• Il volume ricostruisce la storia del concetto di meritocrazia dal momento in cui fu coniata la parola (la seconda metà de gli anni cinquanta del Novecento) ai giorni nostri, guardando sia alle elaborazioni teoriche della filosofia e del pensiero sociale (da Young a Della Volpe, Hayek, Arendt, Rawls, Bell, Bourdieu, Walzer, Sen, Lasch, Sennet, Giddens) sia al linguaggio politico (da Martelli a Blair e Renzi) e al senso comune diffuso. Il percorso proposto mostra come il termine nasca con un significato negativo, a identificare una prefigurazione distopica, che continuerà a caratterizzare il suo utilizzo nel vecchio continente per alcuni decenni; e come negli Stati Uniti il lemma assuma invece da subito un significato anche positivo, all’interno di un’ideologia tecnocratica proiettata nella nuova civiltà postindustriale. È solo all’inizio del nuovo millennio che con la Terza Via l’ideologia meritocratica diventa parte dei valori della cultura politica progressista europea, sempre più sussunta dalla governance postfordista. La meritocrazia diventa perciò una parola-chiave del neoliberalismo, giustificando le crescenti diseguaglianze dovute ai processi di finanziarizzazione, delocalizzazione e privatizzazione. Anche dopo la crisi del 2008, la meritocrazia resta uno snodo fondamentale della narrazione neopopulista, a documentare il profondo legame fra quest’ultima e il neoliberalismo.
  • Il 1978 è stato un anno cruciale nella storia dell’Italia repubblicana. Il 16 mar zo le Brigate rosse rapiscono Aldo Moro. La violenza terroristica raggiunge il punto più alto della sua parabola con l’assassinio di Moro il 9 maggio. Pur di fronte a questo atto teso a minare le fondamenta dello Stato democratico, il Parlamento approva quasi contemporaneamente e a larga maggioranza tre leggi che hanno cambiato la società italiana e hanno posto il nostro paese all’avanguardia nel campo dell’assistenza socio-sanitaria: la creazione del Servizio sanitario nazionale, la riforma delle regole sulla psichiatria e le norme che consentono l’aborto. Giovanni Berlinguer, come studioso e parlamentare, è stato uno degli artefici di questo vasto disegno di riforme che ha consentito di attuare l’articolo 32 della Costituzione che definisce la salute un diritto fondamentale di ogni essere umano. Fabrizio Rufo, docente di Bioetica presso Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Biologia ambientale, per molti anni è stato collaboratore di Giovanni Berlinguer. Nel 2017 è stato co-curatore della mostra Dna - Il grande libro della vita da Mendel alla genomica, record di visite al Palazzo delle esposizioni di Roma. Tra le sue ultime pubblicazioni: Etica in laboratorio (Donzelli, 2017); Il codice della vita. Una storia della genetica tra scienza e bioetica (Donzelli, 2017), insieme a Bernardi no Fantini; Scienziati, Politici, Cittadini (Ediesse, 2014); ha inoltre curato il volume Il valore democratico della conoscenza (Ediesse, 2019) CONTRIBUTI DI Giorgio Caredda | Mattia Della Rocca | Bernardino Fantini | Maria Grazia Giannichedda | Chiara Giorgi | Alessandra Gissi | Luciano Governali | Carmela Morabito | Ilaria Pavan | Fabrizio Rufo | Paola Stelliferi | Ketty Vaccaro.
  • Questa pubblicazione nasce dall’esigenza di proseguire, dopo il manuale Contrattare l’innovazione digitale, l’analisi della rivoluzione digitale in atto. L’intelligenza artificiale è la tecnologia più sfidante per l’essere umano; mette in discussione il suo primato, la capacità di ragionare, inventare, trovare soluzioni. A seconda di come sarà utilizzata, potrebbe rivelarsi strumento di liberazione o di oppressione delle persone, nel mondo del lavoro, ma anche nella vita quotidiana, per questo il sindacato ha l’obbligo di contrattare nuove tutele e immaginare spazi di contrattazione collettiva. Il Manuale è un lavoro plurale. Per realizzarlo, la Cgil ha messo in campo competenze diverse, dall’Ufficio Progetto Lavoro 4.0 all’Area delle Politiche europee ed Internazionali, all’Area del Mercato del Lavoro e Contrattazione. Nel volume ci sono esempi per spiegare le diverse applicazioni dell’IA, una lettura della situazione internazionale, un approccio alla contrattazione e alla normativa vigente, un glossario per leggere il fenomeno, infografiche per semplificare la lettura.  

