• Il V Rapporto Agromafie e caporalato a cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto/ Flai-Cgil fotografa la situazione degli ultimi due anni (ottobre 2018-ottobre 2020) concernente lo sfruttamento lavorativo nel settore agro-alimentare e le criticità dei rapporti di lavoro dovute a contratti ingannevoli e a raggiri perpetuati a danno dei lavoratori. Inganni e raggiri sono distribuiti diversamente in tutti gli ambiti produttivi che nel loro insieme costituiscono la filiera di valore dell’intero settore.

    Il V Rapporto si compone di quattro parti, ciascuna focalizzata ad esplorare specifici ambiti che nell’insieme contribuiscono ad illuminare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo.

    Lo stretto legame tra lavoro e legalità è ancora una volta il carattere costitutivo di questa pubblicazione che ha ormai assunto un ruolo importante come fonte di comprensione e riflessione su questi fenomeni.

    Con questa edizione la Flai-Cgil rinnova la volontà di contribuire attraverso la ricerca e l’indagine non solo alla conoscenza del lavoro agricolo e delle forme di sfruttamento in esso presenti, ma anche di stimolare le tante forze positive del nostro Paese per una battaglia comune per la legalità e l’affermazione dei diritti.

  • Il volume ricostruisce la storia del concetto di meritocrazia dal momento in cui fu coniata la parola (la seconda metà de gli anni cinquanta del Novecento) ai giorni nostri, guardando sia alle elaborazioni teoriche della filosofia e del pensiero sociale (da Young a Della Volpe, Hayek, Arendt, Rawls, Bell, Bourdieu, Walzer, Sen, Lasch, Sennet, Giddens) sia al linguaggio politico (da Martelli a Blair e Renzi) e al senso comune diffuso. Il percorso proposto mostra come il termine nasca con un significato negativo, a identificare una prefigurazione distopica, che continuerà a caratterizzare il suo utilizzo nel vecchio continente per alcuni decenni; e come negli Stati Uniti il lemma assuma invece da subito un significato anche positivo, all’interno di un’ideologia tecnocratica proiettata nella nuova civiltà postindustriale. È solo all’inizio del nuovo millennio che con la Terza Via l’ideologia meritocratica diventa parte dei valori della cultura politica progressista europea, sempre più sussunta dalla governance postfordista. La meritocrazia diventa perciò una parola-chiave del neoliberalismo, giustificando le crescenti diseguaglianze dovute ai processi di finanziarizzazione, delocalizzazione e privatizzazione. Anche dopo la crisi del 2008, la meritocrazia resta uno snodo fondamentale della narrazione neopopulista, a documentare il profondo legame fra quest’ultima e il neoliberalismo.
  • Un vero e proprio laboratorio all’avanguardia delle lotte operaie e delle relazioni sindacali, questo è Sesto San Giovanni con le sue fabbriche nell’arco del Novecento. Attraverso le parole di Antonio Pizzinato e le testimonianze dirette dei protagonisti che quei luoghi e quei momenti hanno vissuto, il volume approfondisce gli aspetti cruciali della parabola produttiva e sociale della quinta città industriale del nostro paese. Prendono vita gli operai, gli impiegati, i lavoratori tutti della Falck, delle numerose Breda, della Ercole e Magneti Marelli, della «confinante» Pirelli… Ne emerge con chiarezza come a Sesto si formino prima che altrove gli embrioni di quelle che via via diventeranno rivendicazioni e conquiste nazionali, dal diritto di mensa a quello per la sicurezza e la salute sul lavoro, dall’inquadramento unico all’esigenza di una rinnovata unità che porterà alla nascita del Sum, il Sindacato unitario dei metalmeccanici, che anticipa la nascita della Federazione lavoratori metalmeccanici. Dopo l’espansione produttiva ecco il racconto drammatico ma quanto mai istruttivo della gestione della fase di ridimensionamento progressivo dell’apparato produttivo che ha determinato, nel complesso, la formazione della più grande area industriale dismessa d’Europa. Sull’immensa bonifica realizzata si gettano le fondamenta del nuovo futuro, proprio là dove la storia era cominciata: le ex aree Falck, la nuova Città della salute e della ricerca, uno sterminato parco urbano.
  • CM 4-2020

    12.00 

    Editoriale

    Aldo Tortorella, Un aspro autunno  

    Osservatorio

    Antonella Palumbo, Le conseguenze economiche della pandemia: vere scelte e falsi dilemmi Romeo Orlandi, Pechino e Washington: né con te, né senza di te Guido Moltedo, L’ipoteca del trumpismo sul futuro degli Usa e del mondo Vincenzo Vita, Editoria, senza distanziamento Roberto Finelli, Pandemia e infanticidio. Qualche nota sulla scuola Antonio Di Meo, Il sottosuolo della storia  

    Laboratorio culturale

    Giovambattista Vaccaro, Sartre e il marxismo quaranta anni dopo Pasquale Voza, Gli spettri di Mark Fisher Francesco Aqueci, L’alba di un giorno dal cupo tramonto. Sul Montaigne di Montaleone Giovanni Andreozzi, Quel che resta del pensiero critico Lelio La Porta, Gramsci e l’egemonia oggi

