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Monza e Brianza, nata sotto una cattiva stella
10.00
€
Maurizio Laini: «La CGIL di Monza e Brianza ritiene che con o senza interfaccia istituzionale la dimensione del sistema socio-economico territoriale andrà presidiata e rafforzata. Di sicuro un tratto identificativo del territorio che ha contribuito a fare la storia di Monza e Brianza è la cultura della sua gente, la gerarchia dei suoi valori, detti e praticati, il costume. L’identità del brianzolo è largamente costruita attorno alla propensione per il lavoro; quello manuale, quello che costruisce, quello che trasforma». Luigi Losa: «È calato il sipario sulle Province, anzi sulla Provincia di Monza e Brianza. In maniera ineluttabile, senza alcun sussulto, quasi si trattasse di un soggetto con encefalogramma piatto, ormai senza speranze, al qua-le si aspettava solo di staccare la spina, non si sa nemmeno quanto dolorosamente, posto che ormai tutti se n’erano fatti una ragione». Domenico Guerriero: «Cosa resterà di questa esperienza amministrativa? Cosa ha fatto la Provincia in questi cinque anni in termini di investimenti, opere pubbliche, strategie di lungo termine? È stato un sentiero stretto, molto complicato, si poteva e si doveva osare di più. È mancato il coraggio di guardare oltre l’orizzonte delle convenienze e delle autoreferenzialità». Dario Allevi: «Anche grazie alla Provincia la Brianza delle imprese ha dimostrato di saper resistere ed innovare, la Brianza dei lavoratori di reinventarsi il futuro, la Brianza della scuola di riprogrammare l’offerta formativa in base alle necessità del mercato, la Brianza della cultura di crescere vivace nonostante i tanti tagli, la Brianza della mobilità di lavorare insieme sul tema delicato delle infrastrutture, la Brianza della solidarietà di confermarsi campionessa del volontariato e tanto, tanto altro ancora». Gli autori sono politici, amministratori, sindacalisti e giornalisti.
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Contrattare è facile (se sei capace)
10.00
€
La contrattazione collettiva o negoziazione sindacale può essere definita come un processo molto complesso che si propone di produrre degli accordi per migliorare le condizioni di lavoro, ridistribuire le risorse a disposizione e anche ridurre i conflitti nei luoghi di lavoro. Piero Pessa ci consegna un vero e proprio manuale di formazione per le RSU su metodi e tecniche di conduzione del negoziato sindacale: dal sistema di regole alla preparazione delle trattative; dalla definizione della piattaforma ai luoghi e ai soggetti della trattativa; dalle strategie di comunicazione alla gestione del conflitto. L’autore delinea i contorni del “mestiere” del negoziatore fornendo strumenti utili alle rappresentanze sindacali chiamate a contrattare.
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Critica del monetarismo e dei derivati di credito
12.00
€
Un saggio sulla crisi finanziaria, sulla crisi della finanza e sulla crisi a causa della finanza. Bellucci propone un’analisi dei nuovi strumenti di finanza derivata partendo da lontano: dalla «bolla dei tulipani olandesi» del Seicento alla «grande bolla» del 1929 arrivando fino alla «bolla di Internet» e a quella dei mutui sub-prime. L’appiattimento interpretativo in cui è incorsa tanta parte dell’analisi economica degli ultimi importanti fenomeni speculativi ha messo in ombra le cause di fondo e ha impedito finora di trovare una via d’uscita dalla crisi. In molti infatti cercano la soluzione nello spostamento dalla spesa pubblica ai mercati. Ma l’autore ci ricorda che è giunto il momento di invertire la rotta perché anche i mercati inizino a funzionare in modo diverso e ci chiama a riflettere su una finanza diversa, al servizio dei cittadini.
