’apparato produttivo italiano. Una vicenda da cui trarre anche utili insegnamenti per la difficile, complessa, ma inevitabile problematica della democrazia industriale. Gli Atti del Convegno sono preceduti da una puntuale ricostruzione storica della vicenda da parte di Stefano Musso. Seguono due contributi. Il primo di Francesco Vella, che, anche alla luce di una sintetica ricostruzione del quadro normativo attuale e con uno sguardo rivolto al futuro, cerca di trarre dall’esperienza storica dei Consigli di Gestione indicazioni e suggerimenti per un possibile percorso di partecipazione dei lavoratori al governo dell’impresa. Il secondo del curatore, che affronta temi e prospettive della democrazia industriale alla luce delle esperienze precedenti e successive a quella dei Consigli di Gestione. Vicende ricordate anche in relazione ai correlati avvenimenti storici e alle dinamiche politiche. Completano il volume un’Appendice contenente alcuni documenti significativi e una bibliografia ragionata a cura di Maria Paola Del Rossi.
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Lavorare nel commercio e nel turismo
12.00
€
I settori del commercio e del turismo sono soggetti a continue trasformazioni provocate dai cambiamenti nelle abitudini sociali, dalle innovazioni tecnologiche, dalla competizione intensa tra le aziende. Questi settori sono caratterizzati da una crescente flessibilità che interessa l’intero processo produttivo e che si afferma in maniera paradigmatica rispetto a quanto accade nel mondo del lavoro contemporaneo. La ricerca analizza le condizioni di lavoro nel commercio e nel turismo (alberghi e ristorazione) alla luce delle trasformazioni in atto, per contribuire alla definizione delle strategie sindacali per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Le dinamiche occupazionali, l’organizzazione del lavoro, i fattori di rischio, l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali sono analizzati a livello nazionale ed europeo. Per meglio comprendere le difficoltà presenti nei luoghi di lavoro sono state approfondite le opinioni e le proposte dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. La ricerca mostra che per migliorare le condizioni di salute e sicurezza è necessario intervenire sull’organizzazione complessiva del lavoro, contrastando la sua crescente frammentazione e la riduzione del potere negoziale, valorizzando la partecipazione e la formazione delle rappresentanze sindacali e l’inclusione dei lavoratori nei sistemi di prevenzione.
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Da Moro a Berlinguer
20.00
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Il sequestro del presidente della Dc Aldo Moro durò cinquantacinque giorni; il 9 maggio 1978 fu ucciso dalle Brigate rosse, lasciando il principale partito italiano senza l’unico dirigente che aveva una strategia nella fase dell’unità nazionale. L’agonia di Enrico Berlinguer avvenne durante la campagna per le elezioni europee, durò quattro giorni, dal 7 all’11 giugno 1984, privando il principale partito comunista dell’Occidente del segretario che lo stava portando alla percentuale più alta mai raggiunta, con la nuova strategia dell’alternativa democratica. In quegli anni fu parte della vita politica italiana ed europea un piccolo partito della sinistra, il Partito di unità proletaria per il comunismo che, fondato nel 1974, confluì poi nel Pci alla fine del 1984. Ne era segretario Lucio Magri. La prima parte del volume ripercorre le origini del partito negli anni sessanta e settanta, il Sessantotto e il gruppo del Manifesto, la strategia della tensione e il terrorismo rosso. La seconda parte prende in esame la vita politica e il contributo del Pdup dal 1978 al 1983, il pacifismo, gli albori dell’ecologismo contro il nucleare, l’affermazione dei diritti civili, la vertenza Fiat e il terremoto dell’Irpinia, lo scontro sull’aborto e la lotta contro i missili. La terza parte si concentra sul 1984, su quanto avvenne trent’anni fa a partire dallo scontro sulla scala mobile e dall’improvvisa scomparsa di Berlinguer, fino alla confluenza. Completano il volume una ricca bibliografia e un’appendice biografica di molti dei dirigenti nazionali e regionali del Pdup protagonisti di quegli anni.