    Schede critiche

    Giorgio Tassinari, Il nemico è l’ordoliberismo Piero Di Siena, Costituzione, popolo, cittadinanza Gianluca Giraudo, Il cambiamento del maschile Massimo Modonesi, Marx, il catalogo è questo Paolo Desogus, Gramsci e l’emancipazione dei subalterni Antonino Infranca, Aricó e il marxismo Antonio Fanelli, Gramsci: l’antropologia e il corpo
  • Dopo oltre un decennio dalla Grande crisi del 2008, nonostante le numerose evidenze empiriche e una vasta letteratura economica inedita, la battaglia culturale per riformare il modello di sviluppo, nazionale ed europeo, è ancora aperta, anche se un cambiamento delle politiche economiche e sociali è stato imposto dall’emergenza Covid-19. Nel dibattito politico e accademico ritorna la necessità di porre la piena e buona occupazione come obiettivo dell’economia pubblica ed emergono oltreoceano proposte di «lavoro garantito» come misura per attribuire allo Stato un nuovo ruolo economico, anche come datore di lavoro di ultima istanza, riprogettando gli investimenti e, in generale, il sistema economico-produttivo in funzione dell’ambiente, del contenimento delle disuguaglianze e dei bisogni sociali. Un dibattito interessante anche per il nostro Paese, in totale coerenza con il Piano del Lavoro della Cgil.
  • Il saggio si inserisce nell’ambito di una ricerca sulla valutazione delle pratiche partecipative e delle attività di engagement dei sostenitori del servizio di sostegno a distanza (Sad) nell’Associazione Famiglie nuove (Afn) onlus. Dalle evidenze empiriche raccolte emerge una dimensione privata di adesione al Sad, che si articola nella diffusione di pratiche simboliche, inedite e per giunta non convenzionali di partecipazione associativa. Sono proprio queste pratiche, anche connesse al profilo etico e morale dei sostenitori – che si dichiarano diffusori di fiducia e promotori diretti della cultura del Sad – che orientano la riflessione sui principali cambiamenti che hanno investito il significato della «prossimità relazionale» fra sostenitore e beneficiario del sostegno. Ponendo l’accento sui valori del dono e della reciprocità, il ruolo assunto dalla comunicazione 2.0 appare centrale per «salvaguardare» la qualità delle relazioni tra i diversi pubblici di Afn, e per estendere la loro portata (dimensionale e valoriale) verso le «comunità educanti» dei paesi terzi coinvolte nei progetti Sad.
  • Aziende e pubbliche amministrazioni usano con sempre più frequenza algoritmi per prendere decisioni sulle vite di clienti, cittadini, utenti e pazienti. Numerosi studi hanno dimostrato che i sistemi di decisione automatizzata possono generare, e soprattutto amplificare, le disuguaglianze sociali. Con questo articolo si intende promuovere la consapevolezza dei rischi associati ad un uso acritico degli algoritmi, ma allo stesso tempo, incoraggiare all’impiego informato dei sistemi di decisione automatizzata. L’obiettivo principale è di portare evidenze empiriche riguardo al funzionamento degli algoritmi e delle loro conseguenze sulla società. Successivamente, si individuano delle tecniche di ricerca sociale che possono essere impiegate per effettuare audit di algoritmi. Infine, si focalizzano delle soluzioni politiche per mitigare gli effetti degli algoritmi sulle disuguaglianze: la costituzione di organismi di sorveglianza in raccordo con altre autorità garanti (es. comunicazione e privacy), l’alfabetizzazione della popolazione alla privacy dei dati e al coding, la formazione di figure interdisciplinari altamente specializzate capaci di valutare la qualità degli algoritmi e i loro effetti. La ricerca sociale e l’istituzione di organismi di controllo sono gli strumenti principali per governare l’autorità algoritmica e per evitare che si producano nuove, e sempre più complesse, forme di disuguaglianza sociale.
  • La prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne si fonda sull’attività quotidiana di diversi attori che, pur accomunati da un obiettivo comune, impiegano approcci di intervento anche molto differenti. Da un lato i centri antiviolenza e le case rifugio supportano le donne nel percorso di fuoriuscita dalla violenza anche allontanandole, quando necessario, dalla casa condivisa con il partner violento; dall’altro i programmi di trattamento responsabilizzano i maltrattanti rispetto alla violenza agita, promuovendo un cambiamento nei loro comportamenti. Le mappature condotte da Istat e Cnr nel 2018 consentono di fotografare, per la prima volta in Italia, gli attori che popolano il campo dell’antiviolenza, indagandone modalità organizzative e pratiche di intervento. Dopo aver descritto le principali caratteristiche di questi soggetti, il contributo discute i dati preliminari dell’indagine «I centri antiviolenza ai tempi del coronavirus», realizzata dal Cnr nel mese di aprile, in cui si evidenziano gli effetti dell’emergenza sanitaria sull’attività di supporto alle donne vittime di violenza e si descrivono le principali richieste che le operatrici rivolgono ai decisori politici.