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Il lavoro che uccide
10.00
€
Il sogno di un lavoro stabile che si infrange contro una malattia e poi il lutto dei familiari. È il filo che unisce le storie raccolte in questo libro dedicato alle vittime del lavoro. Ronchetto e Rossi, entrambi giornalisti, ci raccontano le storie di lavoratori che hanno perso la propria vita sul lavoro. Gianni, entrato in acciaieria da ragazzino, come saldatore. Carlo, tipografo che ha vissuto il passaggio dal piombo al computer; Fiorenzo, vetraio. E ancora, Pietro, dipendente aziendale; Salvatore, vigile del fuoco; Daniele, operaio. Un racconto intenso che è un omaggio alle tante vittime del lavoro e un monito per tutti perché si lavori di più sul fronte della prevenzione.
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Cent’anni di Camera del Lavoro a Crotone
13.00
€
La storia locale, superando il carattere erudito che l’ha caratterizzata a lungo, è diventata negli ultimi decenni un terreno molto frequentato e produttivo. Permette infatti di concentrarsi su realtà specifiche, spesso ritenute secondarie, con il risultato di costruire tessere preziose della narrazione storica nazionale ed internazionale. Inoltre, si è di frequente incrociata con l’ambito della memoria favorendo il recupero e la valorizzazione di identità collettive e, anche, la comunicazione tra generazioni differenti. Crotone ha un rilievo particolare perché attraverso la sua storia, che è insieme agricola e industriale, è possibile leggere le trasformazioni del Mezzogiorno soprattutto in età repubblicana. Questo libro ci restituisce dunque un pezzo di storia locale che è anche una storia del nostro Sud e dell’Italia intera.
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Le risorse umane
12.00
€
La nozione di risorsa umana è diventata centrale per definire la «forma-impresa» che caratterizza il capitalismo di stampo neoliberale. Di che cosa è sintomo l’inflazione di questa nozione all’interno dei luoghi di lavoro e non solo? In che modo l’«umano» è diventato oggi la «risorsa» principale dell’economia capitalistica? In questo libro - attraverso una digressione che parte dalla disciplina di fabbrica novecentesca, si sofferma sull’invenzione del management moderno e arriva fino a oggi – si sostiene che la «risorsa umana», lungi dal segnalare l’avvento del lavoro infine umanizzato, è piuttosto il correlato di una tecnologia di potere che si situa all’incrocio fra il governo politico degli individui e l’organizzazione del lavoro. Ciò che sembra una nozione tecnica o neutrale proviene in realtà da un campo di conflitti e di lotte, e rappresenta l’esito attuale di una lunga storia di tentativi di addomesticare quella che Marx chiamava la «mano ribelle del lavoro».
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In contropiede
8.00
€
Quando ha proposto a SeNonOraQuando-Factory di avviare un serio dibattito pubblico sulla Costituzione Italiana, Mariella Gramaglia ha scritto: «A noi, donne, la Costituzione, il nostro contratto sociale della contemporaneità democratica, interessa. E molto. Non solo perché ricordiamo con commozione e deferenza le 21 pioniere che hanno contribuito a scriverla e sobbalziamo ogni volta che qualcuno parla di “padri costituenti”, ma perché pensiamo che, benché redatto da una schiacciante maggioranza di uomini, questo contratto ci riguardi, segni dei perimetri di diritto che ci stanno a cuore, che almeno parzialmente ci includono». Da questa idea di Mariella Gramaglia ha preso corpo l’iniziativa «In contropiede. Le donne rileggono la Costituzione» che vuole esprimere l’esigenza, ormai urgente, di rileggere il testo fondativo della nostra vita civile a partire da un nuovo punto prospettico: la vita delle donne. La Costituzione italiana è stata scritta quasi 70 anni fa. Da allora il Paese è cambiato, soprattutto le donne sono molto cambiate. Contributi di
Alessandra Bocchetti, Giulia Bongiorno, Francesca Comencini, Marisa D’Amico, Michela Marzano, Lea Melandri, Luisa Muraro, Lidia Ravera
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Ludovico Ariosto
12.00
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Prosegue la scoperta dei grandi classici attraverso la collana dedicata ai saperi di base "Fondamenti". La figura di Ludovico Ariosto è caratterizzata dalla delusione, vissuta con distacco ma anche all’insegna di una malinconia «storica». Il tramonto dei valori e la registrazione dello spregiudicato presente fa del poeta un testimone in prima linea alla pari di Machiavelli e Guicciardini, benché con diverse motivazioni di fondo. Questo soprattutto nel Furioso, ma anche nelle opere minori là dove felici spunti di critica della società, risolti in modi di stile e vivacemente rappresentati in prospettiva letteraria, contribuiscono a configurare l’intera opera di Ariosto lungo questa linea. Alla materia cavalleresca, Ariosto attinge come in un fondo comune in cui tanti poeti del suo tempo o a lui precedenti hanno trovato le tematiche centrali del loro poetare. Le continuazioni e imitazioni danno luogo ad un fenomeno che si potrebbe dire di «multiautorialità»: una categoria non teorizzata ma realizzata di fatto in un intrecciarsi di voci contemporanee e precedenti o seguenti quella di Ludovico.
