• Il volume raccoglie testimonianze e saggi autorevoli che ricostrui scono il percorso di studioso rigoroso della pedagogia sociale, nonché l’impegno civico che ha contraddistinto la vita di Bruno Schettini, maestro di umanesimo. Si articola in tre sezioni tematiche che abbracciano tutti i filoni di interesse della sua attività scientifica e sociale. Risalta nel testo la passione etica e civile di una persona che non separava mai la sua attività di studioso da quella di militante impegnato in tante battaglie civiche, partecipe attivo delle molteplici ini ziative sociali promosse sul territorio, in primo luogo nel mondo del lavoro e del terzo settore. Docente sempre aperto al dialogo con i suoi allievi, studioso rigoroso e ricercatore «glocale» – un neologismo che gli piaceva molto – nel campo delle scienze umane e filosofiche, di lui va ricordata la capacità di «fare ricerca» nella Facoltà di Psicologia della SUN, a partire dalla sua curiosità epistemologica capace di sorprendere sempre. Riusciva a «fare ponte» tra discipline diverse, tra istituzioni, persone, storie di uomini passati e problematiche del presente. Ricercatore e uomo di relazione, profilo di intellettuale acuto e profondo, persona capace di «motivare all’umanità».
  • Educo ergo sum

    10.00 
    In una società dove conta solo ciò che serve a breve termine, l’educazione e l’istruzione sono oramai beni irrilevanti. La scuola pubblica, che è lo spazio fondamentale in cui tali beni prendono forma – e che non può sopravvivere se non sa guardare oltre né praticare valori duraturi –, è di conseguenza abbandonata, incompresa, diventa terreno di politiche sempre subalterne ad altri obiettivi. Eppure è un mondo animato da passioni, frustrazioni, speranze, delusioni, lotte e rinunce di adulti, bambini, adolescenti; un’umanità straordinaria che, per quanto studiata e indagata, raramente riesce a essere pienamente conosciuta. Ora Dario Missaglia, che della scuola ha fatto lo spazio di un’intera vita, ha voluto raccontare quel mondo dando voce a parole, sentimenti, conflitti, aspettative. Ed è un narrare in cui realtà e immaginazione si contaminano a vicenda: perché la realtà così evocata finalmente ci riconsegna per intero quel mondo complesso e restituisce credito e fiducia al compito più difficile che ogni adulto è chiamato a svolgere.
  • Il volume raccoglie una serie di interventi svolti da personalità del mondo giuridico, sindacale e politico sui temi cruciali e le prospettive di riforma del processo del lavoro e previdenziale. La riforma del processo del lavoro, già articolata nella precedente legislatura da una Commissione ministeriale di studio, è stata ulteriormente messa a punto in quella attuale dalla ricostituita Commissione che, coordinata da Raffaele Foglia, ha terminato i suoi lavori nel maggio del 2007 predisponendo un progetto di legge, che il lettore troverà in questo volume. Il processo del lavoro italiano, pur presentando tratti caratteristici positivi e per più versi eccellenti nel panorama internazionale, è però uno strumento indifferenziato, agito per la soluzione di ogni controversia di lavoro a prescindere dalla sua rilevanza individuale e sociale. L’iter procedimentale è oggi il medesimo sia per una importante - e, per il lavoratore, vitale - controversia in tema di licenziamento o impugnazione di contratto di lavoro a termine, sia per una semplice rivendicazione retributiva o di qualifica. Di conseguenza, più o meno uguali sono anche i tempi del processo, negli ultimi anni spaventosamente allungatisi. Con la proposta di riforma discussa in questo volume, oltre ad importanti novità in tema di conciliazione e di processo previdenziale, si prevede che controversie più importanti (licenziamenti, trasferimenti, impugnazioni di rapporti di lavoro precari) possano invece venire instradate su corsie processuali preferenziali. Contributi di: Alleva, Andreoni, Assennato, Baratta, F. Coccia, Costantino, Curzio, Epifani, Fabbri, Fezzi, Foccillo, Foglia, Ianniruberto, Mastella, S. Mattone, Musella, Naccari, Nerozzi, Proto Pisani, Raffone, Rossi, Sirianni, Smuraglia, Todaro, Treu, Vietti.