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Immigrazione e sindacato. VII RAPPORTO IRES
20.00
€
Giunto alla sua settima edizione, il rapporto Ires-Cgil analizza il fenomeno immigrazione attraverso tre concetti chiave: il lavoro, la cittadinanza e la rappresentanza. L’immigrazione non può essere considerata un evento casuale da gestire in modo «emergenziale» ma va interpretata e affrontata come un fenomeno strutturale complesso, tanto sul piano nazionale che su quello europeo. Tra gli argomenti trattati: il mercato del lavoro immigrato negli anni della crisi, le condizioni di lavoro degli stranieri, la presenza degli immigrati nella Cgil, le azioni a tutela dei lavoratori immigrati, la partecipazione politica degli immigrati e il ruolo delle seconde generazioni e, infine, le politiche per l’immigrazione e la cittadinanza, in Italia e in Europa.
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Storie precarie
12.00
€
Fare parte della «generazione senza» significa non potersi permettere progetti di vita, non avere diritti elementari, stare peggio dei propri genitori pur avendo studiato di più. Si vive ai margini del mercato del lavoro vedendosi negata una parte importante della propria identità. Precarietà, dequalificazione, disoccupazione, scoraggiamento formano oggi una miscela esplosiva in cui è avviluppata un’intera generazione di giovani dai 20 ai 35 anni. L’indagine - promossa da Cgil e Smile, in collaborazione con la rivista Internazionale - aiuta a capire meglio l’«arcipelago della precarietà» attraverso la raccolta e l’analisi di quasi 500 storie di lavoratori e lavoratrici atipici. La ricerca riordina tutte le varie tipologie di precariato ma soprattutto dà voce a chi la precarietà la vive tutti i giorni sulla propria pelle: posizioni, profili, percorsi, vicissitudini, atteggiamenti, contesto familiare, linguaggio. Sono questi gli elementi che aiutano davvero a capire cosa voglia dire essere precario oggi. Per cambiare questa situazione non basta una buona legge: bisogna ripensare la cittadinanza sociale e il welfare, in modo che sia garantito un futuro ai lavoratori, a prescindere dal contratto che hanno stipulato. Il sindacato per lungo tempo è stato assente e molti dei precari intervistati lamentano la delusione e la lontananza da ogni possibile sistema di rappresentanza. È giunto allora il momento di fare autocritica e di intraprendere un nuovo percorso.
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Palmiro Togliatti e papa Giovanni
12.00
€
Il 20 marzo 1963 Palmiro Togliatti tiene a Bergamo un discorso che ha come titolo
Il destino dell’uomo
. È in corso la campagna elettorale, ma il segretario del Pci si tiene lontano dalle schermaglie tattiche del momento, e si impegna in una operazione politica di altissimo livello, cercando di costruire il terreno per una collaborazione tra il movimento operaio e il mondo cattolico sui grandi temi del nostro tempo, a partire dalla necessità di salvare l’umanità dalla minaccia della guerra nucleare. Bergamo è una città di fortissima tradizione cattolica, ed è anche la terra d’origine di papa Giovanni XXIII. È dunque chiaro l’intento di costruire un ponte con tutto il movimento riformatore che sta cambiando in profondità gli orizzonti culturali della Chiesa cattolica, con l’impulso decisivo del pontefice, che segna davvero una «svolta» nella storia della Chiesa. Dopo pochi giorni, l’11 aprile, viene promulgata l’enciclica
Pacem in terris
, nella quale giungono a piena maturazione i nuovi orientamenti dottrinali della Chiesa cattolica, con un impatto fortissimo sulla società italiana e sull’intera comunità internazionale. A cinquant’anni da questi due eventi il volume propone una riflessione storica sull’attualità di Togliatti e di Giovanni XXIII e sulla loro convergenza di metodo e di approccio. Il libro pone l’accento non tanto sulle ideologie, quanto sulle forze reali e sulle possibilità di un incontro che avvenne sul terreno della comune condizione umana, di fronte alle emergenze del loro e del nostro tempo. Completano il volume due appendici in cui si riproducono una testimonianza e una lettera di monsignor Capovilla, il di scorso di Togliatti e l’enciclica di papa Giovanni.
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