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Unione Sindacale Italiana
12.00
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Il libro contiene gli atti del convegno «I cento anni dell’USI, Unione Sindacale Italiana» che si è tenuto a Parma il 6 dicembre 2012. Il convegno ha ripercorso la storia di una importante Confederazione sindacale che, nata nel 1912, ha scritto pagine di grande interesse per la storia del Paese, in particolar modo in relazione alla prima guerra mondiale e al suo tormentato dopoguerra. È una storia che, sebbene non abbia riscosso il dovuto riconoscimento nella letteratura di genere, è in realtà imprescindibile per chi voglia ritrovare le radici di tante correnti di pensiero che hanno esercitato la loro influenza nell’Italia del Novecento. Il sindacalismo rivoluzionario ha infatti introdotto nelle tradizionali concezioni sindacali e politiche del movimento operaio elaborazioni teoriche fortemente innovative, che ne hanno fatto, grazie anche a figure come Giuseppe Di Vittorio, che fu tra i fondatori dell’USI, uno degli at-tori più rilevanti della complessa dialettica del mondo del lavoro con le istituzioni dell’Italia liberale, capa-ce di interagire con l’intera vicenda politica nazionale tra la crisi del giolittismo e l’affermazione del nazionalismo. Il volume ricostruisce la vicenda dell’Unione Sindacale Italiana attraverso gli interventi di Maurizio Antonioli, Andrea Dilemmi, Giorgio Sacchetti, Jorge Torre Santos, Adolfo Pepe.
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Tra la spada e il muro
10.00
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Cos’è il lavoro pubblico nel nostro paese? Come lo conoscono i cittadini, le donne e gli uomini che hanno bisogno di incontrare un’amministrazione pubblica? E i lavoratori dei servizi pubblici come si vivono, quale rapporto hanno con il proprio lavoro, quale ruolo immaginano nella società? La risposta a queste domande sta nel fatto che oggi i lavoratori pubblici si sentono costretti tra la spada di cittadini arrabbiati nei confronti di istituzioni non vissute come proprie e anzi avvertite come ostili, da una parte, e dall’altra la sordità e il muro della dirigenza e della politica. Federica Di Rosa ed Elisa Roson hanno compiuto un viaggio attraverso il lavoro pubblico incontrando operatori ecologici, agenti di polizia penitenziaria, infermieri e medici, cancellieri di tribunali e vigili del fuoco, educatrici di asili nido e impiegati dello sportello di un ufficio immigrati. Questi si sono raccontati con autoironia ma anche con una grande capacità critica sul proprio lavorare e sul funzionamento della macchina pubblica che, in preda all’eccessiva burocrazia, allo stratificato sovrapporsi di leggi e decreti contraddittori e generici, ostacola l’azione e costringe il lavoratore a diventare un funambolo che si muove continuamente su una linea sottile, in bilico tra le richieste del pubblico e la legge. Il volume si compone di 8 atti unici (+1) raccontando, in chiave metaforica, la condizione kafkiana che inserisce nello stesso meccanismo lavoratori e utenti dei servizi, che si rivelano, al contempo, eroi e vittime. Il libro è un contributo al più generale dibattito intorno ai temi del lavoro e della sua identità, della sua capacità di autorappresentazione. Uno sguardo dall’interno come stimolo a riconsiderare il valore primario del lavoro pubblico in quanto lavoro di persone che si occupano di altre persone.