  • La riduzione delle tutele classiche e inderogabili del lavoro realizzata con le recenti riforme mediante l’ampliamento degli spazi di regolazione concessi ai poteri imprenditoriali e alla contrattazione collettiva, specie aziendale, aumenta i trattamenti differenziali e le diseguaglianze nel lavoro, e, al contempo, sposta l’attenzione sul rispetto dei divieti di discriminazione, sempre più invocati a tutela dei diritti dei lavoratori. Gli studi raccolti in questo volume affrontano il tema delle discriminazioni alla luce delle riforme più recenti, interrogandosi sul ruolo svolto dal diritto antidiscriminatorio nell’attuale sistema normativo, in una prospettiva che tiene conto sia dell’evoluzione del diritto nazionale, sia del contesto e della regolamentazione europea in cui esso si colloca. Alla prima parte, dedicata all’inquadramento generale del tema, seguono i saggi dedicati ai diversi ambiti di applicazione del diritto antidiscriminatorio: dai contratti di lavoro non standard ai licenziamenti, dai comportamenti molesti e ritorsivi alla tutela della salute nei luoghi di lavoro. Chiude il volume una parte dedicata ai profili processuali e ai rimedi giudiziali avverso le discriminazioni. L’opera si caratterizza per il dialogo che si instaura tra gli Autori: accademici, magistrati e avvocati impegnati quotidianamente nello studio e nell’applicazione concreta del diritto antidiscriminatorio. Il volume contiene scritti di Cristina Alessi, Lisa Amoriello, Marzia Barbera, Olivia Bonardi, Silvia Borelli, Laura Calafà, Laura Curcio, Maria Dolores Ferrara, Valeria Filì, Giorgio Fontana, Donata Gottardi, Alberto Guariso, Fausta Guarriello, Andrea Lassandari, Cinzia Meraviglia, Roberta Nunin, Carla Ponterio, Annalisa Rosiello, Rita Sanlorenzo, Stefania Scarponi, Elisabetta Tarquini, Anna Luisa Terzi.
  • Il background teorico che sottostà al ritorno d’attenzione alle questioni della politica industriale contiene elementi analitici nuovi che si discostano drasticamente da approcci tradizionali, sostanzialmente coincidenti con l’idea di limitarsi a fornire alle imprese e al mondo produttivo nuova attività regolatoria e incentivi indiretti (tra cui spiccano quelli fiscali) e con l’invito a stimolare la concorrenza. L’approccio maggiormente di rottura con le analisi e le pratiche invalse con il lungo ciclo neoliberista è quello dello Stato «strategico» e dei suoi rapporti con l’«innovazione», uno Stato più avventuroso e più disponibile ad assumere rischi della stessa iniziativa privata (certamente nella ricerca scientifica e tecnologica ma pure nei campi delle nuove domande sociali o del risanamento ambientale, del riassetto dei territori e della riqualificazione urbana), uno Stato il quale, oltre che indirettamente – mediante incentivi, disincentivi e regolazione –, interviene direttamente, cioè guidando e indirizzando intenzionalmente ed esplicitamente con strumenti appositi. Proprio l’estensione del cam- biamento tecnologico e l’emergenza di nuovi settori – come internet, le biotecnologie, le nanotecnologie, l’economia «verde» – mostrano che lo Stato non interviene solo per contrastare le market failures o per farsi carico della generazione di esternalità, ma rispondendo a motivazioni e obiettivi strategici. Infatti, l’operatore pubblico è l’unico in grado di porsi la do- manda: «Che tipo di economia vogliamo?». L’emergenza di nuovi complessi di attività si deve a un intervento pubblico che non si limita a neutralizzare le market failures, ma che inventa, idea, crea lungo tutta la catena dell’innovazione.
  • Nel nostro paese è lentamente diminuito il numero delle denunce di malattie professionali e conseguentemente dei riconoscimenti da parte dell’Inail; non è estranea a questo calo la paura di molti lavoratori delle reazioni dei datori di lavoro di fronte alle denunce né il fiscalismo spesso eccessivo dell’Inail. Tanto più utile risulta quindi l’aver predisposto con questo manuale una raccolta ragionata degli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa per cui vige l’obbligo della segnalazione. Uno strumento prezioso che vuole rendere più facile il compito dei delegati sindacali e degli operatori del patronato, nell’individuazione delle malattie di possibile origine lavorativa che potrebbero essere indennizzate. Gli elenchi delle malattie di probabile origine lavorativa sono tre: - lista 1 - malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità - lista 2 - malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità - lista 3 - malattie la cui origine lavorativa è possibile. Considerato che le malattie contenute negli elenchi sono centinaia, nel manuale le tre liste, mantenendo sempre la distinzione tra loro attraverso tre diverse colorazioni, sono state però unificate in un’unica lista in cui tutte le malattie sono riportate in ordine alfabetico, segnalando per ognuna gli agenti e il codice identificativo. Ogni malattia può così essere immediatamente identificata e ricondotta alla lista di appartenenza e il manuale, così organizzato, si presenta come strumento di utile e facile consultazione per chiunque anche non esperto della materia. Insieme al manuale un CD-ROM con l’intero testo degli elenchi e la modulistica necessaria ai lavoratori e alle aziende per la denuncia delle malattie all’Inail.
  • La legalità come questione di etica pubblica, come valore fondante della convivenza civile. L’esercizio consapevole della responsabilità rappresenta oggi una chiave essenziale per rispondere, in maniera credibile perché efficace, alla crisi identitaria, legale, morale che investe il Paese ad ogni livello.
  • Il processo di emancipazione femminile, benché tratto distintivo del XXI secolo, ha solo lambito molte donne e lasciato scoperti numerosi contesti divenendo di fatto una “rivoluzione incompiuta” che ben si evidenzia passando in rassegna temi e questioni quali il lavoro, la fecondità e la famiglia. Proprio a causa della sua incompiutezza, tale processo allo stato attuale risulta portatore di numerosi squilibri sociali e di nuove disuguaglianze di genere arginabili attraverso una politica di welfare attenta in primo luogo all’infanzia.