    Hanno lavorato alla realizzazione del manuale:

    • Andrea Allamprese, professore associato di Diritto del lavoro presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia; collabora con l’Ufficio Giuridico e con l’Area Politiche Europee e Internazionali della CGIL
    • Giulia Barbucci, vicepresidente con delega al Bilancio del Comitato Economico e Sociale Europeo; componente del Comitato Esecutivo della CES e del suo Comitato Donne
    • Susanna Camusso, responsabile Politiche di Genere e Politiche Europee ed Internazionali della CGIL
    • Silvana Cappuccio, Politiche Europee ed Internazionali della CGIL; componente Consiglio d’Amministrazione ILO
    • Monica Ceremigna, responsabile della Progettazione Europea della CGIL
    • Alessio De Luca, nato a Roma nel 1972, in Cgil Nazionale è responsabile della Riconversione green e della Ricerca dell’Area delle Politiche per lo Sviluppo ed è coordinatore di Idea Diffusa per l’Ufficio ProgettoLavoro 4.0. Precedentemente è stato il coordinatore dell’Emittenza pubblica e privata in Slc Cgil Nazionale. Ha iniziato l’attività sindacale come Rsu in Almaviva Contact Roma nel 2000.
    • Cinzia Maiolini, nata a La Spezia nel 1968. Già Segretaria generale del Sindacato Lavoratori della Comunicazione (Slc) a La Spezia e poi a Torino, dal 2013 è Segretaria nazionale della Slc-Cgil con delega sull’Area Servizi Postali e sull’Area Multimediale (industria, editoria, emittenza). Dal 2019 è responsabile dell’Ufficio Lavoro 4.0 della Cgil Nazionale.
    • Massimo Mensi, presidente nazionale di APIQA (Associazione generale Quadri, Professionisti e Alte Professionalità) della CGIL; collabora con l’Area Politiche Europee e Internazionali della CGIL ed è componente dell’Osservatorio Europeo delle Economie di Piattaforma in seno alla CES
    • Tania Scacchetti, Segretaria confederale della CGIL con deleghe a Contrattazione - Mercato del Lavoro
    • Cristian Sesena, coordinatore Area Contrattazione - Mercato del Lavoro della CGIL
  • Le risorse ingenti messe a disposizione dall’Unione europea per la ripresa economica, la transizione ecologica e l’inclusione sociale devono essere impiegate nella direzione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Nella famosa «Agenda Onu 2030», c’è un ampio capitolo dedicato alle città e alle comunità urbane, viste come luoghi in cui si diffondono nuovi bisogni e in cui sarebbe necessario applicare le politiche di sostenibilità. Questo libro vuole illustrare in dettaglio, con particolare riferimento all’Italia, gli obiettivi dell’Agenda Onu per un rilancio sostenibile delle città e una maggiore coesione delle comunità (secondo l’obiettivo di sviluppo sostenibile 11) e proporre alcuni per corsi di «concertazione e contrattazione territoriale» attraverso i quali le presenze sociali organizzate da un lato, le amministrazioni di governo locale dall’altro, possano avviare concretamente gli obiettivi di sostenibilità.
  • A quasi due anni dall’inizio della pandemia, attraverso diversi articoli pubblicati su Idea Diffusa, ripercorriamo gli accadimenti e i temi che sono stati al centro del dibattito pubblico e sindacale. Quale modello di sviluppo dopo la pandemia? Il Covid ha tirato una riga sul mondo che avevamo conosciuto, ha messo in discussione il modello economico e sociale dominante, ha messo in crisi il mondo del lavoro, il modello produttivo e i rapporti sociali e personali. La pandemia ha amplificato il dibattito sul cambiamento climatico e il futuro del pianeta, sulla transizione digitale e la crescita delle diseguaglianze, evidenziando la fragilità dei sistemi politici occidentali e, in generale, ha posto il tema del le forme di espressione e della reale valenza della rappresentanza democratica. Il numero speciale, che nasce dalla selezione di alcuni articoli, non ripercorre cronologicamente la fase pandemica, ma focalizza alcuni temi dirimenti e ci consente, senza un vincolo temporale, di guardare al futuro ragionando di sviluppo sostenibile, innovazione tecnologica, ricerca, digitalizzazione, ambiente, diritti e soprattutto lavoro. La qualità degli interventi ci consente di ragionare sul futuro che vorremmo, sugli errori da evitare, sul ruolo dello Stato e del Pubblico, sulle politiche industriali e sul ruolo del sindacato ed il mondo del lavoro.
  • Fra i massimi teorici della cultura contemporanea, Fredric Jameson è l’esponente di punta dell’attuale critica marxista. Le sue analisi della postmodernità capitalistica hanno rivoluzionato l’alfabeto della teoria estetica e sociale. La sua difesa della dialettica continua a rappresentare un modello di resistenza filosofica alla liquidazione del pensiero critico. Questo volume si propone di attraversare le fasi più rilevanti di un’avventura intellettuale di lungo corso e di ampio respiro: dal confronto con i modelli del marxismo novecentesco all’elaborazione di una teoria politica del testo letterario, sino al tentativo di costruire una mappa delle ideologie attive nel presente. Letteratura, musica, cinema, nuove forme d’arte: nulla sfugge all’attenzione analitica di Jameson e al bisogno di mantenere vivo il punto di vista della totalità.