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Lost. Dispersione scolastica
14.00
€
L’indagine raccolta nel volume intende contribuire a fare chiarezza sulle dimensioni dell’abbandono della scuola ed il costo economico patito per un fenomeno che comporta importanti rischi di esclusione lavorativa e sociale. Inoltre, per la prima volta rispetto a ricerche analoghe, si è provato a indagare la dimensione e il valore delle azioni che scuole e Terzo settore hanno in essere per contrastare il fenomeno. Secondo i dati dell’Unione Europea, gli early school leavers rappresentano oggi in Italia il 17%, mentre in Germania, Francia e Regno Unito la quota è sensibilmente più bassa. Anche se emergono progressi rispetto alla situazione del 2000, quando quella percentuale era del 25,3%, il nostro Paese continua ad avere un divario piuttosto rilevante rispetto agli altri Paesi europei. Questo fardello grava sull’economia e sulla crescita dell’Italia in modo pesante e il contrasto all’abbandono scolastico è perciò obiettivo esplicito del governo e di molti enti locali; importanti investimenti sono in at-to o sono attesi nei prossimi anni. Ma l’attore pubblico non è il solo ad adoperarsi in tal senso. Da decenni il Terzo settore (associazioni, fondazioni, parrocchie, oratori, enti religiosi, doposcuola informali, centri aggregativi giovanili, centri sociali, ecc.) è attivo per garantire il recupero scolastico. Eppure finora non ne è mai stato stimato il valore delle azioni che pure consentono di raggiungere e recuperare alla scuola migliaia e migliaia di ragazzi. Di questo impegno paziente, silenzioso, ma insostituibile, non si aveva finora pressoché traccia. Il volume, attraverso la valutazione quantitativa delle azioni del volontariato, permette di superare la lettura finora prevalentemente qualitativa e descrittiva dell’abbandono e delle azioni per affrontarlo, e fornisce una stima del valore economico delle azioni del Terzo settore a conferma del suo ruolo di alleato essenziale delle scuole per affrontare con efficacia un fenomeno complesso come quello dell’abbandono dei percorsi di istruzione e formazione.
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Prima e dopo la guerra
14.00
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Con l’invasione dell’Etiopia il consenso al fascismo raggiunse il suo livello più alto. Seguì, poco dopo, l’intervento di Mussolini nella guerra civile spagnola. Quindi, già prima del 10 giugno 1940, le popolazioni meridionali ebbero modo di misurarsi «dall’interno» con la tragedia della guerra, anche in seguito agli arruolamenti ingannevoli del regime. Era iniziato il «lungo decennio» del Mezzogiorno. Una memoria conservata, in particolare, nelle vicende umane dei soldati inviati in Africa, in Spagna, in Francia, nei Balcani, in Russia e dei civili sottoposti, in patria, alla minaccia quotidiana dei bombardamenti. Dopo l’8 settembre 1943, alla «morte dal cielo» si aggiunsero le rappresaglie naziste. Gli «otto milioni di baionette» si trasformeranno, alla fine, in un doloroso elenco di morti, di prigionieri, di reduci allo sbando. Dopo le rivolte antinaziste al Sud e i «venti mesi» della Resistenza al Nord, le ferite materiali e morali della «lunga guerra» cominceranno a cicatrizzarsi il 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale. Solo allora, infatti, si concluderà il «lungo decennio della guerra» e inizierà, anche per il Mezzogiorno, il «decennio della ricostruzione». Con un innovativo approccio storiografico, il libro di Gloria Chianese «ricuce» lo sfondo della complessa fase storica 1936-1946 e offre la chiave di lettura per comprenderla.
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