  • Il volume raccoglie gli articoli scritti, nel corso degli ultimi decenni, dal premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi (per lo più per il manifesto). Dal nucleare all’Aids, dall’affidabilità dell’omeopatia alla morte di Nicola Cabibbo, passando per i deficit della politica italiana in materia di ricerca e i tagli della Gelmini. Con un tratto comune: la scienza e la ricerca non sono mai neutrali, ma, poiché svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita civile di una società, implicano sempre un discorso politico. Lo studioso che emerge da queste pagine, dunque, non è mai super partes e per questo è chiamato a esprimersi e a rendere pubblica la propria opinione sui temi che di volta in volta risultano vitali per quella collettività di cui lui stesso fa parte.
  • La pubblicazione dal titolo: Europa digitale. La sfida di un continente, nasce da una collaborazione tra l’Area delle politiche europee ed internazionali e l’Ufficio Progetto Lavoro 4.0, per realizzare un testo di raccolta dell’estesa normazione sul digitale da parte dell’Unione europea. Gli articoli, redatti da vari autori, spiegano brevemente e commentano i contenuti delle norme che negli ultimi anni hanno regolato la trasformazione digitale.
  • Come saremo nel 2030? La risposta a questa domanda dipenderà anche da come avremo esercitato il nostro ruolo in questi dieci anni, dal coraggio, dalla determinazione e dallo sforzo di immaginazione che avremo messo in campo. La sfida è economica, sociale e democratica e chiama in causa il ruolo del sindacato e della contrattazione. Bisogna mettere in discussione un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento, sia dell’uomo che dell’ambiente. Se il mondo si trasforma, il sindacato si confronta con il mondo e propone modelli sociali ed economici imperniati sulla giustizia, basati sui diritti del lavoro e sui diritti universali della persona, con un ruolo centrale degli investimenti e della governance pubblica. I dieci anni delle transizioni, ecologica e digitale, potrebbero cambiare il mondo e necessitano di conoscenza, programmazione e audacia: su questo si misurano, in uno sforzo corale, esperti, docenti, categorie e confederazione.
  • L’industria sta cambiando rapidamente, in Italia, in Europa e nel mondo. Le nuove tecnologie trasformano prodotti e sistemi produttivi, le attività si spostano da Occidente a Oriente. In questo contesto anche il lavoro muta profondamente, sia nella quantità che nella qualità dell’occupazione; la questione ambientale assume un ruolo di assoluta centralità, mentre ritornano sulla scena le politiche industriali dei governi. Il volume di Vincenzo Comito analizza queste trasformazioni e le conseguenze per l’Italia, con approfondimenti su tre settori: l’alta tecnologia dei semiconduttori, la transizione dell’automobile verso l’elettrico, la produzione di carne, che assume forme sempre più industriali. Tra le strategie delle grandi imprese multinazionali e il declino industriale italiano, si delinea dunque un quadro economico, sociale e politico molto incerto.
  • Per millenni ogni forma di discordia è stata considerata una patologia del «corpo politico». Ma attraverso il conflitto sociale i soggetti discriminati e subalterni hanno espresso i propri bisogni e le proprie istanze, rivendicando libertà, inclusione, uguaglianza, riconoscimento delle proprie identità. Nel corso del Novecento la società si è divisa in campi separati dalla loro posizione nell’ambito della produzione e lungo questa linea si sono articolate le differenti dimensioni del conflitto, che si è rivelato fattore di coesione sociale, condizione della democrazia e dei diritti. 
  • Il volume, corredato da un’ampia introduzione di Claudio De Fiores (che ne è anche il curatore), raccoglie i saggi e i discorsi più significativi di Pietro Ingrao sulla Costituzione (relativi agli anni che vanno dal 1953 al 1978). Ne viene fuori uno spaccato quanto mai significativo delle grandi questioni «costituzionali» che hanno attraverssato i primi decenni della storia repubblicana: la fase costituente, la legge «truffa», le mobilitazioni degli anni Sessanta, a cui corrispose l'avvio del processo di attuazione della Costituzione, l'istituzione delle Regioni, la crisi della Repubblica. Particolare rilievo rivestono in questo volume i discorsi tenuti da Pietro Ingrao in qualità di presidente della Camera dei Deputati sulla centralità del Parlamento, sul principio costituzionale del lavoro, sulla capacità di tenuta delle istituzioni repubblicane di fronte al terrorismo.